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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXIX - Numero 12/2011 - DICEMBRE 2011
Studi e ricerche
Necessaria una navigazione ancora più lenta?
Uno steaming a velocità ancora più bassa sarà
necessario se ci si vuole adeguare agli obiettivi di riduzione delle
emissioni di carbonio attualmente in discussione nell'ambito
dell'IMO, della Commissione Europea e dell'ONU, fra cui il
raffreddamento del pianeta del 2% in gradi centigradi, nonché
un altro taglio del 40% delle emissioni navali.
Questo è stato il crudo messaggio consegnato a metà
dello scorso mese di novembre da Albrecht Grell, vice presidente
esecutivo delle Soluzioni Marittime del Germanischer Lloyd.
Avvisa Grell: “Non esistono altre cure magiche.
Il gas naturale liquefatto (LNG) è la soluzione più
promettente, ma bisogna vedere se la politica la vorrà
adottare.
Nel frattempo, esistono molte altre soluzioni, come il
miglioramento dell'ottimizzazione dello scafo delle navi, la pulizia
dei propellenti, l'ottimizzazione dei rivestimenti e del tiraggio,
la manutenzione e la copertura degli scafi, la valutazione delle
condizioni meteo, ma i miglioramenti che essi apportano sono solo
progressivi.
La buona notizia per gli armatori, tuttavia, è che molti
di loro possono essere classificati come frutti appesi in basso con
brevissimo periodo di raccolta.
Ciò non è difficile, dal momento che ora il
carburante rappresenta più della metà di tutti i costi
di viaggio”.
Secondo gli studi del GL, i suoi programmi di ottimizzazione
dello scafo sono già in grado di far risparmiare fra il 2% e
l'8% delle spese di carburante.
Al fine di contribuire a dimostrare il vantaggio di tale
strumento, è stato chiarito che il carburante attualmente
ammonta al 61% dei costi tipici di una portacontainer da 4.250 TEU
operativa dall'Asia all'Europa ad una velocità ridotta di 19
nodi, mentre i costi fissi operativi (11%) ed i costi di capitale
(29%) rappresentano la percentuale residua.
Se la nave viaggiasse a 24 nodi, i suoi costi di rifornimento di
carburante ammonterebbero alla incredibile cifra di 90.000
dollari/USA al giorno, che è di gran lunga maggiore
dell'attuale tariffa di noleggio della nave fissata fra 19.000 e
25.000 dollari USA/giorno.
Continua Grell: “Ciò non significa che abbiamo
rinunciato a cercare altri modi radicali per ridurre le emissioni di
carbonio.
Al contrario, stiamo attualmente lavorando al progetto di una
nave feeder a zero emissioni spinta da idrogeno liquido mediante
l'utilizzazione di aree di rifornimento di carburante la cui energia
è fornita da pale eoliche.
Secondo il Germanischer Lloyd, la Commissione Europea appare
prossima a raccomandare che il gas naturale liquefatto venga usato
dagli armatori quale quale carburante alternativo quando operano
nelle acque costiere europee.
Torsten Schramm, dirigente operativo capo del GL, sostiene: “Ne
stiamo parlando da mesi, non da anni”.
L'approvazione da parte degli stati membri dell'Unione Europea
potrebbe richiedere molto più tempo, tuttavia, dal momento
che i porti cittadini restano riluttanti ad investire nelle
necessarie infrastrutture di rifornimento a causa dei pericoli di
esplosione dello LNG.
Un errore potrebbe condurre ad un'elevata mortalità e non
solo ad un inquinamento.
Pertanto, quali che siano le raccomandazioni che il Parlamento
Europeo possa effettuare, restano da superare notevoli ostacoli.
Commenta Schramm: “A differenza del combustibile nucleare,
noi ciononostante restiamo convinti che il settore marittimo sia
pronto per lo LNG.
I trasportatori di LNG vanno in giro da molto tempo e perciò
non è come se stessimo parlando di una concezione
rivoluzionaria.
Inoltre, il nostro esperimento con la petroliera da 25.000
tonnellate Bit Viking, attualmente operativa in giro per la
Scandinavia ed il Baltico, mostra come il carburante in questione
possa essere utilizzato in sicurezza da motori navali modificati
(invece del rigassificatore utilizzato dalle gasiere LNG).
“Non stiamo raccomandando lo LNG come unico modo per gli
armatori per ripulire il pianeta; si tratta solo di uno degli
strumenti a disposizione per certi tipi di navi che operano in
condizioni ben definite.
Ad esempio, le navi containerizzate da cabotaggio sono dei buoni
candidati, dal momento che solo il 3% circa della loro capacità
verrebbe perduto nel corso dell'installazione delle cisterne di
carburante in coperta”.
La Commissione Europea sulla questione si trova fra l'incudine
ed il martello poiché essa ha obiettivi ambientali ambiziosi
che con scarsa probabilità potrebbero essere raggiunti se le
idee rimanessero chiuse nel cassetto”.
Essa ha raccomandato che le emissioni di CO2 derivanti dal
trasporto vengano ridotte del 60% entro il 2050 nel suo Libro Bianco
intitolato “Tabella di marcia verso un'unica area di trasporto
europea”, compreso il taglio del 40% delle emissioni navali.
Anche se vettori come la CMA CGM affermano di aspettarsi di
raggiungere il proprio obiettivo quinquennale della riduzione del
30% di CO2 entro il 2012, finora gran parte di questo risultato è
stato conseguito mediante lo steaming a bassa velocità, la
prima ondata del quale sta per giungere a riva.
In altre parole, il settore appare ora maggiormente dipendente
da piccoli miglioramenti progressivi, che costituiscono ben altra
cosa rispetto all'incremento di economie di scala. (da:
Containerisation International, 01.12.2011)
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