- A Venezia, alla presenza del coordinatore europeo per le Autostrade del Mare, Brian Simpson, e del presidente di Rete Autostrade Mediterranee (RAM), Antonio Cancian, si è tenuto l'evento conclusivo del progetto Adriamos (Adriatic Motorways of the Sea) che ha avuto l'obiettivo di sviluppare il flusso di trasporto marittimo di rotabili tra il porto di Venezia e i porti della costa occidentale della Grecia (Igoumenitsa e Patrasso). Nella città lagunare il progetto si è concretizzato con la realizzazione del nuovo terminal ro-ro che è operativo già dallo scorso maggio a Fusina (Marghera).
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- Il terminal di Fusina è frutto di un investimento pubblico-privato di circa 250 milioni di euro di cui solo 37 a carico del settore pubblico, suddivisi tra finanziamento dell'Autorità Portuale di Venezia, del governo italiano, dell'Unione Europea e della Regione del Veneto, e 80 a carico di Venice Ro-Port Mos, la società che ha costruito e ora gestisce il terminal in concessione.
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- Il nuovo terminal può ospitare quattro traghetti contemporaneamente ed offrire, in virtù di eccellenti collegamenti stradali e ferroviari, servizi logistici di prim'ordine. Nei primi sei mesi di operatività a Fusina sono stati movimentati oltre 18mila veicoli e 42mila passeggeri raggiungendo importanti performance in termini di efficienza (carico/scarico di ogni nave in una sola ora).
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- Sono ammontati ad oltre 12 milioni di euro i finanziamenti concessi dall'UE che sono stati utilizzati per la realizzazione di iniziative concrete per incrementare un servizio di trasporto marittimo, regolare e affidabile tra il porto di Venezia e i porti greci. Se Venezia si è attrezzata con il nuovo terminal, nel porto greco di Igoumenitsa sono invece stati realizzati gli studi preliminari per la realizzazione di un polo logistico (interporto) i cui benefici si trasformeranno in nuove rotte e nuovi traffici tra i due Paesi.
- «L'evento di oggi - ha commentato il presidente di Rete Autostrade Mediterranee, Antonio Cancian - dimostra come la congiuntura attuale sia particolarmente favorevole allo sviluppo di progettualità ad alto valore aggiunto, in virtù del disegno delle grandi reti infrastrutturali europee e delle risorse messe in campo dall'Europa per la loro realizzazione. Per i porti italiani la sfida è duplice: inserirsi nei corridoi multimodali europei adeguando le infrastrutture di raccordo ferro-gomma-acqua e sviluppare servizi logistici avanzati a vantaggio del tessuto produttivo del territorio, imponendosi come veri e propri driver di crescita. RAM, come braccio operativo del Ministero delle Infrastrutture, intende raccogliere questa sfida, operando come trait d'union tra le disponibilità espresse dai programmi di finanziamento europei e lo sviluppo di programmi chiari e condivisi per il rilancio della competitività della portualità italiana».
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- «Concludiamo - ha detto il coordinatore europeo per le Autostrade del Mare, Brian Simpson - un importante progetto che ha consentito di collegare il sud dell'Europa, l'Italia e la Grecia, un progetto che trova la sua eccellenza nella capacità di tagliare i tempi di collegamento tra i mercati e consentire a merci e persone di poter scegliere anche la via del mare, oltre alla strada, per potersi spostare agevolmente. Per il futuro guardiamo con interesse a tutta l'area del Mediterraneo, oltre che all'Adriatico, per capire come possiamo contribuire a sviluppare nuovi progetti e stimolare investimenti. A febbraio chiuderemo la prossima call per nuovi progetti, abbiamo un budget a disposizione di 300 milioni di euro da investire per i prossimi tre anni».
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