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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 7-8/2000 - LUGLIO/AGOSTO 2000 |
Porti
I progressi del porto di Halifax
"Noi del porto di Halifax, alle linee di navigazione vendiamo
una filosofia del tipo <il primo in cui entrare, l'ultimo da
cui uscire>" spiega David Bellefontaine, presidente e
primo dirigente dell'Autorità Portuale di Halifax. "Se
un vettore marittimo salpa dal Mediterraneo o dal Sud-Est asiatico
attraverso il canale di Suez, ad esempio, Halifax è il
primo porto d'entrata della Costa Orientale del Nordamerica in
termini di distanza. Le navi possono farvi ingresso a pieno carico"
continua Bellefontaine.
Bellefontaine aggiunge che ai vettori marittimi vengono offerti
altresì una profondità minima di pescaggio di 60
piedi, unitamente ad un accesso agevole per le navi ed a nessuna
necessità di doversela vedere con maree o ghiaccio. "La
localizzazione è davvero il nostro fattore-chiave. Le navi
arrivano a Halifax e scaricano contenitori prima di continuare
il viaggio lungo la costa orientale alla volta di New York, ad
esempio; nel momento in cui la nave arriva là, il container
scaricato a Halifax è già a Toronto, nell'Ontario".
Se si analizzano i risultati in termini di contenitori di Halifax
(v. Tabella 1), appare chiaramente come la filosofia adottata
dall'autorità portuale dia i suoi risultati. Nel 1999,
Halifax ha movimentato complessivamente 462.766 TEU, con un incremento
del 9% rispetto ai 425.435 TEU fatti registrare nel 1998. "Stiamo
facendo molto bene in termini di risultati TEU" afferma Bellefontaine.
"Nel 1999 abbiamo avuto un'annata record: il totale ha superato
i nostri precedenti risultati migliori, quelli del 1989, che ovviamente
avevano resistito per molti anni. E per il 2000 posso dire che,
sino adesso, siamo già del 14% oltre i risultati del 1999".
TABELLA 1 |
CONFRONTO DEI RISULTATI IN TEU
TRA IL PORTO DI HALIFAX ED I SUOI PRINCIPALI CONCORRENTI
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Porto | 1999 |
1998 | 1997 | 1996
|
Baltimora | 498.000 | 486.999
| 476.012 | 474.638 |
Halifax | 462.766 | 425.435
| 459.176 | 392.273 |
Montreal | 993.486 | 932.701
| 870.368 | 852.530 |
New York/New Jersey | 2.828.878
| 2.465.993 | 2.456.886 |
2.269.145 |
Fonte: Porti e dati di Containerisation International Yearbook
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Il citato presidente e primo dirigente è felice di ammettere
che si tratta di cifre inerenti ad una "buona crescita".
Pertanto, per farla semplice, com'è stata conseguita tale
crescita? Bellefontaine ritiene che essa sia dovuta ad "una
combinazione di nuovi servizi e di crescita organica".
In termini di nuovi servizi, nel 1999 la Coral Container Lines
ha introdotto una nuova partenza quindicinale da Halifax per L'Avana,
a Cuba, con un'ulteriore connessione che fa scalo in porti sparsi
tra i Caraibi ed il Sudamerica. A gennaio di quest'anno, la MSC
(Mediterranean Shipping Company) ha iniziato un servizio settimanale
che collega Halifax con il Regno Unito ed il Nord Europa.
In termini di crescita organica, Bellefontaine ha indicato la
crescita del servizio "PAX" effettuato dai soci della
Grand Alliance - Hapag-Lloyd, NYK Line, OOCL e P&O Nedlloyd
- come un buon esempio di volumi in aumento. "La Hapag-Lloyd
è stata il nostro miglior cliente nel 1999 in termini sia
di tonnellaggio containerizzato che di volumi TEU" ha detto,
ma senza fornire cifre concrete. Un portavoce della linea di navigazione
si è dichiarato d'accordo e ha spiegato i vantaggi dello
scalo a Halifax: "Certamente siamo uno dei principali utenti
del porto. Noi ci serviamo di Halifax quale nostro ultimo scalo
di carico, che ci aiuta ad assicurare tempi di viaggio molto rapidi
alla volta dell'Europa. E' un porto molto competitivo anche in
termini di costi".
Un altro utente che da molto tempo fa scalo a Halifax, la Zim
Israel Navigation Co, spiega perché essa attracca al porto
sin dal 1972: "Ci serviamo di Halifax come porta d'accesso
primaria al Canada dal Mediterraneo e viceversa. Inoltre facciamo
scalo qui per accedere al Mid-West statunitense".
Olav Rakkenes, presidente e primo dirigente della ACL (Atlantic
Container Line), movimentatrice settimanale di traffico containerizzato
e ro-ro nel volubile mercato del Nord Atlantico, esprime il suo
punto di vista. "La ACL fa scalo a Halifax sin dal primo
giorno. E' un buon porto per noi al fine di servire i nostri mercati,
in particolar modo il Canada. Halifax si adatta bene alle operazioni
della ACL: ci serviamo di questo scalo come primo porto in entrata
ed ultimo porto in uscita. Ci piace, inoltre, la stabilità
che offre, particolarmente sul fronte delle questioni sindacali"
ha dichiarato. Dal momento che l'ultima problematica di natura
sindacale a Halifax risale al 1976, i commenti di Rakkenes sono
più che giustificati.
Tuttavia, è chiaro che Halifax, come la maggior parte dei
porti, si trova a dover affrontare una dura concorrenza. Bellefontaine
fornisce maggiori delucidazioni al riguardo: "La nostra concorrenza
è rappresentata da New York, Montreal ed i porti sulla
Costa Occidentale degli U.S.A. Fondamentalmente, peraltro, devo
guardarmi da due tipi di concorrenza. Una è la concorrenza
in ordine alle navi; l'altra è la concorrenza relativa
ai carichi". Poi spiega il fondamento logico che sta alla
base del suo pensiero: "Dato che le navi diventano sempre
più grandi, la nostra concorrenza non sarà rappresentata
da Montreal quanto alle dimensioni delle navi, ma lo sarà
dalla costa giù fino agli Stati Uniti, in primo luogo da
New York/New Jersey e sotto qualche aspetto forse da Baltimora.
Inoltre, ci dobbiamo guardare dai concorrenti statunitensi della
Costa Occidentale per quanto attiene alle attività con
l'Asia, poiché i porti situati su quella costa sono in
grado di raccordare i carichi con qualsiasi luogo del Nordamerica,
proprio come noi. In relazione ai carichi, tuttavia, Montreal
rappresenta sì un concorrente, specialmente in ordine ai
traffici con l'Europa. Le navi più piccole che fanno scalo
a Montreal fanno concorrenza a quelle più grandi che vengono
a Halifax, poiché gli stessi carichi devono essere inoltrati
all'interno via ferrovia".
Courtnay Allan, direttore traffici transatlantici della OOCL,
apporta un'opinione diversa alla questione della concorrenza.
"Halifax è un punto di fermata ovvio ai fini del servizio,
sulla rotta della Costa Orientale U.S.A., ma è anche un
punto di riferimento per i vettori che vogliono fare ingresso
nel mercato canadese senza dover dedicare una serie distinta di
navi a risalire il fiume sino a Montreal" afferma.
Tenendo conto di questi commenti e tenendo presente che Halifax
è situata a diverse centinaia di miglia da tutte le principali
città, come ad esempio Montreal, allora bisogna rilevare
che le connessioni ferroviarie con l'interno sono importanti,
per quanto i costi rappresentino ancora, chiaramente, la problematica
principale. Parlando alla 17a Esposizione Intermodale
Internazionale di Atlanta nello scorso mese di aprile, Bellefontaine
ha ulteriormente spiegato: "Dato che l'autotrasporto rappresenta
meno del 20% della nostra attività, la percentuale dei
costi ferroviari costituisce una parte significativa della spesa
complessiva della movimentazione di un contenitore via Halifax.
Ed i costi chiaramente stanno diventando sempre più importanti
per le linee di navigazione - specialmente riguardo al contenimento
dei costi stessi - sebbene il servizio ferroviario resti l'elemento
essenziale".
Tuttavia, il suddetto presidente e primo dirigente è consapevole
del fatto che, secondo alcuni, il principale svantaggio di Halifax
sia costituito dalla sua distanza dai mercati dell'hinterland.
"I nostri concorrenti non hanno torto quando sottolineano
ciò. I nostri mercati interni sono abbastanza distanti
rispetto a quelli dei nostri concorrenti della Costa Orientale
U.S.A., ma noi facciamo affidamento su una ferrovia dai costi
razionali, la CN (Canadian National Railway)" afferma.
La Zim è d'accordo con Bellefontaine. "Il trasporto
terrestre è una questione importante. Noi abbiamo relazioni
da lungo tempo con la CN, che assicura un servizio efficiente
e competitivo. Naturalmente, i costi del trasporto terrestre e
delle movimentazioni terminalistiche dovrebbero essere senz'altro
concorrenziali nel confronto faccia a faccia con Montreal, dato
il tempo di navigazione extra richiesto in quest'ultimo caso"
conferma un dirigente.
Bellefontaine ritiene che la CN abbia aiutato Halifax ad assicurare
l'accesso a zone quali il Mid-West statunitense. "La distanza
può essere un problema, ma gran parte del lato negativo
della questione recentemente è stato superato dalle iniziative
della CN" spiega; prosegue Bellefontaine: "Il futuro
di Halifax dipende principalmente da una ferrovia che continui
a crescere ed a fare sempre meglio ciò che fa".
Alla luce di quanto premesso, Bellefontaine si sente di supportare
le recenti iniziative della CN. "La fusione CN-Central Illinois
ci ha aiutato: ci ha dato un maggior raggio d'azione, giù
fino a St.Louis nel Missouri ed a New Orleans in Louisiana. Perciò,
ogniqualvolta la CN dovesse procedere ad acquisizioni facendo
diventare più ampia la propria portata, noi ne trarremmo
vantaggio".
Quanto alla proposta di fusione della CN con la BNSF (Burlington
Northern Santa Fe), egli ha aggiunto che ovviamente Halifax ha
supportato i piani della CN, sebbene poi non si sia sorpreso di
assistere alla decurtazione dell'accordo proposto. "La localizzazione
di Halifax quale porto di primo ingresso e di ultima uscita sta
a significare che ha senz'altro senso supportare gli obiettivi
della CN. Non sono stato sorpreso dal fatto che la scelta della
CN fosse indirizzata sulla BNSF, ma allo stesso modo non sono
stato nemmeno sorpreso dalla decisione dello STB (Consiglio statunitense
dei Trasporti di Superficie) di non consentire la fusione"
sostiene Bellefontaine. Quanto al futuro della proposta in questione,
egli spera che essa possa col tempo conseguire le necessarie approvazioni,
anche se non è del tutto convinto che ce la farà.
"Forse la CN/BNSF è stata penalizzata dagli avvenimenti
del passato. Lo STB adesso sta molto attento quando deve valutare
le questioni inerenti alle fusioni" ha spiegato.
Un altro argomento che ha svolto un ruolo notevole nella storia
recente di Halifax è la Legge Marittima canadese. Come
è avvenuto per altri porti canadesi, la legge ha modificato
lo stato giuridico di Halifax, dandogli maggiore autonomia e maggiore
flessibilità commerciale. Afferma Bellefontaine: "La
nuova normativa marittima canadese fondamentalmente ha significato
per noi la cessazione di qualsiasi finanziamento da parte del
governo federale. Ora, noi dobbiamo agire per lo più come
fa il settore privato. Prendendo ad esempio le infrastrutture
terminalistiche, una volta recuperati i costi inerenti ai beni
patrimoniali credo che ci rivolgeremo a noleggi a breve termine".
Per il futuro, Bellefontaine è ottimista. "Le prospettive
per Halifax sono buone. Ho buone impressioni al riguardo. Il profondo
pescaggio delle nostre acque e le buone possibilità d'accesso
e le altre caratteristiche che sono state ampiamente pubblicizzate
stanno cominciando a dare qualche frutto. Penso che ci stiamo
avviando a diventare vincenti nei prossimi 10 anni" ha concluso.
(da: Containerisation International, giugno 2000)
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