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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIV - Numero 15 MAGGIO 2016
TRASPORTI ED AMBIENTE
L'UNIONE EUROPEA CONFERMA CHE L'OBIETTIVO DEL TRASPORTO VERDE
VERRÀ ABOLITO DOPO IL 2020
La normativa dell'Unione Europa che richiede agli stati membri
di usare “almeno il 10%” di energia rinnovabile nel
trasporto sarà abrogata dopo il 2020, come ha confermato la
Commissione Europea, sperando così di porre fine ad una
prolungata controversia in ordine al danno ambientale causato dai
biocarburanti.
La Commissione Europea discuterà una revisione della
Direttiva sulle Energie Rinnovabili alla fine del 2016, con
l'intento di spingere ulteriormente le risorse rinnovabili come il
vento ed il sole in tutta l'Unione Europea.
Riguardo al trasporto “osserveremo nello specifico le
difficoltà e le opportunità dei carburanti
rinnovabili, biocarburanti compresi” ha dichiarato Marie C.
Donnelly, direttrice per le rinnovabili alla Commissione Europea.
L'attuale direttiva, adottata nel 2008, richiede che ciascuno
stato membro dell'Unione Europea debba utilizzare “almeno il
10%” di energia rinnovabile nel trasporto entro il 2020,
compresa quella derivante dai biocarburanti e da altre fonti come
l'elettricità verde.
Ciò ha attirato critiche in Gran Bretagna, dove il
raggiungimento del 10%, secondo una nota trapelata dal Dipartimento
dei Trasporti, richiederebbe il raddoppio dell'attuale fornitura di
biocarburante, aggiungendo un ulteriore penny al litro ai prezzi
alla pompa.
Ma l'obiettivo del 10% sarà lasciato cadere nella nuova
direttiva, ha dichiarato la Donnelly nel corso di una colazione di
lavoro organizzata il 3 maggio presso il Parlamento Europeo.
“Quello che non ci sarà nel testo è un
obiettivo per il settore dei trasporti” ha affermato,
confermando la decisone dei leader dell'Unione Europea ad ottobre
del 2014 di avere solo un obiettivo per le energie rinnovabili in
tutti e 28 gli stati membri che “non saranno tradotti in
obiettivi vincolanti a livello nazionale”.
“La continuazione del sotto-obiettivo per il settore dei
trasporti è qualcosa che non è stata accettata e non
verrà riproposta nuovamente alla fine di quest'anno” ha
detto la Donnelly in occasione dell'evento, organizzato dalla Kaidi,
una ditta finlandese che produce biocarburanti da biomasse di legno.
Tetto ai biocarburanti derivanti da prodotti alimentari
La prima generazione di biocarburanti - quelli derivanti da
coltivazioni alimentari - è stata al centro di un'accesa
controversia in relazione ai loro effetti sull'ambiente e gli
scienziati hanno avvertito che essi contribuiscono alla
deforestazione ed alla carenza di cibo.
Un recente studio elaborato per la Commissione ha scoperto che
il cambiamento d'uso del territorio indiretto dei biocarburanti è
maggiore di quanto non si pensasse prima, inducendo gli
ambientalisti ad avvertire che essi sono più inquinanti dei
carburanti fossili, affermazione - questa - confutata con forza dal
settore.
Sperando di porre fine alla controversia, i legislatori
dell'Unione Europea hanno approvato una distinta direttiva l'anno
scorso al fine di ridurre il cambiamento indiretto dell'uso del
territorio dei biocarburanti.
La nuova normativa limita al 7% l'uso dei biocarburanti nocivi
che competono con i raccolti nei terreni agricoli, consentendo nel
contempo agli stati membri di istituire limiti nazionali inferiori.
Essa inoltre stabilisce un obiettivo indicativo dello 0,5% per i
cosiddetti biocarburanti di seconda generazione, il cui contributo
conterebbe doppio in relazione all'obiettivo del 10% delle energie
rinnovabili per il trasporto.
Obbligo di inserimento
Pertanto, fine della storia? Non proprio.
Gli ambientalisti sono adesso preoccupati del fatto che la
Commissione Europea possa continuare a spingere i biocarburanti
sotto forma di un “obbligo di inserimento” che
stabilisca quantitativi minimi di etanolo da miscelare nei
carburanti per autoveicoli ed aerei.
L'idea era stata lanciata in prima istanza a novembre quando
l'esecutivo aveva varato una consultazione pubblica allo scopo di
sottoporre a revisione la direttiva sulle energie rinnovabili (si
veda a pag. 22 del documento sulla consultazione).
“Il sottile cambiamento consiste nel dire ai fornitori di
carburante cosa devono fare invece di dirlo agli stati membri”
afferma Jos Dings, direttore esecutivo della Transport &
Environment, un gruppo di azione ambientalista.
“Se il vincolo a miscelare venisse eliminato, ne saremmo
molto contenti”.
Il CEN, un ente di standardizzazione dell'Unione Europea,
attualmente consente di miscelare fino al 10% di etanolo nella
benzina, uno standard denominato E10 che ha indotto la ribellione
fra i consumatori in Germania quando venne introdotto per la prima
volta cinque anni fa.
Visto che l'obiettivo del 10% per il trasporto non ci sarà
dopo il 2020, i produttori di biocarburanti sperano che uno standard
obbligatorio possa essere introdotto al fine di avere una miscela
minima di biocarburanti nel petrolio o nella benzina.
“Un importante elemento è quello dell'obbligo di
miscela che istituisca una percentuale chiara di biocarburanti”
afferma Pekka Koponen, amministratore delegato della Kaidi Finland,
la società energetica finlandese che ha supportato l'evento
presso il Parlamento.
Koponen sostiene l'importanza dell'istituzione di un obiettivo
di miscela per il settore dei biocarburanti, affermando che ciò
sarebbe più efficace di qualsiasi altro incentivo fiscale o
sovvenzione diretta.
“Ora, per l'obiettivo 2030 nell'Unione Europea, per favore
continuate ad istituire l'obiettivo e rendetelo deciso quanto basta”
ha detto in occasione dell'evento.
Tetto del 7% in discussione
La Donnelly ha dichiarato che “un elemento fondamentale”
della nuova struttura normativa per i biocarburanti dopo il 2020
sarà quello di decidere che cosa accadrà al tetto del
7% per i biocarburanti di cui tener conto in relazione all'obiettivo
del 10% per l'energia rinnovabile nei trasporti.
“Chiaramente, si tratta di una questione importante”
ha detto insistendo sul fatto che il settore dei biocarburanti
avrebbe bisogno di stabilità normativa dopo il 2020 quando
scadrà l'obiettivo del 10%.
“È impostante, a mio giudizio, che la struttura
normativa rilasci un messaggio trasparente che faccia chiarezza in
quel settore” ha sostenuto.
La Donnelly non ha voluto esprimersi, tuttavia, su come ciò
potrà essere conseguito, affermando che si tratterà di
“una decisione politica” del collegio dei Commissari
forte di 28 membri.
“Per il momento, stiamo dialogando.
Continueremo a mettere assieme il modello in relazione ai costi
ed alle implicazioni” dell'abrogazione dell'obiettivo del 10%,
ha spiegato, indicando che l'analisi esaminerà il più
ampio impatto sull'economia, comprese le importazioni di
biocarburanti ed i posti di lavoro in Europa.
Jos Dings della Transport & Environment ha dichiarato di
essere preoccupato che lo standard di miscela minima possa diventare
obbligatorio.
“Interessante” ha detto la Donnelly quando Dings le
ha chiesto informazioni circa i piani per un “obbligo di
inserimento” nei carburanti per autoveicoli.
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