La sicurezza è un fattore essenziale della catena del trasporto, ma la preoccupazione principale di tutti gli operatori e delle autorità del settore è che le misure di security non ostacolino i traffici e non introducano scossoni che compromettano i già delicati equilibri del comparto marittimo internazionale.
Di sicurezza si è parlato questa mattina nella Sala delle Compere di Palazzo San Giorgio a Genova nel corso del convegno "Security: a comparisono between EU and US experiences" organizzato dal Gruppo Giovani Agenti Raccomandatari Mediatori Marittimi di Genova, presieduto da Eduardo Voussolinos (
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22 settembre 2003). Un meeting di livello internazionale che ha riunito i rappresentanti delle principali organizzazioni mondiali dello shipping e della sicurezza: International Maritime Organization (IMO), US Customs and Border Protection, European Maritime Safety Agency (EMSA), International Association of Classification Societies (IACS), European Community Shipowners' Associations (ECSA), European Sea Ports Organisation (ESPO), Federation of National Associations of Ship Brokers and Agens (Fonasba), Associazione Porti Italiani (Assoporti), Guardia Costiaera Italiana, Agenzia delle Dogane e Autorità Portuale di Genova.
I relatori hanno discusso le modalità e le novità apportate dall'introduzione delle nuove norme sulla sicurezza già approvate ed hanno esaminato gli scenari definiti dalle normative ancora in cantiere. Tutti si sono dichiarati concordi sulla necessità di accrescere il livello di security. Atti terroristici contro il sistema del trasporto - ha detto il segretario generale dell'ECSA, Alfons Guinier - potrebbero comportare danni, secondo dati OECD, pari a 58 miliardi di dollari. Di fronte a cifre di questa portata i costi dell'implementazione di nuove misure di sicurezza diventano quasi irrilevanti e sono stati quantificati per il trasporto marittimo- ha precisato Guinier - in 60.000 dollari per ciascuna nave (15.000 dollari per la sola fase iniziale). Questi costi possono però comportare serie distorsioni del mercato trasportistico e commerciale. Inoltre - è stato sostenuto da molti relatori - non possono essere scaricati sull'industria marittima, che da sola non riuscirebbe a sostenerli. C'è anche estremo bisogno di trasparenza, per far sì che l'applicazione di differenti misure di sicurezza non determini una distorsione della concorrenza e per accertare che i finanziamenti stanziati per la security non vadano indirettamente a sostenere settori del mercato.
E' poi necessario - hanno sottolineato alcuni relatori, tra cui il segretario generale di ESPO, Patric Verhoeven - che ogni Paese, ogni porto, possa definire misure di sicurezza che rispondano alle proprie esigenze. La normativa di carattere generale non dovrà quindi limitare la possibilità di attuare localmente misure ritenute maggiormente idonee ad accrescere il livello di security. «Ogni porto europeo - ha detto Verhoeven - è differente ed ogni porto ha caratteristiche diverse in tema di sicurezza. Le stesse istituzioni hanno competenze diverse da porto a porto. Non si può quindi guardare alla sicurezza in un'unica direzione. Le misure devono essere ritagliate secondo le esigenze di ciascun porto». «I porti, in materia di sicurezza - ha però sottolineato - hanno comunque assoluto bisogno di sapere qual è il quadro a cui adeguarsi».
La giornata organizzata dai giovani agenti marittimi genovesi proseguirà questa sera a Palazzo Ducale, dove si terrà il settimo Shipbrokers Shipagents Dinner, al quale parteciperanno 1.600 operatori dello shipping.