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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XXI - Numero 1/2003 - GENNAIO 2003 |
Trasporto fluviale
La rinascita del trasporto fluviale
Il "possente" Mississippi negli Stati Uniti, il Rio
Magdalena in Colombia, il Rio delle Amazzoni in Brasile ed il
progetto Hydrovia in Argentina e Paraguay, sono i fiumi che vengono
in mente quando si pensa all'uso commerciale di alcune delle più
note idrovie interne esistenti e potenziali del mondo.
L'Europa, naturalmente, con la sua rete di idrovie quali il Reno,
l'Elba ed i vari canali, da lungo tempo domina lo scenario globale
delle idrovie interne. E con l'Unione Europea determinata a ridurre
il numero di veicoli stradali diversificando il trasporto di merci
mediante il dirottamento verso l'acqua e la rotaia, molto è
stato scritto e dibattuto circa le idrovie interne del continente
e le loro diverse utilizzazioni.
In ambito europeo, sebbene i porti del Mare del Nord siano dominati
dal trasporto marittimo, il trasporto fluviale è molto
importante. Infatti, i Paesi Bassi rappresentano la nazione idroviaria
più importante d'Europa, per lo più in ragione della
presenza del Reno. Sebbene grossi quantitativi di merci vengano
consegnati da navi adibite al trasporto marittimo, una buona parte
di essi viene successivamente imbarcata alla volta delle destinazioni
finali situate giù nel cuore dell'Europa dai due principali
porti del paese, Rotterdam ed Amsterdam.
Dei due porti, è forse opportuno enucleare Amsterdam,
dato che dispone di alcune caratteristiche uniche, e uno sguardo
più approfondito ai retroscena delle recenti celebrazioni
per l'anniversario ha rivelato alcuni interessanti fatti relativi
al trasporto idroviario che non sono generalmente molto noti.
Il porto di Amsterdam non è uno scalo marittimo nel vero
senso della parola. E' collegato al Mare del Nord per mezzo del
Canale del Mare del Nord (Noordzeekanaal) e lo è da 125
anni.
In effetti, senza il canale, Amsterdam sarebbe probabilmente
scaduta a pittoresca ma insignificante città provinciale
situata sul fiume Ij, inaccessibile per sempre alle navi da trasporto
marittimo più grandi. Oggi, invece, questa vitale arteria
trasporta qualcosa come 60 milioni di tonnellate di carichi alla
volta del porto di Amsterdam, che attualmente è piazzato
al 17° posto della classifica mondiale.
E' stato nel 17° secolo che vennero elaborati i piani per
collegare Amsterdam al mare per mezzo di un canale il cui tracciato
scorresse attraverso la provincia di Noord Holland. Questi piani
vennero finalmente realizzati nel 1824 per mezzo del canale "Noordhollandsch",
come venne denominato allora.
Tuttavia, nel 1850 divenne chiaro che il canale Noordhollandsch,
profondo 5 metri, necessitava di un approfondimento allo scopo
di accogliere il pescaggio delle imbarcazioni marittime medie
di quel periodo, superiore ai 6 metri. L'unica soluzione percorribile
era quella di scavare attraverso le dune a Velsen (il punto più
stretto in Olanda) per collegare il fiume Ij con il Mare del Nord:
un piano ardito ed ambizioso, per l'epoca.
Dal momento che a quel tempo gli ingegneri idraulici olandesi
non erano in possesso delle cognizioni richieste, venne assoldato
un gruppo di tecnici inglesi per tale compito monumentale. Tuttavia,
dato che gli inglesi non avevano alcuna precedente esperienza
con la violenta azione delle onde del Mare del Nord, finirono
preda della disperazione perché i moli di nuova costruzione
vennero più volte infranti dall'attacco del Mare del Nord.
Malgrado ciò, essi perseverarono e nel novembre 1876 il
canale di 80 km venne finalmente inaugurato.
Gli anni seguenti furono anni di prosperità: i traffici
nel canale e le dimensioni delle navi crebbero rapidamente, con
l'inevitabile risultato della necessità di chiuse più
grandi. Nel 1896, venne costruito il Middenluis e, nel giro di
pochi anni, vennero elaborati piani per una chiusa settentrionale
ancora più grande, anche se la sua costruzione venne rinviata
a causa della Prima Guerra Mondiale.
Quando la Chiusa Settentrionale venne aperta nel 1930, lunga
oltre 400 metri, larga 50 metri e profonda 15 metri, era una delle
più grandi del mondo.
Inevitabilmente, l'aumento del traffico attraverso il Canale
del Mare del Nord e le crescenti dimensioni delle navi hanno chiarito
che oggi il Noordersluis non sarà più sufficiente
per molto.
Come sottolinea Mannes Boelen, dirigente marketing trasporti
dell'Autorità Portuale di Amsterdam, sottolinea: "L'esigenza
di una seconda grossa chiusa adiacente sta ora diventando sempre
più urgente, se non altro per evitare la frustrazione comportata
dai tempi di attesa sempre più lunghi per accedere ai moli
del porto di Amsterdam".
Quest'anno, è stato appena celebrato un altro anniversario:
quello del Canale Amsterdam-Reno, che adesso ha 50 anni.
Dato che le direttrici di traffico idroviario interno che vanno
da Amsterdam a Rotterdam, Anversa, Germania del Nord e Danimarca
sono quelle utilizzate in modo più intenso, il canale Amsterdam-Reno
è un collegamento di importanza cruciale. La Germania,
ad esempio, importa grossi quantitativi di carbone, che viene
trasportato da rimorchiatori a spinta sino a 12.000 tonnellate
per convoglio alla volta delle loro destinazioni finali attraverso
il canale Amsterdam-Reno.
Una delle principali ragioni per cui circa il 40% dei trasporti
containerizzati nei ed attraverso i Paesi Bassi avvengono mediante
idrovie interne è rappresentata dai problemi inerenti le
strade olandesi, che stanno diventando intasate sino al punto
che presto saranno impossibilitate a far fronte al trasporto merci.
Di conseguenza, il ministero dei trasporti e dei lavori pubblici
intende trasferire il 20% circa dei carichi merci dalle strade
alle idrovie. In crudi termini statistici, ciò significa
un volume di merci trasportate pari a 100 milioni di tonnellate
all'anno: il doppio del quantitativo attualmente trasportato dagli
operatori fluviali.
"Tuttavia, dato che il Reno e le idrovie interne hanno un
grosso potenziale di cui attualmente solo il 10% viene utilizzato,
il raddoppio del trasporto merci da ora al 2010 non sarà
un problema" afferma Boelen.
Kees de Vries è il direttore della Koninklijke Schippersvereniging
Schuttevaer, una specie di associazione automobilistica per le
idrovie, nonché il segretario generale del Bureau Voorlichting
Binnenvaart (associazione per informazioni sul trasporto fluviale)
di Rotterdam. E' inoltre vice presidente del centro informazioni
europeo per il suo settore a Bruxelles; rivela cose interessanti
circa il futuro sviluppo delle idrovie interne, in cui il settore
dell'autotrasporto sta svolgendo un ruolo sempre più importante.
L'attuale rapida espansione del numero di terminals per la navigazione
fluviale ne rappresenta sono un esempio, dato che gli autotrasportatori
spesso sono gli operatori di tali terminals: a Nimega, Utrecht,
Zaanstad, Tilburg e Hengelo, ad esempio.
Inoltre, i trasportatori stradali stanno aumentando sempre più
il noleggio di naviglio fluviale quale parte necessaria della
propria concezione logistica: è un modo per superare il
problema dei crescenti intasamenti stradali e per garantire i
tempi di consegna. "Per la stessa ragione, vediamo anche
autotrasportatori che istituiscono depositi in prossimità
dei propri clienti, mentre il flusso principale del loro traffico
viene trasportato da naviglio fluviale" afferma de Vries.
Di conseguenza, il ruolo del trasporto fluviale sta mutando.
Per molti anni, il trasporto fluviale è stato utilizzato
per il trasporto "lento" delle merci alla rinfusa quali
il carbone, i minerali grezzi, la sabbia, la ghiaia ed i prodotti
petroliferi, mentre ci si serviva degli autotrasportatori per
il trasporto rapido di merce impacchettata; le ferrovie, invece,
provvedevano al trasporto "rapido" - per quanto poco
flessibile - delle merci alla rinfusa.
Tuttavia, come sottolinea de Vries, tutto ciò non è
più vero. Sebbene più del 70% del trasporto fluviale
ancora consista di carichi alla rinfusa secchi ed umidi, esso
rappresenta altresì il 40% circa del trasporto containerizzato
nei ed attraverso i Paesi Bassi, e quella quota di mercato sta
ancora crescendo.
"Per il futuro, vogliamo conseguire lo stesso modello della
distribuzione dei carichi pallettizzati, come quello tra i centri
di distribuzione ed i supermercati. Ciò avverrà
in collaborazione con gli autotrasportatori e coinvolgerà
tutto il settore. Stiamo cominciando a scuotere l'immagine dei
trasportatori di rinfuse di basso livello. In questi giorni, vengono
trasportati talco, televisioni e pannolini pallettizzati in battelli
fluviali completamente chiusi, per mezzo delle cosiddette "cavallette
di fiume" che vengono caricate tramite convogliatori rotabili"
afferma de Vries.
Per molti, l'attuale presupposto da cui parte il settore fluviale
è che, almeno in ambito europeo, la distanza minima per
ottenere costi razionali con il trasporto di merci attraverso
idrovie è di circa 500 km, mentre l'autotrasporto predomina
al di sotto di tali distanze.
Tuttavia, de Vries sostiene che il trasporto fluviale non è
più sinonimo di lunghe distanze e che oggi distanze di
20-30 km stanno diventando sempre più comuni.
"Ciò è stato reso possibile dalla densa rete
di terminals fluviali nelle direttrici quali la Amsterdam-Beverwijk,
la Amsterdam-Zaanstad, la Rotterdam-Moerdijk e la Rotterdam-Dordrecht,
in cui le navi possono viaggiare alla volta delle proprie destinazioni
quattro o cinque volte al giorno, avvicinandosi in tal modo alla
flessibilità di un camion.
"L'introduzione di battelli fluviali più piccoli
e veloci che sono in grado di trasportare 32 TEU alla velocità
di 20 km/h rappresenta una logica conseguenza di tale linea di
tendenza. Otto di tali navi sono già operative, ma il loro
armatore, la Neo Logistics Services, già parla di una flotta
di 50 unità. Pensate a loro mentre se ne vanno in giro
come biciclette di fattorini, non solo tra gli scali marittimi
ed i terminals fluviali, ma anche tra i centri di snodo interni
medesimi, quali Tilburg e Helmond" dichiara de Vries.
De Vries ritiene che le principali opportunità per il
canale Amsterdam-Reno risiedano nell'hinterland della Germania
settentrionale. Esso offre alle navi formate da quattro chiatte
a spinta/trazione una connessione diretta con la principale arteria
trasportistica europea - il fiume Reno - che ha un significato
notevolissimo per l'enorme flusso di merci alla volta della Renania-Westfalia
Un esempio è costituito dalle combinazioni multimodali
da Amsterdam e Coevorden, che disporranno di un terminal interno,
così come del terminal ferroviario del Bentheimer Eisenbahn.
Ma ci sono anche possibili combinazioni con altri terminals nella
parte settentrionale dei Paesi Bassi, quali Veendam, Meppel o,
in futuro, Kampen.
I caricatori fluviali olandesi continueranno, perciò,
ad elaborare le proprie strategie innovative per il settore del
trasporto fluviale e hanno ogni intenzione di mantenere il proprio
saldo punto d'appoggio nel mercato.
Le navi olandesi rappresentano circa la metà di tutto
il trasporto fluviale transfrontaliero nell'Unione Europea, e,
dopo solo un anno in seguito all'inaugurazione nel 1997 del canale
Meno-Danubio nella Germania meridionale, le navi olandesi costituiscono
il 50% circa di tutti i trasporti nel canale. E, se i segnali
cono corretti, il trasporto fluviale olandese dovrebbe avere un
importante potenziale di crescita negli anni a venire.
(da: Cargo Systems, dicembre 2002)
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