Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
10:32 GMT+2
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXIX - Numero 10/2011 - OTTOBRE 2011
Porti
Delizie turche
“I porti containerizzati in Turchia hanno assistito ad una
crescita a cifra doppia negli ultimi anni e noi ci aspettiamo che
gli hinterland continuino a generare una buona domanda per i porti
del paese in futuro” commenta Mark Simmons, vice presidente ed
amministratore delegato della M&N (Moffatt & Nichol) di
Londra.
Sulla base dei dati forniti da Containerisation International, i
traffici complessivi dei porti containerizzati in Turchia si sono
incrementati da 3,2 milioni di TEU nel 2005 ad oltre 5,3 milioni di
TEU alla fine del 2010, il che equivale ad un tasso di crescita
annua medio del 10,6%.
Sebbene il 2009 sia stata un'annata difficile anche per la
Turchia, in cui i traffici di box sono scivolati da poco più
di 5,3 milioni di TEU nel 2008 a 4,5 milioni di TEU, tutte queste
perdite sono state recuperate nel 2010.
Inoltre, si stima che nella prima metà del 2011 i
traffici containerizzati siano aumentati dal 12 al 14 per cento
rispetto al corrispondente periodo del 2010.
“Come tale” aggiunge Simmons “la Turchia è
in buona posizione, in termini generali, per continuare ad assistere
ad una buona domanda futura di contenitori presso i propri porti”.
Anche le dimensioni della popolazione costituiscono un
importante fattore nel paese, dato che esse hanno una forte
rilevanza sui porti-chiave ed i loro hinterland.
Secondo i dati del 2009 della Banca Mondiale, la popolazione
complessiva della Turchia era di circa 74,8 milioni di persone, con
Istanbul a contare 12,8 milioni di abitanti, un notevole incremento
rispetto ai dati del censimento del 1990, che parlavano di 6,6
milioni di abitanti.
La capitale nazionale Ankara costituisce il secondo agglomerato
urbano in termini di grandezza, con una popolazione stimata in 4,3
milioni di persone, ed è seguita dalla città portuale
di Smirne, con 3,3 milioni di abitanti.
“Dal momento che la popolazione tende a continuare ad
incrementarsi, queste zone-chiave resteranno i principali centri di
consumo ed i maggiori porti che si presentano quali porte d'accesso
al loro servizio dovranno svilupparsi ed espandersi al fine di
movimentare con efficienza i traffici in più” spiega il
dirigente della M&N.
Precisa Simmons: “La Turchia è un paese con regioni
portuali dell'hinterland assai definite, suddivise in tre diverse
zone, segnatamente il Mar di Marmara, il Mediterraneo orientale ed
il Mar Egeo.
Fra queste zone, i porti del Mar di Marmara rappresentano il 65%
dei traffici containerizzati complessivi turchi”.
Aggiunge poi: “Ci aspettiamo buoni tassi di crescita in
tutte queste zone, senza che peraltro si verifichino significativi
mutamenti delle attuali quote di mercato nelle singole regioni”.
Ciò contrasta con la situazione degli ultimi cinque anni,
in cui si sono visti i porti del Mar di Marmara diventare
relativamente più importanti, dato che le loro quote di
mercato sono salite dal 61% del 2005 al 65% dell'anno scorso.
In gran parte, ciò è stato conseguito a spese
dell'area dell'Egeo, in cui il maggior porto, Smirne, ha visto
diminuire i propri traffici.
Nel 2010, quest'ultima regione ha rappresentato appena il 15%
dei traffici di box complssivi della Turchia, mentre il settore dal
Mediterraneo orientale è derivato il 20% stimato di tutti i
container movimentati (v. tabella).
Quote dei traffici containerizzati
turchi Suddivisi per regioni, nel periodo 2005-2010
Regione
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Mar di Marmara
61%
61%
62%
65%
62%
65%
Mediterraneo orientale
19%
18%
19%
18%
20%
20%
Mar Egeo
20%
21%
19%
17%
18%
15%
Fonte: Moffatt & Nichol
Ripartizione geografica
La Turchia da tempo rappresenta una nazione commercialmente a
sé, dal momento che i servizi di navigazione di linea in
genere si ripartiscono fra queste regioni geograficamente definite,
di cui Istanbul, Smirne e Mersin costituiscono le opzioni di scalo
preferite.
È in queste zone portuali che anche i nuovi sviluppi e
miglioramenti delle infrastrutture portuali si sono concentrati ed è
stata aumentata la capacità di movimentazione dei
contenitori.
Malgrado ciò, gli scali dei vettori marittimi in questi
porti sono stati effettuati – e continuano ad esserlo –
prevalentemente da navi di raccordo ed infra-regionali che
dispongono di salde connessioni agli hub di trasbordo regionali di
primaria importanza, quali il Pireo, Taranto, Gioia Tauro, Port Said
East e Marsaxlokk.
Ciononostante, l'impiego di navi più grandi sulle
rotte-chiave est-ovest ha comportato un notevole impatto sulla
Turchia ed i suoi terminal.
Spiega Simmons: “Le navi impiegate sugli allacciamenti con
l'Asia e l'Europa/Mediterraneo sono aumentate sostanzialmente quanto
a dimensioni nel corso dell'ultimo decennio, dato che le navi da
3.500-4.000 TEU sono state sostituite con unità da
6.000-6.500 TEU ed ora, in alcuni casi, da unità da 11.000
TEU ed oltre.
Ciò ha comportato degli effetti anche sul settore degli
hub-and-spoke, semplicemente perché ci sono più
carichi di raccordo ad essere movimentati, mediante un aumento della
frequenza dei servizi ovvero per mezzo di navi feeder più
grandi”.
Simmons suggerisce che adesso è in corso un altro
cambiamento, dal momento che in Turchia si assisterà
probabilmente ad un aumento degli scali da parte di navi impiegate
direttamente negli allacciamenti Asia/Mediterraneo.
Questo aveva iniziato a verificarsi prima della recessione
economica del 2008/09, in particolare da e per la zona del
Mediterraneo orientale /Mar Nero, ma i volumi in calo avevano in
seguito indotto i vettori marittimi a tornare alle strategie di
trasbordo.
Attualmente, Hanjin Shipping, Hyundai Merchant Marine, UASC e
Yang Ming offrono congiuntamente scali settimanali a Mersin
nell'ambito del proprio servizio Asia settentrionale e
Singapore-Italia/Adriatico.
L'iniziativa utilizza navi in grado di trasportare 4.700 TEU.
Anche la MSC indirizza alcune delle sue navi più grandi
in Turchia, scalando regolarmente l'infrastruttura Marport
controllata dalla Arkas ad Ambarli.
Presso il West Terminal, l'operatore ha recentemente dato il via
ai lavori di costruzione relativi all'ampliamento di 60 metri della
linea di ormeggio (sino a 360 metri) al fine di movimentare in modo
più sicuro questa navi.
Un altro notevole servizio è l'allacciamento ME3 della
Maersk Line, che collega Ambarli, Haydarpasa e Mersin con Jebel Ali
(a Dubai) e porti-chiave in India, fra cui Jawaharlal Nehru Port e
Pipavav.
Sulla rotta in questione vengono impiegate navi di oltre 3.500
TEU.
Sebbene la M&N non si aspetti mutamenti radicali nella quota
del mercato dei container della Turchia controllato dalle singole
regioni portuali, i terminal ed i porti nel loro ambito potrebbero
conseguire prestazioni dal ritmo differente, dal momento che i
traffici dei vari hinterland diventano una forza di condizionamento
più importante.
Nella regione di Marmara, ad esempio, il complesso di Ambarli ed
i orti di Gemlik/Gemport e Haydarpasa si stanno tutti facendo una
durissima concorrenza per servire le zone interne densamente
popolate attorno ad Istanbul ed Ankara.
In tutti i casi, comunque, le importazioni superano le
esportazioni ed è improbabile che la situazione cambi.
Altrove, la situazione è diversa, dal momento che Mersin
deve affrontare una concorrenza assai minima nel Mediterraneo
orientale e nelle zone fortemente condizionate dalle esportazioni
nella parte orientale del paese.
In questo settore, le esportazioni superano le importazioni
nella proporzione di tre ad uno.
Nel settore dell'Egeo, predomina Smirne; essa deve affrontare
solamente una limitata concorrenza da parte dei nuovi porti
realizzati nella baia di Nemrut.
Il suo immediato hinterland è estremamente allettante.
Tuttavia, i problemi con il programma di privatizzazione del
governo per il porto hanno afflitto i piani di ammodernamento del
complesso; di conseguenza, la sua competitività complessiva
ed i suoi volumi containerizzati hanno subito una stagnazione, tanto
che alcune compagnie di navigazione al momento indirizzano via
strada i propri carichi verso porti situati nel cluster di Istanbul.
Quindi, secondo la M&N la vera problematica per gli
operatori portuali e terminalistici che realizzano capacità
aggiuntiva di movimentazione dei contenitori consiste
nell'identificare dove – nell'ambito delle regioni interne –
i futuri flussi di carico diventeranno più sostenuti e quali
tendenze potrebbero connotare i traffici.
La M&N ha intrapreso un notevole lavoro in relazione a
questa regione mediante la realizzazione di un modello inerente ai
costi complessivi della filiera delle forniture.
Spiega Simmons: “Osservando i costi della navigazione
marittima, gli oneri di movimentazione portuale e le spese di
trasporto terrestre, siamo in grado di accertare la competitività
dell'intera filiera delle forniture containerizzate dal paese estero
di origine alla destinazione finale del mercato interno, nonché
di farlo anche per le movimentazioni dei carichi di ritorno”.
Sulla base di questa analisi, la mappa sottostante rivela i
quattro distretti portuali-chiave che mostrano con particolare
precisione le zone di raccolta dei carichi.
La densa popolazione attorno ad Istanbul ed Ankara senza dubbio
supporta le infrastrutture nel Mar di Marmara (in particolare il
porto di Ambarli) mentre le infrastrutture gestite dalla PSA
International a Mersin traggono vantaggio dalla popolazione e dai
cluster industriali ed agricoli situati nelle regioni centrali del
paese.
Secondo la M&N, la “grande differenza potenziale”
risiede della Turchia orientale, laddove i potenziali flussi di
carico futuri sono condizionati da ciò che accade nel porto
di Iskenderun.
Spiega Simmons: “Se Iskenderun sviluppasse infrastrutture
competitive e di qualità per la movimentazione di
contenitori, allora vi sarebbe un potenziale accertato per il porto
di attrazione di volumi, dei quali la maggior parte sarà
costituita da carichi in esportazione da est e da quanto attualmente
viene indirizzato via Mersin”.
Negli anni '70-'80, Iskenderun ha movimentato notevoli volumi di
carichi da e per l'Iraq e questo è un altro solido potenziale
corridoio di traffici per il porto in futuro, data la ricostruzione
in corso nel paese ed i piani a lungo termine del governo ai fini
della industrializzazione ed allo scopo di diventare un soggetto più
importante nel contesto dei traffici internazionali.
Puntare agli hinterland
“Dato il crescente interesse per la razionalità dei
costi presso tutti i porti, i caricatori ed i vettori marittimi
coinvolti nel mercato turco sono assai interessati agli hinterland
di cui i porti sono al servizio” afferma Simmons.
Anche se Simmons non prevede nessun cambiamento importante nei
modelli di consumo e di generazione dei carichi nei rispettivi
distretti dell'hinterland, è invece ottimista circa le
prospettive di crescita e, quindi, i traffici potenziali dei porti.
Precisa Simmons: “Guardando avanti, il potenziale di
crescita a breve termine dei porti turchi sarà robusto, dal
momento che la crescita dei volumi containerizzati probabilmente
raggiungerà quasi il 10% annuo.
È verosimile che gli hinterland serviti dai porti del
paese restino gli stessi ed è più probabile che, se
dovesse verificarsi qualche cambiamento, questi avverrebbero nel
settore del Mediterraneo orientale.
“Se Iskenderun dovesse diventare più competitivo e
togliere alcuni di questi carichi a Mersin, quest'ultimo cercherebbe
altri carichi a nord di dove è situato.
Nel contempo, vedo il tentativo di Smirne di ampliare il proprio
ruolo di accaparratore di carichi nella regione attualmente servita
dai porti situati attorno ad Istanbul.
Tuttavia, il conseguimento di questo obiettivo richiederà
miglioramenti delle sue infrastrutture per la movimentazione dei
carichi e la capacità complessiva di collegamento (accesso
stradale e ferroviario)”.
Non c'è alcun dubbio che i porti della Turchia
attualmente dispongano di regioni dell'hinterland ben definite.
Data l'attesa di una crescita futura di segno positivo, la
capacità di raggiungere altre zone interne servite da porti
competitivi sarà un'impresa difficile.
Ciononostante, ci si aspetta una crescita promettente in futuro,
dal momento che il ruolo del paese nei traffici internazionali è
in espansione e che i vettori marittimi stanno rispondendo mediante
l'ampliamento dei servizi sia interregionali e di navetta-raccordo,
sia di quelli di scalo diretto a lungo raggio, in particolare con
l'Estremo Oriente, l'Asia meridionale ed il Medio Oriente da e per
il paese.
Quanto ai porti, saranno le infrastrutture situate in distretti
affermati a produrre lo slancio della crescita. (da:
Containerisation International, 01.10.2011)
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore