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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 11/2000 - NOVEMBRE 2000 |
Commercio internazionale
Il ruolo vitale dei porti
Secondo il parere di Nicolette van der Jagt, consigliere politico
dell'ESC (European Shipper's Council - Consiglio Europeo degli
Spedizionieri marittimi), l'assenza di mercati aperti nei servizi
portuali europei pregiudicherà le prestazioni di qualità
superiore delle catene dell'offerta dell'industria europea.
È sempre più chiaro che porti e servizi portuali
efficienti e competitivi sono vitali per il benessere economico
e la competitività dell'Unione Europea. Ormai sono i servizi
forniti da un porto a determinarne sempre di più l'attrattività.
I clienti tendono a scegliere i porti con un settore di servizi
portuali aperto e con tariffe competitive per servizi quali pilotaggio,
movimentazione containers, rimorchio ed ormeggio. I servizi portuali
dovrebbero essere veloci e capaci di fornire servizi di qualità
ad un prezzo accettabile.
Il settore dei servizi portuali nella Comunità Europea
negli ultimi anni è stato sottoposto a numerose modifiche
ed ha sostanzialmente accresciuto la sua efficienza e la sua competitività.
I servizi per la movimentazione dei containers sono diventati
più indirizzati al commercio con una sempre più
crescente presenza del settore privato. Mentre prima i fornitori
dei servizi erano compagnie a partecipazione statale (parziale
o totale) che agivano da monopoliste, adesso imprese fornitrici
private ed indipendenti si sono fatte strada nel mercato, guadagnando
una loro posizione e facendo calare il livello dei prezzi. I porti
hanno capito che la loro competitività dipende dall'efficienza
e dalla velocità nel soddisfare le esigenze del cliente.
Ad oggi però purtroppo molti porti sono ancora indietro
in uno sviluppo di questo tipo. Ci sono ancora esempi di servizi
portuali protetti da diritti di esclusiva o da monopoli di diritto
o di fatto. E tutto ciò ha prodotto lamentele da parte
degli utenti per presunte violazioni del Trattato sull'Unione
Europea. La Commissione sta esaminando queste proteste caso per
caso, e molte sono risultate pratiche restrittive abitudinarie
irrisolte ed ingiustificate.
La Commissione Europea ha proposto con molta cautela nel suo Libro
Verde del 1997 sui porti di mare e le infrastrutture marittime
di sviluppare una cornice legislativa ad hoc per la liberalizzazione
sistematica del mercato dei servizi portuali "sulla base
della trasparenza, dell'applicazione di tariffe secondo principi
stabiliti, della non discriminazione, costituendo allo stesso
tempo un'adeguata base per l'implementazione dei servizi pubblici
e gli obblighi di sicurezza".
In pratica il Libro Verde dice che: "L'eterogenea natura
dei servizi portuali e le differenti caratteristiche dei porti
richiederanno un approccio differenziato per la liberalizzazione
dei vari tipi di servizi portuali e disposizioni specifiche per
particolari situazioni, inclusa la possibilità di ottenere
esenzioni in alcuni casi motivati". Però tuttora le
proposte concrete scarseggiano.
Fin dalla pubblicazione del Libro Verde sui porti, l'ESC ha enfatizzato
l'importanza di stabilire il corretto scenario politico per incoraggiare
la competitività e le sempre migliori performances raggiunte
nell'area dei servizi portuali. Ci sono tante problematiche da
risolvere in quest'area. Ad esempio come possono i fornitori privati
di servizi avere delle pari opportunità laddove l'attore
pubblico fornisce lo stesso tipo di servizio? E poi come si dovrebbero
garantire le licenze e le autorizzazioni? Negli ultimi anni gli
spedizionieri marittimi si sono lamentati dell'uso obbligatorio
di consorzi di lavoratori nel settore della movimentazione dei
containers. Anche nei comparti rimorchio ed ormeggio ci sono casi
di monopolio. I cosiddetti "motivi di sicurezza" tendono
ad essere usati quali pretesto per mantenere i monopoli e scoraggiare
nuovi ingressi nel mercato. L'ESC insieme all'Associazione di
Armatori dell'Unione Europea ha presentato tutta una serie di
principi per costituire un quadro regolamentativo sui servizi
portuali con l'obiettivo di liberalizzare detti servizi per affrontare
le succitate problematiche.
Il Commissario settore Trasporti Loyola de Palacio ha annunciato
nel Maggio di quest'anno che intende fare una proposta in merito
all'accesso ai servizi portuali prima della fine di quest'anno.
Pochi mesi fa, circa tre anni dopo la pubblicazione del Libro
Verde, l'industria fu messa a confronto con un questionario consultivo
e l'annuncio di proposte politiche per costituire il quadro regolamentativo.
È emerso che l'opinione politica era più accondiscendente
adesso che erano in arrivo le proposte sulla Sicurezza Marittima
in seguito al disastro dell'Erika.
L'ESC pensa che il ruolo della Commissione debba essere quello
di stabilire il giusto quadro di norme regolamentali in modo da
incoraggiare la competitività e le migliori performances
del settore portuale, così come è negli altri settori
industriali. Le prestazioni superiori che l'industria europea
sta cercando nella propria catena dell'offerta saranno compromesse
se non si faranno i necessari ed appropriati passi per aprire
i mercati nei servizi portuali.
Ci rendiamo conto, comunque, che la competitività del commercio
europeo dipende dalla responsabilità dei soggetti economici
direttamente interessati. L'attrattività di un porto dipende,
in ultima istanza, dai servizi offerti dal porto stesso. Il preciso
funzionamento e la giusta coordinazione dei servizi portuali considerati
globalmente determinano il livello delle performances portuali.
Lo scopo principale in merito ai servizi portuali deve essere
assicurare che i mercati per tutti i tipi di servizi siano aperti
alla concorrenza e che offrono il livello migliore possibile di
servizi ai loro clienti. La chiave per assicurare tutto questo
è permettere alle nuove compagnie di fare ingresso nei
porti cosicché possano concorrere con le imprese già
presenti per assicurare livelli superiori di servizi, come richiesto
dall'industria.
Per quanto concerne le autorizzazioni ed i permessi questi dovrebbero
essere assegnate, secondo il parere degli spedizionieri, soltanto
dopo una gara d'appalto competitiva. Non ci dovrebbero essere
restrizioni nello stabilire chi possa concorrere nella gara per
la fornitura di servizi e tutto il procedimento dovrebbe essere
aperto, non discriminatorio e trasparente, con equo trattamento
di tutte le compagnie. Anche le autorizzazioni poi dovrebbero
essere per un periodo di tempo determinato, da un lato non troppo
breve per permettere alle compagnie di ottenere un adeguato ritorno
dagli investimenti, dall'altro non troppo lungo per evitare che
si ricada in casi di monopolio de facto.
C'è chi, nell'industria portuale, teme una regolamentazione
troppo restrittiva ed una maggiore burocratizzazione. Gli spedizionieri
vogliono incoraggiare la differenziazione e l'innovazione, non
il conformismo o l'uniformità. L'enfasi gli spedizionieri
la pongono sullo scopo finale che deve essere più concorrenza
ed efficienza nei servizi offerti all'interno del porto. Vogliamo
vedere i porti ed i servizi portuali svilupparsi come un business
commerciale che come filosofia di base abbia venire incontro alle
esigenze dei clienti.
(da: Containerisation International, Ottobre 2000)
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