|
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXI - Numero 12/2003 - DICEMBRE 2003 |
Legislazione
Standard globali per la sicurezza della catena delle forniture
Il Codice ISPS (codice internazionale sulle navi e sulle infrastrutture portuali), introdotto dalla IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) nel dicembre 2002, fornisce una struttura normativa ai fini del miglioramento della sicurezza a bordo delle navi e nell'ambito dei terminals. Se esso verrà correttamente implementato, le navi e le infrastrutture portuali avranno un controllo molto migliore sul personale che entra ed esce nelle/dalle proprie infrastrutture e sulla verifica del bagaglio e degli effetti personali. Le navi e le infrastrutture portuali dovrebbero altresì essere facilitate nella valutazione della minaccia potenziale che una nave od un porto possono comportare. Tuttavia, anche una diligente applicazione del Codice (e resta da vedere se esso verrà applicato e fatto osservare rigorosamente) possa risolvere del tutto il problema della sicurezza marittima. Il Codice affronta le questioni del controllo degli accessi, del monitoraggio e della sorveglianza, del controllo dei bagagli e delle perquisizioni personali. Questi provvedimenti possono certamente contribuire alla riduzione dei crimini e del rischio di dirottamenti, ma non affrontano la questione che cagiona le maggiori preoccupazioni: quella di un'arma di distruzione di massa trasportata di nascosto in un container e diretta ad un obiettivo, situato magari a molte miglia dal mare, nel quale possano verificarsi perdite di vite umane o danni significativi ai beni nazionali.
Anche se il Codice non si occupa del difficile problema di riuscire a sapere con precisione che cosa c'è nel contenitore quando attraversa la sezione marittima della catena delle forniture, l'IMO non ha ignorato il problema. Nel medesimo momento in cui il Codice ISPS veniva siglato, sono state approvate diverse altre risoluzioni inerenti alla sicurezza. Di particolare significato per l'industria logistica del trasporto merci è la Risoluzione 9 "Miglioramento della sicurezza in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale delle Dogane". La Risoluzione 9 sposta l'attenzione dell'IMO sulla specifica questione della sicurezza delle unità di trasporto dei carichi chiusi e sull'esigenza di occuparsi della sicurezza dell'intera catena delle forniture. L'IMO storicamente si è sempre limitata alle navi ed alle operazioni navali. Vi erano, in effetti, parecchie discussioni in seno all'IMO, prima dell'emanazione del Codice lo scorso anno, circa l'ipotesi che le sue deliberazioni potessero riguardare le attività di tutte le infrastrutture a terra. Mediante la Risoluzione 9 l'IMO si rivolge alla WCO (Organizzazione Mondiale delle Dogane) affinché essa assuma un ruolo di guida nello sviluppo di standard internazionali in merito alla sicurezza della catena delle forniture.
Lo scorso anno è stata costituita dalla WCO una unità operativa al fine di migliorare "la sicurezza e la agevolazione della catena delle forniture dei traffici internazionali". L'unità operativa da allora ha conseguito alcuni obiettivi preliminari sotto le sembianze di un accordo sulle linee-guida per gli standard e le procedure su questioni quali le informazioni preventive sui carichi e lo sviluppo di una struttura per la descrizione comune di consegne ad alto rischio. L'accento, nei lavori della WCO, è stato posto sulla concertazione inerente ai protocolli doganali globali al fine di migliorare la ricezione tempestiva di informazioni sui carichi, di modo che le organizzazioni doganali possano effettuare le proprie valutazioni in ordine ai rischi che i carichi presentano nei loro paesi.
Il segretario generale della WCO ha sottolineato come qualsiasi soluzione globalmente accettabile debba essere sia praticabile che economicamente valida per i paesi in via di sviluppo così come per quelli situati nell'Occidente che sta meglio. Non si insisterà ad ogni costo sui sistemi di rintracciamento basati su internet e sui sistemi di identificazione delle frequenza radio in paesi in cui non vi siano forniture di energia o sistemi telefonici affidabili. Nel periodo successivo all'11 settembre 2001, molti dei fornitori di sistemi elettronici per la gestione della logistica sono stati molto attivi nel promuovere i propri sistemi in risposta alle esigenze di sicurezza della catena delle forniture. Diversi di loro sono in fase di collaudo presso varie catene della fornitura nel quadro dell'iniziativa finanziata dal governo statunitense "Operazione Commercio Sicuro".
Lo scopo di tale iniziativa è quello di identificare gli strumenti con i quali la sicurezza della catena delle forniture possa essere migliorata. L'Operazione Commercio Sicuro ha adottato un approccio alternativo a quello della WCO nell'affrontare il problema della sicurezza dei contenitori. Il progetto esamina in dettaglio una gamma di reali catene internazionali delle forniture, alla ricerca di soluzioni pratiche in ordine a come:
- incrementare la fiducia in relazione al fatto che il contenuto di un contenitore sia ciò che il manifesto dice;
- conservare l'integrità di un contenitore dopo che è stato sigillato.
Un aspetto significativo del progetto è quello dell'identificazione delle esigenze inerenti ad un hardware ad alta tecnologia, da collaudare successivamente. L'Operazione Commercio Sicuro rappresenta il programma governativo statunitense prioritario per la sicurezza dei containers. E' probabile che i risultati abbiano effetti a lungo raggio sul settore dei trasporti containerizzati.
Esistono preoccupazioni che, a seguito dell'Operazione Commercio Sicuro, il settore della logistica containerizzata possa ritrovarsi tra capo e collo la richiesta di utilizzare sigilli elettronici, sistemi di tracking ecc., che apporteranno costi aggiuntivi enormi ed oneri organizzativi con incrementi minimi della sicurezza reale. Un ulteriore effetto potrebbe essere quello che le imprese più piccole ed alcuni degli stati in via di sviluppo non in possesso delle infrastrutture per supportare con prontezza il tracking elettronico ecc., possano ritrovarsi esclusi dai (o svantaggiati nei) traffici con gli Stati Uniti. Ciò potrebbe comportare l'effetto di aumentare la povertà e la sfiducia proprio in quei paesi in cui più si dovrebbero incoraggiare la stabilità e la cooperazione allo scopo di combattere il terrorismo internazionale.
(da: Cargo Systems, novembre 2003)
|