Flotta pubblica
1. Concorrenza interna e privatizzazione
E' nota la posizione di Confitarma nei confronti della flotta
pubblica.
Sono, come lo sono stati i miei predecessori, per una totale privatizzazione
del settore.
Se da un lato non posso non riconoscere che nello scorso anno
alcuni importanti passi sono stati compiuti in questa direzione,
sia con la vendita del Lloyd Triestino e dell'Italia di Navigazione,
sia con la liquidazione della Finmare e la prevista vendita (spero
entro l'anno) dell'Almare, debbo invece ribadire che non condivido
che la Tirrenia e l'Adriatica, continuino ad avere lo Stato come
unico azionista.
Finchè sussisterà un armamento pubblico sovvenzionato
operante sulle rotte servite dall'armamento privato, il cabotaggio
continuerà ad essere penalizzato da una inaccettabile distorsione
della concorrenza.
Noi non siamo mai stati contrari alle sovvenzioni statali quando
queste vengono erogate esclusivamente per i servizi a valenza
sociale.
Siamo invece contrari che la possibilità di erogare questi
servizi sia preclusa all'armamento privato.
La Comunità Europea prevede a questo riguardo una gara
pubblica.
Noi chiediamo solamente il rispetto di questa procedura.
Infatti non è un caso che le sovvenzioni all'armamento
pubblico siano state più volte oggetto di rilievi da parte
dell'Autorità Garante, e oggi siano sotto monitoraggio
in ambito UE. Aspettiamo con interesse le conclusioni della Commissione
Europea.
Piano TIRRENIA
La Tirrenia ha presentato il nuovo piano industriale per gli anni
1999/2002.
Ho già avuto modo l'anno scorso di esprimere l'apprezzamento
per alcuni aspetti del precedente piano.
L'armamento privato però non può condividere il
fatto che questo nuovo piano, predisposto ufficialmente per consentire
una riorganizzazione del settore cabotiero pubblico in funzione
della successiva privatizzazione, comprenda ora notevoli nuovi
investimenti, in totale incoerenza con le affermazioni contenute
nel Piano di riordino della Finmare del maggio dello scorso anno.
All'epoca si affermava (tutto da dimostrare) che la Tirrenia,
a causa delle sue dimensioni, non avrebbe trovato acquirenti tra
gli operatori privati del settore.
Il piano dovrebbe, a nostro giudizio, prevedere solamente la riorganizzazione
e la ristrutturazione delle attività senza creare, nel
frattempo, nuove iniziative nè nuovi investimenti.
Non capisco come si possa conciliare questa tesi in presenza di
ulteriori 700 miliardi di investimenti.
Sarà poi compito della nuova proprietà, dopo la
privatizzazione, sviluppare, in piena libertà di scelte
imprenditoriali, le strategie e gli investimenti più opportuni.
Sul problema delle privatizzazioni vorrei citare quanto affermato
qualche tempo fa dal Presidente della Repubblica Ciampi quando
era Ministro del Tesoro: "Condizionare all'eliminazione delle
debolezze del nostro mercato i tempi delle privatizzazioni equivale
ad un rinvio sine die".
Il piano così come predisposto non sembra dunque andare
nella giusta direzione.
Non mi stancherò mai di ripetere: Stato regolatore e non
gestore.
Auspichiamo dunque, una totale trasparenza su tempi, modi e procedure
della privatizzazione e in particolare, su alcuni adempimenti
preliminari:
- La produzione del piano industriale all'attenzione delle competenti
commissioni parlamentari secondi gli impegni assunti in occasione
dei lavori parlamentari sull'approvazione del piano di riordino
del gruppo Finmare;
- La presentazione dei piani quinquennali delle società sovvenzionate
(rispettando la scadenza di settembre del corrente anno) per le
approvazioni ministeriali secondo le previste procedure di consultazione.
Tale adempimento non sembra poter essere assorbito nella più
generale procedura di approvazione del Piano industriale Tirrenia.
- La precisazione del quadro normativo nell'ambito del quale si
prevede che vengano approvati i 700 miliardi di investimenti visto
che i relativi ammortamenti non potranno essere ricondotti all'attuale
periodo di vigenza delle Convenzioni.
2. FEDARLINEA
Nel protocollo di intesa firmato il 20 maggio 1998 da Confindustria,
Iri, Telecom Italia e Intersind, le Associazioni associate ad
Intersind, operanti nel settore dei trasporti, avevano deciso
di costituire una Federazione con il compito di rappresentare
le imprese per gli aspetti sindacali, alla quale Fedarlinea, avrebbe
aderito in via temporanea nella prospettiva di una sua successiva
adesione a Confitarma.
La Federazione, denominata FEDERRETI è stata costituita,
ma, fino ad oggi, non sono pervenuti segnali per l'adesione di
Fedarlinea a Confitarma.
* * * * *
Il nuovo Piano Generale dei Trasporti
Nel nostro paese la tradizionale tendenza a privilegiare i finanziamenti
per le infrastrutture di trasporto stradali e ferroviarie (le
cosiddette vie tracciate) ha di fatto penalizzato lo sviluppo
delle rotte marittime ed aeree (le vie non tracciate) storicamente
relegate ad un ruolo di sussidiarietà.
E' noto, invece, come le vie di trasporto, tracciate e non, vadano
considerate dal punto di vista economico esclusivamente per la
loro capacità e potenzialità di convogliare flussi
di traffico.
Da questo punto di vista, l'elaborazione del nuovo Piano Generale
dei Trasporti, rappresenta un'occasione unica per valutare gli
interventi presenti ed indirizzare quelli futuri, dell'intero
comparto dei trasporti, finalmente considerato un fattore produttivo
strategico e non solo un servizio, per l'economia del Paese.
Il Ministro Treu ha ribadito che il Piano Generale dei Trasporti
si basa su cinque cardini: riequilibrio e integrazione modale,
efficienza, qualità, sicurezza e decentramento.
Tuttavia, nel primo documento di base, i trasporti marittimi continuano
a ricoprire una posizione marginale.
Infatti, alla più volte asserita urgente necessità
del riequilibrio e dell'integrazione modale, seguono poi carenti
proposte politiche che valorizzino in concreto la modalità
marittima.
Confitarma sta seguendo con la massima attenzione gli sviluppi
del nuovo PGT, con l'obiettivo di promuovere concretamente il
ruolo della modalità marittima nel più ampio contesto
della politica di sviluppo delle reti transeuropee di trasporto.
La nostra posizione si basa su alcune considerazioni:
la congestione autostradale, oltre ad essere causa di notevoli
danni sociali ed ambientali, renderà sempre più
difficile il rispetto del "just in time" da parte della
modalità gomma.
La rete ferroviaria, italiana ed europea, attraversa da tempo
una crisi strutturale ormai vicina al raggiungimento della capacità
critica, ed il tentativo di ampliarne la produttività attraverso
l'alta velocità richiederà comunque tempi lunghi
di realizzazione.
Ne consegue che, nel breve periodo, il trasporto marittimo è
la modalità con maggiori potenzialità di assorbimento
del flusso di traffico delle merci; la sola in grado di contribuire,
già da oggi, al decongestionamento della rete stradale,
nelle tratte di media e lunga percorrenza.
La crescita del traffico di cabotaggio presuppone una maggiore
efficienza del trasporto combinato strada-ferrovia-mare, attraverso
una nuova politica settoriale che possa, nel breve periodo, delineare
un nuovo scenario di sinergie tra autotrasporto, ferrovie ed armamento.
Poiché lo snodo tra le reti modali è, e resterà,
il porto, occorre valutare con attenzione la condizione attuale
delle infrastrutture portuali, e programmare gli investimenti
a livello centrale, promuovendo nuove infrastrutture solo dopo
una selezione delle stesse in base alla funzione strategica, alla
loro specializzazione e alla domanda prevista di trasporto, presente
e potenziale, generata dal mercato. Pertanto gli investimenti
infrastrutturali, di cui l'industria e il Paese hanno ancora estremo
bisogno, dovranno essere conseguenti alla domanda di trasporto.
Gli interventi di programmazione dovranno indirizzarsi verso quelle
scelte che, tenendo conto della nostra centralità mediterranea,
valorizzino la funzione strategica del settore marittimo.
L'auspicio è che nell'ambito del Comitato Nazionale dei
Trasporti e della Logistica, sede di confronto e concertazione
tra Governo, Imprese, Sindacati e Utenti dei trasporti, sia possibile
assegnare al comparto marittimo il giusto ruolo che gli compete,
riservando alle rotte marittime la medesima valorizzazione attribuita
alle linee ferroviarie e stradali.
Tenuto conto dell'ampio coinvolgimento degli interessi relativi
al sistema trasportistico nazionale che il PGT auspica, l'armamento
propone l'apertura di un tavolo tra gli operatori del settore
e le Autorità portuali. Ciò potrà facilitare
le scelte governative in materia di trasporti, permettendo in
particolare, di individuare comuni strategie di sviluppo del traffico
marittimo.
E' altresì opportuno, accogliendo non solo il suggerimento
delle istituzioni comunitarie, ma anche l'esempio di altri Stati
membri, procedere in tempi rapidi alla costituzione a livello
ministeriale di un ufficio che venga stabilmente incaricato di
seguire le problematiche connesse allo sviluppo del traffico marittimo
di corto raggio (short sea shipping). Si potrà così
rafforzare una specializzazione a livello amministrativo che possa
proficuamente sostenere le iniziative degli operatori del settore.
Impatto ambientale
Sono sempre state trascurate le enormi potenzialità di
sviluppo del settore marittimo, i cui progressi tecnologici hanno
reso le navi sempre più veloci, affidabili e flessibili,
riducendo i tempi di resa, i danni ambientali e lo stesso costo
del trasporto. Il tutto garantendo capacità di carico molto
ampie.
Un esempio: una moderna nave multipurpose, per ogni singolo viaggio
è in grado di caricare 2.550 autoveicoli, 150 vans, 100
mezzi pesanti, 300 containers, 1.500 metri cubi di legno o carta.
Per trasportare gli stessi quantitativi di merce sulla strada
sarebbero necessari 800 camion o 500 carri ferroviari equivalenti
ad una fila autostradale di circa 8 kilometri.
E' evidente il diverso impatto ambientale.
Il costo delle cosiddette "esternalità" del sistema
dei trasporti -cioè di fattori come l'inquinamento, la
congestione, gli incidenti e così via - che non vengono
pagati dagli utenti ma gravano sulla collettività, raggiunge
il 9% del PIL: si tratta di 160 mila miliardi di lire, una tassa
di tre milioni di lire l'anno a cittadino, dovuta anche all'irrazionalità
di un sistema squilibrato sul trasporto su gomma, nel quale si
stenta ad attribuire il giusto peso a ciascuna delle diverse modalità.
Non si tratta comunque di privilegiare una modalità di
trasporto rispetto ad un'altra, bensì di esaltare la vocazione
e le potenzialità di ciascuna di esse, non solo dal punto
di vista economico, ma anche ambientale e sociale.
Al fine di documentare la elevata compatibilità ambientale
del trasporto marittimo, CONFITARMA, in collaborazione con l'Associazione
degli armatori europei, ha avviato uno studio sui costi esterni
della navigazione: i primi risultati confermano come il trasporto
marittimo consenta di pianificare uno sviluppo dei traffici, compatibile
con la tutela e la salvaguardia dell'ambiente.
A conclusione di queste nostre considerazioni auspichiamo quindi
che, la modalità marittima venga tenuta nella giusta considerazione
dal Ministero dei Trasporti e dal Comitato Nazionale dei Trasporti
e della Logistica nel quadro, delle iniziative che scaturiranno
dal PGT.
L'armamento ritiene anche opportuno che per gli aspetti ambientali,
sia costituito quanto prima, un tavolo di lavoro con il Ministero
dell'Ambiente.
Ruolo dell'Italia nel Mediterraneo
La necessità di creare un'area di libero scambio tra i
Paesi del Mediterraneo e l'Europa è stata riconosciuta
dall'Unione europea, sia con la costituzione del Partenariato
Euromediterraneo, sia nell'ambito della politica di sviluppo delle
reti transeuropee
Consapevole del crescente ruolo del Mediterraneo, il CNEL, su
proposta della rappresentanza di Confitarma, ha svolto una ricerca,
sui traffici marittimi del Mediterraneo, anche in relazione alle
connessioni con il PGT.
Dall'indagine emerge che il bacino del Mediterraneo ha nuovamente
assunto un ruolo rilevantissimo per i flussi di traffico Est-Ovest
e Nord-Sud e che l'Italia, posta al centro di tale bacino, è
tornata ad essere oggi il crocevia delle più importanti
direttrici di collegamento mondiale di merci e passeggeri.
La tipica struttura di paese trasformatore fa sì che
l'Italia si distingua per la quantità delle sue importazioni.
Peraltro grazie alla capacità di creare valore aggiunto,
il nostro Paese occupa il terzo posto per le quantità esportate
e il secondo per il valore degli scambi tra i paesi del Mediterraneo.
I porti italiani sono riusciti ad acquisire, non solo i traffici
relativi al mercato nazionale, ma anche quelli destinati ad altri
paesi del bacino del Mediterraneo attraverso lo sviluppo del transhipment,
che ha permesso di realizzare una fitta rete di servizi di feederaggio
marittimo in questa area geografica.
Ciò rafforza l'urgenza di una politica di sviluppo delle
infrastrutture portuali che, avvalendosi anche dei finanziamenti
comunitari disponibili, sia capace di far fronte al prevedibile
aumento della domanda di traffici marittimi in quest'area.
* * * * *
CONCLUSIONI
Sono passati più di due anni da quando assunsi la Presidenza
della Confitarma.
Siamo di nuovo qui, in questo prestigioso Palazzo appartenente
ad una nobile ed antica famiglia il cui simbolo è una colonna
sulla quale appare la scritta "semper immota".
Ci piacerebbe che anche la Confitarma potesse vantare una analoga
plurisecolare continuità, ma il nostro motto dovrebbe essere
"semper in moto" in quanto la nostra sopravvivenza e
il nostro sviluppo dipendono dalla capacità di adeguarsi
alla realtà che ci circonda la quale, è invece in
continua evoluzione.
Ci piaccia o no in questo mondo si affermano ogni giorno regole
nuove che rendono o rischiano di rendere del tutto obsolete quelle
precedenti.
Noi nel frattempo ci siamo dati una struttura organizzativa più
moderna e ben presto, attraverso lo sviluppo di un nuovo sistema
informativo e del sito Internet i servizi di Confitarma saranno
ampliati e più facilmente accessibili.
Allo stesso tempo nel nuovo Consiglio sono ampiamente presenti
le nuove generazioni, quelle sulle cui spalle cade la responsabilità
e l'opportunità di continuare ad essere fra i protagonisti,
non solo del nostro settore ma, spero, anche dell'economia nazionale.
E' soprattutto a loro, come portatori del nuovo corso, che rivolgo
un sincero augurio: quello di essere presenti a livello internazionale
nel mondo della globalizzazione, ove l'unica regola che vige è
la competitività.
Qualche tempo fa ho ricevuto un invito da parte di una importante
Autorità Portuale dell'Adriatico per una giornata intitolata
"OPEN DAY, la città incontra il suo porto".
Lodevole iniziativa. Mi ha colpito però il fatto che il
coestensore dell'invito fosse una nota compagnia armatoriale greca.
Questo ci deve far capire che i tempi per rinnovarci sono sempre
più stretti.
La nostra Assemblea odierna vuole contribuire al dibattito sul
rinnovamento e offrire uno spazio di riflessione a tutti coloro
politici, imprenditori, sindacalisti, studiosi che hanno a cuore
la Marineria italiana e che svolgono la loro opera, per renderla
più vitale, più forte e fonte di benessere per il
nostro Paese.
Auguro a tutti successo in questo ambizioso progetto.
Per quanto riguarda me ed i miei Colleghi armatori più
che un augurio è un impegno.
Grazie.
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