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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 6/2000 - GIUGNO 2000 |
Logistica
La logistica per le piccole imprese
Quando gli spedizionieri globali vogliono vantare le proprie
capacità logistiche, tendono a parlare di ciò che
fanno per conto dei maggiori caricatori multinazionali (Ford,
GE, IBM ecc.).
Ma che dire delle imprese di medio-piccole dimensioni? In questo
mondo sempre più globalizzato ed Internet-dipendente, esiste
una pletora di produttori a livello nazionale che, malgrado non
possano disporre di marchi riconosciuti universalmente, ciononostante
hanno basi clientelari globali ed esigenze logistiche complicate
tanto quanto quelle della Compaq o della Nike. Che cosa sono in
grado di offrire loro i fornitori di logistica?
Le principali case di spedizione sembrano a disagio ogni qualvolta
si rivolge loro questa domanda. Interpellata dalla rivista Containerisation
International, la Emery Worldwide ha dichiarato di non essere
interessata a parlare dei clienti minori. Sembra poi che diversi
suoi concorrenti guardino ai clienti minori attraverso lenti oscurate
dai grossi clienti. "Ciò che fa la differenza è
il volume di attività che un cliente rende disponibile"
afferma Ian Lush, dirigente marketing della GeoLogistics. "Ad
ogni investimento, dovremmo chiederci: che cosa ne tireremo fuori?
E' possibile trovare soluzioni su misura per i caricatori minori
solo nel caso che quella soluzione non sia troppo complicata.
Nel complesso, peraltro, essi dovranno adattarsi alle soluzioni
standard".
Sia la Panalpina che la K&N (Kühne & Nagel) hanno
rilasciato dichiarazioni simili. Entrambe sostengono l'importanza
di avere una varietà di clienti e, come dice Rolf von Allmen,
direttore marketing e vendite della svizzera Panalpina, "ogni
cliente - grande o piccolo che sia - ha esigenze individuali ed
il nostro obiettivo è quello di soddisfarle".
Von Allmen, però, ritiene che le cose vadano così:
le imprese minori posono trarre vantaggio dalle infrastrutture
e dai servizi realizzati per quelle più grandi. "Si
prendano ad esempio i consolidamenti. In questo caso il caricatore
beneficia delle economie di scala rese possibili dai clienti più
grandi. Per gli spedizionieri è sempre stato così".
Un approccio di questo tipo, naturalmente, non implica necessariamente
una scarsa accuratezza delle soluzioni offerte alle imprese medio-piccole,
come precisa Reinhard Lange, primo dirigente operativo della K&N.
Pur affermando che la K&N oggi offre poche soluzioni su misura
ai clienti in settori quale quello della tecnologia informatica,
che essa segue da 10 anni, egli sottolinea peraltro come "standardizzato
non voglia necessariamente significare semplice". Il punto
è, piuttosto, che la K&N al momento è in grado
di scegliere entro un'ampia gamma di soluzioni ideate per i grossi
clienti, con le quali può far fronte anche alla maggior
parte delle esigenze delle imprese medio-piccole.
Tuttavia, esiste anche un altro modo di considerare le imprese
medio-piccole: tale opinione non ravvisa in esse delle pallide
imitazioni delle loro sorelle maggiori, bensì una frontiera
del tutto nuova della logistica. Martin Doran, direttore regionale
per il Regno Unito della Frans Maas, scorge "un grosso potenziale"
nelle imprese medio-piccole. "E' tradizione che - come accade
in ogni altro settore - l'80% dei nostri ricavi derivi dal 20%
dei nostri clienti" afferma. "Ma vedo che quel divario
si sta colmando".
Confortano tale entusiasmo varie linee di tendenza. Una consiste
nel fatto che la rivoluzione dell'affidamento a terzi, dilagata
attraverso i più importanti produttori, sta ora facendosi
strada presso le imprese medio-piccole, ingenerando così
altri importanti mercati per le imprese di logistica. L'altra
sta invece nella rivoluzione delle comunicazioni - di cui Internet
è solo l'ultima manifestazione - che ha reso possibile
in misura sempre maggiore alle imprese medio-piccole lavorare
a livello mondiale. La recente moda dell'uso degli scambi in rete
per la ricerca di componenti potrebbe senza dubbio accelerare
tale tendenza.
La gestione delle scorte da parte del venditore - che richiede
che i fornitori si assumano la responsabilità relativa
alle componenti sino al momento della loro consegna alle linee
di produzione - è un'altra tendenza. "Le imprese stanno
cercando di allontanare quanto più possibile i costi dalla
linea produttiva" dichiara Peter Sherringham, dirigente contabilità
della GeoLogistics. "Ciò accolla nuove responsabilità
ai fornitori di primo livello, che a loro volta le trasmettono
ai loro fornitori".
Il risultato è che le imprese medio-piccole possono improvvisamente
trovarsi di fronte ad una gamma di nuove sbalorditive sfide: le
esportazioni alla volta di un mercato di cui non hanno esperienza,
la necessità di gestire scorte in zone distanti del mondo,
oppure il dover far sì che le proprie componenti non raggiungano
le linee produttive troppo presto o troppo tardi e nel modo giusto.
Le imprese di logistica sono il soggetto giusto per assicurare
loro l'esperienza che si richiede.
Frans Maas si è sicuramente accorto dell'aumento delle
attività. Doran afferma che la propria infrastruttura logistica
di Great Yarmouth, nei pressi del porto britannico di Felixtowe,
si è rapidamente riempita negli ultimi 12-14 mesi e si
avvia ad aver bisogno di ampliamenti. Un tipico nuovo cliente
è la BTC, un'impresa taiwanese che esporta prodotti ad
alta tecnologia nel Regno Unito ed in Europa. Frans Maas le offre
un servizio logistico completo (ricezione degli ordini di acquisto,
raccolta presso la fabbrica, gestione delle scorte, adattamento
del prodotto al mercato del Regno Unito all'arrivo e distribuzione).
"Certo, essi hanno propri rappresentanti qui, ma tutto ciò
di cui si devono preoccupare sono le vendite" spiega Doran.
"Noi invece ci occupiamo di tutto ciò che riguarda
il trasporto e la distribuzione".
La Circle in qualche caso va anche oltre. Per conto di un produttore
britannico di prodotti chimici speciali che esporta diffusamente
nel Medio Oriente ed in Asia, essa riceve gli ordini di acquisto
e programma tutto quanto il processo di spedizione delle merci
ed inoltre si occupa anche della fatturazione finale al cliente
su carta intestata del produttore. Non sorprende che Jonathan
Buckley, direttore trasporto merci marittimo per il Regno Unito
della Circle, non voglia assolutamente rivelare l'identità
del cliente in questione, proprio perché anche i clienti
del cliente non si rendano conto di dialogare con il personale
della Circle.
Servizi di questo tipo risparmiano alle imprese medio-piccole
il fastidio di investire in filiali d'oltremare, ma la Circle
offre la stessa opportunità anche a domicilio. Spesso -
fa notare Buckley - un'impresa piccola potrebbe anche trovarsi
in difficoltà per reclutare un dirigente addetto ai trasporti,
ed ancor peggio in caso di malattia o dimissioni. La soluzione?
La Circle inserisce il dirigente in questione nel proprio personale.
"Una volta che abbiano cominciato a lavorare per noi, essi
lavoreranno ancora per il cliente, con il vantaggio che in caso
di assenza possiamo provvedere a sostituirli con qualcun altro
della nostra filiale" spiega Buckley.
Un altro settore in cui gli spedizionieri possono offrire alle
imprese medio-piccole sinergie utili è quello del magazzinaggio.
Buckley qui scorge varie tendenze. Una è l'esigenza delle
imprese medio-piccole di allargare il proprio ambito produttivo,
non aggiungendo altri ambienti in fabbrica, bensì mirando
ad aree di magazzinaggio. Un'altra ancora è quella del
cliente dotato di magazzini troppo grandi per le proprie esigenze.
La Circle adesso si offre di prendere in affitto tali magazzini
dai clienti, fatturandogli solamente ciò che si riferisce
allo spazio di cui vi è bisogno e noleggiando la capacità
residua ad altri clienti.
Ne possono risultare interessanti sinergie. Un produttore britannico
di componenti per computer ha lasciato che la Circle noleggiasse
e gestisse il proprio magazzino e ha capito presto di potersi
servire di questa idea per procurare vantaggi anche ai propri
fornitori. La Circle ora gestisce le scorte per i fornitori nell'infrastruttura,
di modo che - quando il produttore di componenti ne ha bisogno
- essi possano ricevere le consegne nel luogo più vicino
alla fabbrica nel giro di pochi minuti. Nel contempo, gestendo
il magazzino quale infrastruttura multi-utente, la Circle è
in grado di realizzare sinergie in settori come l'autotrasporto,
risparmiando i costi relativi al cliente d'origine.
La realizzazione di tali sinergie smentisce il comune modo di
pensare secondo il quale il servizio per i clienti minori è
più caro - e di conseguenza procura meno profitti - rispetto
a quello indirizzato ai clienti maggiori. I principali spedizionieri
non parlano facilmente di questo argomento, per timore di passare
per coloro che si approfittano dei clienti minori; se vengono
convinti a farlo, tuttavia, la maggior parte di loro concorda
sul fatto che i clienti più grandi si servono della propria
influenza per schiacciare i prezzi, mentre quelli minori dispongono
di meno risorse interne e hanno un maggiore bisogno di servizi
a valore aggiunto. Per quanto ciò significhi che gli spedizionieri
possono conseguire migliori margini con le imprese medio-piccole,
anche i clienti minori ne traggono vantaggi, dal momento che possono
saltare in groppa al maggiore potere d'acquisto ed all'efficienza
delle multinazionali.
La contrattazione delle tariffe è uno degli altri vantaggi
che il grande spedizioniere può offrire alle imprese medio-piccole.
"Naturalmente, la Panalpina ha un potere d'acquisto maggiore
quando si tratta di dialogare con le linee di navigazione"
afferma von Allmen. Ed è eccezionalmente onesto quando
ammette che "naturalmente, la decisione riguarda quanto può
essere trasferito al cliente". Poi, risponde alla sua stessa
domanda dicendo che dipende dal potenziale di quel cliente. "Se
il cliente può andar lontano o se le prospettive dell'attività
futura sono buone, gli si può praticare un prezzo inferiore".
I sospetti in ordine agli sconti fatti dagli spedizionieri sono
naturalmente tra i motivi che rendono riluttanti i dirigenti delle
imprese marittime a cedere il controllo sulle contrattazioni tariffarie.
La risposta della Circle è che essa lavora alla luce del
sole con il 10% circa dei propri clienti; percentuale, questa,
in aumento. "Noi andiamo dal cliente e gli diciamo che tariffa
possiamo fargli; poi, contrattiamo in separata sede un onere di
gestione" afferma Buckley. "Se il cliente vuole essere
coinvolto direttamente nelle trattative, non c'è problema".
Tuttavia, il conseguimento della migliore tariffa non è
cosa da poco. "Dal momento che le linee di navigazione stanno
riducendo il proprio personale addetto alle vendite, non hanno
più gente che possa recarsi personalmente presso i caricatori
minori" spiega Buckley. "Al contrario, la Circle sta
aumentando il proprio personale addetto alla clientela e ha una
migliore conoscenza delle rotte e dei servizi disponibili di quanto
non possa averla un piccolo caricatore".
Lo stesso vale per i porti di tutto il mondo. "Ad esempio,
nella Cina meridionale c'è un'ampia gamma di opzioni. Ogni
vettore tende a spingere il suo porto, mentre noi siamo imparziali".
La scelta era divenuta ancor più complicata nell'Unione
Europea in seguito all'abolizione alla fine del 1998 delle tariffe
terrestri praticate dalle conferenze, il che ha comportato l'uniformizzazione
dei prezzi inerenti alla tratta terrestre del trasporto. "Scegliere
il servizio giusto dal porto giusto adesso può far risparmiare
centinaia di sterline" sottolinea Buckley.
L'esperienza di società quali la Frans Maas e la Circle
dimostra di per sé come le imprese medio-piccole possano
rivelarsi clienti attraenti per gli spedizionieri multinazionali;
vi è un'altra ragione convincente, peraltro, che spiega
come mai il tempo impiegato con esse possa alla fine produrre
dividendi: i pesci piccoli di oggi, domani potrebbero essere dei
giganti.
(da: Containerisation International, maggio 2000)
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