Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
07:54 GMT+1
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXI - Numero 31 OTTOBRE 2013
INDUSTRIA
HIGH CUBE: UN FENOMENO IN CRESCITA
La domanda di contenitori high-cube da 40 piedi da parte dei
caricatori è ancora in aumento, il che comporta problemi di
stivaggio per i vettori marittimi e difficoltà di analisi per
coloro che fanno previsioni sui traffici utilizzando le misure in
TEU.
Si prevede che la percentuale dei contenitori high-cube da 40
piedi (alti 9 piedi e 6 pollici) nella flotta mondiale di container
marittimi superi il 50% entro la fine di quest'anno per la prima
volta.
Secondo la società di analisi Drewry, la quota di mercato
di questo equipaggiamento ha raggiunto il 49% nel 2012 e ci si
aspetta che cresca di almeno un altro 1% quest'anno.
Il numero dei container high cube nella flotta è
cresciuto di un altro 8% l'anno scorso, sino a 15,4 milioni di TEU,
portando l'aumento della domanda fra il 2007 ed il 2012 sino ad un
notevole 49%.
Ciò significa che la quota degli high-cube da 40 piedi
rispetto al mercato complessivo degli equipaggiamenti marittimi si è
incrementata dal 41% al 49%, ovvero di poco più dell'1%
annuo, quasi interamente a spese dei normali box da 40 piedi alti 8
piedi e 6 pollici.
D'altro canto, la percentuale dei contenitori da 20 piedi è
rimasta costante al 33% circa.
La popolarità dei contenitori high-cube da 40 piedi è
facile da comprendere.
Essendo di circa il 13% più grande dei normali box da 40
piedi, i proprietari della merce possono caricare quel quantitativo
di carico in più ad un costo di nolo appena o per nulla
maggiore.
Inoltre, il trasporto terrestre viene di solito prezzato su base
per contenitore per i carichi leggeri, di modo che anche qui non vi
sono costi aggiuntivi per il trasporto.
Sebbene gran parte della crescita della domanda di contenitori
high-cube da 40 piedi provenga dai caricatori di reefer, tanto che
l'anno scorso quasi il 92% di tutti i carichi refrigerati sono stati
spediti con questo tipo di equipaggiamento, il volume di questo
settore è stato portato sino a soli 2 milioni di TEU.
I carichi secchi hanno ancora costituito gran parte delle
attività.
Da quanto sopra riportato derivano due interessanti messaggi.
Il primo è che l'esigenza di stivare i contenitori da 9
piedi e 6 pollici sotto coperta, la quale comporta una perdita di
spazio di carico per le linee di navigazione, sta raggiungendo un
punto critico.
Anche se finora quasi tutto l'equipaggiamento è stato
stivato sul ponte, in particolare i reefer, la cosa non può
andare avanti per molto tempo ancora, tenendo presente che poco più
del 50% della capacità cellulare della nave è situata
sul ponte.
Quando viene richiesto lo stivaggio sotto coperta, qualcosa come
7 piedi (2,1 metri) possono essere persi fra la cima dell'ultimo
strato di impilaggio ed il ponte principale, dal momento che le
stive delle navi di solito sono progettate per box da 8 piedi e 6
pollici.
Anche le regole di visuale (dalla plancia) possono impedire che
altri contenitori vengano caricati sul ponte.
Questo problema spiega perché la Maersk, una deciso
sostenitrice dell'equipaggiamento da 9 piedi e 6 pollici, abbia
recentemente aumentato l'altezza del ponte delle sue navi della
classe S, tanto che si dice che ne abbia incrementato la capacità
da 8.400 a 9.500 TEU.
Il secondo messaggio è che la crescita dei carichi
containerizzati misurata in TEU nel corso del tempo è stata
sempre più sottostimata.
Questo perché un container high-cube da 40 piedi conta
solo due TEU e lo stesso accade per due box da 20 piedi (8 piedi e 6
pollici in altezza) ovvero 1 contenitore da 40 piedi (alto 8 piedi e
6 pollici), anche se è più grande approssimativamente
del 13%.
Pertanto, in una direttrice di traffico primaria come quella del
transpacifico in direzione est, dove un equipaggiamento da 40 piedi
rappresenta la norma a causa dei leggeri pesi di carico medi, per
quanto la crescita di anno in anno nei primi sette mesi del 2013 sia
stata del solo 1,856% se misurata in TEU, in realtà essa è
stata di oltre il 2,2% se misurata in TEU “costanti”.
La differenza potrebbe non sembrare granché, ma ciò
fa una grande differenza per gli economisti quando cercano di capire
il senso dei cambiamenti fra crescita del PIL e crescita dei
carichi.
La differenza è anche cumulativa, di modo che diventa più
grande su periodi più lunghi.
In conclusione, la misurazione della crescita dei traffici in
meri termini di TEU dovrebbe essere considerata solamente
un'approssimazione.
Un metodo più esatto sarebbe quello di esaminare i
carichi misurandoli in tonnellate o metri cubici, sebbene i carichi
misti in questo caso potrebbero costituire un problema ed i dati
delle dogane misurati in entrambe le unità raramente
distinguono i traffici containerizzati dai carichi unitizzati e da
quelli alla rinfusa.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore