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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XIX - Numero 1/2001 - GENNAIO 2001 |
Studi e ricerche
A nudo pregi e difetti dell'autotrasporto
Cosa movimentano i vettori italiani
I settori merceologici più importanti per i vettori italiani,
come indicato nella tabella, sono quelli dei manufatti industriali
generici, dei materiali da costruzione e dei prodotti alimentari.
Il 65% delle imprese effettua trasporti a carico completo, mentre
un altro 26% movimenta collettame. Le imprese trasferiscono merci
in ambito provinciale per il 38%, a livello regionale per il 31%
ed in ambito nazionale per il 39%. Il 5% svolge trasporti internazionali
nell'Unione Europea, mentre solamente l'1% è impegnato
in traffici con paesi extra Unione Europea. La somma di tali percentuali
è superiore al 100% perché per molte imprese l'attività
riguarda più specializzazioni di trasporto o più
ambiti territoriali.
Prodotti | Percentuale delle imprese
| Totale |
| Nord-Ovest | Nord-Est
| Centro | Sud E Isole
| |
Animali vivi | 1,8 | 2,1
| 1,2 | 0,7 | 1,4
|
Agricoli | 3,5 | 9,7
| 6,6 | 12,9 | 8,8
|
Combustibili liquidi | 3,3 |
2,5 | 3,5 | 4,5 |
3,5 |
Combustibili solidi | 0,3 |
0,5 | 0,3 | 0,5 |
0,4 |
Minerali e metalli ferrosi | 7,9
| 4,9 | 3,7 | 3,9
| 5 |
Minerali non metalliferi | 1,3
| 1,5 | 1,7 | 1,9
| 1,6 |
Materiali da costruzione | 13,1
| 14,3 | 20,8 | 23,1
| 18 |
Chimici e farmaceutici | 3,8
| 3,3 | 2,7 | 1,5
| 2,8 |
Metalmeccanici | 6,6 | 7,2
| 3,2 | 3 | 4,9
|
Mezzi di trasporto | 1,8 |
1,3 | 1,8 | 2 |
1,7 |
Alimentari | 14 | 14,5
| 13,4 | 14,8 | 14,3
|
Tessili e abbigliamento | 3,3
| 3,1 | 3,6 | 2
| 2,9 |
Carta e stampa | 5 | 4,9
| 5,2 | 2,6 | 4,2
|
Legno e manufatti in legno | 4,5
| 7,4 | 6,7 | 4,3
| 5,6 |
Gomma e plastica | 3,8 |
3,8 | 2,5 | 2,2 |
3,1 |
Altri manufatti | 26 | 19
| 23,1 | 20,1 | 21,8
|
I numeri di ciascuna regione
Sono oltre 186.000 le imprese italiane, iscritte all'Albo professionale,
che svolgono l'attività di autotrasporto merci in conto
terzi. Il numero è cresciuto di circa 66.000 unità
dal 1999 a causa dell'obbligo d'iscrizione, imposto dalla legge
454, esteso anche alle aziende che effettuano trasporti con mezzi
di peso inferiore alle 3,5 tonnellate. Per quanto concerne la
distribuzione territoriale, può risultare chiarificatrice
la tabella di seguito riportata.
ISCRITTIALL'ALBO |
Regione | N. Imprese
|
Abruzzo | 3.695 |
Basilicata | 1.906 |
Calabria | 3.776 |
Campania | 10.815 |
Emilia Romagna | 25.317 |
Friuli | 3.521 |
Lazio | 14.338 |
Liguria | 4.476 |
Lombardia | 28.784 |
Marche | 6.621 |
Molise | 857 |
Piemonte | 12.634 |
Puglia | 10.922 |
Sardegna | 9.539 |
Sicilia | 15.763 |
Toscana | 10.377 |
Trentino | 2.535 |
Umbria | 2.847 |
Valle d'Aosta | 283 |
Veneto | 17.809 |
Costi europei a confronto
Il trasporto su strada in Italia è caratterizzato da una
velocità commerciale troppo bassa rispetto ad altri Paesi.
Questo significa che un maggior numero di ore di lavoro occorre,
al conducente del camion, per coprire una stessa distanza chilometrica
assunta come paragone. Sulle lunghe distanze si stimano 50 km/h
contro i 55 km/h francesi. E tutto questo si traduce in un pesante
aggravio per l'impresa e per la sua competitività sul piano
internazionale.
Partendo da tale constatazione, la Conftrasporto ha appurato che,
avendo come base di calcolo i 100.000 km all'anno, l'Italia denuncia
costi complessivi superiori di quasi il 10% rispetto alla Francia,
e del 17%, 18% e 29% in rapporto, rispettivamente, a Olanda, Germania
e Spagna.
Dal punto di vista contrattuale, il costo orario di un autista
italiano (44.400 lire) sembra essere più favorevole rispetto
a quelli di Germania (45.325 lire), Francia (45.875 lire) ed Olanda
(46.205 lire). In realtà, però, egli impiega ben
2.000 ore per coprire 100.000 km, mentre un suo collega degli
altri Paesi ne totalizza solamente 1.818, il che si traduce in
182 ore di meno all'anno (circa 1 mese di lavoro).
Allora ecco perché il costo dei conducenti italiani è
il più elevato in Europa. Per compensare gli svantaggi
e gli aggravi conseguente a questa situazione, allora, un imprenditore
monoveicolare deve ricorrere a forme di autosfruttamento, ma in
realtà più sono i chilometri percorsi e più
la differenza tra costi e ricavi è destinata ad incrementarsi.
QUANTO RISPARMIANO GLI ALTRI
|
| Italia | Francia
| Olanda | Germania | Austria
| Spagna |
Gasolio | 558 | -43
| -36 | -54 | -73
| -96 |
Tasse e pedaggi | | -36
| -125 | -94 | -63
| -80 |
Ammortamento | 380 |
-16 | -12 | -26 |
-24 | -26 |
Manutenzione e pneumatici | 265
| -9 | -3 | -3 |
2 | -62 |
Assicurazioni | 96 |
-14 | -24 | -13 |
-26 | -32 |
Conducente | 888 |
-54 | -48 | -64 |
-70 | -353 |
Totale | 2.187 lire/km
| -172 | -248 |
-254 | -254 | -649
|
Principali voci di costo
La voce di costo più importante indicata dalle imprese
nell'indagine sull'autotrasporto promossa dal Comitato centrale
per l'Albo è quella dei consumi del veicolo. Gasolio e
pneumatici, come si può evincere anche dal grafico qui
in calce, rappresentano in media il 32% degli oneri totali. Seguono
il costo del lavoro (15,8%) e le assicurazioni (13,5%). A livello
territoriale non si registrano differenze significative. L'unica
differenza sta nella maggiore incidenza del costo del lavoro nelle
aree del Nord-Est e del componente gasolio per le imprese del
Sud e delle Isole.
(da: Tuttotrasporti, Gennaio 2001)
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