6. STRATEGIE E PROPOSTE
La cantieristica nazionale è veramente di
fronte a un momento decisivo e difficilissimo, che impone scelte
e decisioni immediate e sostanziali da parte di tutti, in particolare
degli organi pubblici, governo nazionale ed organismi europei,
Consiglio dei Ministri e Commissione.
La gravità della situazione è confermata
dalle crisi e dalle chiusure di numerosi cantieri di grande tradizione,
sia in Italia che negli altri paesi UE.
I cantieri sono pronti a fare, come in passato, tutto
quello che dipende da loro ed è nelle loro possibilità,
per avere il diritto morale di chiedere agli organi governativi
nazionali e dell'UE di fare la loro parte e di non sottrarsi,
con una strategia di breve periodo, schiava di astratti dogmi
economici liberistici, ai loro impegni.
In altre parole, i cantieri nazionali privati chiedono
con forza non privilegi ed agevolazioni, ma strumenti per poter
competere ad armi pari con i cantieri del Far East e con quelli
degli altri paesi europei, convinti dalla loro forza e dalla loro
competenza industriale e professionale.
Da parte loro i cantieri continueranno la politica,
perseguita già da tempo, di investire nella tecnologia
per ridurre i costi di produzione, incrementare gli studi per
una progettazione che dia prodotti innovativi e di qualità,
in grado di anticipare quelle che potranno essere le future esigenze
degli armatori e soddisfare tutte le loro richieste attuali anche
più sofisticate.
Contemporaneamente saranno ricercate più forti
ed efficaci forme di collaborazione fra i cantieri associati,
per gli aspetti finanziari, progettuali, assicurativi e con i
fornitori, per coinvolgerli fin dall'inizio, nell'impresa della
costruzione della nave.
Saranno inoltre perseguite con intelligenza e con
tenacia, come già sta avvenendo, forme di produzione collaterali,
compatibili con l'attività cantieristica mercantile tradizionale.
Non è un caso che diversi cantieri associati
stiano cercando, con professionalità e competenza, di trovare
un ruolo nella cantieristica da diporto per navi di grande dimensione.
C'è comunque la ferma consapevolezza che,
senza l'intervento e la collaborazione degli organi politici nazionali
ed europei, tutte le misure e gli interventi che i cantieri privati
da soli possono assumere non siano sufficienti.
Nonostante l'impegno, competente ed assiduo, dell'Amministrazione,
dobbiamo segnalare l'insensibilità degli organi governativi
verso il settore della cantieristica navale e dello shipping in
generale.
Siamo consci del difficile momento economico attraversato
dal Paese.
Tuttavia riteniamo fermamente che, ora che sono stati
risolti i problemi urgentissimi, il Governo debba avere e dimostrare
concretamente, senza indugi, attenzione e rispetto verso il nostro
settore, che ha bisogno di misure immediate ed efficaci, rappresentando
un elemento essenziale del tessuto produttivo nazionale, come
ampiamente dimostrato anche dal recente Studio, altamente qualificato,
del CENSIS.
Chiediamo quindi al Governo Italiano, al Presidente
del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Infrastrutture e
dei Trasporti e al Ministro dell'Economia i seguenti interventi
a livello nazionale ed europeo.
A. Livello Nazionale
A.1 |
Rifinanziamento Legge 88/2001
Intervento speciale, come precedentemente anticipato,
per reperire già nel corso del 2003, i fondi per rifinanziare
la legge 88/2001 per le navi che sono in costruzione da tempo.
Il provvedimento comporterebbe un impegno modesto,
solo circa 24.000.000,00, che forse potrebbero essere recuperati,
almeno in parte, da altri capitoli di spesa del Ministero non
utilizzati, con un beneficio per l'economia nazionale estremamente
più alto della somma investita.
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A.2 |
Attuazione del Regolamento CE del 27/6/2002
N°1177
La Commissione Europea, in accoglimento e riconoscimento
delle politiche di dumping attuate dalla Corea, oltre a presentare
ricorso al WTO, ha ammesso per un periodo transitorio fino al
31/03/2004 limitate misure di sostegno pari al 6% del prezzo per
nuove costruzioni di navi petrolchimiche, portacontenitori e gasiere,
come già accennato in precedenza.
Il provvedimento, così come concepito, non
è soddisfacente, però è assolutamente indispensabile
che sia recepito immediatamente dalla legislazione italiana con
adozione dei necessari fondi finanziari, anche in questo caso
abbastanza modesti, valutabili in 8.000.000,00 di euro.
Tenendo conto che il provvedimento si potrà
applicare solo ai contratti stipulati entro il 31/3/2004, è
evidente l'assoluta urgenza del provvedimento per evitare il rischio
di perdere anche questa possibilità.
L'emanazione di questa legge e il relativo finanziamento
diventano ancora più essenziali in quanto, a partire dal
1 gennaio 2004, pressoché tutti i cantieri hanno pesanti
problemi di carico di lavoro, di occupazione di manodopera e di
utilizzazione di impianti.
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A.4 |
Fondo centrale di garanzia
E' necessario che sia reso finalmente operativo il
Fondo centrale di garanzia, previsto dalla legge N. 261/97, per
la copertura dei rischi di insolvenza per i finanziamenti ad armatori
per nuove costruzioni, per il quale sono già stati stanziati
i fondi necessari. Provvedimenti analoghi sono in vigore da tempo
negli altri paesi europei.
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A.5 |
Interventi per l'armamento
L'armamento è l'altra faccia della medaglia
dello shipping, strettamente legato alla cantieristica.
Auspichiamo pertanto che, come in molti stati europei,
sia introdotto anche nel nostro paese il sistema fiscale della
"Tonnage tax".
Ciò comporterebbe una ricaduta anche per i
cantieri, perché nascerebbero nuove commesse, in particolare
per i cantieri medi e piccoli come quelli che compongono la nostra
associazione.
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A.6 |
Naviglio militare
In un momento colpito da una crisi così pesante,
la costruzione di naviglio militare, nell'ambito del necessario
ammodernamento può costituire un importante strumento per
garantire lavoro e occupazione. Chiediamo pertanto che una quota
di tali ordini, per navi che per dimensioni e tipologie sono compatibili
con la loro produzione, sia riservata ai cantieri navali privati
iscritti agli albi di cui agli artt. 9 e seguenti della Legge
234/89. Essi, anche in passato, hanno dimostrato di meritare la
fiducia da parte degli organi più alti della Marina Militare,
garantendo prodotti in grado di soddisfare l'esigenza di qualità
del committente.
Una iniziativa del genere potrebbe costituire un
elemento essenziale per il superamento di un momento difficilissimo.
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B. Livello Europeo
B.1 |
Ampliamento del Regolamento N°1177/2002
E' necessario convincere gli organi comunitari a
portare l'aliquota di difesa dal 6% ad almeno il 9% del prezzo
e di includere nel provvedimento anche i traghetti, i fast ferry
ed i supply vessel, tipologie minacciate pesantemente dalla concorrenza
sleale della Corea, come quelle già ammesse al sostegno,
oltre alla già citata esigenza della inversione dell'onere
della prova (il contributo compete salvo prova contraria).
Occorre sottolineare che la cantieristica nazionale,
e quella privata in particolare, operano moltissimo in questo
segmento di mercato.
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B.2 |
Ripresa del provvedimento relativo alla
rottamazione del naviglio vetusto a scafo semplice per trasporto
di prodotti petrolchimici e petroliferi.
Sono sotto gli occhi di tutti i disastri ecologici
che con frequenza sempre più alta si verificano in mare,
a causa di utilizzo di navi vetuste, non dotate di doppio scafo
e gestite senza professionalità da società fantasma
che operano sotto bandiere di comodo.
Occorre assolutamente che queste navi siano eliminate
senza indugio dal mercato.
Per non creare problemi all'attività produttiva
e garantire i necessari flussi di approvvigionamento delle materie
prime, è però necessario avviare un programma di
sostegno dei nuovi investimenti che, nel settore navale, come
noto, richiedono ingenti mezzi finanziari, essendo un settore
"capital intensive".
E' indispensabile quindi sostenere concretamente
gli investimenti per la costruzione di nuove navi di questo tipo.
Questo intervento è particolarmente necessario
per il settore delle navi specializzate di medio e piccolo tonnellaggio
come le navi petrolchimiche, che hanno costi di costruzione molto
alti e in genere sono possedute e gestite da società medie
e piccole come dimensioni, dotate di alta professionalità,
che tuttavia, per la loro dimensione, hanno più difficoltà
di ricorso al mercato finanziario. Pertanto per tali tipi di navi,
medie e piccole, dovrebbero essere applicate aliquote differenziate
e maggiorate rispetto a quelle di dimensioni maggiori.
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B.3 |
Home Credit
Scheme
È stato raggiunto nel corso del 2002, per
l'esportazione di navi, un accordo a livello OCSE sull'applicazione
dei tassi CIRR per i finanziamenti a 12 anni sull'80% del valore
nave.
Anche a livello nazionale, per non creare discriminazioni
a danno degli armatori italiani che ordinano navi in Italia, dovrebbe
essere applicata la stessa normativa.
In altre parole, agli armatori nazionali che ordinano
navi in Italia, sull'80% del prezzo per la durata di 12 anni,
deve essere riconosciuta la differenza di interessi tra il tasso
CIRR ed il tasso di mercato.
Provvedimenti analoghi vengono applicati da tempo
con successo in altri paesi europei con l'approvazione degli organi
comunitari, con evidente penalizzazione per l'armamento e la cantieristica
nazionali.
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B.4 |
Incentivi per la Ricerca e gli Investimenti
Gli organi comunitari, da sempre, hanno riconosciuto
il ruolo strategico della cantieristica navale, come strumento
essenziale per la realizzazione di una politica economica ed ambientale.
Coerentemente dovranno quindi essere previsti strumenti
finanziari, a sostegno della ricerca e degli investimenti, di
effettiva e pratica utilizzazione, come del resto si è
sempre verificato in passato.
Incentivi per la ricerca e gli investimenti, esistenti
in tutti i paesi che operano nella cantieristica, sono indispensabili
per avere un'industria tecnologicamente all'avanguardia e per
far fronte alla fortissima concorrenza internazionale.
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