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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XIX - Numero 2/2001 - FEBBRAIO 2001 |
Porti
Genova svela il suo Piano Regolatore
Dopo un 2000 di successo, Genova ha bisogno di investimenti
urgenti per restare il principale porto merci in Italia.
Un nuovo Piano dell'Autorità Portuale è stato prodotto
e pubblicato per creare una nuova relazione tra il porto di Genova
e la città circostante allo scopo di rendere più
agevoli i flussi di merci e ridurre il rumore e l'inquinamento.
Redatto dall'Autorità Portuale di Genova il Piano, tra
le altre proposte, cerca di razionalizzare il layout portuale
e vorrebbe estendere l'attuale area di movimentazione dei cargos
a circa 120 ettari, in particolare ottenendo come effetto collaterale
un aumento complessivo della capacità di movimentare containers
fino a 3 milioni e 500 mila Teus l'anno.
Al di fuori del porto, il Piano vuole un miglioramento dei collegamenti
stradali e ferroviari, per venire incontro alle esigenze dei nuovi
mercati, stimolare la futura competitività del porto e
ottimizzare l'allocazione di fondi pubblici, nonché stendere
delle linee guida che attraggano in modo efficiente gli investimenti
dei privati nello scalo genovese.
Sfortunatamente, nonostante sia gli uffici del Comune che quelli
portuali si siano messi d'accordo su tutti i punti del nuovo Piano
Regolatore e l'abbiano sottoposto all'approvazione, sono state
sollevate alcune importanti questioni in sede di revisione che
devono essere risolte prima che il Piano stesso venga adottato.
Ad esempio, si devono ottenere dei fondi e dei finanziamenti dal
Governo centrale, che però sostiene di poter finanziare,
allo stato attuale delle cose, soltanto una prima parte del Piano.
Il Governo dice di non poter dare i soldi necessari all'Autorità
Portuale di Genova, in particolare quelli relativi alle opere
per gli sviluppi esterni essenziali del porto, come il nuovo collegamento
ferroviario con Milano (il cosiddetto "Terzo Valico"),
per un motivo molto semplice, ovvero non vi è abbastanza
denaro a bilancio.
"Ma il Piano Regolatore mostra chiaramente al Governo centrale
come sia di vitale importanza per il futuro e per lo sviluppo
del porto di Genova che venga costruita, al più presto
possibile, una nuova linea ferroviaria che colleghi lo scalo ligure
a Milano. Al giorno d'oggi c'è solamente una sorta di accordo,
vago e di mero principio, a livello governativo. Non è
stato ancora deciso quando si farà l'intervento e da dove
passerà esattamente", dice Giuliano Gallanti, Presidente
dell'Autorità Portuale di Genova.
In qualità di avvocato ed ex-Presidente del Consiglio Regionale,
Gallanti è fin troppo ben consapevole delle lentezze burocratiche
ed amministrative del Governo Italiano in circostanze come queste.
"Dal 2005, senza un nuovo collegamento ferroviario Genova-Milano,
sarà per noi impossibile trasportare i volumi, allora accresciuti,
di contenitori a Milano, anche perché il presente sistema
di linee e collegamenti è quasi completamente saturo. Ecco
perché io sono sempre e continuamente alla ricerca di una
via per convincere coloro che devono decidere all'azione immediata
su questo punto. Non è tempo di stare seduti e inattivi.
Abbiamo bisogno di una risposta positiva a questo problema, cui
bisogna veramente trovare una soluzione urgente, prima di perdere
del tutto la leadership portuale in Italia", aggiunge il
Presidente.
Intanto, i 19 operatori portuali privati sui terminals sembrano
aver avuto delle buone performances nell'anno 2000 appena trascorso.
I containers sono movimentati soprattutto in tre terminals, il
VTE (Voltri Terminal Europa) di 12 ettari, il SECH (Southern European
Container Hub) e il Terminal Messina. Il VTE è il maggior
terminal privato a Genova ed è il secondo più trafficato
in Italia dopo il La Spezia container Terminal.
"Il VTE è sorto nel 1991 allorché il Gruppo
FIAT ricevette una concessione di 30+30 anni. Tre anni dopo il
VTE cominciò ad operare concretamente su 500 metri di banchine
ricavate a terra e dotate di equipaggiamenti all'avanguardia,
tra cui ben quattro gru post-Panamax Reggiane ship-to-shore fornite
dall'Autorità Portuale", dice Dino Canali, marketing
manager del Terminal di Voltri. Subito dopo, il VTE ordinò
altre quattro gru di modello simile dalla Fantuzzi Reggiane, per
arrivare al totale attuale di otto mezzi di piazzale. Da allora,
altri 700 metri di banchine sono state aggiunte per un totale
di 1.400 metri con fondali di profondità fino ai 15 metri.
Nel Gennaio del 1998, la PSA Corporation di Singapore ha acquisito
il 60% delle quote azionarie di Sinport, che possiede il 95% del
VTE e, come risultato, il Voltri Terminal Europa è divenuto
il terminal di punta in Europa del Gruppo PSA di Singapore.
Durante la sua breve vita e nonostante tutti gli assestamenti
occasionali, il VTE ha ottenuto svariati successi. L'output di
traffico totale è cresciuto da 60 mila Teus nel primo anno
(1994) a 550 mila Teus nel 1997 e a 604 mila Teus nel 1998.
Sebbene l'output totale del Terminal sia sceso a 495 mila Teus
nel 1999, a seguito del trasferimento della MSC da Voltri a La
Spezia, il VTE ha poi pienamente recuperato la caduta, raggiungendo
i 750 mila Teus l'anno scorso, e per quest'anno sono previsti
circa 900 mila Teus. Di conseguenza, il Terminal di Voltri ha
dovuto ordinare due gru post-Panamax pronte per la consegna nel
2002. E seguendo la politica del VTE di acquistare tutto l'equipaggiamento
di banchina da manufattori italiani, non ci si dovrebbe sorprendere
se sarà incaricata della costruzione delle due gru la Fantuzzi
Reggiane anche se, nell'opinione di Canali, nessuna decisione
definitiva è stata ancora presa.
Con una capacità di movimentazione di circa 1 milione di
Teus, il VTE sarà pienamente operativo per il 2002, e solo
allora sfrutterà al massimo le proprie capacità,
e sarà anche in grado di espandersi fino a 1 milione e
500 mila Teus, o forse anche di più.
Il management del VTE sta attualmente negoziando con l'Autorità
Portuale per ulteriori 400 metri di banchina che l'Autorità
reclama per sé e che verrebbe equipaggiata con altre quattro
gru ship-to-shore, forse per l'anno 2002.
In più, nella concessione del VTE è compreso anche
un terminal ferroviario su banchina con binari da 8x700 metri,
dove le merci vengono movimentate con due gru Reggiane specializzate
in cargos ferroviari (RMGs), a cui ne verrà aggiunta un'altra
durante il 2001.
Il parco ferroviario è stato un'altra success story
ed ha ricevuto sempre maggiori incarichi e traffici, fino al punto
che oggi movimenta all'incirca il 26% di tutti i volumi di imbarco/sbarco
di merci del VTE. Correntemente 16 treni navetta partono ogni
giorno e, come dice Canali, i treni possono raddoppiare numericamente
se necessario.
(da: Cargo Systems, Febbraio 2001)
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