- Il Centro Studi della federazione italiana degli spedizionieri Fedespedi ha pubblicato il 16° quadrimestrale di informazione economica “Fedespedi - Economic Outlook” che evidenzia la grande incertezza che caratterizza l'attuale fase economica, con l'impatto dell'epidemia del Covid-19 che si è aggiunto alle precedenti preoccupazioni legate soprattutto alle politiche commerciali protezionistiche e alle tensioni nel Medio Oriente.
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- Relativamente alla diffusione del coronavirus, il Centro Studi di Fedespedi sottolinea che i suoi effetti sull'economia italiana e su quella internazionale sono potenzialmente molto gravi sebbene allo stato attuale sia molto difficile fare previsioni anche a breve termine. Tutto dipenderà - spiega il Centro Studi - dall'estensione dell'epidemia a livello globale, dalla sua durata nel tempo, dalla possibilità che il momento di crisi si esaurisca, o quanto meno si attenui, nell'arco di pochi mesi. In caso contrario è facilmente prevedibile una fase di recessione economica, la cui durata è legata agli stessi fattori.
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- Il report spiega che, per quanto riguarda il 2019, l'anno si è chiuso con una modesta crescita del Pil italiano pari al +0,2%, una situazione di sostanziale immobilità collegata soprattutto alla debolezza della produzione industriale che lo scorso anno ha subito una flessione del -1,3% rispetto al 2018. La produzione manifatturiera italiana risente in modo significativo del forte calo della produzione industriale in Germania, scesa nel 2019 del -1% circa, ma con una flessione del -2,5% nel mese di dicembre.
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- Una nota positiva viene dal commercio estero che si conferma il motore dell'economia italiana. Infatti, nonostante le incertezze a livello internazionale, l'export italiano nel periodo gennaio-novembre 2019 ha segnato una crescita del +3,8% realizzando un deciso aumento del saldo commerciale passato da 33,4 a 47,7 miliardi di euro. I risultati migliori sono stati realizzati verso il Nord America (+14,0%) e verso l'UE a 28 (+7,3%). In decisa crescita anche le esportazioni verso i paesi dell'estremo Oriente (+5,5%).
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- Nel 2019 i porti italiani hanno movimentato un traffico dei container pari a 10,63 milioni di teu, con un aumento del +1,8% rispetto all'anno precedente. Ottimi i risultati di alcuni porti come Napoli (+20,8%), Livorno (+19,4%) e Trieste (+8,8%). Buoni anche i risultati di alcuni porti minori come Ancona (+10,8%) e Civitavecchia (+3,8%). Il porto di Genova, nonostante le note difficoltà che ha dovuto affrontare - rileva il report di Fedespedi - ha realizzato comunque una crescita, seppur modesta, del +0,2%. Da rilevare, da una parte la ripresa del traffico nel porto di Gioia Tauro (+8,4%), conseguenza probabile dei nuovi assetti proprietari del terminal container, dall'altra l'accentuarsi della crisi del porto di Cagliari (-55,1%) dopo l'uscita di Contship come gestore del terminal e l'abbandono della toccata da parte di Hapag Lloyd.
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- I principali porti del Mediterraneo hanno movimentato complessivamente 30,7 milioni di teu, con un incremento del +11,5% sul 2018. Da segnalare le decise crescite di Tangeri (+38,2%) e del Pireo (+28,1%), diventato il maggiore porto del Mediterraneo. Per quanto riguarda i porti del Northern Range l'aumento è stato del +2,5%.
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- Quanto al cargo aereo italiano, il report del Centro Studi evidenzia che il 2019 è stato un anno difficile che ha registrato una flessione del -3,2%, con punte del -7,3% a Bologna, del -6,0% a Venezia e del -5,5% a Roma FCO. Anche Milano MXP, il maggiore aeroporto italiano, ha evidenziato una flessione del -2,5%. In controtendenza alcuni aeroporti minori come Brescia (+29,1%), Pisa (+11,2%) e Taranto (+11,0%).
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