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- Certo che l'Italia è un paese stupefacente. Siamo una nazione che conduce anni di battaglie per istituire una nuova Autorità di regolazione, che si accapiglia per ottenerne la sede, che si compiace e che si indigna per i criteri e le decisioni di nomina dei suoi organi dirigenti. Ma siamo anche una nazione (sempre la stessa: l'Italia) che invoca la semplificazione, che implora la sburocratizzazione, che denuncia la proliferazione di enti e la sovrapposizione di competenze tra diverse istituzioni statali, regionali, provinciali e comunali e tra i loro innumerevoli organismi.
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- È davvero incredibile: ciò che noi italiani prima riteniamo assolutamente necessario, anzi indispensabile per il corretto ed efficiente funzionamento di comparti dell'economia e della società poi lo reputiamo inutile, superfluo o addirittura dannoso e antieconomico.
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- Per l'Autorità di regolazione dei trasporti siamo alla prima fase.
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- In queste ore Torino festeggia perché con ogni probabilità avrà la sede dell'Autorità dei trasporti. L'annuncio è stato diffuso ieri sera dal senatore pidiessino Stefano Esposito che ha reso noto il via libera dell'assemblea di Palazzo Madama all'emendamento che pone la sede nel capoluogo piemontese. «Una grande vittoria - ha sottolineato il piemontese Esposito - dei senatori piemontesi e di tutto il sistema istituzionale ed economico piemontese. Una battaglia niente affatto facile, piena di insidie e trappole».
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- Una battaglia tra campanili - appunto - quasi certamente vinta da Torino in quanto il provvedimento governativo che ingloba la decisione sulla sede dell'Autorità tornerà alla Camera dove probabilmente verrà posta la fiducia.
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- Qui a Genova non si respira aria di sconfitta forse perché non la si vuole ammettere o semplicemente perché gli sconfitti sono in vacanza. Anche il capoluogo ligure ambiva alla sede dell'Authority e se l'avesse ottenuta esprimerebbe identiche manifestazioni di giubilo.
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- Con il crescente discredito di cui godono le istituzioni politiche, le Autorità acquistano potere. Le Authority sono le nuove panacee che curano tutti i mali. Se qualcosa non funziona, noi italiani provvediamo a nominare chi si incaricherà di farla marciare. Non ci interessa affatto se tra quelle screditate istituzioni ci sono organi che potrebbero fare lo stesso lavoro avendone anche le competenze.
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- Tra quelle dell'Autorità di regolazione dei trasporti ci sono, ad esempio, quelle di garantire condizioni di accesso eque e non discriminatorie alle infrastrutture ferroviarie, portuali, aeroportuali e alle reti autostradali, di definire i criteri per la fissazione di tariffe, canoni e pedaggi e verificare la loro corretta applicazione, di stabilire le condizioni minime di qualità dei servizi di trasporto connotati da oneri di servizio pubblico e di definire gli schemi dei bandi delle gare per l'assegnazione dei servizi di trasporto in esclusiva e delle convenzioni.
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- A queste competenze se ne affiancano molte altre. Molti, moltissimi dei compiti assegnati all'Autorità dei trasporti sono i medesimi attribuiti a svariate istituzioni, prima fra tutte il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
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- L'Autorità dei trasporti avrà una pianta organica di 80 unità e sarà finanziata nei prossimi anni con contributi a carico dei gestori delle infrastrutture e dei servizi regolati.
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- Forse noi abbiamo già superato la prima fase e siamo già alla “fase 2”. Infatti ci siamo chiesti: ma queste competenze non si sarebbero potute assegnare a chi già ce le ha e provvedere che le eserciti? Il tutto senza battaglie e guerre. Poi ci è sorto un dubbio. Siamo andati a controllare: sulla nostra carta d'identità la cittadinanza risulta essere quella italiana. Boh.
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- Bruno Bellio
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