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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XIX - Numero 12/2001 - DICEMBRE 2001 |
Trasporto ferroviario
È finalmente giunta l'era
L'avvento dell'era dei treni era stata pronosticata già
da molti decenni, ma non è mai arrivata. Con il traffico
in crescita sulle strade, e nuove direttive dell'Unione Europea,
comunque, l'idea di muovere grandi quantitativi di cargos via
ferrovia sta finalmente prendendo forma.
Il trasporto ferroviario delle merci ha indubbiamente avuto un
boom negli ultimi anni nei 15 Paesi membri dell'Unione Europea.
Secondo statistiche ufficiali dell'UIC Combined Transport Group,
il traffico ferroviario di merci, accompagnato da tratti di strada
normale alla fine della catena del trasporto, è cresciuto
da 80 milioni di tonnellate nel 1986 a 180 milioni di tonnellate
l'anno scorso, ovvero si è avuta una crescita annuale media
del 7%.
Diversamente dal trasporto su gomma, che è rimasto statico
nel periodo, il volume del cosiddetto trasporto combinato condotto
via ferrovia è più che raddoppiato tra il 1987 e
l'anno appena trascorso.
Gli operatori ferroviari si stanno preparando per un boom ancora
superiore del traffico merci ferroviario nei prossimi anni, con
l'aumentare del congestionamento delle strade e l'acquisizione
di una maggiore competitività dei servizi su binari nei
confronti di quelli su gomma, grazie anche al nuovo quadro regolamentare
dell'Unione Europea.
In linea con lo scopo di raddoppiare il trasporto ferroviario
delle merci a partire dal 2015, il Direttorato per i Trasporti
della Commissione Europea (DGTREN) ha appena pubblicato un Libro
Bianco indicante una gamma di misure mirate al potenziamento del
traffico ferroviario delle merci. Tra di esse vi sono l'implementazione
di un sistema di prezzi più trasparente e basato sui costi,
e riflessioni sul livello di inquinamento e di congestione delle
strade e sul conseguente prezzo pagato nemmeno poi così
indirettamente dalle persone.
Sono presenti anche direttive che aprono la strada a nuovi accordi
di "spazi aperti" per il traffico internazionale delle
merci via ferrovia, che entreranno in vigore nei prossimi 16 mesi.
Ciò obbligherà le compagnie ferroviarie nazionali
a dare ai servizi correlati del trasporto merci su binari libero
accesso ai network internazionali, dando così concretezza
al progetto del Trans-European Network Ferroviario (TERF).
Ideato almeno 10 anni or sono, il progetto del TERF è stato
pensato per creare tutta una rete di collegamenti ferroviari che
unissero i principali centri economici dell'Europa, creando tutta
una serie di nodi, e fornissero agli spedizionieri servizi ferroviari
veloci, efficienti e affidabili. Purtroppo per ora il progetto
non ha prodotto risultati soddisfacenti per l'atteggiamento conservativo
e ostile degli operatori ferroviari nazionali. L'unica linea TERF
di successo fino ad oggi è stata quella del servizio Belifret,
che collega Anversa, Italia, Francia e Spagna.
"Performances e prezzi sono sempre stati i problemi della
ferrovia, se confrontata alla strada", dice Lord Berkeley,
Presidente dell'UK Rail Freight Group. "Ma per adesso il
target primario, come nei progetti dell'Unione Europea, è
quello di cerare una fitta rete di collegamenti ferroviari, di
modo che si possa far arrivare un treno praticamente ovunque,
e questo è sempre stato un obiettivo difficile da realizzare,
specialmente in Francia".
I terminals merci dei porti europei si stanno preparando per un
atteso aumento di interesse nei confronti del trasporto merci
ferroviario in virtù del nuovo background legislativo,
e stanno pianificando notevoli investimenti. Le manovre più
grandi in tal senso sono state compiute da Rotterdam.
Nel porto olandese, l'Autorità Portuale e il governo nazionale
stanno investendo oltre e miliardi di Fiorini (US$12,1 miliardi/13,5
miliardi) per migliorare e riammodernare la ferrovia e le infrastrutture
ferroviarie ad essa associate. Diversamente da altri hubs europei,
Rotterdam ha sempre avuto problemi di gestione della rete ferroviaria,
ecco perché investe così tanto. Ma dal 2003 la situazione
per lo scalo muterà, grazie a nuovi terminals ferroviari
pienamente operativi. Tra le opere in cantiere, c'è la
costruzione di linee separate per trasporto su gomma e su binari,
per velocizzare il turnover globale delle merci.
I binari esistenti saranno raddoppiati, verranno potenziati lunghezza
dei binari e sistema elettrico, saranno costruiti nuovi passanti
ferroviari e un terminal dedicato nuovo di zecca. Rotterdam dice
che gli investimenti triplicheranno la sua capacità di
maneggiare i carichi ferroviari, e ci si aspetta che i volumi
di merci trasportati su binari toccheranno quota 24 milioni di
tonnellate nel 2010 (più che raddoppiando le movimentazioni
attuali, intorno ai 10 milioni di tonnellate). Praticamente tutta
la crescita sarà determinata dai livelli di traffico containerizzato
drammaticamente in ascesa, dato che gli altri tipi di merci sono
previsti crescere solo dell'1,5%.
La crescita del traffico merci di Rotterdam sarà rafforzata
e sostenuta anche dalla costruzione di una nuova, e molto più
pubblicizzata, via ferroviaria Betuwe,che collegherà Rotterdam
alla Germania a partire dal 2006. "Il denaro che stiamo investendo
significherà più treni merci e treni più
carichi", dice il portavoce del porto di Rotterdam Eddy Bruyninckx.
"Ci aspettiamo che la domanda per la ferrovia cresca molto
nei prossimi anni. Il nostro scenario più nero prevede
14,3 milioni di tonnellate per il 2010".
Lungo la costa, ad Anversa, l'Autorità Portuale ha recentemente
messo BFrs60 miliardi (US$1,2 miliardi/1,5 miliardi) in
un programma di investimento costruito per dare al porto maggiori
collegamenti ferroviari. Il porto di Anversa, che ha solo un 17%
di traffico merci via ferrovia, vorrebbe aumentare la sua share
di traffico su binari e di traffico in canali navigabili ad esso
associato, e pertanto gli investimenti fatti sono da leggersi
sotto questa luce.
Presso Amburgo, da sempre nota per i suoi forti collegamenti ferroviari,
un nuovo container terminal sta per aprire i battenti, e lo farà
a Dicembre. Esso viene da una stretta cooperazione tra la Hamburger
Hafen und Lagerhaus-Aktiengsellschaft (HHLA) e la compagnia ferroviaria
DB Cargo AG. L'accordo di cooperazione prevede anche il lancio,
da parte delle due compagnia, di una joint venture che mira a
spingere l'utilizzo del traffico containerizzato via ferrovia.
Il terminal HHLA di Altenweder inizierà ad operare nel
Marzo del prossimo anno, e inizialmente, avrà una capacità
di movimentazione di 1,1 milioni di Teus. Il secondo stadio del
processo porterà alla vetta di 1,9 milioni di Teus per
la fine del 2003. l'infrastruttura disporrà di gantry cranes
che assicureranno carico veloce e scarico immediato di navi portacontainers
di grosse dimensioni.
"E' stato necessario aumentare le dimensioni delle infrastrutture
per stare dietro al crescere dei volumi di carichi", dice
il portavoce del porto di Amburgo Klaus Harro Lubcke. "Le
nuove opere renderanno Amburgo il miglior terminal merci ferroviario
dell'intera Europa".
Un altro terminal ferroviario è stato appena aperto dalla
Novatrans presso il trafficato bottleneck franco-spagnolo di Bayonne-Mopuguerre.
L'infrastruttura raddoppierà la capacità ferroviaria
e sarà operato dalla Novatrans, dalla Kombiverkehr, dalla
Cemat, dalla belga TRW e dalla Combiberia. L'operatore ferroviario
Hupac ha già investito SFr250 milioni (US$150,5 milioni/168,6
milioni) per realizzare il raddoppio della linea attraverso le
Alpi presso i terminal centrale di Lugano.
La Hupac, uno dei principali operatori europei di treni merci,
ha siglato un accordo bilaterale con la NSB Freight (Norvegia)
e la Kombiverkehr GmbH (Germania) l'estate scorsa per la costituzione
di un network per il trasporto intermodale che porterà
alla costruzione di programmi di lavoro e scheduling comuni.
Con la Cemat e la Kombiverkehr, al Hupac sta anche tentando di
stabilire un collegamento diretto tra le aree economiche del Nord
e del Sud Europa utilizzando come base d'appoggio la porta meridionale
di Bologna. La Hupac, realtà in forte crescita, sta pianificando
espansioni a Cologna, in Germania, e a Brescia, in Italia. I piani
sono ancora in fase di vaglio, e saranno approvati, si pensa,
per la fine dell'anno.
Sulla scia degli investimenti dell'anno appena trascorso, la Trailstar,
di base a Rotterdam, sarà in grado di lavorare su oltre
32 treni quotidianamente da e per l'Italia, 6 da e per l'Austria
con collegamenti con Ungheria, Croazia e Turchia, più 10
da e per Cologne Niehl.
In Gran Bretagna, è stato di recente aperto un terminal
da £15 milioni (US$21,8 milioni/24 milioni) della Freightliner
per il business presso Wentloog. Il terminal, da 25 acri, è
di dimensioni doppie rispetto al preesistente di Pengam ed è
in grado di movimentare il doppio di volume di merci. Con l'avvento
poi dei traffici attraverso il Tunnel della Manica, questa nuova
infrastruttura acquista una nuova valenza strategica e apre a
delle nuove possibilità di affari.
La capacità del terminal della Freightliner è notevole
e sono presenti su banchina gantry cranes rinnovate e ammodernate
in grado di sollevare fino a 38 tonnellate. Sono in arrivo altre
strutture da Pengam. Il terminal avrà un'area di stoccaggio
in grado di contenere oltre 960 Teus di containers in pile di
cinque.
Sempre in Gran Bretagna, l'inglese Welsh & Scottish Railway
(EWS) sta per investire £1,1 milioni in una nuova infrastruttura
di gestione dell'acciaio a Southampton. Altri investimenti della
EWS comprendono £1 milione per un network ferroviario ad
alta velocità in tutta la Gran Bretagna più 280
locomotive. Il principale hub ferroviario è a Willesden,
e gestisce l'output annuale del terminal di 100 milioni di tonnellate,
ed è stato recentemente anch'esso ampliato e ammodernato,
il tutto per velocizzare le operazioni di carico e scarico dei
containers.
La compagnia, che ha visto crescere i volumi di traffico merci
del 41% dal 1996, sta raccogliendo finanziamenti per una crescita
annuale di almeno un 8%. Questo per centrare il target governativo
inglese di crescita dell'80% nel traffico merci ferroviario dal
2010.
Si spera che questi investimenti, che, attraverso l'impegno dell'industria,
hanno totalizzato più di 250 milioni (US$222,7 milioni)
all'anno, attrarranno novi spedizionieri, anche dei più
indecisi, verso la ferrovia. Il potenziale di crescita c'è
tutto, con quasi il 20% di tutti i movimenti merci in Europa ad
opera della ferrovia e il resto ripartito tra strada e cabotaggio.
Se ci sarà uno spostamento dei traffici dalle altre modalità
alla ferrovia, comunque, avverrà certamente in modo molto
graduale. Chris Welsh, segretario generale dell'European Shippers'
Council, che rappresenta gli interessi degli utenti merci dell'Europa,
ritiene che il vero e proprio fattore di blocco per il settore
resti la relativa inaffidabilità e dispendiosità.
Insomma, se si vorrà vedere una vera e propria evoluzione
del settore ferroviario, non bastano un nuovo quadro regolamentare,
nuove tecnologie, infrastrutture ed equipaggiamenti moderni, consistenti
finanziamenti e voglia di rischiare in proprio. Anche l'atteggiamento
mentale degli spedizionieri va cambiato, e questa è il
compito più arduo.
(da: Cargo Systems, Novembre 2001)
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