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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIV - Numero 30 NOVEMBRE 2016
TRASPORTO STRADALE
STUDIO SULL'AUTOTRASPORTO MERCI DELL'UNIONE EUROPEA METTE IN
EVIDENZA "INSOSTENIBILI" DIVARI DI COMPETITIVITÀ
Uno studio comparativo delle condizioni di occupazione e dei
salari dei camionisti internazionali in 15 paesi europei ha messo in
evidenza enormi disparità fra i costi operativi che
suggeriscono come l'armonizzazione delle condizioni operative e
della competitività degli autotrasportatori in tutta l'Unione
Europea sembri essere più lontana che mai.
Lo studio, intrapreso dall'agenzia francese di ricerca e
raccolta dati sul trasporto merci stradale CNR (Comité
National Routier), tiene conto delle condizioni dell'occupazione e
dei salari dei camionisti, compresi gli stipendi, i contributi di
sicurezza sociale, le indennità di viaggio, i tempi di guida
e le ore di lavoro.
Lo studio rivela che, nel suo insieme, il divario dei costi in
termini di personale alla guida è enorme.
"La stessa guida oraria sullo stesso camion sulla stessa
strada con le stesse merci può costare 8 o 33 euro all'ora a
seconda che il camionista sia dipendente di un'impresa bulgara e di
un'impresa belga" si legge nel rapporto.
Il costo complessivo annuo di un camionista internazionale
nell'Unione Europea spazia dai 16.000 euro per un camionista bulgaro
ai 56.000 euro per un camionista belga.
"Dal punto di vista degli autisti, che s'incontrano nelle
aree di sosta dei camion, queste sono più che mere cifre"
aggiunge il rapporto.
"L'Europa che essi percepiscono non è quella della
solidarietà sociale, bensì quella della
competitività".
Continua poi: "Un divario nella competitività di
queste dimensioni non può esistere in un mercato.
Possiamo solo confermare il teorema eleborato dall'economista
francese Michel Albert, che essenzialmente avvisa che qualsiasi
attività con sede in un paese con un elevato livello di vita
che impiega principalmente una forza-lavoro con scarse competenze è
votata al fallimento oppure deve spostare le proprie operazioni
altrove".
L'espansione dell'Unione Europea e l'introduzione dei diritti di
"cabotaggio" (trasporto nazionale) limitati per gli
operatori di trasporto internazionale nel settore dell'autotrasporto
europeo hanno fatto sì che le ditte di trasporto con sede in
paesi dai costi elevati come l'Italia, il Belgio e la Francia
fossero buttate fuori dallo spazio internazionale nel corso del
passato decennio.
Il rapporto nota che il mercato è divenuto
iperconcentrato attorno a diversi paesi, con la Polonia da sola a
disporre di una quota del 25% del mercato dell'Unione Europea mentre
i trasportatori provenienti da paesi come la Lituania, la Romania,
la Repubblica Ceca, l'Ungheria e la Slovacchia sono emersi quali
importanti soggetti.
Ai sensi delle regole dell'Unione Europea sul "cabotaggio",
le ditte straniere hanno il diritto di effettuare un massimo di tre
operazioni di trasporto nazionale in un periodo di sette giorni,
subito dopo l'effettuazione di un'operazione internazionale.
Sebbene vi siano stati piani finalizzati ad aprire completamente
il mercato del cabotaggio dell'Unione Europea, questo continua ad
incontrare una notevole opposizione, in particolare da parte dei
paesi dell'Europa occidentale dove i salari sono alti.
A maggio del 2013, la Commissione Europea si è inchinata
alle pressioni da parte delle federazioni del trasporto stradale e
ha accantonato piani per introdurre uno schema di cabotaggio senza
limitazioni in tutta l'Unione Europea dal 2014.
"Stando così le cose in termini di relazioni
inerenti alla concorrenza, se il mercato europeo del cabotaggio
venisse aperto negli anni a venire, non sbaglieremmo a dire che le
stesse cause condurrebbero agli stessi effetti" afferma il
rapporto.
Esso sostiene che gli obiettivi fissati nei trattati costitutivi
dell'Unione Europea nel senso di "addivenire ad una
armonizzazione sociale mediante il miglioramento e mantenerla"
e di porre regole uguali per tutti in termini di condizioni
concorrenziali in Europa sono ancora al livello di lavori in corso,
quanto meno nel settore dell'autotrasporto merci europeo.
"Per un numero significativo di stati membri dell'Unione
Europea, l'attuale situazione nel mercato unico dell'autotrasporto
merci internazionale è pertanto insostenibile" aggiuge
lo studio.
La Francia e la Germania negli ultimi anni hanno cercato di
proteggere i propri operatori di trasporto merci su strada mediante
l'introduzione di varie disposizioni sui salari minimi, compresi gli
autotrasportatori internazionali in transito, sebbene questi ultimi
siano stati ostacolati da altri paesi dell'Unione Europea.
A febbraio del 2015, il governo tedesco aveva sospeso
l'applicazione della normativa introdotta il mese precedente che
aveva imposto il salario minimo del paese ai trasportatori
internazionali in transito in Germania.
La misura era intesa a combattere il "dumping" sui
salari nel settore dell'autotrasporto merci in Germania, dove c'è
un forte risentimento nei confronti della concorrenza sleale da
parte dei paesi in cui i salari sono bassi.
Ma il governo ha poi dovuto cedere alle pressioni di altri paesi
europei, segnatamente la Polonia, ed anche da parte di associazioni
di categoria come l'IRU.
Ed a maggio del 2015 la Commissione Europea ha avviato un
procedimento d'infrazione nei confronti della Germania riguardo
all'applicazione della sua legge sul salario minimo in relazione
alle operazioni di transito dell'autotrasporto internazionale.
"Anche se supporta totalmente l'introduzione di un salario
minimo in Germania, la Commissione ritiene che l'applicazione della
legge sul salario minimo a tutte le operazioni di trasporto che
toccano il territorio tedesco restringa la libertà di
fornitura dei servizi e la libera circolazione delle merci in modo
sproporzionato" afferma la Commissione.
L'infrazione non si estende alle attività di
"cabotaggio", il che significa che la Germania può
ancora richiedere che il proprio salario minimo di 8,50 euro all'ora
venga pagato agli autisti di ditte straniere quando effettuano
operazioni nazionali all'interno del paese.
La Commissione deve ancora adottare una posizione sul cabotaggio
in relazione al salario minimo nei singoli stati membri.
Anche le regole della Francia potrebbero dover essere sottoposte
al vaglio della Commissione Europea.
A febbraio del 2015, il parlamento francese ha approvato una
legge, con entrata in vigore alla fine del 2015, con la quale si
applica il salario minimo legale alle operazioni di cabotaggio.
Come già riportato in precedenza, i ministri dei
trasporti di otto stati europei hanno scritto alla commissaria ai
trasporti dell'Unione Europea Violeta Bulc sottolineando le proprie
crescenti preoccupazioni relative a presunte violazioni della
normativa sul lavoro dell'Unione Europea e le prassi di attività
illegali nell'ambito del settore del trasporto su strada, che a loro
dire hanno indotto una concorrenza sleale e un "dumping
sociale".
I ministri di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania,
Italia e Lussemburgo, nonché della non comunitaria Norvegia,
affermano che "i diritti fondamentali quali la libera
movimentazione di merci e servizi, che noi supportiamo con tutto il
cuore, vengono sempre più evocati in modo abusivo al fine di
evitare di conformarsi alla regolamentazione europea, che è
la garante della concorrenza leale nel mercato interno".
I ministri hanno anche attirato l'attenzione sull'emergenza nel
settore delle cosiddette "imprese casella postale" -
costituite allo scopo di eludere gli obblighi legali e collettivi
degli accordi in un altro paese dell'Unione Europea - "le cui
pratiche di attività sleale sono sempre più
frequenti".
Essi hanno fatto un certo numero di raccomandazioni alla
commissaria, fra le quali il divieto agli autisti di dormire nei
propri veicoli nel corso dei periodi di riposo settimanali
prescritti, l'incremento e l'armonizzazione dei controlli sui
veicoli pesanti, l'introduzione di misure finalizzate a porre fine
all'attività delle "società di comodo", così
come l'adozione di iniziative per mettere un freno alla tendenza in
aumento per i veicoli commerciali leggeri (furgoni) di effettuare
operazioni di trasporto internazionale.
Un fonte dell'Unione Europea ha detto a Lloyd's Loading List che
la Commissione ha condiviso un certo numero delle opinioni espresse
nella lettera e che attualmente stava lavorando ad un certo numero
di iniziative per il settore dell'autotrasporto, da presentarsi nel
2017, "al fine di apportare maggiore chiarezza ed una migliore
applicazione della normativa sul lavoro".
La fonte ha aggiunto: "Certe regole sono poco chiare e
vengono implementate secondo modalità diverse a seconda dello
stato membro.
Questo è il caso, ad esempio, delle limitazioni inerenti
al cabotaggio.
Le regole sulla costituzione di imprese di autotrasporto devono
essere riviste per affrontare il fenomeno delle imprese "casella
postale"
Per la reale natura del settore dei trasporti, molti dei suoi
lavoratori sono assai mobili e questo induce questioni specifiche ad
esso.
Ad esempio, quale salario dovrebbe essere pagato agli autisti
quando lavorano in 10 diversi paesi in un singolo mese?".
Germania e Francia hanno fatto passi unilaterali per imporre le
proprie regole sulla paga minima alle ditte di autotrasporto
internazionali nel tentativo di reprimere le pratiche di "dumping
sociale".
Ma la Commissione ha reagito avviando procedimenti per
infrazione nei confronti dei due stati membri.
"In entrambi i casi, siamo alla prima fase della procedura
d'infrazione" afferma la fonte dell'Unione Europea.
"È stata inviata una lettera di diffida e abbiamo
ricevuto le rispettive risposte dalle autorità francesi e
tedesche.
Stiamo valutando queste risposte prima di decidere i prossimi
passi e non abbiamo stabilito una scadenza al riguardo".
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