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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XIX - Numero 2/2001 - FEBBRAIO 2001 |
Studi e ricerche
Una nuova rivoluzione
Martin Stopford, amministratore delegato della Clarkson Research,
pensa che sia il momento giusto per gli operatori navali di esaminare
il loro modo di servire i mercati.
Il management deve essere preparato al futuro, anche se si prevede
che questo sarà nero. A mano a mano che l'industria dei
containers cresce, i rendimenti finanziari sono sempre più
sfuggenti e l'unico modo in cui i managers finora sono stati in
grado di rispondere all'evoluzione in corso è la corsa
per le economie di scala.
Negli ultimi anni le compagnie di navigazione si sono consolidate
molto velocemente e gli operatori movimentano navi portacontainers
sempre più grandi in hubs di dimensioni di volta in volta
crescenti. Già all'inizio di quest'anno sono state ordinate
105 super-portacontainers, e questa è una prova del consolidamento
citato del settore navale. Comunque questa corsa alle economie
di scala ed all'aggregazione potrebbe dare dei frutti negativi.
Le navi di grandi dimensioni e gli scali giganteschi sono veramente
quello che il trasporto interregionale vuole nel ventunesimo secolo?
Sebbene gli spedizionieri siano d'accordo, non sono sicuro che
continueranno in questa direzione, anche per la pressione crescente
della lobby ambientalista. I containers si muovono sempre più
attraverso sistemi di trasporto basati su terra che ad oggi risultano
essere molto inefficienti. E presto il quantitativo di containers
duplicherà o addirittura triplicherà. Dove andranno
a finire? Al giorno d'oggi intasare a qualcuno una strada è
ancora peggio di andargli a fumare in soggiorno! Che ci piaccia
o no, ora è tempo di cambiamenti.
Guardando avanti, si presume che il traffico containers crescerà
ad un tasso di circa il 5-6% l'anno, che si pensa triplicherà
per il 2025. Questo principalmente per due ragioni. La prima è
che la matrice di traffico si sta allargando. L'area OECD ora
è matura dal punto di vista economico, ma l'Asia sta crescendo
e la Cina ha appena trovato il suo sentiero di sviluppo, così
l'importanza dell'anello di economie che circonda la Cina del
Sud crescerà. Pure l'India cresce velocemente sull'onda
della deregolamentazione. Se la fortuna è dalla loro, nei
prossimi 25 anni gli stati dell'ex Unione Sovietica supereranno
le difficoltà esistenti. Di decennio in decennio poi l'America
Latina cresce in rilevanza ed anche l'Africa segue la scia. Si
pensa che nei prossimi vent'anni le compagnie di navigazione forniranno
trasporti ad un mondo commerciale completamente diverso dall'attuale.
La seconda ragione che potrebbe giustificare l'evoluzione dello
scenario mondiale è che il commercio di manufatti, che
attualmente è il settore merceologico maggiormente in crescita
nel pattern commerciale su scala mondiale, riceverà una
spinta forte in avanti dallo sviluppo dell'e-commerce. Le imprese
di minori dimensioni, con l'aiuto del commercio elettronico, stimoleranno
questa crescita su scala globale, non appena saranno entrate in
possesso pienamente dei mezzi forniti dall'IT. La nuova tecnologia
migliorerà anche i servizi di supporto al commercio. Però
è ancora difficile gestire documenti legali con riservatezza
e sicurezza, specialmente allorché si deve decidere intorno
alla proprietà dei beni. Sistemi quali il Bolero
rendono già più scorrevole l'intero progetto, specialmente
per compagnie di minori dimensioni. Telefonate meno costose, banking
on-line, tutta una vasta gamma di servizi web-based come i cataloghi
in rete, la possibilità di comunicare via e-mail dettagli
tecnici, nonché il tracking&tracing delle navi renderanno
il commercio mondiale molto più semplice, specialmente
per le imprese più piccole.
Con l'utilizzo di questi nuovi strumenti, l'industria può
raggiungere anche le parti più remote della Terra dove
i costi sono bassi e così molte città in più
verranno ricomprese nel mercato mondiale divenendone parti attive.
Questi sono i clienti di domani. Questa percezione dello scenario
futuro si fonda sul pensiero economico moderno. Il modello di
mercato e di commercio mondiali del Professor Michael Porter attribuisce
il vantaggio competitivo non alle risorse locali, ma ai cosiddetti
gruppi di competenza (v. The Competitive Advantage of
Nations). Egli ritiene che gruppi di imprese specializzatesi
in un particolare prodotto, ad esempio ganci per scarponi da sci,
svilupperanno un vantaggio comparativo in quel prodotto. Con le
giuste comunicazioni e trasporti efficienti, questi gruppi possono
sfruttare il loro vantaggio in modo globale, pervenendo ad una
matrice commerciale più estesa e ad una maggiore efficienza
globale.
Se lo scenario diverrà come ci si prospetta, le compagnie
di navigazione dovranno fornire trasporti di qualità ad
ogni parte della matrice commerciale mondiale, non solo a città
vicine agli hubs più significativi. Durante gli ultimi
25 anni, il trasporto marittimo è diventato così
economico che la distanza poco conta. Il costo di trasportare
15.500 bottiglie di scotch whisky dal Regno Unito al Giappone
è caduto da 1.560 dollari (americani) nel 1991 ai 675 odierni,
con un risparmio di 4 cents a bottiglia! Il costo di trasporto
per 14.550 paia di scarpe da ginnastica dall'Asia alla Gran Bretagna
è di circa 18 cents a paio.
Queste stime sono state prodotte dalla Far Eastern Freight Conference.
Non sono scontate, così uno spedizioniere di maggiori dimensioni
si dovrebbe aspettare tariffe ancora inferiori. L'esempio del
whisky si basa su 15 mila bottiglie in un container da 20ft ad
una tariffa di 1.660 dollari nel 1991 e di 675 dollari nel Settembre
2000. Il calcolo sulle scarpe da tennis si riferisce a 14.500
paia di scarpe in un container di 40ft con una tariffa di circa
2.750 dollari.
Comunque, nel commercio per gruppi, la velocità e l'affidabilità
sono cruciali ed anche ritenuti più importanti del costo.
Il management della catena dell'offerta è in testa nell'agenda
e il modo in cui si trasportano le merci e la tipologia di merci
trasportate sono due punti fondamentali in un mercato così
variegato, però anche poco stimolante, come qui di seguito
delucidato. Ad esempio i trasportatori di rinfuse hanno carichi
di grandi dimensioni più sensibili di tutti ai prezzi,
mentre i trasportatori di containers hanno carichi più
piccoli e meno sensibili alle variazioni di prezzo. Recentemente
c'è stata una crescente concorrenza tra questi settori
per la minore quantità di rinfuse trasportate, come prodotti
forestali, rimanenze, cargo frigo ed anche grano. Il modo di trasporto
più veloce per questi carichi sarebbe l'aereo. Fin qui
tutto bene, però trasportare via aereo è molto costoso
e fa levitare i costi anche dei carichi più economici come
i containers. Pertanto nessuno ha convenienza ad usare l'aereo,
ma basso è pure lo stimolo all'utilizzo delle navi, perché
non sono mai stati offerti premi a spedizionieri navali che garantissero
velocità ed affidabilità per questi tipi di carichi
al posto di quelli aerei. La mancanza di questi premi è
proprio quello che rende il mercato navale meno attraente e blocca
gli spedizionieri navali stessi dall'offrire servizi magari più
diversificati o più efficienti.
E le compagnie di navigazione sono consapevoli di ciò e
protestano. Poi però si concentrano sui carichi di rinfuse
che offrono loro maggior valore aggiunto. I tempi di consegna
in molte parti del mondo sono ancora molto lenti comparati al
tempo che una nave impiega a portare a termine la sua rotta, specialmente
se sono coinvolti anche servizi di feederaggio. Il termine di
35 giorni per le consegne sulla tratta WCNA (West Coast North
America)-Europa è circa il doppio della lunghezza del viaggio
via mare. Si dovrebbe lavorare di più sulla riduzione dei
tempi morti tra viaggio e consegne, verso l'utopia della consegna
in tempo reale. In questo senso la svolta decisiva nel mercato
potrebbe essere data da politiche d'impresa che puntino sulla
rapidità, con slogan del tipo: "Dall'Europa alla costa
orientale del Sud America al di sotto dei 15 giorni".
Servizi veloci e diretti ad oggi non sono disponibili perché
le strategie di containerizzazione puntate sul volume adottate
dai maggiori attori hanno omogeneizzato troppo il mercato. Non
c'è segmentazione. Ognuno riceve lo stesso servizio, sulle
stesse e verso gli stessi terminal hubs. Come diceva Henry Ford
per il modello T della Ford, i clienti possono avere il colore
che vogliono finché questo è il nero.
Ad oggi la segmentazione del mercato è una strategia centrale
per la maggior parte del business internazionale. Solo un paio
d'anni dopo il lancio sul mercato la Ford T Alfred Sloan della
General Motors ha utilizzato la tecnica della segmentazione per
far uscire la Ford dal mercato stesso. Egli ha suddiviso la sua
offerta di prodotti in cinque parti diverse, con la Cadillac al
top e la Chrysler in fondo. È stato un immediato trionfo,
anche perché si veniva incontro maggiormente ai gusti dei
clienti. Allo stesso modo le compagnie di trasporto passeggeri
via aereo segmentano il loro mercato fornendo dei premi passeggero
posti all'inizio dell'aereo sotto il nome di "Business Class".
Un altro esempio nei trasporti è il modo in cui la FedEx
ha segmentato il mercato delle tariffe negli anni Settanta. In
quel tempo gli operatori aerei di maggiori dimensioni, come la
Pan Am, ritenevano che gli spedizionieri volessero ottenere trasporti
meno costosi mediante l'utilizzo di grossi aerei cargo o tradizionali
compagine di spedizione come la UPS. Il fondatore della FedEx,
Fred Smith, studiò ogni fase del processo di spedizione
dettagliatamente, dalla raccolta alla tariffazione, e decise che
si sarebbe potuto inserire un premio in termini di riduzioni tariffarie
giocando sui tempi di consegna. Allora prese ad utilizzare piccoli
business jets che, sebbene fossero più costosi, permettevano
alla FedEx di offrire servizi più veloci e più frequenti
anche ad aeroporti minori, ma più vicini ai clienti, e
non si doveva incorrere nei ritardi imposti dall'uso di mezzi
di trasporto di maggiori dimensioni, che erano fatti partire solo
se completamente carichi. Ecco come la segmentazione del mercato
funziona nei trasporti.
Ora però le principali compagnie di spedizione sembrano
muoversi in direzione opposta. Nella loro continua ricerca del
profitto hanno una strategia a prodotto singolo mirata al volume
dei carichi. Chiunque dubiti di ciò guardi pure tranquillamente
i piani di recupero della WTSA recentemente approvati, che puntano
a crescite nei settori della carta riciclata, della soia, del
metallo grezzo e del cotone. Questa strategia richiede l'utilizzo
di navi sempre più grandi in cui ogni container è
trattato allo stesso modo. Fino ad oggi sono arrivati a 8 mila
Teus, ma si continua a leggere di navi containers di oltre 15
mila Teus.
Certo è un sentiero scivoloso, nonostante possa sembrare
conveniente. Gli operatori di navi portacontainers sono adesso
ad un punto di svolta. Per caricare completamente la nave bisogna
riuscire ad attrarre più cargo di minor valore, ma per
avere costi unitari abbastanza bassi da attrarre questo tipo di
cargo ci vogliono navi sempre più grandi, e questo a sua
volta implica scali di sempre maggiori dimensioni. Inevitabilmente
viene a rallentarsi il tempo di transito, specialmente per quegli
sfortunati clienti posti ai punti estremi del network dell'adduzione.
Se tutto ciò non danneggia comunque i carichi di basso
valore aggiunto, ad avere la peggio sono quelli di maggior valore,
i cui proprietari e destinatari pretendono velocità e certezza
nei tempi di consegna.
E non è nemmeno garantita la profittabilità. È
sorprendente come divengano scarni i benefici economici della
stazza allorché si entra nel terreno delle navi di grandi
dimensioni. Siccome i costi relativi della nave sono meno di un
quarto del costo globale dei servizi, i benefici finanziari della
stazza diminuiscono rapidamente man mano che le dimensioni della
nave crescono. Ad esempio su un viaggio di 7 mila miglia, accrescere
la stazza della nave da 4 mila a 6 mila e 500 Teus fa risparmiare
solo 46 dollari USA a Teu. Se poi è incluso anche del trasporto
all'adduzione, potrebbero aggiungersi altri 200-300 dollari USA
per Teu, azzerando così i risparmi sulla tratta in mare
aperto.
Non c'è assoluta certezza, ma costerà all'incirca
100 dollari caricare o scaricare un container da una nave in molti
porti, così i servizi all'adduzione divengono oltremodo
costosi. Se la distribuzione è mediante strada o ferrovia
la penalizzazione poi è ancora superiore, per non menzionare
il fattore ambientale, che comunque è sempre tenuto molto
in considerazione. La maggior parte degli studi di economia dei
containers pervengono tutti a questa stessa conclusione.
Tutto ciò suggerisce che il sistema delle compagnie di
navigazione ha bisogno di una nuova ottica. Il trasporto di merci
quali acciaio, prodotti forestali e carta continuerà, ma
il carico pregiato di domani pretenderà di più.
Il premium cargo ha bisogno, e merita, più elevati livelli
di servizio di quanto oggi sia possibile. Ma allora chi si impossesserà
di questo profittevole mercato ad elevato valore aggiunto? Probabilmente
ci sarà una battaglia a tre vie tra le grandi compagnie
di navigazione, quelle di medie dimensioni già operanti
in un mercato di nicchia e gli operatori diretti di trasporto
e logistica. Tutti e tre pretenderanno di operare da dominatori
nel nuovo mercato.
I "grandi", ora visti come unici protagonisti sulla
scena, hanno fiducia nel fatto che potranno prevalere con i loro
servizi di linea già esistenti ed i loro feeders super
efficienti, forse appoggiate da un'operazione di marketing logistico
accurata. Comunque, dovranno concorrere con i "medi",
che offrono servizi diretti competitivo nel prezzo, e che conoscono
a perfezione le esigenze dei loro singoli clienti. Riusciranno
di certo a strappare una fetta di mercato ai grandi in virtù
della loro maggiore capillarità. Allora i grandi proveranno
a farli uscire dal mercato giocando sui prezzi, ma in un mercato
così pieno d'iniziative e di imprenditorialità come
quello del prossimo futuro di certo per ogni nuova occasione da
cogliere scaturiranno sicuramente nuovi attori prestanti servizi
mai visti.
Per quanto concerne il terzo gruppo di contendenti, ossia gli
operatori diretti di trasporto e logistica, lo scenario plausibile
potrà essere il seguente. I grandi trasportatori, con la
loro vasta gamma intermodale, che include il trasporto aereo,
vorranno carpire il door-to-door premium market. È da
tempo che lo bramano. Nell'era dell'e-commerce avranno dalla loro
la tecnologia e la loro soluzione avrà un senso economico
perché toglierà le navi insensibili ai movimenti
di capitale dal management di marketing e logistica insensibile
al know-how. All'estremo, questo lascerà ai proprietari
delle navi il ruolo di venditori all'ingrosso, che trasportano
i containers da un porto all'altro e vendono aree alle compagnie
di logistica. Questo potrà sembrare una rottura radicale,
ma arrecherà il notevole bonus economico che i proprietari
delle navi si accolleranno il peso di far pagare le navi. Questo
compito ha indebolito e distrutto parecchie compagnie di navigazione
nell'ultima decade, ma i proprietari delle navi sembrano capaci
di arricchirsi con rendite che fanno impallidire persino le istituzioni
finanziarie!
Separati dalle loro strette camicie di forza, le compagnie di
logistica avranno maggiore libertà per concentrarsi sul
loro compito reale, ovvero servire ogni segmento del mercato.
Pensateci su. Tremila navi portacontainers che si muovono in tutto
il mondo in risposta alle richieste dettagliate dei sistemi di
logistica globali. Se questo sembra uno scenario estremo, il cambiamento
non è molto più radicale di quello che l'industria
del petrolio ha sperimentato negli ultimi 20 anni. Nel 1978, la
Shell controllava o possedeva 282 petroliere, ma oggi ne ha meno
di 20. i trasportatori di petrolio si sono fatti avanti e ora
molto petrolio è trasportato con navi in modalità
spot. La chiave è la liquidità.
Poche industrie già avviate sono inclini al continuo cambiamento
volontario ed è spesso difficile per il management trovare
la prospettiva esatta. anche nel 1964, due anni prima dell'inizio
della containerizzazione, la dirigenza delle operazioni a cargo
della Blue Funnel pubblicò un documento in cui si sosteneva
che la containerizzazione non avrebbe funzionato sui traffici
in mare aperto. Era esatto, se si prende come punto di partenza
per le riflessioni la Blue Funnel, ma non lo è più
se si adotta tutt'un altro approccio di analisi. Al giorno d'oggi
l'e-commerce sta forzando una sorta di rappresaglia su tutto il
business mondiale e nessuno è più direttamente interessato
del settore del trasporto contenitori a ricoprire il ruolo del
protagonista.
Comunque, non è solo l'e-commerce a forzare il cammino.
Almeno altri tre trends saranno significativi nel far cambiare
rotta al settore:
la tecnologia dei computer a basso costo permetterà alle
imprese coinvolte di lavorare insieme in modi prima impossibili.
Il suo ruolo nel management logistico è cruciale. Le compagnie
di navigazione movimenteranno i containers con maggiore facilità
all'andata ed al ritorno senza tutte quelle pesanti strutture
precedentemente imposte dai sistemi di tipo EDI;
la crescita della stazza delle navi portacontainers ha oggi creato
una "clearing house" da cui gli operatori navali possono
ottenere navi charter quando ne hanno più bisogno. recentemente
la flotta di navi portacontainers ha raggiunto quota 2.669 navi.
Adesso c'è un mercato charter molto stimolante dove gli
operatori ottengono tonnellaggi assai facilmente. Questo renderà
il sistema più flessibile.
la pressione da parte delle pubbliche autorità e della
lobby ambientalista imporranno nuovi vincoli sul business che
potranno a loro volta incoraggiare i servizi diretti ai porti
locali. In Europa e nel Nord America le strade sono intasate da
tir portacontainers. Ci sarà sempre più pressione
verso uno spostamento del traffico containers dalla terra alle
varie opzioni offerte dalle vie navigabili. Saranno solo poche
oculate compagnie a volere tutto ciò.
Queste linee di sviluppo aiuteranno tutte all'apertura verso la
concorrenza ed incoraggeranno i servizi di "Premium Class",
che sono anche quelli che i clienti ricercano di più.
Tentare previsioni in questo mercato così aleatorio è
però difficile e l'esattezza non c'è mai. Gli stessi
analisti spesso perdono il senso del generale e della misura.
Però il dato di fatto è che il commercio crescerà
nei prossimi anni e l'unico modo di fare dei seri profitti sarà
la segmentazione del mercato dei servizi offerti. In qualche modo
l'industria dovrà supplire il prodotto "stoccaggio
di grandi dimensioni&vendita a basso costo" con un servizio
a "matrice trasversale" di cargo, che focalizzi su velocità,
affidabilità e massimizzazione dell'opzione trasporto marittimo,
più sicura anche dal punto di vista ecologico.
Accadrà tutto questo? Se non sarà per la rivoluzione
del commercio elettronico c'è da essere scettici, ma questo
nuovo sviluppo potrebbe essere solo quel catalizzatore di cui
il settore industriale ha veramente bisogno. Dopo tutto le compagnie
di navigazione non sono del tutto estranee alle rivoluzioni. Ricordate
la containerizzazione? Naturalmente i governi ed i porti dovranno
giocare un ruolo attivo e fare la loro parte correttamente, ma
il risultato sarà trasporto migliore, meno caro e più
rispettoso dell'ambiente.
(da: Containerisation International, Gennaio 2001)
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