- Domani a Lussemburgo si riunirà il Consiglio UE dei Trasporti con l'obiettivo di approvare l'iniziativa “Connecting Europe Facility” (CEF), che rappresenterà l'ossatura finanziaria delle reti transeuropee dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell'energia nel periodo 2014-2021 e che potrebbe essere dotata nel solo settore del trasporto di 31,7 miliardi di euro.
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- In questo contesto, nell'elenco dei dieci grandi Corridoi su cui si appunterà l'interesse prioritario dell'Unione Europea, verranno inseriti sia il cosiddetto Corridoio Mediterraneo (“erede” nel nome del Corridoio V, dalla Francia verso Slovenia, Ungheria e Ucraina) sia il Corridoio Baltico-Adriatico, che si incroceranno nelle infrastrutture ferroviarie di Cervignano. Lo ha ricordato la Regione Friuli Venezia Giulia che ieri, nella sede dell'ente a Bruxelles, ha tenuto una tavola rotonda sul ruolo economico della connessione ferroviaria tra il Mar Baltico e il Mar Adriatico.
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- «Sta per materializzarsi un grande successo, un risultato che potrà segnare il futuro del Friuli Venezia Giulia - ha commentato l'assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi - e se tra due giorni il Consiglio UE Trasporti condividerà la posizione della Commissione Europea, il Corridoio Baltico-Adriatico avrà dunque superato anche la penultima tappa prima dell'approvazione finale del Parlamento europeo».
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- «L'Unione Europea - ha proseguito Riccardi - guarda a progetti che rispondano ad una logica di sistema. Le Regioni hanno saputo contribuire alle attese che il vicepresidente UE Siim Kallas aveva posto alle 19 Regioni coinvolte in questo progetto, di cinque Paesi diversi, lo scorso anno quando il Baltico-Adriatico stava divenendo una realtà nell'ambito delle nuovi reti di trasporto comunitarie: l'Adriatico Baltico mette insieme un “pezzo” di UE grazie a una rete che collega l'alto Adriatico all'Europa centrale attraversando le Alpi».
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- L'assessore Riccardi ha comunque evidenziato come le nuove infrastrutture siano importanti, ma «da sole non sufficienti. Servono, infatti - ha spiegato - anche politiche e parità di condizioni all'interno dell'Europa - in campo doganale, fiscale, di costo della manodopera - per la gestione dei traffici, e anche capacità di rispettare le regole vigenti».
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- Riccardi ha rilevato che il Baltico-Adriatico sarà identificato, «e - ha sottolineato - forse la cosa non è trascurabile», con il numero 1, al primo posto dunque della lista dei grandi corridoi UE, e corrisponde nel suo sviluppo alle richieste formulate dalla Regione Friuli Venezia Giulia: già previsto nelle precedenti programmazioni comunitarie dai porti polacchi di Gdansk e Gdynia sino a Vienna, ora il Baltico-Adriatico parte da Helsinki e dagli scali marittimi dei Paesi Baltici (Tallinn, Estonia; Riga, Lettonia; Klaipeda, Lituania), attraversa Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia ed Austria e da Tarvisio scende verso Udine e Cervignano. Raggiunge quindi Venezia e Ravenna (possibile una sua estensione sino ad Ancona), ma da Cervignano, verso l'Alto Adriatico, si connette ai porti di Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro, come proposto dall'Italia: Trieste, e «conseguentemente» Monfalcone e Porto Nogaro - ha osservato l'assessore della Regione Friuli Venezia Giulia - sono così identificati come sbocchi portuali naturali altoadriatici del Corridoio, assieme a Venezia, Ravenna e Capodistria (Slovenia), e divengono punti conclusivi della diramazione ferroviaria Udine-Cervignano. Inoltre - ha aggiunto - sempre a Bruxelles è prevista domani su questo tema una riunione bilaterale tra i ministeri dei Trasporti di Italia e Slovenia, «che auspico possa considerarsi “un'apertura a discutere” sul possibile collegamento su rotaia Trieste-Capodistria».
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- Nel corso della tavola rotonda, alla quale hanno tra gli altri partecipato, accanto a Riccardi, gli europarlamentari Antonio Cancian, Joerg Leichtfried (Austria) e Jan Kozlowski (Polonia), Antonio Ferrazza, responsabile per le Reti transeuropee del dicastero italiano delle Infrastrutture e Trasporti, Helmut Adelsberger, della direzione UE Trasporti, e Kurt Fallast, dell'Università di Graz che fra qualche mese presenterà lo studio dedicato ai bacini economici generabili dal Corridoio, è stato ricordato che sui progetti dell'iniziativa CEF l'Unione Europea potrà intervenire finanziariamente sino al 40% delle tratte transfrontaliere, dal 20 al 30% sulle tratte, interne agli Stati, ritenute “colli di bottiglia” della linea, e per il 50% sugli studi.
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- Dopo la decisione del Consiglio UE dei Trasporti - ha ricordato Riccardi - l'ultimo banco di prova sarà pertanto il Parlamento, con le sue Commissioni “Trasporti e Turismo” e “Industria, Ricerca e Energia”: per i primi di novembre - ha concluso - dovrebbe arrivare in modo congiunto il parere positivo da parte di queste due Commissioni, mentre il “via libera” complessivo del Parlamento è previsto per il gennaio del 2013.
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