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Premuda ha concluso il primo trimestre del 2012 con una perdita netta di 1,9 milioni di euro
I ricavi base time charter sono diminuiti dell'1,3% a 26,4 milioni di euro
14 maggio 2012
Nel primo trimestre del 2012 la società armatoriale italiana Premuda ha registrato una perdita netta di 1,9 milioni di euro rispetto ad una perdita netta di 1,3 milioni di euro nel corrispondente periodo dello scorso anno. e l'utile operativo è calato del 19,3% a 1,3 milioni di euro.
«Il risultato del primo trimestre, in calo rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio precedente - ha spiegato oggi Premuda - deriva in larga misura dal negativo andamento dei noli registrato nel comparto dei carichi secchi, con valori ridotti di percentuali comprese tra il 35% ed il 40% circa per le tipologie di naviglio di nostro diretto interesse (handybulk e supramax). Il mercato dei carichi liquidi si è invece posizionato su valori analoghi al primo trimestre 2011, con la sola eccezione (nei comparti di nostro interesse) delle unità aframax product tanker destinate al trasporto di prodotti raffinati (da noi possedute per il tramite della collegata Four Jolly ed impiegate nell'ambito del pool “Taurus”, specializzato per navi di tale tipologia) che hanno realizzato valori inferiori del 38% circa. La FPSO Four Rainbow, che a breve terminerà il proprio impiego sul pozzo Woollybutt - ha precisato la compagnia italiana - ha chiuso il primo trimestre in leggero utile (era risultata in perdita nel primo trimestre dell'esercizio precedente, per gli effetti - più volte illustrati in passato - derivati dal passaggio di un ciclone nell'area di produzione)».
Circa le prospettive del mercato, Premuda ha rilevato che «il secondo trimestre 2012 si è avviato con noli in significativa flessione rispetto al primo trimestre nel comparto cisterniero, mentre nel comparto bulk il mese di aprile 2012 ha registrato interessanti recuperi delle redditività (nell'ordine del 20% sia per le handy che per le supramax) rispetto al primo trimestre dell'anno, pur rimanendo ancora su livelli non soddisfacenti in valore assoluto. Resta ovviamente assai difficile - ha osservato la compagnia - anticipare il futuro di mercati così volatili ed influenzati da moltissimi fattori, non solo economici. Agli effetti dei possibili risultati della flotta del gruppo, si deve comunque ricordare che il mercato in esame è applicabile al 60% circa del totale del tempo/nave disponibile ad inizio esercizio, mentre il residuo 40% circa era coperto da noleggi ragionevolmente soddisfacenti. Le prospettive di più lungo periodo appaiono fortemente dipendenti dall'evolversi della attuale negativa congiuntura economica che sta ancora condizionando i traffici di molte grandi regioni economiche (Europa, Stati Uniti, Giappone) e dalla situazione finanziaria, con particolare riferimento all'atteggiamento del sistema bancario e al rapporto di cambio euro/dollaro. L'elemento comunque più incisivo è costituito dall'esubero di offerta di tonnellaggio rispetto alla domanda di trasporto, a causa della ancor pesante entrata in servizio di nuove navi consegnate dai cantieri».
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