Nel 2022 il volume di merci trasportato via mare è
aumentato lievemente del +0,4% rispetto all'anno precedente, ma la
Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD)
prevede che nel 2023 la crescita sarà più sostenuta e
pari al +2,4%, rialzo che l'organo delle Nazioni Unite ritiene
proseguirà leggermente più contenuto nel quinquennio
successivo con un +2,1% nel 2024 seguito da un +2,2% nel 2025 e poi
+2,2% nel 2026, +2,1% nel 2027 e +2,1% nel 2028.
Nell'ultima edizione della sua pubblicazione “Review of
maritime transport”, l'UNCTAD precisa che differente risulta
l'evoluzione del solo volume di carichi in container trasportati via
mare che nel 2022 ha registrato un calo del -3,7%, flessione che -
secondo l'UNCTAD - sarà seguita quest'anno da una ripresa del
+1,2% che si rafforzerà nel quinquennio 2024-2028 con
incrementi rispettivamente del +3,2%, +3,2%, +3,2%, +3,0% e +2,9%.
L'organo dell'Onu ha rilevato che il tasso di crescita atteso nei
prossimi anni è tuttavia sensibilmente inferiore alla
crescita del +7% circa registrata nei precedenti tre decenni.
Inoltre l'UNCTAD ha evidenziato che prossimamente il settore del
trasporto marittimo contianerizzato potrebbe entrare in una fase di
sovracapacità che le compagnie di navigazione potrebbero
dover fronteggiare ricorrendo allo slittamento della consegna delle
nuove navi ordinate ai cantieri navali, allo slow steaming riducendo
la velocità di navigazione delle portacontainer in servizio o
alla demolizione di navi delle loro flotte.
Tuttavia - ha avvertito l'UNCTAD - la principale sfida che il
settore del trasporto marittimo dovrà affrontare è
quella determinata dal percorso di trasformazione che lo shipping
dovrà intraprendere per la sua decarbonizzazione. «Trovare
un equilibrio tra sostenibilità ambientale, conformità
alle normative ed esigenze economiche - sottolinea la “Review
of maritime transport - 2023” - è essenziale per un
futuro del trasporto marittimo prospero, equo e resiliente».
L'UNCTAD ha rimarcato che i costi per la transizione del trasporto
marittimo verso la sua decarbonizzazione saranno notevoli essendo
necessari - ad avviso dell'organo dell'Onu - ulteriori 2-28 miliardi
di dollari all'anno per decarbonizzare le navi entro il 2050 e
saranno necessari investimenti ancora più consistenti, tra 28
e 90 miliardi di dollari all'anno, per sviluppare entro il 2050 le
infrastrutture per erogare allo shipping i carburanti a zero
emissioni di carbonio. La pubblicazione dell'UNCTAD specifica che la
completa decarbonizzazione potrebbe comportare un aumento dal +70%
al +100% delle spese annuali per l'acquisto di combustibili navali,
costi che penalizzerebbero principalmente i piccoli Stati insulari
in via di sviluppo e i Paesi meno sviluppati che dipendono in larga
misura dal trasporto marittimo.
«Incentivi economici, come prelievi e contributi pagati in
relazione alle emissioni del trasporto marittimo - ha osservato a
tal proposito la direttrice Tecnologia e logistica dell'UNCTAD,
Shamika N. Sirimanne - possono promuovere l'iniziativa e la
competitività dei combustibili alternativi e ridurre il
divario di costo rispetto ai combustibili pesanti convenzionali.
Questi fondi potrebbero anche facilitare gli investimenti nei porti
dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo e dei Paesi meno
sviluppati, concentrandosi sull'adattamento ai cambiamenti
climatici, sulle riforme del commercio e dei trasporti nonché
sulla connettività digitale».
Al fine di assicurare una transizione equa, l'UNCTAD chiede un
quadro normativo universale applicabile a tutte le navi,
indipendentemente dalla loro bandiera, dalla loro proprietà o
dalla loro area operativa.
In occasione della pubblicazione del proprio rapporto l'UNCTAD
ha espresso preoccupazione anche per l'invecchiamento della flotta
mondiale che all'inizio di quest'anno aveva un'età media di
22,2 anni, due anni in più rispetto a dieci anni fa. Inoltre
più di metà della flotta mondiale ha più di 15
anni.