|
CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 11/2000 - NOVEMBRE 2000 |
Porti
Giovane e di successo
Nonostante la sua relativa giovinezza, il Terminal Container
Medcenter situato a Gioia Tauro è ora tra i 20 terminal
più indaffarati nel mondo.
Il Terminal Container Medcenter (MCT) situato nel porto italiano
di Gioia Tauro, ha cominciato ad essere operativo nel Settembre
del 1995 e, malgrado la sua giovane età, è diventato
il diciottesimo terminal, per movimentazione containers, su scala
mondiale.
La crescita dei traffici è certamente stata straordinaria.
Nel suo primo anno di piena operatività, il loro volume
ha raggiunto la vetta dei 572 mila Teus, per poi triplicare l'anno
successivo e toccare 1 milione e 440 mila Teus, crescere ancora
nel 1998 a 2 milioni e 212 mila Teus e infine arrivare, nel 1999,
a 2 milioni e 250 mila Teus. Per il 2000 si prevede un ulteriore
aumento nel livello dei traffici di oltre il 22%, ovvero lo scalo
dovrebbe movimentare più di 2 milioni e 750 mila Teus.
Mauro Pessano, marketing manager della maggiore azionista del
porto, Conship Italia, spiega che Gioia Tauro offre dei vantaggi
particolari, che hanno giocato un ruolo importante nello sviluppo
dello scalo. La sua posizione geografica, dice il manager, permette
al porto di servire l'intero bacino del Mediterraneo con ogni
tipo di nave, con deviazioni minime dalle rotte di navigazione
principali da Oriente ad Occidente. In più, stazioni secondarie
collegano lo scalo a 50 porti Mediterranei, mentre connessioni
intermodali servono sia il mercato domestico che quello dell'Europa
Centrale, dove il numero di linee regolari è pure di recente
aumentato.
Per venire incontro a quelle che sono state le previsioni per
il futuro, tutto il Terminal Medcenter è stato espanso.
C'è un progetto per allungare la banchina, che ha un pescaggio
di 15,5 metri ed è pertanto in grado di far attraccare
navi anche di dimensioni considerevoli, da 3.011 metri a 3.361
metri. L'area retrostante, oggi di 1,2 milioni di metri quadrati,
diverrà di 1,65 milioni di metri quadrati. Questo renderà
capace il Teminal di gestire i movimenti di oltre 50 mila Teus,
rispetto ai 38 mila attuali. Ci sono anche 1.100 postazioni per
containers frigorifero e circa tremila metri quadrati di aree
per il deposito di containers merci, con sei binari di raccordo
di 600 metri di lunghezza.
La dotazione corrente di gru consiste in 14 cavalletti fissi nave-banchina
e tre mobili, con quattro unità Lieber post-Panamax in
funzione per consegne già da quest'anno. Queste ultime
gru avranno un raggio d'azione di 53 metri circa. In più,
i servizi a magazzino sono svolti da 60 (tra poco 72) vettori
specializzati da gru e rimorchiatori di vario tipo.
Alcune previsioni industriali stimano che aumenteranno il volume
import/export ed il traffico transhipment nel Mediterraneo nei
prossimi 15 anni. Questo sarà dovuto a forti fattori economici,
quali la crescente globalizzazione fautrice di maggior commercio,
alle nuove e più strette alleanze tra le compagnie di navigazione
ed allo sviluppo di navi di maggiori dimensioni.
Gioia Tauro si aspetta di essere in grado di mantenere, ed allo
stesso tempo rafforzare, la sua posizione, soprattutto grazie
alla sua impareggiabile localizzazione, ma anche - e questo per
le migliorie avvenute nelle proprie attività terminalistiche
- allo sviluppo delle attività intermodali domestiche ed
internazionali ed agli efficientissimi sistemi di distribuzione.
Nonostante Contship Italia resti l'azionista di maggioranza di
Medcenter, la Maersk Sealand ha acquistato una quota del 10%,
dando così una spinta alla stabilità di medio-lungo
periodo dei traffici di Gioia Tauro. Il fatto che Contship Italia
sia anche azionista della UFS, leader nelle operazioni di traffico
dell'adduzione dotato di una flotta di oltre 30 navi per servire
37 porti nella regione Mediterranea, è molto interessante
per il terminal.
Ci si aspettano grandi cose anche dallo sviluppo della cosiddetta
Zona di Libero Commercio, promossa dal governo regionale calabrese.
Pessano ha poi sottolineato come ci siano fattori di più
ampio respiro da tenersi in debito conto. "Per il futuro
ci aspettiamo che il mercato del transhipment del Mediterraneo
sia interessato da importanti cambiamenti nell'intera industria.
Particolarmente importante sarà la crescita nelle dimensioni
delle navi, come anche la concentrazione attualmente in atto nell'industria
navale, che crediamo porterà più frequenti scali
verso una selezione di hub per il transhipment, con porti scelti
per le loro qualità, come disponibilità di pescaggio
e numero e portata delle gru, e loro collocazione geografica".
Prospettandosi un tale scenario, la disponibilità di un
network globale di porti con una rete di collegamento intermodale
efficiente, un sostanziale investimento in capacità e comprovata
competenza operativa sarà la chiave del successo per un'operatore
portuale, nell'opinione di Pessano.
A questo proposito, il gruppo Eurogate è ben piazzato,
dato che dispone di un vasto network di porti in tutta l'Europa
e le previsioni per i suoi traffici globali futuri ammontano a
7,7 milioni di Teus, ovvero una crescita del 20% per l'anno prossimo.
Eurogate, dice Pessano, è ora il terzo operatore su terminals
globale per dimensioni ed il più importante in Europa.
"La nostra strategia è costruire un network integrato,
che includa tipologie di servizi aggiuntive rispetto a quelle
di solito offerte da semplici operatori portuali", dice Pessano.
Eurogate, continua il marketing manager, può già
offrire connessioni eccellenti per tutto il traffico intra-europeo,
mediante svariati terminals portuali, ed in più un network
intermodale su scala europea sotto il controllo di Eurogate Intermodal,
in Germania, e di Sogemar, in Italia, che è anche il leader
nazionale nel trasporto combinato mare-ferrovia. Il gruppo possiede
anche una sua propria compagnia di logistica, Oceangate, che fornisce
servizi diretti a clienti di tutto il mondo.
"Il network intermodale europeo renderà capace il
gruppo di garantire ai suoi clienti soluzioni di trasporto ottimali,
che incontrino le diverse esigenze di servizio. Ad esempio, un
container di 40 piedi può raggiungere l'Europa Centrale
dall'Estremo Oriente passando per la porta meridionale risparmiando
fino ad otto giorni e 200 dollari".
"Tutti gli esperti sono concordi nel prevedere uno sviluppo
ulteriore di network mondiali di navi post-Panamax. Ogni grande
compagnia di navigazione o alleanza opererà su linee con
navi da 8.000 Teus e su altre con navi da 6.000 ad 8.000 Teus.
Solo un manipolo di porti sarà in grado di servire tali
navi a causa della disponibilità di banchine con pescaggi
adeguati e gru con portata abbastanza forte. Attualmente, nel
mondo, ci sono circa 300 porti capaci di servire navi portacontainers,
e tra di essi solo un centinaio può servire navi sopra
i 4.000 Teus. Nel nostro gruppo, Gioia Tauro, Bremerhaven, Hamburg
e La Spezia dovrebbero essere riqualificati per questo tipo di
servizio entro il prossimi anni. Comunque, dei 100 porti menzionati,
solo un decina potrà fornire servizi adeguati ai grandi
trasportatori, lasciando il resto al trasporto di adduzione. Gioia
Tauro sarà in questa decina", Pessano sostiene.
(da: Cargo Systems, Settembre 2000)
|