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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVIII - Numero 11/2000 - NOVEMBRE 2000 |
Progresso e tecnologia
Problemi di sviluppo
L'introduzione della valvola blocca-torsione semi-automatica è
soltanto uno degli esempi di sviluppo aventi impreviste reazioni
a catena.
Al momento, sembrava che la containerizzazione avesse seguito
il suo corso, almeno per quanto concerne lo sviluppo, e che le
innovazioni si sarebbero limitate alla ricerca di nuove tipologie,
sempre più diversificate, di containers e di sconosciuti
modi di commercio marittimo. Naturalmente, niente di tutto ciò
può essere più lontano dal vero. Lo sviluppo è
continuato e con tutta probabilità andrà avanti
anche nel futuro. Per ogni novità ci sono reazioni a catena
e spesso queste non sono apprezzate finche qualcosa non va storto.
L'introduzione della valvola blocca-torsione semi-automatica è
un buon esempio di quanto detto. Il bisogno di un mezzo di questo
tipo scaturì originariamente nel 1994 quando l'OSHA (Occupational
Safety and Health Administration) statunitense dichiarò
che aveva l'intenzione di vietare agli scaricatori di porto di
salire sulla cima dei containers merci allorché questi
erano ancora sul ponte della nave. La legge che rese effettive
queste intenzioni diventò operativa nel Luglio 1997 (29
CFR 1918) e il divieto cominciò ad avere attuazione nel
Luglio 1999.
Pertanto l'unico modo con il quale si poteva continuare a lavorare
con l'equipaggiamento già fornito sulle navi esistenti
era cominciare ad usare le valvole blocca-torsione semi-automatiche.
L'utilizzo di queste attrezzature implicava bloccaggio automatico
in posizione di carico e sbloccaggio direttamente controllabile
dal ponte della nave con, come risultato, cambiamenti di larga
scala. Anche le nuove navi sono state equipaggiate con questi
meccanismi e, non senza dispiacere, non ci sembra essere alcuna
intenzione, al momento presente, di voler seriamente considerare
mezzi di sicurezza alternativi.
Subito è scaturito un effetto diretto conseguentemente
all'impiego delle valvole blocca-torsione semi-automatiche. Esse
dovevano essere fisicamente inserite nelle apposite nicchie negli
angoli più bassi dai lavoratori di banchina sul molo al
di sotto della gru. Non vi è altro luogo in cui questo
possa farsi. Sfortunatamente l'area del molo di un terminal containers
è, solitamente, una zona molto animata, dove operano macchinari
veloci e mobili. Sia che questi macchinari siano rimorchiatori,
braccia di gru, trenini automatizzati, caricatori anteriori, gru
mobili o una combinazione qualunque degli strumenti citati, non
è certo un luogo in cui le persone dovrebbero passare e
tutti i terminals hanno sviluppato sistemi di sicurezza per restringere
o eliminare l'accesso di quest'area ai pedoni. Ma le valvole blocca-torsione
semi-automatiche hanno forzato una revisione dell'intera situazione,
ed hanno portato alla progettazione di apposite stazioni di sicurezza
per permettere il transito.
Un altro effetto diretto a catena dell'introduzione di queste
valvole è poi recentemente emerso, per tutti i terminal
containers, in tema di compatibilità. È evidente
che, siccome le compagnie di navigazione hanno adottato le valvole
blocca-torsione semi-automatiche su una scala molto larga, queste
devono essere anche compatibili con tutto il resto dell'equipaggiamento
a banchina, e non solo. In particolare, le barre di fissaggio,
che andavano bene per le vecchie valvole blocca-torsione manuali,
e pertanto offrivano un bloccaggio molto saldo agli angoli dei
containers ai quali erano attaccati, sarebbero dovute andare bene
anche per le nuove valvole blocca-torsione semi-automatiche. Però
purtroppo si sta recentemente rivelando che non è proprio
così.
Sebbene ci siano delle differenze con i singoli design delle valvole
blocca-torsione semi-automatiche, la maggior parte dei modelli
attuali non sono compatibili con le estremità delle barre
di fissaggio oggi in uso. Il problema è che il braccio
delle barre di fissaggio più vecchie non è abbastanza
lungo da assicurare che la barra stessa sia lontana dal corpo
della valvola blocca-torsione quando la sua estremità è
inserita nell'apposita nicchia. Se il braccio è abbastanza
lungo l'estremità non sarà costretta nei movimenti
e si inserirà nella nicchia velocemente e nel modo giusto.
Se, invece, il braccio non è sufficientemente lungo, il
corpo della valvola blocca-torsione impedirà un perfetto
aggancio della sua estremità nella nicchia e, il più
delle volte, questo implica poca sicurezza.
La situazione porta con sé due diversi rischi. In primo
luogo, con le braccia delle barre vecchio tipo non ci sarà
un perfetto aggancio delle valvole blocca-torsione, che si inseriscono
nella nicchia, ma possono saltarne fuori da un momento all'altro.
Quando si effettuano operazioni di carico/scarico sulle navi c'è
molto movimento e vi sono parecchie vibrazioni, e tutto ciò
può portare ad uno sganciamento e ad una caduta delle barre
di fissaggio. Magari non si sgancerà proprio sulla testa
del lavoratore di banchina, ma potrà comunque essere pericoloso
per la sua incolumità. In alcuni porti però questo
tipo di incidenti è abbastanza frequente (in uno addirittura
vi sono stati 5 incidenti rientranti in questa casistica solo
nel mese di Luglio).
In secondo luogo, il container spesso non si ritrova ancorato
saldamente quando si usano le barre di fissaggio vecchio stile
e pertanto incompatibili. Che questo abbia a che fare o meno con
il gran numero di perdite fuori bordo che sono successe poso tempo
fa non è certo, però potrebbe essere una concausa.
La soluzione potrebbe consistere nel rimpiazzare le vecchie barre
con delle nuove più compatibili, oppure cambiare le nicchie
di inserimento, come stanno facendo molte compagnie ad oggi.
Il messaggio che scaturisce da tutto questo è che il progresso
va bene, specialmente se fautore di migliorie in produttività
e sicurezza, ma non si devono mai dimenticare che possono esservi
degli effetti a catena imprevisti.
(da: Cargo Systems, Settembre 2000)
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