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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 5/2000 - MAGGIO 2000 |
Trasporto ferroviario
Un'altra fusione nel sistema ferroviario
nordamericano?
"Sono sinceramente preoccupato
in ordine alle conseguenze di un altro caso di fusione nel settore
ferroviario" afferma Don Orris, primo dirigente della Pacer
International, fornitore nordamericano di trasporto merci e di
logistica. "La proposta della CN (Canadian National Railway)
e della BNSF (Burlington Northern Santa Fe) comporterà
un'ulteriore aggravio del peggioramento dei servizi. Se le autorità
preposte alla regolamentazione del settore non decidessero di
fermare immediatamente questa fusione, dovrebbero almeno sospenderla
fino a quando il settore non iniziasse a mettere in atto i miglioramenti
già promessi" continua.
Questi commenti di Orris sono in
linea con l'opinione generale diffusa in gran parte del settore
ferroviario nordamericano e presso i suoi clienti. E ad essa si
dovrebbe prestare ascolto se non altro perché questo è
il punto di vista degli utenti ferroviari che hanno sperimentato
il peggioramento dei servizi negli ultimi anni in conseguenza
del precedente consolidamento tra ferrovie. "Recentemente
abbiamo assistito a tre importanti fusioni, ed ognuna di loro
ha comportato i suoi problemi. In particolare, quella della UP/SP
(Union Pacific/Southern Pacific) ha seriamente danneggiato il
settore" spiega Phillip C. Yeager, presidente e fondatore
dell'importante società statunitense di marketing intermodale
IMC, appartenente al gruppo Hub.
Continua Yeager: "Subito dopo
è arrivato l'accordo della Conrail; anch'esso ha indotto
problemi nei servizi, anche se a detta di tutti non a livello
della UP/SP, e non dimentichiamoci che ancor prima c'era stato
l'accordo tra Burlington Northern e Santa Fe. Ora, peraltro, con
la proposta della CN e della BNSF si tratta della più grossa
di tutte".
Secondo dati forniti dalla AAR (Associazione
Americana delle Ferrovie), notevoli volumi vengono movimentati
intermodalmente nell'ambito del Nordamerica ed il totale continua
a crescere. Come evidenzia la Tabella 1, in Nordamerica sei ferrovie
di prima classe nel corso del 1999 hanno fatto registrare una
crescita intermodale, ed alcune di esse in modo assai significativo.
TABELLA 1 |
CONFRONTO TRIENNALE DEI VOLUMI INTERMODALI TRA SEI FERROVIE NORDAMERICANE DI PRIMA CLASSE |
Operatore | 1999 1 | Cambiam. % | 1998 | Cambiam. % | 1997 |
Burlington Northern Santa Fe | 2.943.669 | 2,48 | 2.870.556 | 8,23 | 2.634.255 |
Canadian National | 747.959 | 10,84 | 666.853 | 1,75 | 655.184 |
Canadian Pacific Railway | 795.054 | 13,52 | 687.557 | 6,59 | 642.276 |
CSX Transport 2 | 1.141.966 | 35,44 | 737.279 | 4,82 | 701.735 |
Norfolk Southern 3 | 1.373.367 | 25,30 | 1.025.967 | -4,12 | 1.070.072 |
Union Pacific | 2.609.534 | 8,53 | 2.386.933 | -8,13 | 2.598.090 |
Totali nordamericani | 10.584.784 | - | 10.127.073 | - | 9.995.768 |
Note:
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1 = dati preliminari; 2 = compresi i dati della Conrail a partire dal 1° giugno 1999. I numeri si riferiscono a trailers e containers reali trasportati e non a TEU.
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Fonte: Associazione Americana delle Ferrovie
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Ad esempio, la CPR (Canadian Pacific
Railway), che fa parte del gruppo CP con sede in Canada, ha visto
crescere i suoi volumi intermodali del 13,52% nel 1999 allorquando
ha movimentato 795.054 trailers e containers. Nel 1998, il dato
complessivo è stato di 687.557 unità.
Le cifre relative alla CPR sono
al di sopra dell'attuale crescita di mercato. Nel 1999, il mercato
intermodale nordamericano è cresciuto del 4,3% con 10.584.784
trailers e containers movimentati, rispetto alle 10.127.073 unità
del 1998.
Questi dati mettono in luce come
l'intermodalismo sia un settore in crescita sia in Canada che
negli Stati Uniti. Sfortunatamente, ciò avviene proprio
mentre molti clienti delle ferrovie cominciano ad avere timore.
Per dirla in breve, essi hanno la sensazione che l'annuncio da
parte della CN e della BNSF sia giunto troppo presto. "Sono
un po' sorpreso dal fatto che quest'ultima fusione sia avvenuta
così alla svelta. Si dovrebbe rammentare che le fusioni
non generano benefici in uno o due anni. Ci vogliono quattro,
cinque e persino sei anni perché ciò avvenga. Quanti
ne ha visti il settore negli ultimi cinque anni?" si domanda
Yeager.
Si tratta di un'opinione condivisa
dalle principali ferrovie nordamericane medesime. La NS ha descritto
la proposta di combinazione CN/BNSF come "prematura".
Afferma la ferrovia citata: "Tutti i più importanti
sistemi ferroviari negli ultimi anni hanno intrapreso notevoli
iniziative di espansione. La NS ha lavorato duro al fine di consolidare
le sinergie, di investire in impianti e servizi, di affinare le
proprie operazioni e di migliorare i margini. Un'altra grossa
ristrutturazione - mentre il servizio ferroviario del continente
sta ancora assorbendo i cambiamenti più recenti - complicherebbe
questi sforzi".
Nel frattempo, la UP ha preoccupazioni
di diversa natura. "La nostra fonte di preoccupazioni più
immediate è rappresentata da come i caricatori ferroviari
- che hanno già espresso notevoli riserve in ordine alle
future fusioni ferroviarie - considereranno la proposta CN/BNSF.
Andremo ad incontrare i nostri clienti al fine di chiedere la
loro opinione in merito e di decidere che cosa si può fare
per proteggere i loro interessi" conferma la ferrovia.
Tuttavia, non tutti condividono
tali opinioni, dal momento che N. K. Balling, direttore generale
del marketing societario della OOCL (Orient Overseas Container
Line) con sede a Hong Kong spiega: "Non penso che si possa
dire che la CN/BNSF arrivi troppo presto dopo le altre fusioni.
Non vi è alcun nesso tra loro, tutte le fusioni sono state
diverse".
Ma, a prescindere dalla tempestività
o meno dell'annuncio, la CN e la BNSF hanno un forte desiderio
di combinare le proprie rispettive ferrovie. Esse hanno costituito
una società-madre, la North American Railways Inc, che
avrà sede a Montreal. Robert D. Krebs, presidente e primo
dirigente della BNSF, ne sarà il presidente non esecutivo,
mentre Paul M. Tellier, presidente e primo dirigente della CN,
assumerà il ruolo di primo dirigente del nuovo organismo.
Parlando in senso lato, Tellier sostiene che "nessun momento
è sbagliato per addivenire ad un buon consolidamento, proprio
come nessun momento è quello giusto per un cattivo consolidamento".
La CN/BNSF, una volta combinata,
andrà a generare un sistema ferroviario che si estende
per 50.000 miglia di tratte, con 67.000 dipendenti e collegamenti
tra caricatori e ricevitori in tutto il Canada ed in 34 stati
degli U.S.A. Insieme, queste due ferrovie disporranno di entrate
combinate per approssimativamente 12,5 miliardi di dollari USA
(18,5 miliardi di dollari canadesi) e di una capitalizzazione
di mercato pari a circa 19 miliardi di dollari USA (28 miliardi
di dollari canadesi).
Come mostra la Tabella 2, l'organizzazione
combinata della CN e della BNSF sarà notevolmente più
grande di qualsiasi altra delle ferrovie di prima classe, operando
in oltre 80 terminals intermodali sparsi entro tutto il proprio
vasto raggio d'azione. Inoltre, in termini di volumi intermodali,
stando ai dati forniti dalla AAR, il totale combinato CN/BNSF
relativo al 1999 ammonterebbe a 3.691.628 unità. Ciò
equivale a poco più del 34% del totale complessivo nordamericano
dei trailers e dei containers, pari a 10.584.784 unità.
TABELLA 2 |
CONFRONTO TRA LE DIMENSIONI DELLE PRINCIPALIFERROVIE NORDAMERICANE |
Società ferroviaria | Tratte gestite (miglia) | N° dipendenti | Copertura | Terminals intermodali gestiti | Altre informazioni |
BNSF | 34.000 | 43.000 | 28 stati USA, 2 provincie canadesi, tutti i principali porti della Costa Occidentale e del Golfo USA | 55 centri di snodo in tutti gli USA | Media di servizi in tempo: 90%. Effettua 62 treni intermodali programmati alla settimana. |
Canadian National | 16.000 | 23.500 | 15 stati USA, 9 provincie canadesi tra gli oceani Atlantico e Pacifico | 27 in Canada e negli USA | Serve i porti di Montreal, Vancouver, Halifax, New Orleans e Mobile |
Canadian Pacific | 15.500 | 21.000 | Da Montreal a Vancouver ed intermodalmente alla volta di Chicago, Filadelfia e Baltimora | 23 in Canada e negli USA | Movimenta carichi intermodali a sud sino a New York. Il Canada genera il 52% delle entrate, gli Stati Uniti il 18%, il Canada-USA il 30% |
CSX 1 | 22.700 | 37.850 2 | 23 stati USA, 2 provincie canadesi, Distretto della Columbia | 33 in Canada e negli USA | Effettua oltre 300 convogli intermodali dedicati alla settimana. Il parco equipaggiamenti ammonta a 90.000 pezzi |
Norfolk Southern | 21.600 | 24.300 | 22 stati USA, 2 provincie canadesi, Distretto della Columbia | 43 in tutti gli USA | Possiede il 58% delle azioni della Conrail. Le entrate intermodali sono aumentate del 54% nel corso del 1999 |
Union Pacific | 33.705 | 52.523 | 23 stati USA, tutti i principali porti della Costa Occidentale e del Golfo USA | 40 in tutti gli USA | Collegamento ferroviario primario con il Messico. Serve inoltre Chicago, St.Louis, Memphis e New Orleans |
Note:
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1 = La CSX comprende la CSX Transport e la CSX Intermodal; 2 = solo della CSXT. I dati sono aggiornati a marzo 2000.
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Fonte: Società ferroviarie
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Dunque, che cosa c'è nella
proposta di accordo per i clienti della CN e della BNSF? Secondo
le due ferrovie - e questo non sorprende - diversi vantaggi. Tellier
afferma che un sistema combinato CN/BNSF potrà offrire
ai caricatori nordamericani: opzioni di servizio gestito da una
sola linea ancor più ampie e maggiormente efficienti, nonché
maggiori opportunità di scelta riguardo alle porte di accesso;
un piano di marketing coordinato; la riduzione dei tempi di viaggio;
una migliore affidabilità; l'unificazione delle informazioni
ai clienti in ordine ai servizi (tracking, tracing ed ordinazioni
compresi); la semplificazione della fatturazione; una maggiore
capacità in zone soggette ad intasamenti; infine, il miglioramento
dell'utilizzazione delle attrezzature. Sarebbe una lista impressionante,
nel caso divenisse realtà. Allo stesso tempo, Tellier ha
chiarito che nel contesto dell'intero processo di transazione
"ciò che importa di più è il caricatore".
Le altre ferrovie di prima classe
del Nordamerica, gestite dalla CSXT (CSX Transport, che fa parte
della CSX), CPR, NS (Norfolk Southern), ed UP hanno già
reagito con particolare riguardo ai caricatori. Tutte insieme,
esse hanno inviato una lettera aperta ai clienti delle ferrovie
annunciando le proprie "serie preoccupazioni" rispetto
al potenziale impatto della fusione CN/BNSF, chiedendo altresì
ai caricatori di trasmettere i propri dubbi allo STB (Consiglio
Trasporti Terrestri degli Stati Uniti). Lo STB è l'organismo
competente in ordine alla regolamentazione che dovrà approvare
o meno la nuova unione ferroviaria.
Anche se i caricatori saranno compiaciuti
della così alta considerazione in cui sono tenuti nei pensieri
della CN e della BNSF, alcuni senza dubbio al momento restano
scettici.
Timothy Gartner, direttore dei trasporti
societari della Evenflo Co con sede a Piqua nell'Ohio, fornitore
a livello mondiale di prodotti per l'infanzia e l'adolescenza,
ha alcune riserve. "Queste iniziative sembrano essere il
prodotto del nostro ambiente. La crescita vuol dire acquisizioni,
che vogliono dire consolidamento, che (in molti casi) vuol dire
perdita di posti di lavoro
è un segno dei tempi?
Non sono poi così sicuro che questa fusione apporterà
vantaggi ai clienti nordamericani, poiché meno soggetti
significano meno concorrenza" ha dichiarato.
Un importante caricatore canadese,
che è un notevole utente dell'intermodale, è preoccupato
dal fatto che quest'ultima proposta possa significare, tra le
altre cose, una mancanza di reale concorrenza per il settore.
Ha infatti dichiarato (sebbene con richiesta di restare anonimo):
"La mia impressione, dal punto di vista del caricatore, è
un composito di sentimenti contrastanti. Se la fusione potesse
produrre un servizio migliore, ciò sarebbe un bene per
i caricatori. La "qualità" del servizio ferroviario
in Nordamerica è stata in gran parte responsabile dell'esplosione
dell'autotrasporto locale. D'altro lato, una minore concorrenza
potrebbe significare prezzi più alti".
Sono opinioni, queste, che la ARC
(Alleanza per la Concorrenza Ferroviaria) condivide in pieno.
Questo organismo con sede a Washington sta facendo un'intensa
attività di lobbying presso il governo federale in merito
alla diminuzione della concorrenza nell'ambito del settore ferroviario.
Il presidente della ARC, Terry Whiteside, ha dichiarato: "Nell'ultimo
decennio, i servizi ferroviari sono peggiorati sempre più
ed i costi correlati al trasporto merci hanno continuato a crescere
per molti clienti delle ferrovie. Al fine di invertire questa
linea di tendenza, occorre realizzare la concorrenza tra ferrovie".
La direttrice esecutiva della ARC,
Diane Duff, spiega ulteriormente: "Il 30% circa dei clienti
delle ferrovie sono in pratica prigionieri delle proprie ferrovie
e devono pagare tariffe esorbitanti per un servizio scarso e sempre
peggiore, mentre devono sobbarcarsi in misura sempre maggiore
i costi correlati a tale modalità di trasporto. Al momento,
vi sono già un sacco di problemi inerenti al servizio nel
settore ferroviario. Prima che abbia luogo qualsivoglia fusione
o cambiamento, occorre apportare correzioni ai flussi di servizio.
Adesso vi è veramente poca concorrenza reale. Se c'è
bisogno di accrescere il livello della concorrenza, perché
desiderare meno operatori? Nel caso diminuisse il numero delle
ferrovie, le opzioni relative alla concorrenza verrebbero meno"
sostiene la Duff.
La più grande impresa farmaceutica
a livello mondiale, la DuPont, concorda con l'opinione della ARC.
Essa spende ogni anno 220 milioni di dollari per movimentare i
propri prodotti per ferrovia ed intermodale in Nordamerica e Rich
Abel, direttore per la sicurezza della distribuzione ha dichiarato.
"La proposta di fusione tra CN e BNSF non è certo
la prima fonte di preoccupazione per la DuPont. Ciò che
veramente bisognerebbe affrontare è la mancanza di una
reale concorrenza".
Sono preoccupati anche i vettori
marittimi, che si servono dei servizi intermodali delle ferrovie.
Ephraim Alter, vice presidente della Zim Israel Navigation e presidente
della Zim Container Service ha dichiarato: "La mia principale
preoccupazione è che quando si hanno due giganti come in
questo caso, è possibile che la concorrenza e le tariffe
diminuiscano. Ma qui sta solo diminuendo la concorrenza".
Peraltro, non tutti ritengono che
la fusione tra CN e BNSF possa significare la fine della concorrenza.
"A prima vista, questa fusione potrebbe comportare la diminuzione
della concorrenza. Tuttavia, sulla base della nostra esperienza
maturata nel settore marittimo, bastano solo due o più
operatori per far sì che nell'ambito di un traffico vi
sia abbastanza concorrenza. Dopo ogni deregolamentazione c'è
sempre una falciatura degli operatori più deboli, di modo
che devo supporre che qui le cose non stiano diversamente"
azzarda Balling della OOCL.
James J. Valentine, importante consulente
in materia di trasporto della Morgan Stanley Dean Witter, avanza
un'altra ipotesi ancora: "La questione non è tanto
il fatto che la proposta di accordo CN/BNSF sia anticoncorrenziale;
il problema piuttosto è che non si realizzeranno utili
relativi alle partecipazioni azionarie a causa degli incubi scaturiti
dai precedenti consolidamenti".
Tuttavia, per poter essere implementata,
la fusione dovrà riuscire ad ottenere l'approvazione da
parte dell'organismo di controllo, e precisamente lo STB. Nel
corso del mese di marzo lo STB ha tenuto una serie di udienze
pubbliche in ordine ai principali consolidamenti ferroviari ed
alla struttura presente e futura del settore ferroviario nordamericano.
Il consiglio in questione ha confermato di avere ricevuto più
di 160 richieste da parte di soggetti che desideravano prendere
parte alle riunioni.
Uno degli organismi che ne avevano
fatto richiesta allo STB è l'Autorità Portuale di
New York/New Jersey. Donald H. Lotz, direttore dell'unità
sviluppo intermodale nell'ambito della divisione sviluppo programmi
ed infrastrutture del dipartimento commerciale del porto illustra
il concetto: "La nostra posizione è simile a quella
di molti altri. La nostra principale preoccupazione è che
l'accordo CN/BNSF possa ingenerare tutta una serie di altre fusioni.
Al momento attuale, è prematuro dare corso ad altre iniziative
del genere fino a quando almeno la situazione della Conrail non
sia stata chiarita".
Orris della Pacer concorda. "Qualsiasi
altro peggioramento del servizio potrebbe comportare seri danni
al prodotto intermodale, portando alla conseguenza dell'immissione
di altre merci sulle autostrade. Ciò, a sua volta, vuol
dire costi aggiuntivi per autisti e carburante, maggiore intasamento,
maggiore inquinamento, costruzione di altre autostrade. E' inequivocabilmente
nell'interesse del paese riuscire ad espandere la capacità
intermodale, e non peggiorarla" sostiene.
Gartner della Evenflo riecheggia
il pensiero di Orris: "La mia critica principale riguarda
la carenza di finanziamenti pubblici. Spendiamo decine di milioni
di dollari per i nostri sistemi autostradali, ma quasi nulla per
supportare la costruzione di nuove reti ferroviarie".
Tuttavia, come fa notare giustamente
Lotz di New York/New Jersey, la CN e la BNSF non hanno ancora
presentato alcuna richiesta formale di approvazione allo STB.
"Pertanto, nessuno ha in realtà ancora potuto vedere
la proposta di piano operativo ovvero le modalità in cui
essi intendono lavorare" aggiunge.
La richiesta formale di approvazione
da parte della CN/BNSF era prevista allo STB "più
o meno dopo il 20 marzo 2000", e si pensava che i primi di
aprile fossero il momento buono. Inoltre, entrambe le ferrovie
desidererebbero un periodo di tempo di 365 giorni per completare
la fusione, mentre la necessaria approvazione dovrebbe pervenire
e la transazione dovrebbe essere ultimata alla metà del
2001.
Riguardo alle probabilità
che lo STB approvi la proposta di combinazione, Theodore Prince,
vice presidente anziano delle vendite e del marketing della Kleinschmidt
Inc, un fornitore di commercio elettronico, suggerisce un possibile
esito a breve termine: "Se lo STB si attenesse alla propria
attuale metodologia, non vi sarebbe nulla che potrebbe impedire
la concessione dell'approvazione. Tuttavia, esso potrebbe cambiare
le regole al fine di cercare una tattica dilatoria. Una volta
ricevuta la richiesta formale, esso potrebbe decidere che certe
parti specifiche abbiano bisogno di ulteriore perfezionamento".
Come accade anche ai clienti delle
ferrovie, essi sembrano voler adottare un approccio del tipo "stai
a vedere che cosa succede" prima di esprimere ulteriori commenti.
"Vogliamo vedere che cosa si dice e regolarci di conseguenza"
conferma Yeager della Hub.
Balling della OOCL concorda. "E'
prematuro in questo momento esprimere giudizi in ordine a questo
argomento" ha dichiarato, pur avvisando: "Il livello
di resistenza in questo settore rispetto alla transazione in questione
è certamente notevole, e di questo bisogna pur tenere conto
quando ci si regola in attesa dell'approvazione da parte dello
STB".
Anche la Hapag-Lloyd Container Linie
adotta un atteggiamento simile. Gunther Casjens, dirigente in
capo dell'operatore con sede ad Amburgo ha dichiarato di "voler
osservando gli sviluppi" prima di commentare ulteriormente.
La MPA (Autorità Portuale
di Montreal) ha anch'essa ammesso di non avere ancora "completamente
analizzato" la combinazione proposta, sebbene essa in via
generale consideri vantaggiose per il porto le iniziative sia
della CN che della CPR.
A dispetto delle opinioni della MPA,
se l'accordo venisse approvato Halifax, che è il concorrente
di Montreal, trarrebbe vantaggio da esso, secondo Prince della
Kleinschmidt: "La proposta della CN/BNSF significa veramente
qualcosa per i nostri porti. Si prendano ad esempio Halifax e
Vancouver: essa sarà una grande notizia per Halifax, dato
che questo porto sarà pienamente integrato nel Nordamerica
e, come tale, inserito nel mondo. Chi movimenterà carichi
alla volta di Halifax, sarà in grado di andare nel resto
del mondo. Per Vancouver, la storia sarà diversa. Esso
è cresciuto molto alla svelta ed è diventato un
serio concorrente di Seattle e Tacoma attraverso un aggressiva
politica tariffaria da parte della CN. Ma, nella nuova era, la
CN e Vancouver dovranno competere con la BNSF ed i porti del Pacifico
nord-occidentale. Quindi, la CN e la BNSF dovranno effettivamente
competere tra loro. Lo vorranno?".
Balling della OOCL spera che l'unione
CN/BNSF non abbia questo effetto. "Abbiamo sempre dato grande
importanza a Vancouver quale varco d'accesso portuale al transpacifico
nonché quale centro di snodo intermodale. Noi speriamo
che la fusione possa migliorarne l'efficacia" ha confermato.
Anche Alter della Zim dimostra particolare
interesse per i risultati della fusione, dal momento che la CN
è il principale movimentatore di carichi di questo vettore
marittimo. "La nuova società congiunta potrebbe fornirci
migliori opportunità di servizio ed una maggiore copertura.
L'arrivo della BNSF potrebbe apportare una migliore copertura
geografica, sebbene questo ci procuri delle preoccupazioni circa
il fatto che i nostri carichi debbano passare da una ferrovia
all'altra per conseguire tale risultato" ha spiegato.
Riguardo a tale argomento, Duff della
ARC solleva un'altra questione che con tutta probabilità
allarmerà tutti i clienti della CN e della BNSF. "Le
notevoli dimensioni del proposto sistema CN/BNSF potrebbero comportare
combinazioni difficili da conseguire senza una interruzione del
servizio. Tutti e due i soggetti della fusione nel recente passato
ci hanno assicurato che il loro accordo non avrebbe comportato
alcuna interruzione, mentre avrebbe migliorato l'efficienza. In
ordine a molte situazioni, le promesse di miglioramento del servizio
e di incremento dell'efficienza devono ancora essere mantenute"
sostiene.
Duff quindi fa un ulteriore passo
avanti: "A prescindere dall'esito di questa fusione, il dado
è tratto. E' chiaro che il settore ferroviario si trova
su un sentiero che condurrà i clienti delle ferrovie ad
un sistema composto da due soli importanti monopoli ferroviari
in Nordamerica".
Yeager della Hub è d'accordo.
"Ci saranno altre fusioni. La proposta della CN e della BNSF
scuoterà le ferrovie transcontinentali. Gli altri operatori
non si rassegneranno a restare indietro senza far nulla".
Orris è sulla stessa linea
di Yeager. "Mi aspetto che le altre ferrovie logicamente
rispondano agli svantaggi commerciali ed economici che si troveranno
a fronteggiare richiedendo l'approvazione di contro-consolidamenti"
prevede.
Sia Lotz di New York/New Jersey che
Prince della Kleinschmidt hanno sottolineato l'inevitabilità
del processo in atto in Nordamerica. "Ci stiamo avviando
ad un risultato finale consistente in un sistema transcontinentale.
Sappiamo che ciò accadrà, ma chi si alleerà
con chi, non si sa" ha detto Lotz. Aggiunge Prince: "Se
questo accordo dovesse avere successo, le altre quattro ferrovie
(CSX, CPR, NS ed UP) mireranno a consolidarsi. In effetti, si
arriverà ad avere solo due ferrovie. Dopo l'accordo Conrail
le ferrovie orientali avevano sperato - e si aspettavano - di
essere in una buona posizione, tanto forse da poter acquisire
una ferrovia occidentale. Ora questo non potrà più
avvenire".
Valentine della Morgan Stanley non
considera le preoccupazioni degli utenti ferroviari in ordine
alle implicazioni potenzialmente anticoncorrenziali dei sistemi
transcontinentali quali vere ragioni della loro diffidenza e commenta:
"Le ferrovie transcontinentali non rappresentano un timore.
Ciò che preoccupa i clienti delle ferrovie sono gli ulteriori
consolidamenti che non comporteranno migliori utili derivanti
dalle partecipazioni azionarie o un migliore servizio".
Vi sono pochi dubbi circa il fatto
che la CN e la BNSF alla fine porteranno a termine la loro integrazione,
come riflette Yeager della Hub: "La CN e la BNSF possono
farlo: stanno effettuando le connessioni appropriate. Non si stanno
dividendo una ferrovia come hanno fatto la CSX e la NS con la
Conrail e non stanno semplicemente facendo combaciare i servizi,
come hanno fatto la UP e la SP. Probabilmente ci vorranno cinque
anni prima che quest'ultimo accordo possa essere portato completamente
a termine, per quanto successo esso possa avere. Ma, ci si potrebbe
in realtà chiedere, perché non limitarsi ad operare
insieme?".
La vera questione sul tappeto, peraltro,
è se il settore ferroviario ed i suoi clienti siano in
grado di far fronte ad un'altra serie di fusioni che alla fine
condurrebbero all'esistenza di due sole imprese che effettuano
operazioni transcontinentali.
(da: Containerisation International, aprile 2000)
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