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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 3/2000 - MARZO 2000 |
Studi e ricerche
L'avanzata delle post-Panamax
Dopo un rallentamento delle consegne di portacontainers nuove
nel 1999, la seconda metà del 2000 ed il periodo successivo
faranno ancora una volta registrare un incremento del livello
di attività.
Secondo i dati pubblicati dalla LMIS (Lloyd's Maritime Information
Services), per il 2000 sono previsti in consegna 469.962 TEU complessivi,
mentre nel 2001 dovrebbero seguire altre 76 navi (265.118 TEU).
Aggregate ai 43.013 TEU che erano ancora in attesa di consegna
nel 1999, queste cifre rappresentano un tasso di crescita biennale
pari al 18, 4 %.
Questa prossima ondata di espansione sarà dominata dalla
consegna di navi della classe post-Panamax, più grandi
e più veloci, tutte quante destinate a fornitori di servizi
di linea globali, quali la Maersk SeaLand (3 unità da 6.600
TEU e 5 da 6.200 TEU), la P&O Nedlloyd (4 da 6.788 TEU e 5
da 5.460 TEU), la Hyundai Merchant Marine (5 da 6.400 TEU), la
Mitsui OSK Lines (3 da 5.000 TEU), la Evergreen (5 da 5.364 TEU)
e la Cosco (7 da 5.250 TEU più tre opzioni), nonché
ad importanti società armatoriali e/o finanziatrici di
naviglio, tra cui le tedesche Erck Rickmers (Nordcapital) e Gebab
e le Costamare Shipping e Danaos Shipping a controllo greco.
La Costamare da diversi anni è impegnata in un programma
di sviluppo del tonnellaggio e, sebbene il tonnellaggio di seconda
mano resti una componente-chiave della propria flotta, la compagnia
sempre più spesso opta per il tonnellaggio nuovo. Attualmente,
il registro delle ordinazioni relative ad unità post-Panamax
della Costamare prevede 5 navi da 6.200 TEU - che dovrebbero essere
noleggiate alla Maersk SeaLand - e 2 navi da 5.500 TEU. Queste
ultime saranno affittate dalla CSG (China Shipping Group). La
Costamare ha inoltre opzioni su altre due unità da 5.500
TEU ed ha confermato le ordinazioni inerenti a 3 unità
da 4.800 TEU (di modello Panamax). Queste ultime saranno impiegate
dalla Hapag-Lloyd.
Nel contempo, il registro delle ordinazioni della Nordcapital
comprende ora 11 navi post-Panamax da 5.500 TEU, tutte quante
in costruzione presso la Samsung Heavy Industries in Corea del
Sud. Sono già stati conclusi contratti di noleggio con
la OOCL (che rileverà sei navi), la P&ON (tre navi)
e la CSG (due unità).Il tonnellaggio della Nordcapital
dovrebbe entrare in servizio nel corso del 2000, del 2001 e nella
prima parte del 2002.
Consegne di notevole rilievo sono previste anche per nuovi arrivati
nel settore delle post-Panamax, quali la Yangming (7 navi da 5.500
TEU), la K Line (8 navi da 5.500 TEU) e la CMA CGM The French
Line (8 navi da 6.500 TEU) nei prossimi due anni. Le navi della
CMA CGM saranno dotate di una velocità di servizio pari
a 26 nodi.
Complessivamente, sono 56 le navi post-Panamax - per un totale
di 324.690 TEU - la cui consegna è prevista per i prossimi
due anni e mezzo.
Ciò equivale al 7,7% dell'attuale flotta containerizzata,
nonché ad un notevole 40% di tutti gli spazi-containers
sotto ordinazione. Inoltre, si ritiene che la CSG, la NYK Line,
la Hapag-Lloyd Container Line e la Evergreen siano tutte quante
prossime a finalizzare accordi inerenti a nuovo tonnellaggio post-Panamax.
Il programma della Evergreen è quello di costruire 5 navi
della classe K da 6.000 TEU presso la Mitsubishi in Giappone,
mentre le idee della NYK sono incentrate su una serie di navi
simili quanto a progettazione a quelle inerenti agli ultimi contratti
di nuove costruzioni della O&ON, con la differenza che queste
altre sono in grado di caricare oltre 7.000 TEU.
Si sa che l'attuale accordo della CSG riguarda una lettera di
intenti siglata con due cantieri cinesi, la Hudong Shipyard e
la Dalian New Shipyard. L'accordo prevede la costruzione di 6
navi da 5.500/5.600 TEU, con opzione di richiesta di costruzione
di un'altra nave presso ciascun cantiere. Le consegne sono previste
per il 2002 ed il tonnellaggio dovrebbe essere destinato ai servizi
Europa/Asia o transpacifici del vettore.
Recentemente, il vettore con sede a Shanghai ha concluso accordi
di noleggio a tempo determinato con la Nordcapital (due navi)
per tonnellaggio di dimensioni simili a quello già ordinato
- rispettivamente - presso la Samsung e la Hyundai Heavy Industries.
Complessivamente, la CSG dispone di uno dei maggiori registri
di ordinazioni (12 navi per complessivi 66.000 TEU) relativo a
tonnellaggio post-Panamax del mondo.
Anche la APL sta programmando di integrare la propria flotta
con navi da 5.000/6.000 TEU. A differenza da molte delle proprie
precedenti acquisizioni, tuttavia, la compagnia di navigazione
mira a soluzioni di finanziamento ed è in trattative con
un certo numero di armatori per noleggi a lungo termine con opzione
di acquisto. Nell'ottobre del 1999, l'operatore con sede a Singapore
ha concluso un accordo di noleggio quinquennale con la Danaos
Shipping per 2 unità da 5.500 TEU. Queste ultime verranno
immesse nella rete dei servizi della APL nel corso della prima
metà del 2001.
La Hanjin ha concluso accordi dello stesso tipo per il proprio
programma di sviluppo del tonnellaggio. In effetti, il socio del
vettore di Seoul - la tedesca Conti Reederei - ha ordinato 7 navi
da 5.600 TEU per conto della Hanjin. Le consegne sono iniziate
nei primi mesi del 2000 e continueranno fino alla metà
del 2001. Le navi saranno impiegate nell'ambito del contributo
del vettore alla United Alliance, un'operazione congiunta con
la Cho Yang Shipping, la DSR-Senator Lines e la United Arab Shipping
Co.
Al contrario, la OOCL ha optato per un misto di proprietà
diretta ed accordi di noleggio a lungo termine. Il suo attuale
registro di ordinazioni comprende 6 unità da 5.500 TEU,
mentre altre due unità sono in corso di valutazione. L'operatore
con sede ad Hong Kong, ad esempio, dispone di opzioni relative
ad altre due navi-gemelle presso la Samsung, che sta costruendo
quattro delle navi il cui contratto è stato confermato.
Le altre due navi sono in allestimento presso la China Shipbuilding
Corp di Taiwan.
Il risultato netto di questa attività sarà un significativo
incremento della componente di post-Panamax nella flotta mondiale
di portacontainers. Attualmente, questo settore - che è
caratterizzato da navi con baglio superiore a 32,32 metri (in
termini di contenitori ciò normalmente equivale ad una
capacità di carico di circa 4.500 TEU) - rappresenta il
4,1% dell'attuale flotta rispetto al numero delle navi ed il 12,4%
(523.549 TEU) di tutti gli spazi-containers impiegati. E' un dato
in crescita, rispetto al 2,8% appena (poco più di 60.000
TEU) del 1995. Per il 2002, si prevede che saranno disponibili
negli scafi post-Panamax circa 850.000 TEU, equivalenti al 16,9%
della flotta cellulare complessiva in servizio.
Il boom delle grandi portacontainers ha largamente contribuito
al dominio del tonnellaggio cellulare nel mercato di linea. Secondo
il Containerisation International Yearbook di recente pubblicazione,
questo settore adesso rappresenta quasi il 73% di tutti gli spazi-containers
impiegati. Le navi ro-ro e quelle semi-portacontainers/merci generali
rappresentano rispettivamente appena il 4,6% ed il 16,7%.
La decisione degli armatori/operatori di incrementare le proprie
flotte con portacontenitori molto grandi è stata determinata
da un certo numero di fattori.
In primo luogo, vi sono le potenti economie di scala associate
alla gestione di una nave con 6.000 TEU rispetto a quella di un'unità
da 4.000 TEU, partendo dal presupposto, peraltro, che i fattori
di carico possano essere mantenuti relativamente alti. Si riconosce
generalmente che le navi più grandi possano assicurare
ai vettori un risparmio sui costi superiore al 20%.
In secondo luogo, occorre considerare i regimi dei prezzi assai
competitivi dei cantieri navali in relazione al tonnellaggio delle
grandi portacontainers, specialmente in Corea del Sud, che è
riuscita ad attirare a sè la quota leonina delle recenti
ordinazioni. Dato che adesso il won coreano si sta apprezzando
nei confronti del dollaro USA, i vettori stanno adeguando le proprie
opportunità prima che sia troppo tardi.
In molti casi, è meno costoso acquistare una nave da 5.000/6.000
TEU oggi rispetto a quanto non fosse acquistare una nave da 4.000
TEU quattro/cinque anni fa. Il contratto inerente all'ordinazione
inerente ad otto navi della K Line effettuata alla Hyundai, ad
esempio, è stata siglata - si ritiene - per 480 milioni
di dollari (giusto 60 milioni di dollari per nave), mentre il
costo delle 5 unità da 6.400 TEU della HMM, anche queste
in costruzione alla Hyundai, è stato stimato dai brokers
in circa 64 milioni di dollari circa.
In media, i brokers stimano che i prezzi di costruzione delle
grandi portacontainers siano calati del 25-30% negli ultimi tre
anni.
In terzo luogo, la crescita delle alleanze operative globali
e l'aumento delle attività sul fronte delle fusioni e delle
acquisizioni ha comportato il fatto che la movimentazione di maggiori
volumi di carichi da parte di singoli gruppi o società
giustifica l'impiego di navi più grandi.
Attualmente, gran parte delle navi post-Panamax sotto ordinazione
sono della fascia dimensionale da 5.000/7.000 TEU, mentre l'unità
più grande è rappresentata da un'unità ad
elica singola che si ritiene possa essere dell'ordine di quasi
10.000 TEU. In ordine a tale limite, recenti ricerche intraprese
dal professor Niko Wijnolst e dalla sua squadra presso la facoltà
di Ingegneria Marittima dell'Università della Tecnologia
di Delft suggeriscono come si possano conseguire le maggiori economie
operative mediante le navi a due motori del modello Malacca. Questi
leviatani avrebbero un pescaggio di 21 metri, una lunghezza di
oltre 400 metri ed un baglio di 60 metri. La nave - in grado di
caricare 13 strati di containers sotto coperta - avrebbe una capacità
di carico di 18.154 TEU ed una stazza lorda di 242.800 tonnellate.
Il grosso problema comportato dall'impiego di tali grandi navi
è ovviamente quello dell'accesso ai porti e della possibile
paralisi del piazzale, dato che i containers vengono movimentati
e parcheggiati nel terminal.
Pertanto, visto il gran numero di navi molto grandi la cui consegna
è prevista nei primi anni nel nuovo millennio, quale sarà
l'impatto sul settore dell'attività di linea?
A breve termine, la maggioranza degli analisti confida sul fatto
che il tonnellaggio in più possa essere assorbito senza
troppi problemi e che i ritorni fiscali delle compagnie di navigazione
di linea siano in procinto di migliorare. Nella sua ultima Relazione
mensile sulle informazioni relative ai contenitori, la britannica
Clarkson Research Studies afferma che il livello attuale della
crescita dei traffici (7%) ha comodamente superato la capacità
di nuovi spazi-containers (4%).
E, sebbene il broker si aspetti che l'offerta cresca di un ancora
maggiore 7% nel 2000, mentre ci si aspetta che la crescita dei
traffici mondiali rimanga costante tra il 7 e l'8%, la Clarkson
spera che il settore possa conservare un relativo equilibrio.
"Se l'umore dei vettori potesse essere misurato in termini
di ordinazioni di post-Panamax" si legge nella relazione
"dovremmo affermare che essi si dimostrano leggermente fiduciosi".
Conclusioni simili sono state raggiunte nella relazione pubblicata
dalla importante impresa investitrice SBB (Salomon SmithBarney).
Nel documento, intitolato Trasporto marittimo e porti containerizzati,
trasporto di box in Asia nel corso del 2000, si afferma che i
prossimi due anni "sembrano promettere anni relativamente
buoni per il settore".
Basando le proprie previsioni sulla persistente forza del mercato
transpacifico (principalmente in direzione est) e sulla ripresa
economica in corso in Europa, la Salomon ritiene che l'immissione
in servizio di nuova capacità sia del tutto sostenuta dall'organica
crescita dei traffici.
Gli analisti della SSB, inoltre, pensano che il livello delle
dismissioni possa aumentare di almeno 100.000 TEU all'anno per
diversi dei prossimi anni, a causa dell'atteggiamento delle singole
linee di navigazione che si disfano del tonnellaggio vecchio di
20 anni. Nel caso della recente operazione di fusione Maersk/SeaLand,
la banca ritiene che "sia solo una questione di pochi anni
prima che una notevole percentuale della flotta ex Sea-Land venga
dismessa".
Nel contesto di un simile scenario, il fattore post-Panamax è
in procinto di diventare ancora più influente.
(da: Containerisation International, febbraio 2000)
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