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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XIX - Numero 11/2001 - NOVEMBRE 2001 |
Progresso e tecnologia
La strada sbagliata dell'e-trasporto
Con la popolarità in crescita dell'e-commerce e delle
sue mille varianti, l'industria dei trasporti è stata anch'essa
coinvolta nel processo. Ma mentre centinaia di nuove compagnie
stanno gareggiando e competendo per primeggiare o restare soltanto
a galla, la maggioranza di esse sta sparendo nell'oscurità.
Nel presente articolo vengono analizzati i principali fattori
del mutamento, i casi passati e si cerca di dipingere, alla luce
di ciò, il quadro del futuro.
Negli ultimi anni, l'industria delle compagnie di navigazione
ha testimoniato la nascita di centinaia di nuove compagnie di
e-trasporto. Con l'aiuto di milioni di dollari di investimenti,
gli imprenditori del settore trasporti hanno sviluppato nuovi
business che si basano su quel potente mezzo di comunicazione
e di scambio di informazioni che è la rete Internet. Molte
di queste nuove compagnie hanno lanciato servizi della IT generation
per incrementare la loro produttivitàe i loro
profitti. Ma, al di là delle promesse di molte e delle
buone intenzioni, molti casi di investimenti in Internet si sono
rivelati un fallimento.
Oggi, la maggior parte delle compagnie in questione ha chiuso
i battenti. Quelle rimaste in vita sono state costrette a rivedere
i propri piani di business o sono state acquisite da imprese più
grandi per somme equivalenti a piccole percentuali degli investimenti
iniziali fatti. La JumpStart Partners ha recentemente analizzato
più di 150 compagnie di e-trasporto che servono il mercato
delle compagnie di navigazione. Delle imprese che sono rimaste
sul mercato per più di due anni, almeno i due terzi di
esse hanno chiuso o hanno cambiato ragione sociale per far fronte
alle perdite:
- il 33% delle aziende in questione ha chiuso i battenti,
- il 17% di esse è stato acquisito,
- il 18% sono al momento inattive
- per quanto concerne il 32% restante, almeno metà di
esso è costituito da imprese in fase di piena ristrutturazione
o sta studiando piani di Business Process Reengineering o cerca
degli acquirenti consistenti.
Quali sono i fattori ad aver causato la repentina fine di questi
nuovi attori? Il quadro è poi così tenebroso e triste?
Non necessariamente. Molte start-up di e-trasporti hanno fallito
la loro missione, ma si possono facilmente individuare le cause
dei loro insuccessi e imparare dai loro errori.
Dall'analisi delle storie di insuccessi aziendali, è stato
riscontrato che molte delle compagnie di e-trasporto sono fallite
per loro propria miopia di marketing. Modelli di business sbagliati,
problemi interni consistenti e scarsa dimestichezza nelle pratiche
amministrative d'ufficio sono tra le principali cause dei tracolli.
Anche se una macro-causa può essere ricercata nella fase
recessiva dell'economia americana, molte compagnie di e-trasporto
già da sole avevano delle performances finanziarie insufficienti.
In pratica, per dirla breve, dopo la fase iniziale di lancio del
servizio, le start-up di e-trasporto non sono riuscite a realizzare
adeguati flussi di cassa, e sono rimase a redditività passiva,
inferiore al breakeven point. Così si sono praticamente
bruciate il capitale di rischio iniziale e, non garantendo sufficiente
sicurezza e prospettive adeguate a nessun investitore, nessuno
si è sognato di operare ingenti investimenti di recupero
su di esse, e molte delle imprese hanno cessato l'attività,
o sono, nella migliore delle ipotesi, state acquisite per cifre
molto inferiori al loro valore nominale effettivo, che sarebbe
dovuto essere superiore a quello di mercato, dati gli investimenti
e le promesse iniziali.
Uno dei principali benefici di Internet è la possibilità
di porre in essere dei mercati virtuali. Detti mercati permetto
no alle imprese di costruirsi un'immagine in rete e di fare affari
con qualunque partners in ogni angolo della terra. Nuovi tipi
di business, legati soprattutto agli scambi commerciali, alle
aste ed ai portali, sono scaturiti per transazioni ai livelli
B2C e B2B. Questi nuovi modelli di business traggono vantaggio
dall'essere stai in grado di metter a stretto contatto venditori
e compratori. Essi includono:
- Scambi di cargos ed aste: Questo tipo di transazioni
elettroniche, perfettamente su misura per altri tipi di merce,
sono stati i primi ad entrare in crisi. Hanno peraltro causato
la nascita di nuove tipologie di intermediari, gli infomediari,
che cercavano di mettere in contatto venditori e compratori sul
mercato virtuale.
La procedura di queste aste sui mercati virtuali è la seguente:
la casa d'aste virtuale presenta lo spedizioniere con il miglior
pacchetto di offerta in relazione a una specifica richiesta (modello
one-to-one). I principali criteri di selezione sono il
pricing e lo scheduling. In uno scambio di cargos, invece, agli
spedizionieri sono mostrate tutte le opzioni che rientrano nei
parametri da loro richiesti, poi l'interessato sceglie l'opzione
che più gli si confa (modello one-to-many).
I benefici per lo spedizioniere in entrambi i modelli sono basati
sulla convenienza e sul criterio del miglior tempo di consegna.
Il vettore ha, d'altro canto, la possibilità di incrementare
il livello dei suoi affari tipo spot. Anche l'intermediario gode
dei suoi benefici, in termini di un transaction fee o di una percentuale
sull'affare.
Il successo della transazione e, in un secondo momento, anche
della spedizione, dipende dal coinvolgimento attivo delle due
controparti: lo spedizioniere e il vettore. Alcuni intermediari,
come la goCargo, hanno molte difficoltà a tenere in contatto
in tempo reale questi due attori, che spesso non si sentono molto
coinvolti, anche perché, ad oggi, la maggior parte dei
contratti di spedizione è svolta su supporto cartaceo.
La ragione principale per cui i vettori non hanno mai amato questo
tipo di transazione on line è che spesso li costringe a
presentare, per essere competitivi, delle tariffe inferiori a
quelle che presenterebbero se contrattassero da soli con uno spedizioniere.
Infatti la rete Internet offre servizi di comparazione dei prezzi
e, se non si vuole essere tagliati fuori, come minimo si deve
essere allineati con gli altri offerenti. Poi, siccome i soli
criteri di scelta sono il pricing e lo scheduling, non è
lasciato molto spazio alla differenziazione di servizi, e nemmeno
ai margini di profitto. Tutti i vettori appaiono uguali agli occhi
dello spedizioniere che deve scegliere. Elementi chiave come
il servizio di assistenza alla clientela, le garanzie e le promozioni
o l'affidabilità non si vedono.
Un altro problema con i primi scambi di cargo e le pionieristiche
aste elettroniche è stato che il processo si scontrava
con i metodi tradizionali di fare business, stravolgendo i processi
standards e talvolta causando disintermediazione. Spesso poi gli
infomediari tendevano a tenere tutte le informazioni utili per
sé inglobando il più possibile i processi e manovrandoli
quanto più potevano dall'alto, filtrando le informazioni
più sensibili e, di fatto, tenendo le redini della transazione.
Di certo questo non aiutava lo svolgersi normale dei rapporti
diretti d'affari tra vettore e spedizioniere, i quali sovente
ricevevano le informazioni di seconda mano e manipolate.
Anche dal punto di vista dello spedizioniere i contro erano più
forti dei pro. Se all'inizio poter confrontare tutte le tariffe
del mercato era valutata come un'opzione positiva, ben presto
si è riscontrato che le offerte migliori in termini di
prezzo, che erano quelle ovviamente su cui ricadeva la scelta,
erano tra le peggiori in termini di tempi di consegna. Anzi sovente
i vettori più importanti preferivano non entrare in queste
aste virtuali proprio perché i loro prezzi non erano i
più competitivi a causa dei numerosi servizi a valore aggiunto
che dette compagnie offrivano, e di fatto gli spedizionieri si
ritrovavano a scegliere tra vettori piccoli e inaffidabili. Pian
piano così le transazioni si sono sempre più ridotte
e molti vettori hanno cominciato a ritirarsi dalle aste. Si aggiunga
poi che le transazioni sono anonime in queste case d'asta, e questo
infastidiva alquanto le parti in causa, soprattutto gli spedizionieri,
che vogliono avere notizie su chi porta la loro merce e non siglare
contratti alla cieca, almeno per riflettere sull'affidabilità.
Oggi, i portali per i vettori, come l'OOCL spin-off CargoSmart
e INTRA, stanno costruendo portali settoriali verticali per rimpiazzare
le prime case d'asta virtuali sulla rete Internet. Sono diventati
praticamente dei punti di incontro tra vettori e spedizionieri,
che poi, se vogliono, prendono indipendentemente contatti reciproci
e terminano la contrattazione nel modo loro più congeniale.
- Scambi di equipaggiamenti e aste: Le aste e le transazioni
elettroniche per equipaggiamenti, rifornimento o vendita, hanno
avuto una storia più felice di quella degli scambi e aste
di cargos. Perché la transazione avvenga, la condizione
necessaria è l'esistenza di una massa critica. Questo
significa che un accettabile volume di acquirenti e venditori
deve prendere parte al servizio perché sia offerta una
gamma ragionevolmente ampia di alternative. A meno che poi un
infomediario non venga incontro a una necessità di un cliente
velocemente o non fornisca un surplus in modo immediato, il cliente
si ritirerà al più presto possibile dalla transazione.
Infomediari come la SynchroNet Marine hanno imparato che le transazioni
di successo e profittevoli per tutte le parti in gioco derivano
da continua assistenza e assiduo incoraggiamento ad opera del
personale addetto al customer service. Solo un ambiente aperto,
in cui le informazioni fluiscono liberamente e in cui il supporto
customizzato è garantito le transazioni giungono ad un
esito positivo.
- Portali dell'informazione: Consiste in un altro tipo
di business mediante Internet, che ha però difficoltà
di avviamento nel mondo delle compagnie di navigazione. Le compagnie
che hanno realizzato il miglior volume d'affari negli ultimi anni
sono quelle a dimensione più tradizionale in merito ai
comportamenti, tipo la ci-online. Un portale è un
sito Internet studiato per essere un contenitore di informazioni
mirato a un target specifico di mercato. I portali sono di valore
inestimabile per la loro funzione di aggregatori di notizie, ma
sono costruite con un modello di business difficile da mantenere.
Perché un portale abbia successo, deve riuscire ad attrarre
e soddisfare un numero abbastanza grande di visitatori, almeno
per garantire a se stesso una ragionevole attrattività
dal punto di vista dei banners.
Molti portali sui trasporti, come PortNetLink, hanno fallito,
per un numero svariato di ragioni, in particolare perché
la maggiore loro entrata era costituita da banners pubblicitari.
E se le entrate sono basate interamente sulla pubblicità,
che per definizione è mutevole e difficile da mantenere,
si deve fare un continuo sforzo di promozione del sito, in modo
tale che siano ammortizzati i costi per clicks dei singoli banners.
E in un periodo instabile com'è quello attuale, in cui
la pubblicità su Internet tramite banners sta perdendo
importanza ed è spesso vista come elemento di fastidio
dagli utenti, si può facilmente capire come sia incerto
anche il destino dei siti che vivono di questo tipo di promozione.
Altro elemento centrale per il portale è il suo contenuto.
Internet è nata come uno strumento per fornire informazioni
gratuite a tutti, con alcuni siti che, a pagamento, fornivano
dettagli più specifici, tipo il Wall Street Journal
on line, che ha avuto discreto successo. La tendenza per il futuro
sarà però di avere solo siti a pagamento, dato il
livello di saturazione del mercato e il declino dei portali gratuiti,
soprattutto e verticali e a contenuto specialistico, come nel
caso del settore delle compagnie di navigazione. I portali di
trasporti che al giorno d'oggi ottengono dei profitti hanno anche
imparato a diversificare le loro fonti d'entrata con servizi addizionali.
Accanto ai portali, alle transazioni ed alle aste on line appena
elencate, altre nuove compagnie di e-trasporto sono sorte a causa
del bisogno di fornire nuovi servizi all'industria delle compagnie
di navigazione. Queste nuove start-up tailorizzate sul cliente
beneficiano tutte delle opportunità che l'architettura
aperta di Internet loro offre. Dette imprese garantiscono servizi
di business delle infrastrutture, come la collaborazione lungo
la supply chain, il tracking e l'inoltro delle merci.
Per costruire nuove start-up di e-trasporto ci vogliono dei fondatori
creativi e un team di management di base affiatato e competente,
costituito magari da esperti del settore in questione. Per attrarre
a sé dei finanziamenti, una start-up deve definire chiaramente
la proposizione di valore per i suoi servizi e determinare il
modo migliore di trarre profitto da essa. È il punto critico
delle start-up. Non tutte riescono a costruire dal nulla il loro
originale modello di business in un'arena competitiva assai forte.
Molte di queste compagnie muoiono subito, addirittura quando ancora
stanno testando il loro modello di business con la clientela.
Per testare il mercato, alcune imprese forniscono i loro servizi
aggiuntivi a titolo gratuito. Ma quando, in un secondo tempo,
viene proposta una tariffa, i clienti che hanno già utilizzato
il servizio gratuitamente sono riluttanti a pagare un prezzo per
esso. Addirittura, molti clienti si sono dichiarati insoddisfatti
dei servizi ottenuti gratis. Come risultato, molte delle promesse
delle start-up non sono state mantenute, e gli investitori hanno
perso il loro capitale. Anzi, ancora prima del vero e proprio
lancio dell'impresa, il denaro era già finito. Certo bisogna
dire che molto spesso i piani di business sono stati avventati
e superficiali, anche perché basati su previsioni settoriali
molto ottimistiche, ma poco coni piedi per terra.
Anche i problemi personali hanno afflitto le start-up. Molte compagnie
hanno cessato l'attività perché i fondatori hanno
sbagliato nel mix iniziale di talenti e persone per il settore
in questione. Da un lato gli esperti di trasporto spesso non hanno
dimestichezza di nuove tecnologie e customer management. Dall'altro
gli esperti di high-tech non se ne intendono di trasporti. E,
inoltre, il team di vendita spesso non era ricercato tra specialisti
dei trasporti.
Il risultato è stato che spesso i siti erano gli uni eguali
agli altri e non c'era alcuna differenziazione. L'offerta era
poi alquanto scarsa e c'era poca attenzione ai problemi del mercato.
Anche la concorrenza è stata sottovalutata.
Dozzine di nuove compagnie di e-trasporto si descrivono in termini
vaghi come "i leaders nella fornitura di servizi e soluzioni
di trasporto", ma se una compagnia non riesce a spiegare
in una frase o due, in concreto, quello che fa per davvero, non
potrà mai attrarre efficacemente dei clienti. Altre imprese
hanno mutato il loro messaggio di marketing troppo di frequente,
e i potenziali clienti sono semplicemente rimasti confusi e hanno
perso ogni interesse. L'anno scorso, è divenuto difficile
tenere sotto controllo le offerte delle nuove e diverse compagnie
di e-trasporto, dati i cambiamenti repentini e improvvisi dei
loro patterns di offerta.
Anche i problemi di ordine tecnico non sono mancati. Le start-up
tecnologiche, spesso provenienti dalla Silicon Valley, hanno raggiunto
livelli di capacità tecniche molto superiori nel settore
dell'industria navale, anche al di sopra degli standards richiesti.
Le imprese di e-trasporto hanno spesso proposto soluzioni informatiche
persino troppo avanti per il tipo di mercato da servire. Spesso,
i vettori si trovavano con hardware obsoleto e software e competenze
inadeguate per implementare i nuovi progetti online. Ad esempio,
alcuni servizi online richiedevano trasferimenti di dati in tempo
reale dai vettori per essere efficaci. Alcuni vettori non erano
però nemmeno in grado di collegarsi ai database richiesti
per ragioni amministrative, oltre che tecniche, e, per loro, la
via più veloce à rimasta il fax. Le nuove tecnologie
presentano poi delle difficoltà consistenti di utilizzo,
e gli impiegati hanno poco tempo per imparare delle nuove mansioni
e abilità nella loro giornata lavorativa già al
limite della saturazione per numero e qualità di impegni.
Pure i problemi relativi alla sicurezza non sono di secondo ordine.
Molti trasportatori erano e sono tutt'oggi riluttanti a far passare
sulla rete Internet i loro dati e quelli riservati dei loro clienti,
per la paura che vengano manipolati o sottratti da altri. Ed è
comprensibile, dato che le imprese con cui si veniva a contatto
tramite Internet erano spesso lasciate nell'anonimato o del tutto
sconosciute. Così molti hanno dovuto investire in pesanti
e costosi firewalls che tenessero i loro dati al sicuro di occhi
indiscreti un volta connessi a Internet.
Poi, molti caricatori non dispongono tutti di connessioni ad alta
velocità o banda larga, e ciò ha rallentato ulteriormente
i processi online e ha falsato i flussi informativi, che non potevano
così essere in tempo reale. Per passare da banda stretta
a banda larga ed avere connessioni più veloci, naturalmente,
sono da sostenersi svariati costi, assieme a numerose operazioni
più strettamente fisiche sulle infrastrutture aziendali.
Last but not least, non sono poi sempre fattibili e convenienti
nuovi modelli di business nel mondo dei trasporti. Certo, nessuno
nega il potere di Internet e la sua forza nel migliorare le comunicazioni
e avvicinare le varie parti dell'industria, specialmente in un
settore globale come quello dei trasporti. Ogni industria, e il
discorso vale a maggior ragione per l'industria dei trasporti,
fortemente radicata nelle tradizioni storiche, comunque, non può
cambiare così, dal giorno alla notte, e non ci si può
aspettare che mutamenti repentini avvengano nel breve periodo,
ma solo nel medio o lungo termine.
Per questo molte imprese di e-trasporto sono fallite, perché
chiedevano ai loro partners commerciali di adeguarsi ai loro standards
e modelli di business avanzati prima del tempo, quando né
loro né i mercati erano pronti. La scelta dei vettori di
non adottare nuove tecnologie che comportassero mutamenti radicali
nel loro modo di condurre gli affari è stata cruciale.
Poi, molte start-up di e-trasporto hanno sopravvalutato la loro
proposta di valore e sottostimato i tempi, i costi e gli sforzi
necessari per giustificare i cambiamenti che proponevano. Le compagnie
di trasporto hanno così scelto, e saggiamente, di non buttarsi
a capofitto in business rischiosi e pionieristici condotti da
novellini del settore.
Ma allora, che ne è delle poche compagnie di e-trasporto
che, al giorno d'oggi, sono ancora vive? Quelle più competenti
e affidabili stanno godendosi i loro consistenti cashflows e hanno
imparato dai loro errori del passato. Tra di esse la Qiva, che
sta andando particolarmente bene al momento attuale. Altre, come
la Tradient, si sono riassettate, hanno ridisegnato il loro modello
di business e quello finanziario, e si sono rilanciate camuffandosi
dietro a un nome nuovo. Alcune sono semplicemente scomparse, lasciando
dietro di sé cause per bancarotta e fatture non pagate
per ordini di computers, servers e materiale da ufficio.
Le start-up rimaste in vita stanno imparando molto dal passato.
La chiave di ogni politica di successo, ora, è costruire
una proposta di valore che sia percepita come tale, in modo da
attrarre tutti i potenziali consumatori. Il must è sviluppare
un sentiero di successo con soluzioni tecnologiche forti e innovative,
ma facili da usare e pratiche piuttosto che rivoluzionarie. Insomma,
operazioni chiare, semplici e pulite con stravolgimento minimo
delle correnti pratiche d'ufficio e maggior ascolto del consumatore.
Per le compagnie di trasporto che scelgono le soluzioni di e-trasporto
oggi, il consiglio è poggiarsi su quelle che hanno una
base fisica, quantomeno, ovvero non siano solamente virtuali.
E, inoltre, verificarne l'affidabilità e la compatibilità
dei software, così da non dover perder troppo tempo nel
ridisegnare i propri modelli di business e da non spendere troppo
denaro. Naturalmente il software deve essere chiaro, semplice
e di facile comprensione.
Anche se i mutamenti tecnologici possono essere difficili da gestire,
se si tratta l'IT correttamente, l'informazione accessibile e
la produttività cresceranno notevolmente, e daranno alla
compagnia un valore aggiunto inestimabile, portando a sicura nuove
produttività.
Come per ogni invenzione, anche per Internet c'è un primo
periodo sperimentale Una seconda generazione di prodotti e servizi
più accurati e convenienti sarà poi sicuramente
immessa sul mercato. Così è stato per l'e-trasporto.
Le prime imprese sono quasi tutte fallite, ma adesso l'offerta
si sta affinando, le tecnologie diffondendo e lo scetticismo per
i nuovi media sta crollando. Insomma, tutto è pronto per
una nuova generazione di business nel settore dei trasporti.
(da: Containerisation International, Novembre 2001)
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