Il porto di Genova inizia le prove per la confezione di un nuovo abito. Dopo l'esperienza Expo', che ha dato buoni frutti in termini di riqualificazione urbanistica dell'area portuale antica, sono ora tutte le infrastrutture portuali ad essere messe in esame.
A seguito della legge 84, che prevede la redazione dei piani regolatori portuali, l'Autorità dello scalo genovese ha deciso infatti di affrontare l'impegno in modo nuovo, coordinando cioè gli sforzi dei propri tecnici con quelli messi a disposizione dalla facoltà di Architettura dell'università di Genova.
Il Consorzio ha infatti istituito un Ufficio di Piano - definito "laboratorio di idee" - che, grazie ad un contratto di ricerca stipulato dagli amministratori del porto genovese e dai rappresentanti dell'università, si avvarrà della professionalità in campo architettonico e urbanistico dei tecnici e degli studenti della facoltà per la realizzazione di studi e ricerche sulla situazione attuale del bacino portuale e sulle sue possibili trasformazioni.
Il presidente dell'autorità portuale, Gallanti, e il rettore dell'ateneo genovese, Pontremoli, hanno tenuto a sottolineare, all'atto della firma del contratto avvenuta oggi, che l'iniziativa è preliminare a una successiva fase progettuale che sarà affidata a un nome di spicco tra i professionisti internazionali dell'architettura.
La nuova struttura operativa, composta per i tre quarti da tecnici del Consorzio e completata da esperti dell'università, non dovrà infatti diventare - sono parole del preside di Architettura Benvenuto - un "atelier progettuale", ma dovrà produrre ricerche di valenza scientifica offerte all'autorità portuale affinchè proceda all'assegnazione di progetti a entità diverse da quella universitaria.
Dal punto di vista degli amministratori del porto si tratta di un'operazione che, coinvolgendo direttamente esperti in materia urbanistica e progettuale e avvalendosi anche dell'esperienza che potranno fornire le facoltà di Economia e commercio e di Ingegneria, consentirà di operare le necessarie trasformazioni nel tessuto edilizio e infrastrutturale dello scalo avendo le idee ben chiare su quelle che potranno essere le ripercussioni di tali operazioni sul rapporto tra il porto e la città di Genova e tra il porto e le linee di collegamento con i mercati che operano con lo scalo. Per la facoltà di Architettura invece, e questo è il significato principale che l'iniziativa riveste per l'ateneo genovese, nasce l'opportunità per i propri tecnici e per gli studenti, coinvolti anche grazie ad alcune borse di studio rivolte a giovani neolaureati in architettura ed urbanistica istituite per l'occasione, di lavorare per la prima volta a diretto contatto con un ente pubblico e non più, come fino ad ora è avvenuto, attraverso l'opera prestata da alcuni docenti. L'augurio è infatti quello che, per i giovani universitari, si tratti di un'esperienza e di un veicolo utile ad avvicinarli all'attività professionale.
L'Ufficio del Piano, che lavorerà per circa due anni all'approntamento dello studio - con un impegno finanziario del Consorzio previsto intorno al mezzo miliardo - sotto il coordinamento del segretario generale del porto Capocaccia, si avvarrà di tecniche informatiche per l'analisi del territorio e delle sue trasformazioni, tecniche che consentono di verificare in tempo reale l'impatto dei progetti sul tessuto portuale.
BRUNO BELLIO |
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