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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 7-8/2000 - LUGLIO/AGOSTO 2000 |
Commercio internazionale
L'impatto del ponte di Øresund sui traffici dei paesi
nordici
Al fine di comprendere il probabile impatto del ponte di Øresund,
giova andare a riesaminare il modo in cui il mercato nordico attualmente
funziona senza di esso.
La regione in questione, che comprende la Norvegia, la Svezia,
la Danimarca e la Finlandia, rappresenta una zona particolarmente
difficile da servire per gli operatori marittimi a lungo raggio
a causa della sua localizzazione frammentata al termine della
linea costiera europea ed in ragione della scarsa densità
dei carichi. Persino il maggiore porto della regione, Göteborg,
che proclama di poter disporre di metà della base industriale
scandinava nel raggio di 300 km (compresa quella di Copenaghen
ed Oslo), lo scorso hanno ha movimentato solamente 583.000 TEU,
ed un terzo di questi sono stati carichi di trasbordo.
Il secondo principale porto, Århus in Danimarca, ha movimentato
350.000 TEU, seguito da Helsinki con 321.000 TEU, una parte significativa
dei quali è stata costituita da carichi russi. E' interessante
notare come Oslo, capitale della Norvegia, abbia movimentato solamente
209.000 TEU, mentre Stoccolma in Svezia ha gestito appena 30.000
TEU, rispetto ai 3,7 milioni di TEU di Amburgo. Le navi di raccordo
sono, pertanto, il cavallo da lavoro del Baltico.
Bjorn Eklund, direttore della Greenship, l'agenzia marittima
dell'Evergreen in Svezia, riassume tale situazione: "Nella
sola Svezia, i nostri clienti hanno una scelta tra così
tanti porti locali, tra cui Göteborg, Helsingborg, Norrköping,
Malmö e Stoccolma, che sarebbe impossibile servirli tutti
quanti direttamente. Il modo migliore per la maggior parte dei
vettori di soddisfare il mercato è, perciò, via
trasbordo utilizzando la vasta gamma di servizi feeder attualmente
disponibili".
Eklund lo dice con un po' di dispiacere poiché, fino allo
scorso anno, la Evergreen era uno dei pochi vettori importanti
a fare direttamente scalo a Göteborg con uno dei suoi allacciamenti
Europa/Asia. Tuttavia, quando il Lloyd Triestino di Navigazione
successivamente ha rilevato il collegamento, Göteborg ha
dovuto essere sacrificato per fare spazio ad altri porti cinesi.
Ciò fa sì che la Maersk SeaLand resti il solo importante
vettore globale a fare scalo diretto presso il porto con uno dei
suoi allacciamenti Europa/Asia concorrenziali.
Continua Eklund: "Anche se abbiamo perso qualche quota di
mercato per l'Asia in conseguenza dell'abolizione di questo scalo
diretto lo scorso anno, le attività di raccordo presentano
d'altro canto altri vantaggi. Ad esempio, siamo uno dei maggiori
vettori di vodka prodotta nel nord della Svezia, nei pressi di
Ahus, per la quale ora offriamo un servizio indiretto attraverso
il porto vicino di Gavle. Anche se in precedenza eravamo soliti
effettuare un servizio ferroviario da Ahus a Göteborg, ciò
non era sempre pratico".
Sebbene la Maersk SeaLand sia ora l'unico soggetto globale che
effettua scali diretti a Göteborg, un certo numero di operatori
di mercato di nicchia ancora vi fa scalo, tra cui la norvegese
WWL (Wallenius Wilhelmsen Lines) e la ACL (Atlantic Container
Line).
Erik Svanekil, direttore commerciale del servizio con-ro quindicinale
della WWL dal Nord Europa all'Australasia, commenta: "Per
noi, Göteborg è sempre stato un grosso porto in ragione
dei nostri scali diretti. Questi ultimi ci mettono in grado di
ascrivere un misto di carichi alla rinfusa e containerizzati sulla
stessa polizza di carico, il che è sicuramente un vantaggio
nel mercato nordico ed inoltre ci permette di far tornare indietro
con minore spesa i nostri contenitori vuoti. Quest'ultimo aspetto
è una questione particolarmente importante nel mercato
nordico a causa del predominio delle esportazioni sulle importazioni.
La WWL serve altre zone della Scandinavia mediante un misto di
ferrovia e trasbordo. Come per la maggior parte delle altre linee
di navigazione, le tariffe di trasporto merci dipendono dai porti
serviti. Più difficile è il porto, più alta
è la tariffa. E' perciò impossibile pervenire a
qualsiasi tariffa unica e standard per il continente, in particolar
modo poiché oggi tutte le tariffe di trasporto merci tendono
ad essere negoziabili.
Ma, allo scopo di fornire un'indicazione dello scarto tariffario
riscontrabile, se si confronta la tariffa della Maersk SeaLand
per un viaggio da Göteborg a New York con la tariffa per
un viaggio della stessa tipologia da Amburgo a New York, si riscontra
uno scarto di 440 dollari USA/40 piedi. Detto ciò, secondo
Kerstin Bergquist, direttore della Volvo Transport, la differenza
in pratica può talvolta essere pari a zero.
Vi è un certo qual numero di servizi feeder operativi
dal Baltico ai porti della fascia Amburgo/Le Havre, alcuni dei
quali vengono assicurati dai vettori marittimi a lungo raggio
medesimi, tra cui la Maersk SeaLand, la CMA CGM e la OOCL.
Si dice, tuttavia, che la UniFeeder, con sede in Danimarca, sia
ancora la più importante linea di navigazione di raccordo
nel mercato in questione, dato che copre la maggior parte dei
porti con una flotta di 27 moderne navi portacontainers in grado
di caricare - quanto a dimensioni - da 320 a 660 TEU. Lo scorso
anno la compagnia di navigazione ha trasportato circa 700.000
TEU, impegnandovi oltre 6.500 scali portuali.
Malgrado l'efficienza di questi servizi, i tempi di viaggio più
lunghi rappresentano ancora un fattore fastidioso nell'attività
degli importatori ed esportatori del mercato nordico, che, in
questo momento ed in questa era di gratificazione del consumatore
istantaneo, costituisce un onere sempre più pesante da
sopportare.
Ad esempio, la Evergreen normalmente consente il collegamento
con il continente in due giorni. Così, se la data-limite
di Amburgo cade di venerdì, a detta di Eklund i containers
inviati da Göteborg devono partire il martedì. E'
possibile effettuare la connessione in meno tempo, a seconda degli
orari del viaggio di raccordo preso in considerazione, ma in quel
caso i rischi di mancata connessione aumentano.
Al fine di risolvere il problema, un certo numero di esportatori
adesso mantiene scorte strategiche sul continente e poi fornisce
le ordinazioni del cliente prelevandole direttamente da queste
ultime. Ad esempio, dall'inizio di quest'anno la Stora Enso, che
ha sede in Finlandia e che produce oltre 12 milioni di prodotti
forestali all'anno con diffusione a livello mondiale, ha ricavato
il materiale relativo a qualche ordinazione continentale ed oltremare
inerente a polpa di legno e carta prelevandolo dalle scorte conservate
a Zeebrugge.
Per limitare tale costo, la società ha istituito una complessa
catena di forniture da Göteborg a Zeebrugge. I prodotti consistenti
in polpa di legno e carta vengono instradati via rotaia o strada
dalle fabbriche della Stora Enso diffuse in tutto il mercato nordico
a Göteborg, dove vengono imballati in speciali contenitori
che assomigliano alle normali unità da 40 piedi, ma che
sono in grado di accogliere qualcosa come 76 tonnellate. I prodotti
vengono poi inviati su base giornaliera a Zeebrugge per mezzo
di una flotta di navi ro-ro di costruzione specifica. Non sorprende,
quindi, che un certo numero di vettori marittimi a lungo raggio
(tra cui la CMA CGM e la WWL) ora faccia uno scalo aggiuntivo
a Zeebrugge al fine di provvedere a questi carichi.
Più o meno allo stesso fine, la Volvo ha realizzato un
impianto di assemblaggio a Gand, in Belgio. Le parti di veicolo
assemblate in Svezia vengono inviate alla fabbrica per lo più
via rotaia o strada. Gunnar Bjerde, presidente della Volvo Transport,
ha commentato: "In questi giorni dobbiamo rispondere meglio
alle esigenze dei clienti, tra le quali rilievo particolare ha
la richiesta di consegne just-in-time. Percorrendo il nuovo ponte
tra la Svezia e la Danimarca (Øresund), ci vorranno cinque
ore di meno rispetto ai nostri attuali tempi di viaggio alla volta
del Belgio; si tratta di cinque ore molto importanti poiché
così le cabine dei nostri camion vengono prodotte nella
Svezia settentrionale secondo la medesima sequenza con cui esse
vengono assemblate a Gand, quasi 2.400 km più in là".
Il che, ci porta a parlare del ponte di Øresund stesso.
Aperto all'inizio di luglio di quest'anno, il nuovo ponte/tunnel
allo stato dell'arte da 16 km assicura finalmente - per la prima
volta - la connessione autostradale/ferroviaria mancante tra il
continente europeo e la Norvegia/Svezia. In precedenza, tale connessione
era limitata solamente a Copenaghen in Danimarca, a seguito dell'apertura
del ponte Storebaelt da Nyborg a Korsor due anni fa.
L'Øresund collega Copenaghen a Malmö in Svezia attraverso
un'autostrada a quattro corsie e ad un collegamento ferroviario
elettrificato a binario doppio e comprende:
- una penisola artificiale a Kastrup, appena fuori Copenaghen,
che si estende per 430 metri circa dalla costa;
- un tunnel lungo 3.510 metri sotto il Canale di Drodgen tra
Kastrup ed un'isola artificiale di 4.055 metri creata nel mezzo
dello stretto di Øresund;
- un ponte di 7.845 metri dall'isola artificiale alla terraferma
svedese nei pressi di Malmö.
Sfortunatamente, il Consorzio del Ponte di Øresund, l'organismo
responsabile della costruzione e della gestione del ponte, non
ha ancora effettuato un'analisi in ordine all'impatto che esso
potrebbe avere sui traffici containerizzati marittimi che attualmente
collegano la Scandinavia con il continente europeo.
Jarn Schauby, capo analista del consorzio, commenta: "Abbiamo
ovviamente analizzato molte cose, ma questa non vi è compresa
a causa del numero delle variabili coinvolte. In generale, peraltro,
riteniamo che il ponte di Øresund possa far gola in primo
luogo a tutte le merci ad alto valore sensibili ai tempi, da qualsiasi
parte esse provengano. A mio modo di vedere, un sacco di carichi
marittimi non dovrebbero rientrare in questa categoria, anche
se per alcuni la questione si pone".
Questa, fondamentalmente, è stata l'opinione anche di
tutti gli altri soggetti interpellati al riguardo, tra cui la
Volvo, la CMA CGM, la WWL e la Evergreen.
Peter Bohsen, direttore esecutivo della UniFeeder, cioè
l'operatore che più verosimilmente dovrebbe subire le conseguenze
della inaugurazione del ponte, ragiona così: "Quando
si parla di tale argomento, bisognerebbe distinguere tra carichi
marittimi normali e carichi intra-europei da porta a porta, che
spesso tendono ad essere più sensibili ai tempi. Poiché
gran parte delle nostre movimentazioni rientrano nella prima delle
due categorie, non ci aspettiamo di essere danneggiati dal risparmio
di tempo che l'utilizzazione del ponte comporta".
A questo riguardo, l'attuale distanza di 326 miglia nautiche
di mare da Amburgo a Göteborg può normalmente essere
coperta nel giro di un giorno, sebbene - come accennato in precdenza
- i vettori marittimi normalmente prevedano due giorni nei propri
programmi di viaggio. D'altro canto, la distanza terrestre di
750 km via strada richiederebbe l'impiego di sole nove ore, non
tenendo però conto delle ore di riposo che spettano all'autista.
Continua Bohsen: "Un altro fattore che dev'essere tenuto
in considerazione è il prezzo. Partendo dal presupposto
che per l'uso del ponte venga chiesto un sovrapprezzo, com'avvenuto
sino adesso per il ponte di Storebaelt, noi dovremmo essere tuttora
in condizione di competere con esso a livello di prezzi".
Nessuno, naturalmente, vorrà rivelare che cosa paga per
il trasporto di raccordo dei contenitori da Amburgo a Göteborg
(ovvero tra due altri porti più distanti), ma fonti del
settore stimano che le attuali tariffe fios (franco bordo/fuori
bordo/stivato) siano inferiori ai 200 dollari USA per TEU pieno
ed anche più basse per i vuoti. Devono poi aggiungervisi
i prezzi pagati per il carico/scarico presso i terminals, il che
è un altro aspetto della movimentazione, ma 100 dollari
USA per contenitore per entrambe le movimentazioni non rappresentano
una cifra irragionevole, dal momento che vi sono compresi tutti
i servizi. Come già detto in precedenza, ciò che
poi i vettori marittimi fanno realmente pagare ai propri clienti
per tutte queste operazioni è un'altra faccenda.
D'altra parte, le tariffe stradali pubblicate per i due ponti
in questione mostrano come ai camion che trasportano contenitori
normali da 20 o 40 piedi percorrendo il collegamento di Storebaelt
vengano addebitate 716 corone danesi (pari a 90 dollari USA),
mentre il collegamento di Øresund costerà più
o meno lo stesso (cioè 180 dollari USA per un 40 piedi
andata e ritorno).
Ma è proprio qui che il summenzionato problema del trasporto
dei vuoti in Scandinavia comincia ad entrare nell'equazione. A
seconda del luogo in cui i vuoti devono essere posizionati, l'opzione
tutto-strada comincia ad avere più senso del traffico marittimo,
particolarmente se si riescono a reperire carichi infra-europei
per il ritorno a vuoto.
Potrebbe anche darsi che il trasporto tutto-ferro si riveli meno
costoso, ma tale confronto esula dall'ambito di questa ricerca,
così come il costo dell'autotrasporto puro. Tutti i vettori
marittimi contattati in Scandinavia, tuttavia, hanno confermato
che il trasporto ferroviario ha svolto un ruolo importante nel
contesto delle loro operazioni nordiche, tanto che il 25% circa
del traffico diretto dell'hinterland di Göteborg viene movimentato
per ferrovia.
In un modo o nell'altro il ponte di Øresund, perciò,
darà molto da pensare a coloro che gestiscono la catena
delle forniture.
(da: Containerisation International, giugno 2000)
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