La Federación Nacional de Trabajadores Marítimos y Portuarios del Perú (FEMAPOR) ha duramente criticato il veto posto dal presidente della Repubblica peruviana, Alejandro Toledo, sulla nuova legge sul lavoro portuale. Un'azione che ha dato avvio allo sciopero di 48 ore iniziato ieri nei dieci principali porti della nazione sudamericana (Pucallpa, Paita, Salaverry, Chimbote, Supe, Huacho, Callao, Pisco, Mollendo, Ilo). La nuova legge, approvata a larga maggioranza dal Congresso - ha sottolineato ieri FEMAPOR - ripristina un sistema di legalità nei porti peruviani che era stato distrutto dall'ex presidente Fujimori. «La nuova normativa - ha precisato il sindacato - stabilisce l'obbligo di creare un registro ed un sistema di turnazione che garantisce il diritto ad un lavoro equo e giusto a tutti i lavoratori portuali, in accordo con la Convenzione 137 dell'ILO, di cui il Perù è membro».
FEMAPOR ha affermato che nel corso della dittatura di Fujimori l'approvazione di una normativa analoga sul lavoro portuale aveva portato allo scioglimento del Congresso e ad azioni militari contro i lavoratori portuali. Il sindacato ha quindi chiamato tutti i lavoratori portuali a sollecitare il Congresso all'approvazione definitiva della legge e - ha aggiunto - «a prepararsi ad eventuali atti di repressione, nel caso Toledo voglia ripetere le azioni del dittatore Fujimori».
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