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24 gennaio 2025 - Anno XXIX
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Non di sola logistica
Porti, navi, treni, aerei, camion e infrastrutture possono rilanciare l'economia e cogliere le opportunità della globalizzazione? Alla sfida commerciale asiatica si aggiunge quella del Nord Africa
12 luglio 2010
C'è chi ritiene veritiera l'equazione che compensa il calo della manifattura e della produzione industriale con la crescita dei servizi, dell'innovazione e della logistica. Ciò che si perde da una parte - secondo costoro - si recupera dall'altra. È un'equazione con la quale si vuole eguagliare il peso della old economy a quello della new economy, bilanciando i beni materiali con quelli immateriali.

Le immense opportunità offerte dalle nuove tecnologie, sia quelle informatiche che quelle applicate alla produzione e ai servizi, hanno aperto nuovi orizzonti. La caduta di barriere politiche e culturali ha fatto il resto ed è nata la globalizzazione. In 15-20 anni è stato compiuto il passo in avanti più lungo della storia: i continenti, le nazioni, le comunità sono più vicine e interconnesse. Molte barriere fisiche sono cadute. Molti ostacoli culturali vengono scavalcati. I problemi degli uni sono quelli degli altri. Ciò che accade in un luogo ha effetto a grande distanza. La new economy non è percepita come un fatto nuovo, ma come una rivoluzione a cui ci si oppone o che si asseconda.

Emblema di questa rivoluzione è la rete internet, che consente a chiunque pari condizioni di accesso e di diffusione di dati e informazioni. È un'opportunità sfruttata in tutto il globo. Tuttavia non occorre essere luddisti per percepire un'ostilità crescente nei confronti della globalizzazione.

Come riedizione accelerata dell'industrializzazione, porta con sé i medesimi timori e le stesse preoccupazioni. Disoccupazione e bassi livelli salariali, piaghe in precedenza attribuite allo sviluppo industriale, ora sono addebitate alla globalizzazione. La concorrenza non è più solo quella delle macchine, ma è portata pure da popolazioni, sistemi politici ed economici che si comportano in maniera differente e che in passato erano al di là di barriere tangibili o culturali che ora si stanno infrangendo.

Molti strati della società faticano a mantenere il proprio benessere e incontrano difficoltà anche maggiori nel ricavarlo percorrendo la difficile strada dell'innovazione. Per aumentare il proprio tenore di vita, o anche solo per conservarlo, il mondo occidentale è costretto a cercare ricchezza nella produzione di beni e servizi sempre più sofisticati.

Però sovente la capacità del prodotto innovativo di remunerare il suo ideatore è poco duratura e scarsa. L'hardware e il software, macchine e codici informatici all'avanguardia prodotti sino a qualche anno fa dalle nazioni avanzate, oggi sono realizzati nei Paesi in via di sviluppo. L'idea e il prodotto d'eccellenza hanno vita breve: in poco tempo vengono replicati da economie che non hanno ancora la capacità di proporre tali innovazioni. Spesso chi produce innovazione in una regione del mondo la applica a prodotti realizzati in un'altra parte del globo.

La new economy è svincolata da una sede fisica di produzione e le nuove tecnologie della logistica consentono alla old economy di produrre beni dove il costo della fabbrica e della manodopera è quasi irrisorio.

Per colmare il vuoto determinato dall'impoverimento della propria capacità produttiva, i Paesi avanzati si affidano all'high tech e alla logistica. La filosofia è progettare e importare beni realizzati all'estero.

Molti governi occidentali danno per persa la competizione con i Paesi asiatici sul fronte industriale. L'economia italiana, quella europea e americana soggiaciono alla concorrenza dell'Asia, dove ora gira il motore del mondo.

La società è in rapida trasformazione. L'economia cambia fisionomia e la logistica si adegua. Il sistema del trasporto e della distribuzione ha sfruttato il repentino aumento dei volumi di merci scambiati tra le nazioni per effetto della delocalizzazione delle attività produttive, ma recentemente ha accusato il forte impatto dell'accentuato calo del commercio causato dalla crisi economico-finanziaria.

I vari comparti del sistema sopportano in misura differente le conseguenze della recessione. Nel rigido settore ferroviario si manifestano ancora posizioni monopolistiche. L'autotrasporto è dilaniato dalla concorrenza che impera in alcune macroregioni, come quella europea. Il declino dell'economia ha colpito duramente il trasporto aereo e marittimo, che - oltre alla crisi - affrontano da anni le sfide della globalizzazione prima ancora che questa avesse un nome.

I porti seguono le vicissitudini dei mercati e del trasporto via mare. I porti di transhipment, che presentano più di altri caratteristiche industriali e che, oltre ai mercati, servono soprattutto le linee marittime, sono invece teatro di un fenomeno nuovo. Essenziale è l'economicità della funzione di trasbordo che svolgono, cioè di trasferimento dei container dalle navi madre che percorrono le lunghe rotte oceaniche alle navi feeder che distribuiscono i carichi ai porti vicini.

In Italia i nuovi terminal portuali meridionali, che fino a qualche anno fa erano considerati cardine logistico dei traffici marittimi tra Asia ed Europa per la loro posizione strategica sulle rotte che passano per Suez, vengono ora ritenuti fuori mercato e perdenti rispetto ai più recenti porti nordafricani, che svolgono la stessa funzione a costi inferiori.

Parrebbe segnato il destino di hub terminalistici costruiti pochi anni fa a servizio del sistema economico europeo: Gioia Tauro, Taranto e Cagliari in Italia, Algeciras e Valencia in Spagna, ma anche Malta e il porto del Pireo protesi verso un mercato, quello del Mediterraneo orientale e del Mar Nero, che il porto egiziano di Port Said, posto allo sbocco del canale di Suez, ha intenzione di fare suo.

Più a nord porti di destinazione finale come Genova, La Spezia, Venezia, Trieste, Barcellona e Marsiglia per reggere alla crisi si affidano ai loro storici bacini di mercato continuando a progettare infrastrutture utili a raggiungere territori più lontani. Però le tradizionali aree di mercato si stanno depauperando e non appaiono in grado di generare le risorse indispensabili per realizzare le infrastrutture necessarie ai porti per estendere il proprio raggio d'azione.

Con difficoltà l'Italia tenta di traforare la catena alpina per allungare le mani verso il cuore industriale dell'Europa e il suo bacino di consumo. Ma in seno alla stessa UE si moltiplicano coloro che ritengono economicamente inattuabile realizzare parti del sistema di reti infrastrutturali transeuropee TEN-T cui appartengono le gallerie con l'Italia.

Sembra giunto il momento in cui l'economia non è più capace di sviluppare quella logistica necessaria ad alimentarla. Tuttavia c'è chi è convinto che la logistica possa risollevare le sorti dell'economia.

Vessillifero di questa dottrina è il sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino. Un programma televisivo di informazione giornalistica lo ha recentemente interrogato sulle opportunità offerte dalla progettata linea ferroviaria ad alta capacità Torino-Lione. Giachino ha prospettato la crescita di grandi aree logistiche nel nord-ovest italiano. Ad imprenditori piemontesi e lombardi è stato chiesto quale sarà il futuro delle loro aziende. C'è chi ha risposto che intende spostare la propria attività all'estero, dove i costi sono inferiori. C'è chi ha confermato di aver ricevuto interessanti offerte per trasferire l'azienda nell'Est europeo oppure in Marocco.

Il Marocco e, in generale, il Nord Africa, sono tra le nuove sedi di delocalizzazione di imprese che cercano in tutti i modi di tagliare i costi per rimanere competitive. Su quelle coste del Mediterraneo stanno sorgendo anche i nuovi hub portuali di transhipment, dagli egiziani Alessandria, Damietta, El Dekheila, Port Said , agli algerini Algeri e Djen Djen, ai tunisini Radès ed Enfidha, al grande relay hub marocchino di Tanger Med. Tutti concorrenti temibili per i terminal di transhipment dell'opposto litorale del bacino.

La scorsa settimana a Porto Lotti (La Spezia) si è tenuto un convegno sul tema “Liguria porta d'Europa: opportunità per i porti delle due sponde del Mediterraneo” organizzato con l'obiettivo di avvicinare due coste mediterranee: quella del nord Africa (dall'Egitto al Marocco) e quella della Liguria. «Le delegazioni del Nord Africa - ha spiegato Alfredo Toti, presidente dell'azienda La Spezia Eps della Camera di Commercio - ci hanno mostrato i progetti di trasformazione e di rafforzamento delle loro strutture portuali: un'opportunità, questa, estremamente interessante per le nostre imprese cui si possono aprire, in quelle zone, nuove e proficue occasioni d'investimento. L'incontro ha dunque gettato basi solide per consolidare la presenza delle aziende spezzine e liguri sul mercato nordafricano».

Sulla base delle considerazioni precedenti c'è da chiedersi se le imprese liguri guardino alla sponda sud del Mediterraneo per cercare nuovi clienti o per trovare aree che le ospitino. Una risposta è giunta da Franco Aprile, presidente di Liguria International, che ha ricordato come, ad oggi, siano circa tremila le imprese che chiedono sostegno per proporsi sulle aree del Nord Africa.

I rappresentanti del Nord Africa - ha confermato il presidente dell'Autorità Portuale della Spezia, Lorenzo Forcieri - hanno illustrato i grandi progressi che stanno compiendo i rispettivi Paesi nell'ambito dei porti e della logistica e della necessità di una forma molto stretta di cooperazione economica con l'Italia. «In questo quadro - ha osservato Forcieri - il sistema dei porti liguri si pone come interlocutore privilegiato e principale rispetto alle opportunità che ci vengono offerte. Abbiamo caratteristiche e potenzialità uniche; i nostri mercati di riferimento sono quelli più ricchi e produttivi del Paese, da quelli dell'Italia centrale a quelli dell'Italia del Nord. Il nostro auspicio è quello di diventare sempre più “porta d'Europa” anche per le nazioni nordafricane».

Tuttavia la porta è un'apertura da cui si entra, ma dalla quale pure si esce. Quando non sono le grandi imprese che vanno in Nord Africa a realizzare importanti opere e infrastrutture, ma sono - come quelle citate dal programma televisivo - medie e piccole aziende in cerca di salvezza lo scenario diventa preoccupante. A queste società non bastano più una vantaggiosa collocazione geografica e una rete infrastrutturale capace di collegarle con i mercati quando stanno perdendo o hanno perduto la propria capacità di innovazione e di produzione e quando attorno a loro la capacità di consumo della regione sta scemando.

Per tornare all'assunto iniziale: da sole le infrastrutture e la logistica non appaiono in grado di compensare la riduzione della capacità di consumo e di produzione. L'equazione non sembra bilanciata.

Quella che prospetta uno sviluppo della logistica non connesso, ma sganciato dalla crescita dell'economia industriale, appare essere una politica che promette un avvenire improbabile non essendo in grado di definire soluzioni possibili.

Oggi la politica in Italia e in Europa si sviluppa principalmente secondo due assi portanti in contrapposizione tra loro: liberismo e autonomismo.

In un mercato globale il libero mercato propugnato dall'Unione Europea, che ha tra i suoi alfieri Mario Monti, cozza contro i mercati niente affatto liberi che le industrie trovano appena fuori dai confini comunitari. Uno dei principali effetti del radicalismo liberista è il trasferimento dei siti produttivi in nazioni in cui la manodopera costa meno e le leggi sul lavoro e sull'industria sono meno vincolanti. La globalizzazione ha accelerato vertiginosamente questa tendenza spinta da interessi spesso in contrasto con quelli delle economie dei Paesi avanzati.

L'UE appare ancorata ad una concezione di competizione economica che ha funzionato fino a quando sono mutati gli equilibri politici con la caduta del Muro di Berlino e con l'apertura dei confini cinesi alle imprese e ai capitali occidentali. Mosca ha capitolato al capitalismo e Pechino ha preso nella sua rete gran parte del sistema economico ansioso di delocalizzare.

Un sistema basato sulla competizione funziona dove ci sono regole che tutti devono rispettare. In questa iniziale fase della globalizzazione è di fatto impossibile imporre a tutti lo stesso schema di gioco ed è stravolta la cultura che mira alla liberalizzazione e alla concorrenza.

Sia il sistema economico labour-intensive che quello capital-intensive sono alla ricerca di regioni che presentino una relativa stabilità politica e che offrano minori costi di produzione. I capitali si concentrano dove la fiscalità è meno opprimente.

Alle regioni che assistono al depauperamento del proprio sistema industriale e finanziario non rimane altra possibilità che adeguarsi al nuovo gioco: la parte del sistema che si confronta con i concorrenti esteri è costretta ad abbassare i costi e l'altra parte, quella ancora protetta da prerogative monopolistiche, tende ad arroccarsi su rendite di posizione.

Su presunte o reali rendite di posizione e sulla convinzione di saper sfruttare le proprie potenzialità e risorse sembrano fondarsi le spinte autonomiste europee, che puntano a proteggere limitate comunità socio-economiche.

Chi parla di federalismo sovente ha in mente un sistema isolazionista o autarchico che mira a raccogliere i buoni frutti della propria terra ed è chiaramente inconsapevole del mutamento epocale in atto.

Ma le esigenze federaliste, autonomiste o secessioniste hanno un fondamento. Se globalizzazione vuol dire consegnare ad altri le chiavi della macchina che produce sostentamento e benessere, appare arduo convincere chichessia a disfarsi del proprio mezzo.

In uno scenario nel quale l'UE continua ad imporre ai propri cittadini e alle proprie imprese regole di libero mercato in un mercato globale che non è affatto libero non ci si può stupire della reazione della società e dell'economia, non disposti ad attendere che la Commissione Europea e i suoi partner convincano gli altri a confrontarsi ad armi pari. L'obiettivo di Bruxelles è futuribile, mentre il deterioramento del sistema socio-economico italiano ed europeo è rapido e, come tale, visibile agli occhi di tutti.

La crisi finanziaria, che recentemente ha scosso il fortino europeo con il pre-default della Grecia, ha costretto l'UE ad ammettere la necessità di fare sacrifici, cioè di diminuire gli standard sociali, i servizi e le tutele nei confronti dei propri cittadini.

Nessuna risposta politica è seguita all'iniziale ingente erogazione di fondi pubblici per tamponare il rischio di un collasso del sistema finanziario e al successivo appello-ordine rivolto agli Stati membri affinché taglino la spesa pubblica. Sicuri che, passata la tempesta, il motore ripartirà, nessuno ha prospettato strategie per lo sviluppo.

Il precetto rimane quello di sempre. L'Europa percorre imperterrita la stessa strada, certa della meta, sicura che per lo sviluppo coeso dell'Unione basti integrare le comunità connettendole con una rete di trasporto a servizio dei passeggeri e delle merci. La logistica prima di tutto.

L'avvicinamento delle comunità e la fluidificazione della circolazione di persone e beni, cioè la logistica, sono elementi essenziali per la coesione sociale ed economica. Ma non sono i soli, né i principali. Assolutamente non devono essere gli unici. Di sola logistica non si prospera e neppure si sopravvive.

Gli ostacoli, anche quelli all'apparenza insormontabili, si superano se oltre si intravede un traguardo. L'obiettivo additato dall'UE è quello di un mercato equo e sostenibile, meta difficile da raggiungere entro i confini comunitari ed obiettivo fantascientifico da conseguire a livello planetario. L'UE sembra aver spostato l'asticella troppo in alto e sono sempre di più quelli che rinunciano o si rifiutano di saltare.




Bruno Bellio
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Proposta di 47 governi, della Commissione UE e dell'ICS per la creazione di un fondo IMO per la decarbonizzazione dello shipping
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Contratto record alla Rolls-Royce per la flotta di sottomarini della Royal Navy
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Kombiverkehr ripristina il collegamento ferroviario tra il porto di Lubecca e Verona
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AD Ports stringe un accordo per realizzare un parco logistico presso il porto di Alessandria d'Egitto
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Autamarocchi acquisisce il controllo di Dissegna Logistics
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L'azienda di Rossano Veneto opera nel settore del trasporto intermodale
Rubboli (Assologistica): i porti italiani hanno bisogno di una governance più efficiente e coordinata
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Porto di Ravenna, incentivi per l'acquisto di mezzi portuali “green”
Ravenna
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In vendita il 20% del capitale della omanita Asyad Shipping Company
Muscat
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Oltre 217 chili di cocaina sequestrati nel porto di Livorno
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Merlo lascia la presidenza di Federlogistica a Davide Falteri
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Allo studio in Germania una rete di terminal galleggianti per l'importazione di idrogeno pulito
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Memorandum of understanding sottoscritto da SEFE e Höegh Evi
Affidato il servizio di progettazione esecutiva della bonifica dei fondali del Molo Italia alla Spezia
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Fratelli Cosulich ordina una quarta unità methanol-ready
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In Spagna allo studio una rete logistica per il trasporto ferroviario di bio-fuel verso i porti
Madrid
Accordo tra Adif e il gruppo Exolum
MSC interessata ad avviare attività di costruzione e riparazione navale in India
Gurgaon
Confronto con la società navalmeccanica Swan Defence And Heavy Industries
Luka Koper ha ordinato a Konecranes quattro nuove gru a portale su gomma
Koper
Saranno i primi mezzi alimentati esclusivamente con energia elettrica dello scalo sloveno
In arrivo al porto di Genova la nave per il bunkeraggio di GNL e bio-GNL
Genova
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San Pietroburgo
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Höegh Autoliners si assicura due contratti pluriennali per il trasporto di auto
Oslo
Accordi con due case automobilistiche con cui collabora da anni
PROSSIME PARTENZE
Visual Sailing List
Porto di partenza
Porto di destinazione:
- per ordine alfabetico
- per nazione
- per zona geografica
Nel 2024 a Malta è stato registrato un traffico crocieristico record
Floriana
Approdi di 357 navi per un totale di oltre 940mila passeggeri
Cavotec fornirà sistemi e tecnologie di elettrificazione per i porti italiani
Lugano
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Lo scorso anno gli attacchi dei pirati alle navi sono diminuiti del -3%
Londra
Nell'ultimo trimestre è stato registrato un aumento del +76%
COSCO Shipping Ports segna nuovi record di traffico annuale e trimestrale dei container
Hong Kong
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Alberto Maestrini (VARD) è stato eletto presidente della SEA Europe
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L'associazione rappresenta la cantieristica navale europea
Consegnate le aree del Molo Brin ad Olbia alla Quay Royal
In programma la realizzazione di una marina per mega yacht
Nel 2024 il porto di Singapore ha stabilito nuovi record dei container e delle rinfuse non petrolifere
Singapore
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L'Italian Maritime Academy Technologies si è dotata di una nuova sede tecnica
Castel Volturno
Include un ponte di comando da 37 metri e 100 tonnellate di peso con ambienti operativi in scala 1:1
Sequestrato nel porto di Gioia Tauro un ingente carico di 110 chilogrammi di cocaina
Reggio Calabria
Immessa sul mercato, avrebbe potuto fruttare alle organizzazioni criminali 20 milioni di euro
Unifeeder ha triplicato la propria quota di mercato dei servizi containerizzati intra-mediterranei
Dubai
Fincantieri completa l'acquisizione del business subacqueo UAS di Leonardo
Trieste
Pagati oggi i 287 milioni di euro della componente fissa del prezzo di acquisto
Wallenius Wilhelmsen gestirà il terminal ro-ro del porto di Goteborg
Oslo/Goteborg
Contratto di concessione della durata di 12 anni
L'associazione degli armatori bulgari ha aderito alla European Community Shipowners' Associations
Bruxelles
BSA è il ventiduesimo membro dell'associazione armatoriale europea
Sospeso lo sciopero del personale dell'AdSP del Mar Tirreno Centrale
Napoli
Positivo l'esito dell'incontro fra i sindacati e il segretario generale dell'ente portuale
Mercitalia Rail inizia il trasporto ferroviario da Reggio Calabria di convogli per la Metro di Milano
Reggio Calabria
Hanno una lunghezza di circa 106 metri e un peso di oltre 180 tonnellate
PSA Venice - Vecon ottiene la certificazione di parità di genere
Genova
È il primo container terminal italiano ad ottenere l'attestazione
È deceduta Maria Teresa Di Matteo, capo del Dipartimento per i Trasporti e la Navigazione
Roma/Gioia Tauro
Mattioli: è stata un importante punto di riferimento per tutto il cluster marittimo italiano
Logistica green, l'AdSP del Tirreno Settentrionale proroga la scadenza del bando
Livorno
Attribuisce sovvenzioni a fondo perduto fino ad un importo massimo di 300.000 euro
Medcenter Container Terminal ha ordinato 20 nuove struddle carrier ibride alla Kalmar
Helsinki
Verranno prese in consegna entro il primo trimestre del 2026
Avviato il servizio intermodale che collega il terminal italiano di Melzo con quello olandese di Moerdijk
Melzo
Operate tre circolazioni settimanali che saliranno a quattro da aprile
COSCO prevede di chiudere il 2024 con una crescita del +95% dell'utile netto
Shanghai
Atteso un EBIT di 69,9 miliardi di yuan (+90,7%)
La catanese F.lli Di Martino ha acquisito 160 nuove unità di carico prodotte dalla piemontese SICOM
Cherasco
Quest'anno l'azienda di Cherasco celebra i 50 anni dalla fondazione
PORTI
Porti italiani:
Ancona Genova Ravenna
Augusta Gioia Tauro Salerno
Bari La Spezia Savona
Brindisi Livorno Taranto
Cagliari Napoli Trapani
Carrara Palermo Trieste
Civitavecchia Piombino Venezia
Interporti italiani: elenco Porti del mondo: mappa
BANCA DATI
ArmatoriRiparatori e costruttori navali
SpedizionieriProvveditori e appaltatori navali
Agenzie marittimeAutotrasportatori
MEETINGS
Il 21 gennaio a Roma si terrà l'assemblea annuale di Federlogistica
Roma
Il tema è: “Le logistiche intelligenti. Se l'intelligenza artificiale irrompe nel mondo della logistica”
Giovedì a Venezia un convegno sulle implicazioni per porti e trasporti marittimi delle crisi geopolitiche
Venezia
È organizzato dall'Università Ca' Foscari e dall'AdSP dell'Adriatico Settentrionale
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RASSEGNA STAMPA
Kuwait approves Chinese company for port operations
(AGBI - Arabian Gulf Business Insight)
Iran signs over $1.8b investment contracts with private sector for ports development
(Tehran Times)
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FORUM dello Shipping
e della Logistica
Relazione del presidente Nicola Zaccheo
Roma, 18 settembre 2024
››› Archivio
Uiltrasporti Campania accusa i vertici dell'AdSP del Tirreno Centrale di aver assunto un atteggiamento provocatorio e di chiusura totale
Napoli
Tentativo - denuncia il sindacato - di sminuire le reali ragioni dello sciopero
Medlog sigla un accordo di partenariato per realizzare un porto secco e un'area logistica in Egitto
Il Cairo
L'area interessata è di circa 102 ettari
Nell'ultimo trimestre del 2024 i ricavi della OOCL sono cresciuti del +55,0%
Hong Kong
I container trasportati dalla flotta sono aumentati del +6,1%
Filt Cgil esorta a buttare nel cestino la proposta sul lavoro portuale dell'Autorità Antitrust
Roma
D'Alessio: l'AGCM non ha minimamente analizzato i reali pericoli per l'integrità del principio della concorrenza
Forte crescita del fatturato annuale delle compagnie Evergreen, Yang Ming e WHL
Taipei/Keelung
Accentuato anche l'aumento dei ricavi nel solo quarto trimestre del 2024
A breve l'avvio dei lavori di riconversione industriale del sito “ex Yard Belleli” nel porto di Taranto
Taranto
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Quella del Tirreno Settentrionale è la prima AdSP a dotarsi del Piano Strategico Antiviolenza
Livorno
L'obiettivo è di prevenire fenomeni discriminatori e violenti all'interno dell'ente
La greca Navarino ha acquisito l'olandese Castor Marine
Londra
Entrambe le aziende sviluppano soluzioni di information technology e di comunicazione per il settore marittimo
Il 21 gennaio a Roma si terrà l'assemblea annuale di Federlogistica
Roma
Il tema è: “Le logistiche intelligenti. Se l'intelligenza artificiale irrompe nel mondo della logistica”
Missione commerciale in Vietnam di Spediporto, AdSP e Comune di Genova
Genova
Incontri in programma a Ho Chi Minh City e Danang
Nel 2024 Interporto Padova ha registrato un traffico intermodale record di quasi 412mila teu (+6,5%)
Padova
Gara per lo sviluppo di attività crocieristiche nei porti greci di Katakolon, Patrasso e Kavala
Atene
Previsto il rilascio di concessioni della durata minima di 30 anni
Il comandante Emanuele Bergamini è il nuovo presidente di USCLAC
Genova
Gianni Badino è stato eletto presidente del sindacato unitario USCLAC-UNCDiM-SMACD
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
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