
Dopo aver incontrato mercoledì, dopo quasi un anno, i
componenti del consiglio di amministrazione dell'Autorità del
Canale di Panama, riunione nel corso della quale è stato
informato dei dettagli del piano di investimenti del valore di 8,5
miliardi di dollari per rafforzare la competitività, la
sostenibilità e la modernizzazione del canale interaceanico,
ieri il presidente della Repubblica di Panama, José Raúl
Mulino, ha affermato l'intenzione dello Stato di partecipare alla
gestione dei due porti di Balboa e Cristóbal posti ai due
ingressi del canale di Panama.
Attualmente i due scali portuali sono operati dalla Panama Ports
Company, società che fa capo alla Hutchison Port Holdings
(Hutchison Ports) del gruppo CK Hutchison Holdings di Hong Kong. La
gestione cinese dei due porti panamensi ha iniziato a destare
scandalo negli ultimi mesi: all'inizio del suo secondo mandato il
presidente statunitense Donald Trump aveva minacciato di riportare
agli Stati Uniti la proprietà del canale di Panama, proposito
rigettato con sdegno dallo stesso presidente panamense
(
del 21
e 23
gennaio 2025); successivamente le iniziative adottate da Trump per
contenere l'espansione degli interessi della Cina in numerose
regioni mondiali, inclusa Panama, ha indotto le autorità
panamensi, allineatesi apparentemente alla strategia americana per
contenere e ridurre la presenza cinese nel mercato interno e in
quelli esteri, ad esaminare le ripercussioni sull'economia nazionale
della gestione cinese dei due porti panamensi, ricadute che - dopo
25 anni di gestione della Panama Ports Company - il governo si è
accorto non essere in linea con quelle prospettate all'atto
dell'assegnazione della concessione, ma anzi assai inferiori
(
del 27
e 29
gennaio, 4
febbraio e 8
aprile 2025). Nel frattempo un consorzio costituito dalla
società terminalista Terminal Investment Limited (TiL) del
gruppo armatoriale Mediterranean Shipping Company (MSC) e dalla
società di investimenti americana BlackRock e dal suo fondo
di investimenti Global Infrastructure Partners (GIP), hanno
presentato un'offerta per acquisire l'80% del capitale della
Hutchison Ports, offerta che include una proposta per comprare il
90% del capitale della Panama Ports Company
(
del 4
marzo 2025).
Il progetto abbozzato ieri da Mulino prevede che lo Stato
panamense formi una partnership con il consorzio TiL/BlackRock-GIP,
dando per ormai concluso il rapporto contrattuale con la Panama
Ports Company: «attualmente - ha affermato il presidente
panamense - non vedo una prosecuzione di questo contratto con Panama
Ports, che venga modificato o meno, né - ha precisato
riferendosi alla legge numero 5 del 16 gennaio 1997 che aveva
approvato il contratto di concessione - la creazione di una nuova
legge per il contratto». Alla richiesta di una spiegazione dei
motivi che sono alla base di questa proposta di partnership, Mulino
ha risposto candidamente che «è meglio così».
Attualmente questo progetto, tuttavia, si scontra frontalmente
con il proposito manifestato dal gruppo CK Hutchison di includere
piuttosto un investitore cinese nel consorzio a cui dovrebbe andare
il controllo di Hutchison Ports
(
del 28
luglio 2025). In ballo - ha ricordato Mulino - ci sono anche le
cause intentate per far decadere il contratto di concessione nonché
l'esito dell'audit sul contratto di concessione avviato dalla
Contraloría General de la República de Panamá,
iniziativa per la quale il presidente panamense ha espresso pieno
appoggio: «tutti - ha detto riferendosi al contratto - abbiamo
visto cosa non ne abbiamo ricavato. Quel contratto, quando è
stato rinnovato per altri 25 anni, non stato approvato dal
contralor, e tuttavia è iniziato. Ciò che è
richiesto alla Corte - ha specificato - è l'annullamento del
contratto per mancata approvazione». La questione è
infatti all'esame della Corte Suprema di Giustizia, da cui - ha
aggiunto Mulino - «attenderemo il verdetto».