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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 4/2000 - APRILE 2000 |
Porti
Il problema del pescaggio nei
porti
Le esigenze di pescaggio sono soggette
a molte altre considerazioni che non siano quelle meramente inerenti
alle dimensioni delle navi. I fattori principali verranno di seguito
elencati ma, a lume di naso, per le navi a pieno carico che trasportano
sino a 3.000 TEU sarebbe desiderabile che l'ormeggio disponesse
di uno spazio minimo sotto la chiglia di almeno 0,5-1 metro. Tale
cifra sale ad 1,5 metri per le navi che superano i 3.000 TEU.
Nei canali di accesso, lo spazio libero non dovrebbe essere inferiore
del 10% rispetto al pescaggio minimo dell'ormeggio. Pertanto,
in relazione ad un porto che deve servire una nave della Maersk
della classe S, la profondità dell'ormeggio dovrebbe essere
di almeno 15 metri, mentre il canale dovrebbe presentare una profondità
minima di 14,5 metri. Per i grandi porti di raccordo, in prospettiva
idonei al servizio delle navi da 3.000 TEU ma che attualmente
servono solamente unità sino a 1.000 TEU, ci vorrebbe un
pescaggio extra di circa 3 metri.
ESIGENZE STANDARD DI PESCAGGIO DELLE NAVI PORTACONTAINERS IN RELAZIONE ALLA PIENA CAPACITA' (TEU) |
Capacità TEU | 1.000 | 2.000 | 3.000 | 4.000 | 5.000 | 6.000 | 8.000 |
Pescaggio (m) | 10 | 12 | 13 | 13 | 13 | 14-14,5 | 14,5 |
Malgrado le pressioni delle linee
di navigazione, pochi porti in tutto il mondo possono offrire
un accesso 24 ore su 24 all'ultima generazione di navi post-Panamax.
Quelli che sono in grado di assicurarlo sono gli scali appositamente
costruiti quali centri di snodo "di puro trasbordo",
che vengono prescelti proprio a tale scopo.
Gli attuali principali porti mondiali
hanno dovuto impegnarsi in notevoli progetti di dragaggio, oltre
alla corrente manutenzione ordinaria. Ad esempio, a metà
del 1998 la Maersk ha fatto compiere alla Regina Maersk un giro
dei porti nordamericani. Alcuni porti come Tacoma si sono serviti
della visita per fare pressioni sulle autorità governative
affinché cessassero di procrastinare i progetti di dragaggio.
A luglio del 1999 il senato statunitense ha finalmente approvato
la legge sullo sviluppo delle risorse delle acque, che assicura
a porti siti in tutti gli Stati Uniti finanziamenti federali per
il dragaggio. I porti coinvolti sono Baltimora, Savannah, Brunswick,
Tampa, Florida, New York/New Jersey ed Oakland. Tacoma e Seattle
hanno altresì successivamente annunciato programmi di dragaggio
che li mette in grado di accogliere le navi delle classi K ed
S della Maersk. Anche Portland sta attualmente spingendo affinché
il canale di accesso al fiume Columbia venga reso più profondo
in conseguenza dell'impiego da parte della Evergreen di navi da
5.600 TEU sulla propria rotta Costa Occidentale/Asia.
Al fine di poter offrire un accesso
senza limiti alle navi super post-Panamax generalmente si richiede
una profondità minima di 16 metri in condizioni di bassa
marea. Un porto che presenti pescaggi inferiori a questo livello
deve o rassegnarsi a servire le navi quando c'è alta marea
o a servire le navi non a pieno carico. Nell'Europa settentrionale,
solo Rotterdam attualmente è in grado di assicurare accesso
a tutte le ore alle navi di maggiori dimensioni della Maersk.
Il porto di Amburgo ha inaugurato
la Fase Uno del proprio programma di dragaggio a settembre del
1996. Il suo scopo era quello di incrementare il pescaggio dell'Elba
da 11,9 metri a 13,5 metri nell'area che comprende la HHLA, la
Eurokai e la Tollerort, migliorando le finestre di marea per le
navi sino a 4.000 TEU. In quel periodo era stata programmata la
rimessa a nuovo dell'ormeggio numero uno presso il Buchardkai,
dragaggio sino a 14 metri di profondità compreso. Allorquando
l'ormeggio rinnovato venne restituito all'operatività nell'ottobre
del 1999, il dragaggio era stato completato sino ad una profondità
di 16,5 metri ed il canale di accesso all'ormeggio era stato portato
sino alla profondità di 15 metri.
Nessuno si sente di dire apertamente
quali potranno essere le esigenze della prossima generazione di
navi post-Panamax. Un rappresentante dell'ECT di Rotterdam ha
valutato che il porto probabilmente dovrà dragare sino
ad una profondità di 18 metri per poter accogliere in un
futuro non troppo lontano navi da 12.000 TEU. Un certo numero
di porti - come Amburgo - sta già dragando gli ormeggi
sino ad una profondità di 16-16,5 metri.
Le attività di dragaggio
non sono confinate solamente a quei porti che mirano a movimentare
le più grosse navi post-Panamax od a quelli che sono impegnati
nei traffici di trasbordo. Anche ai porti che si trovano ad affrontare
un incremento delle dimensioni delle navi feeder od a quelli che
tentano di ridurre la propria dipendenza dai traffici di raccordo
gettandosi nella concorrenza per i traffici con scalo diretto
è stato richiesto di portare avanti dragaggi di notevole
portata ed altri lavori di miglioramento. Nel 1998 pure i terminals
dell'area cinese di Shanghai potranno beneficiare del programma
di dragaggio da 350 milioni di dollari USA all'estuario dello
Yangtse. Il piano prevede l'aumento della profondità del
canale sino a Shanghai da 7 ad 8,5 metri ed - alla fine - sino
a 12,5 metri.
Esigenze di dragaggio
Le decisioni in ordine all'adeguamento
delle infrastrutture per il servizio alle navi rappresentano in
realtà solamente il primo passo nel contesto delle procedure
di determinazione delle esigenze di dragaggio. Sebbene nessun
porto sia uguale agli altri, la maggior parte dei fattori di cui
si parlerà più avanti dovranno essere definiti in
quasi tutti i casi. Le linee di navigazione cercano di far partire
le navi a pieno carico, in particolar modo dal loro primo porto
di scalo. Di conseguenza, il peso complessivo - e, quindi, le
esigenze di pescaggio - normalmente sono al massimo livello. Di
converso, un porto che non è mai il primo porto di carico
ovvero è l'ultimo porto di scarico non ha necessariamente
bisogno di assicurare gli stessi requisiti di pescaggio. Ne sono
un esempio Felixtowe e Göteborg: il primo è il secondo
porto di scalo della tratta AE5 Estremo Oriente-Europa della Maersk,
dopo Bremerhaven; ne consegue che esso deve assicurare 14 metri
di profondità di ormeggio. Göteborg, d'altro lato,
rappresenta l'ultimo porto di scalo ed il suo pescaggio di 12
metri è sufficiente.
PRINCIPALI PROGETTI DI CENTRI DI SNODO
DEDICATI ALLE SOLE ATTIVITA' DI TRASBORDO
- PESCAGGIO MASSIMO DEGLI ORMEGGI (IN METRI) - |
| Pescaggio
massimo
ormeggi
(m) |
Commenti |
Mediterraneo | |
Algesiras | 16 | Presso il Muelle de Navio |
Malta Freeport | 15,5 | Presso il Terminal Two |
Gioia Tauro | 13,5-15,5 | Ormeggi lungo 3.011 metri di banchina |
MITH (Sardegna) | 14 | - |
Medio Oriente | |
Aden | 16 | Capacità di 18 metri in futuro |
Mina Raysut (Salalah) | 15,5 | Ha iniziato le operazioni alla fine del 1998 |
Caraibi ed America Centrale | |
Manzanillo (Panama) | 13 | 14 metri nel canale |
Cristobal | 14 | Infrastruttura della Evergreen |
Freeport Bahamas | 16 | E' possibile rendere più profonde le acque |
Sudamerica | |
Suape | 15,5 | Progetto da 3 milioni di dollari USA |
Sepetiba | 17,5 | Pescaggio minimo di 14,5 metri. Alla Eurokai era stato assegnato un contratto di gestione ma il progetto procede a rilento |
Volumi di carico
Le dimensioni navali ottimali di
un particolare porto di scalo dipendono dalla domanda dei volumi
di carico e dalla capacità del porto di movimentarli. Anche
se l'uso di navi da oltre 4.500 TEU è in aumento, esse
sono ancora confinate ai giri che toccano i principali centri
di snodo. I porti di scalo diretto generalmente movimentano navi
di meno di 4.000 TEU solamente quando si tratta di servire un
gruppo di porti vicini situati su una rotta primaria, come avviene
nel Nord Europa. I porti di raccordo, per lo più, movimentano
navi sino a 2.000 TEU, sebbene non sia inaudito che naviglio sino
a 3.000 TEU venga utilizzato per i collegamenti feeder sulle rotte
nord-sud. Solo tre anni fa la maggior parte dei porti di raccordo
vedeva solo navi sino a 1.500 TEU.
E' importante notare come le navi
frequentemente non siano a pieno carico, caso in cui il pescaggio
massimo non viene raggiunto. Perciò, è essenziale
per gli operatori portuali e terminalistici accertare il tipo
più grande di nave che ci si aspetta faccia scalo e quante
probabilità vi siano che essa sia a pieno carico. In precedenza,
solo quei porti toccati dai traffici Europa/Asia che venivano
scalati dalla Maersk/Sea-Land avevano bisogno di prendere in considerazione
la necessità di dragaggi al fine di accogliere le navi
con pescaggi di 14 metri. Adesso, anche i porti nordamericani,
tuttavia, devono prendere in considerazione tali esigenze.
Lunghezza delle navi
Per tutti i porti che si aspettano
di servire navi più grandi, è necessario determinare
se il bacino di svolta sia in grado di accoglierle. Questa problematica
è di particolare importanza per i porti che si aspettano
di ricevere scali da parte di navi da 6.000 TEU ed oltre. Ad esempio,
la Regina Maersk, lunga oltre 318 metri, è - in media -
18-20 metri più lunga delle navi post-Panamax delle precedenti
generazioni. Le ultime nove navi della classe Maersk K sono più
lunghe del 10% circa, mentre le unità da 6.674 TEU della
P&O Nedlloyd sono lunghe 340 metri. In particolare i porti
situati lungo gli estuari fluviali, quali Anversa ed Amburgo,
potrebbero avere problemi con navi di tali lunghezze, dal momento
che si troveranno in difficoltà nel concordare le svolte
nei meandri ed interne. Di conseguenza, allo scopo di consentire
un accesso illimitato alle navi di queste dimensioni, i porti
come quelli poc'anzi citati dovranno dragare aree molto più
estese.
Altezza degli impilaggi in coperta
Un altro fattore che occorre tenere
in considerazione è quello della massima altezza possibile
degli impilaggi in coperta. Alcune navi post-Panamax sono in grado
di impilare sette contenitori in coperta. Per l'operatore, ciò
significa o dover tenere presente questo fattore allorquando programma
le profondità di dragaggio o investire in gru da banchina
con capacità di issaggio a quote più elevate. Specialmente
negli Stati Uniti, le cose sono complicate dalla diffusa utilizzazione
di boxes high cube da 9 piedi e 6 pollici. Pertanto, qualsiasi
calcolo deve tener presente la percentuale di high cubes rispetto
ai contenitori standard, dal momento che essi possono rendere
difficile alle gru il raggiungimento del quinto strato. Più
è alto il carico in coperta, maggiore è la zavorra
che ci vuole nello scafo. Presso il Long Beach Container Terminal,
ad esempio, nonostante l'infrastruttura disponga di un pescaggio
di 16 metri, alcune navi sono relativamente troppo leggere, il
che può comportare un'eccessiva oscillazione per le gru
da banchina che cerchino di posizionare con precisione gli spreaders
sui containers.
Velocità di approccio delle
navi
Più una nave viaggia velocemente,
maggiore è il pescaggio richiesto. La velocità delle
navi nella fase di accesso al canale dipende per lo più
dai tempi di deviazione complessivi rispetto alla rotta principale
e dalla lunghezza del canale. Per i porti che si trovano a notevole
distanza dal mare aperto, come avviene ad Anversa, la velocità
nel canale di accesso è decisiva al fine di poter competere
con i porti siti in prossimità del mare. Anversa sta altresì
valutando l'opportunità di adottare l'ulteriore misura
di servirsi di un elicottero per trasportare i piloti sulle navi,
allo scopo di risparmiare tempo nel canale di accesso.
Fondamenta dei moli
Qualsiasi dragaggio deve tener conto
della forza dei pilastri a supporto dell'infrastruttura dei moli,
specialmente allorquando vi vengono programmate grosse gru da
banchina, dato che esse hanno maggiori carichi assiali. Quando
si dragano gli ormeggi, vi è il pericolo di andare troppo
in profondità, tanto da minare le fondamenta dei moli.
Questa lezione è stata imparata nel corso della ricostruzione
del porto di Kobe. Com'è avvenuto nel caso di Oakland,
lo specchio d'acqua ha dovuto essere dotato di nuovi piloni -
il che ha comportato gravi costi - allo scopo di sostenere le
maggiori profondità di dragaggio.
Fattori idrografici
La composizione del fondale marino
nei canali di accesso è un fattore determinante per quanto
attiene alle profondità di dragaggio. Dove vi è
per lo più roccia, occorre una maggiore tolleranza. Mediamente,
dev'essere aggiunto un 10% al pescaggio delle navi al fine di
conseguire lo spazio libero minimo. Ad esempio, allo scopo di
consentire l'accesso alle navi con pescaggio di 14-14,5 metri,
è necessaria una profondità minima di 15,4 metri
in condizioni di bassa marea, sebbene 16 metri siano più
sicuri.
Dimensioni ed escursioni delle
maree
Dal punto di vista di un vettore,
minori sono le dimensioni delle maree, maggiori sono le relative
escursioni, cioè il limite di tempo entro il quale una
nave deve attraversare il canale ed attraccare. Quanto più
sono minori le escursioni, tanto più rigorosi devono essere
i calcoli inerenti all'esatto momento di arrivo, quando una marea
è al punto minimo necessario. Dal punto di vista dell'operatore
portuale/terminalistico, minori sono le dimensioni delle maree,
maggiori sono le esigenze di dragaggio, partendo dal presupposto
che le profondità naturali sono insufficienti ad accogliere
le classi più grandi delle navi che devono attraccare.
Laddove ci siano ampie dimensioni di marea e - pertanto - escursioni
di marea più strette, vi è un bilanciamento per
l'operatore portuale. Il dragaggio a maggiore profondità
richiederà maggiori capitali e costi di manutenzione più
elevati, specialmente per i porti siti lungo i fiumi, ma offrirà
un migliore accesso alle navi più grandi per periodi più
lunghi.
SELEZIONE DI (POTENZIALI) PORTI PER LA MOVIMENTAZIONE DI TRASBORDO
E MEDIA DIMENSIONALE DELLE MAREE |
Porti di mari interni
(m) | Porti siti su canali, golfi e
fiumi (m) | Porti costieri oceanici |
Freeport Bahamas | 0,91 | Rotterdam | 1,70 | Singapore | 3,5 |
Malta Freeport | 0,40 | Anversa | 4,3-4,6 | Hong Kong | 1,5 |
Colon | <1,0 | Amburgo | 3,4 | Santos | 1,5 |
Gioia Tauro | 0,6 | Le Havre | 7,50 | Busan | 1,2 |
Göteborg | 0,02 | Vancouver | 3,5-4,0 | Manzanillo | 0,7 |
Kingston | 0,26 | Montreal | - | Kaohsiung | 1,0 |
Costanza | - | Dubai | 1,50 | Aden | 1,2 |
| Buenos Aires | 0,15-1,5 | Long Beach | 2,0 |
Se un operatore portuale scegliesse
di fare affidamento sull'alta marea e di non dragare sino ad una
profondità sufficiente, potrebbe rischiare di perdere i
clienti che domandano un accesso illimitato.
I porti situati lungo gli estuari
o nei delta fluviali sono in genere limitati dalle escursioni
delle maree. Sia ad Amburgo che ad Anversa, ad esempio, le profondità
necessarie nei canali di accesso sono comprese nell'ambito di
escursioni di 8-9 ore. Al fine di incrementare tali periodi, entrambi
i porti hanno investito in importanti programmi di dragaggio.
Smaltimento dei sedimenti
Come evidenza la situazione di New
York/New Jersey, una questione estremamente importante concerne
lo smaltimento dei sedimenti contaminati. Le linee-guida ambientali
predisposte dalla Banca Mondiale adesso vietano la discarica dei
materiali dragati in mare aperto o sui siti terrestri bonificati.
Tuttavia, il dragaggio e lo smaltimento
dei materiali di risulta sono assai costosi. Il fattore maggiormente
determinante è costituito dai quantitativi di materie inquinate
che devono essere rimosse e trattate. Essi possono essere in parte
quantificati mediante l'uso di tecnologie di tipo sismico, che
determinano l'ammontare minimo di dragaggio necessario alla rimozione
di tutto il sedimento contaminato. Peraltro, anche le attrezzature
più sofisticate non possono definire con precisione lo
strato superiore di melma né l'estensione della contaminazione.
Migliore è la riuscita delle tecniche sismiche quando esse
vengono utilizzate unitamente alle tecniche convenzionali di trivellazione
e campionamento.
D'altro canto, non esiste uno standard
a livello mondiale per definire le materie che inquinano il mare.
In alcuni paesi, come il Belgio, il Regno Unito, il Canada ed
i Paesi Bassi, esistono normative più rigorose che governano
lo smaltimento dei sedimenti inquinati rispetto a quelle delle
zone in via di sviluppo.
(da: Strategies for container ports - supplemento di Cargo
Systems, marzo 2000)
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