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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XIX - Numero 1/2001 - GENNAIO 2001 |
Porti
Aumentando la capacità
La potenziale capacità di traffico di un terminal containers
è uno dei punti caldi del momento. L'utilizzo dell'automazione
è uno dei modi per sfruttare meglio le strutture esistenti.
Oggi l'automazione e le operazioni nei terminal containers vanno
di pari passo. Molti terminals già ne fanno largo utilizzo
ad un grado maggiore o minore, semplicemente per i benefici che
essa procura nel controllo dei movimenti degli equipaggiamenti
in loco e nella dislocazione di quelle che possono essere diverse
migliaia di contenitori.
Per i nuovi terminals l'uso dei sistemi automatizzati e delle
attrezzature è un must. In più, per quei terminals
che, per svariate ragioni, devono accrescere la propria capacità
in termini di output, ma hanno vincoli all'espansione delle proprie
strutture, l'introduzione dell'automazione - o il suo incremento
se questa è già presente - può fornire la
necessaria capacità aggiuntiva che può essere richiesta
per tenere testa alla crescente domanda.
Il commercio mondiale sta crescendo ad un ritmo in media del 7-8%
all'anno, perciò il problema dell'automazione è
molto attuale. Non è solo una questione sul fatto che si
debbano o meno costruire nuovi terminals per i containers, sebbene
questo avverrà comunque con le espansioni esistenti del
commercio e le previsioni ottimistiche nell'impiego dei containers.
Come per la congestione delle strade in molti Paesi, il problema
è riuscire ad impiegare al meglio quello che già
si possiede, non costruire nuove infrastrutture. E l'automazione
può offrire delle soluzioni in questo frangente.
Comunque, i terminal containers non sono messi sotto pressione
solamente dagli aumenti nei flussi di scambio. Hanno la loro parte
anche le questioni ambientalistiche. Molti Paesi stanno mettendo
vincoli e restrizioni all'espansione dei nuovi terminals, nonché
alla costruzione di banchine nuove di zecca in questi giorni.
Investire in attrezzature più sofisticate o revisionare
ed aggiornare le unità esistenti per ottenere performances
più soddisfacenti è un modo di risolvere questo
problema.
Le richieste dei clienti giocano anche un ruolo principe. Con
l'intensificarsi della concorrenza, i costruttori si stanno accorgendo
che devono regolarmente aggiornare, o addirittura reinventare,
le loro catene di offerta. I fornitori di servizi di trasporto
e logistica che sono incaricati di venire incontro alle esigenze
dei clienti devono provare e stare all'erta, e ciò implica
che non solo i terminals marittimi stanno sperimentando problemi
di capacità, ma anche i terminals dell'hinterland ed i
centri di distribuzione e stoccaggio.
C'è un'enfasi particolarmente forte posta dal mondo degli
affari sulla riduzione dei costi di magazzino e l'utilizzo di
sistemi JIT per riuscire a rifornire i clienti e le linee di produzione
su una base regolare. Tutto ciò richiede una catena dell'offerta
efficiente e senza errori, il che significa che allorché
le merci si muovono tra i vari anelli della catena la movimentazione
deve essere veloce ed efficace.
Con le tecnologie attualmente disponibili e quelle attese in futuro,
l'intera catena dell'offerta diventerà sempre più
visibile ed accessibile ai clienti. Questo accresce la necessità
di ottenere performances costantemente in linea con gli standards
elevati richiesti.
Previsioni future
Le previsioni per il futuro indicano che il traffico containerizzato
si espanderà notevolmente nei prossimi 5-10 anni, garantendo
così ampi investimenti nei terminal containers, sia a livello
di porti che di hinterland. Per venire incontro alle previsioni,
l'automazione - sia essa negli equipaggiamenti o nei sistemi -
ha un ruolo chiave da giocare, se non altro per sostenere una
movimentazione efficiente e venire incontro agli aumenti di capacità
richiesti per tenere testa agli aumenti nei flussi di traffico.
Sul fronte marittimo, le navi portacontainers hanno continuato
ad incrementare la loro stazza, con navi progettate da 8.000-10.000
Teus. Questo per l'esigenza già da tempo sentita di effettuare
sempre meno scali regionali, incrementando così la domanda
per servizi e terminals di feederaggio e transhipment. Quale parte
della catena dell'offerta, è anche sempre più importante
per i terminals di terra operare sempre più efficientemente,
e pertanto si cerca un utilizzo sempre maggiore dell'automazione
sempre di più per aumentare le performances standard e,
dove necessario, la capacità di output.
Efficienza di costo
Nel passato in genere i terminals dell'hinterland di minori dimensioni
non hanno avuto ragioni per giustificare l'uso dell'automazione,
sia in termini di spesa che di possibilità di utilizzo
(infatti movimentano scarse quantità di merci). La situazione
sta adesso cambiando perché mentre cresce la complessità
dei sistemi, stanno diventando sempre più facilmente adattabili
ai bisogni dei terminal più piccoli, e quindi richiederebbero
esborsi monetari più contenuti ed alla portata di tutti
i terminals.
La massimizzazione dell'output, qualora questo sia un obiettivo
prioritario, e l'ottimizzazione dell'operatività del terminal
e dell'efficienza di costo sono dei benefici direttamente ottenibili
dall'automazione. I livelli di investimento tendono ad essere
elevati, ma vengono decurtati significativamente i costi di manodopera
con un contestuale incremento in efficienza delle operazioni,
posto che il sistema lavori efficientemente e sia sempre ben manutenuto
con regolarità.
Raramente al giorno d'oggi si trova una parte, anche piccola,
di un terminal container che non sia, anche in una piccolissima
parte, almeno un po' automatizzata. Sia che siano gru, straddle
carriers, sistemi di cancelli per l'ingresso e l'uscita, o che
sia l'intero sistema di gestione del terminal, l'automazione è
un denominatore comune per tutti. Anzi, non è molto lontana
la prospettiva di un terminal completamente automatizzato. Molta
della tecnologia che servirebbe è già presente sul
mercato e disponibile.
Il terminal Ceres Paragon, costruito ad Amsterdam e pronto per
essere aperto a metà 2001, più di ogni altro terminal
fornisce un quadro preciso di quanto operazioni di terminal ed
automazione possano coesistere in una proficua simbiosi. Costato
circa 175 milioni di dollari, il terminal darà inizialmente
lavoro a 250-300 persone e produrrà un output di più
di un milione di Teus.
Sistemi flessibili
Nell'area dell'Information Technology (IT) - e specialmente i
sistemi di gestione dei terminals - c'è una concorrenza
spietata, sebbene il settore sia dominato da pochi grandi attori.
Navis, che fornisce le strumentazioni e il software al Ceres Terminal,
è chiaramente l'impresa leader, con oltre 125 terminals
che utilizzano i suoi sistemi.
All'inizio del 2000 ha introdotto poi una nuova opzione al suo
sistema Sparcs, che permette il monitoraggio dei containers frigo,
che era flessibile in termini di gamma di temperature applicate
al contenitore, tempi di connessione e disconnessione, nonché
procedure di controllo.
Una larga parte della strategia della Navis sta anche nel mantenere
forti legami con i clienti. Allorché viene installato un
nuovo sistema, ad esempio, la Navis è in grado di fornire
una squadra tecnica di supporto che resta con il cliente per un
periodo prestabilito per aiutarlo a prendere confidenza con il
mezzo acquisito e riuscire a farlo funzionare efficientemente.
Uno degli altri attori principali è Cosmos, che attualmente
ha installazioni in oltre 40 terminals in Nord e Sud America,
Africa, Europa ed Asia. Fu fondata ad Anversa nel 1992 ed ha una
gamma di sei prodotti differenziati per la gestione automatizzata
dei container terminals (CTCS). Nel CTCS è incluso un sistema
di controllo dello spazio, uno di controllo delle navi ed un altro
per monitorare le diverse movimentazioni.
Tutte queste opzioni fornite dalla Cosmos servono per ridurre
i costi operativi a terminal, monitorare al meglio la situazione,
minimizzare l'errore umano. Come la Navis, la Cosmos ha programmi
per l'aggiornamento regolare dei suoi sistemi, l'aggiunta di nuove
componenti oppure il miglioramento di quelli esistenti. Il suo
ultimo prodotto è il VGS (Visual Gate System), che fornisce
informazioni esatte sullo spostamento dei veicoli all'interno
del terminal per una corretta individuazione degli stessi.
Garantisce infatti la ricognizione ottica degli arrivi e delle
partenze dei camions, fotografie dei containers ad alta risoluzione,
controllo automatico con il libro delle prenotazioni. Il VGS registra
il numero dei containers, il codice ISO, la licenza del veicolo
e stabilisce dove verrà piazzato il contenitore. Utilizza
gli ultimi arrivi in termini di IT ed è compatibile con
i sistemi dei clienti e dei terminalisti. Si può anche
collegare ai sistemi di gestione del terminal per agevolare e
potenziare al meglio le operazioni di banchina.
La PSA di Singapore partecipa anch'essa a questo mercato promuovendo
sistemi tutti di sua invenzione. Attualmente opera in circa 11
terminals ed ha aggiornato il suo sistema - conosciuto sotto il
nome di Citos - per includere tutta una nuova gamma di modelli.
Tra questi vi sono i sequenziatori automatici per gru, che vengono
aggiunti a quelli già esistenti per i containers quale
parte integrante dei sistemi di pianificazione di bordo, ed i
sistemi, su personal computer (PC), di gestione delle aree di
magazzino e di stoccaggio.
Eccetto Navis, Cosmos e PSA ci sono un gran numero di altre imprese
nel settore. La software house indiana CMC, ad esempio, ha il
proprio sistema di movimentazione marina dei containers (MACH)
installato a Tanjung Pelepas, terminal della Malaysia. Taljung
Pelepas ha anche un suo sviluppato terminal integrato ed un sistema
di management portuale, che collega autorità portuale e
utenti del porto e mira ad operare in un ambiente non cartaceo
all'interno del porto.
La CMC non ha ottenuto il successo sperato nel suo mercato domestico,
a causa del lento cammino verso la privatizzazione dei porti indiani.
La compagnia poi vorrebbe fornire servizi molto più ampi
rispetto alla mera fornitura del sistema di gestione del terminal,
il che implicherebbe software aggiuntivo nel terminal stesso.
Altre imprese in questo mercato in crescita includono la Tideworks
di Seattle, sussidiaria di Stevedoring Systems of America (SSA),
che commercializza un suo proprio sistema elettronico di gestione
del terminal containers. La Tideworks ha sistemi in oltre 20 terminals,
di cui almeno tre senza la presenza della SSA. Un altro fornitore
è la Total Soft Bank Ltd (TSB) koreana, che ha un suo prodotto
automatizzato, Catos. La TSB opera soprattutto in Asia, Giappone
e Malaysia (Port Klang).
La TSB ha recentemente formato un'alleanza con la EmbarcaderoSystems
Corporation, sussidiaria di Marine Terminals Corporation, compagnia
leader nello stoccaggio e nei servizi generali per i terminal
coast to coast, movimentante oltre 3 milioni e mezzo di Teus all'anno.
Con quest'alleanza, il software TSB sarà utilizzato nelle
strutture della Marine Terminals.
Equipaggiamento automatizzato
Dal lato equipaggiamento, i costruttori di gru, cavalletti e straddle
carriers continuano a fare passi da gigante in tema automazione.
Sulle gru ci sono sistemi i controllo automatico, che possono
accelerare significativamente le capacità di movimentazione,
anche di più del 50%.
Per gli RTGs, i sistemi di pilotaggio automatici sono ben visti
e considerati come i sistemi del futuro, anche se per le gru di
terra non sono ancora stati tutti implementati. Il leader del
settore in Europa è sicuramente l'inglese Morris Mechanical
Handling, ed il suo avanzato sistema automatico per la guida delle
gru (AGSS) è largamente utilizzato e spesso ha subito aggiornamenti,
migliorie e modifiche per accrescere le performances delle RTGs
e dare maggiore flessibilità operazionale al terminal.
Nel Luglio 2000, la compagnia ha vinto una gara d'appalto istituita
da Deltaport a Vancouver per la fornitura di sistemi di gestione
automatizzati di magazzino e tracking e controllo per i singoli
contenitori movimentati. Il sistema assicura un planning dinamico
ed in tempo reale, nonché un monitoraggio attento. Sono
inclusi nella fornitura anche gli ultimi arrivi in fatto di sistemi
AGSS per le RTGs del porto.
Per quanto concerne le straddle carriers, le principali linee
di sviluppo indicano una ricerca di incrementi nella velocità
di movimentazione e di trasporto, diminuzioni nei costi, più
rispetto per l'ambiente (minori emissioni gassose e ridotto inquinamento
acustico) e meno costi di manutenzione. Tra l'altro le ultime
straddle carriers progettate sono completamente e definitivamente
automatizzate.
Il tema dei problemi di capacità per i terminal containers
marittimi di minori dimensioni e per i terminals dell'entroterra
destinati alla fornitura di servizi alla movimentazione dei contenitori
è sempre più all'ordine del giorno. Non è
un caso, infatti, che fornitori di IT, come la PSA o la Cosmos,
abbiano prodotto sistemi specifici per la gestione delle movimentazioni
dei terminals dell'entroterra.
Nel caso di terminals marittimi di piccole dimensioni la soluzione
spesso utilizzata è l'adattamento delle strutture già
in loco. Esempio eclatante è il terminal crociere di Dublino,
a cui la crescita economica costante dell'Irlanda ha causato problemi
di eccessi di capacità. In risposta, il porto ha acquisito
tre RTGs ad otto ruote della Kalmar multifunzione.
Quattro unità di trazione e rimorchio sono state usate
per servire le RTGs ed in più un sistema DFT introdotto
al Kalmar Smartrail. Quest'ultimo dà alle RTGs l'opzione
di pilotaggio automatico a mezzo di tecnologie DGPS, con un monitoraggio
perfetto della traiettoria e calcolo preciso delle deviazioni
dalla rotta virtuale fatta a computer (e possibilità di
correzione). Il sistema Smartrail fornisce anche la localizzazione
dei containers in tempo reale al sistema generale grazie a localizzatori
posti sulle valvole di bloccaggio dei containers.
Allargando il quadro
Una situazione simile, ma su scala più larga, sta vivendo
il porto di New York. Lo sviluppo dei terminals su nuove terre
è un'opzione di lungo periodo, ma già nel breve
l'Autorità Portuale di New York e New Jersey progetta di
spingere l'output annuale di containers da 1.800 Teus per acro
a 3,500 Teus per acro. Nel 1999 il porto ha movimentato circa
2,8 milioni di Teus, ma si prevede un aumento ulteriore a 5 milioni
per il 2010.
Anche i terminals dell'entroterra, specialmente in Paesi quali
il Belgio, l'Olanda e la Germania dove si può sfruttare
al meglio il sistema di canali interni navigabili per sostenere
gli aumenti di capacità, si stanno progettando crescite
controllate nell'output containers totale.
Le politiche regionali, nazionali ed europee stanno tutte promuovendo
l'utilizzo di terminal dell'hinterland per aiutare a ridurre il
volume delle merci movimentate sulle strade e per servire meglio
il management della catena dell'offerta.
L'accresciuta disponibilità di sistemi di management IT
per terminals containers certamente darà un ruolo principe
all'automazione, soprattutto in tema efficienza. I sistemi per
gestire i convogli ferroviari stanno anche diventando, dal canto
loro, più complessi, e di conseguenza molti terminals riescono
a maneggiare meglio i contenitori anche in spazi più ridotti.
Con l'avanzare della tecnologia pertanto il compito dell'automazione
sarà differenziato: venire incontro alle richieste di mercato,
rendere i terminals più efficienti, aumentare la capacità,
gestire meglio le movimentazioni e ridurre considerevolmente errori
e tempi morti.
(da: Cargo Systems, Dicembre 2000)
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