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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 15 MARZO 2017
LEGISLAZIONE
IL SETTORE DELLO SHIPPING STA REAGENDO IN MANIERA ECCESSIVA
ALLA TEMPISTICA DELLA REGOLAMENTAZIONE?
Sin dallo scorso autunno, molti soggetti con interessi nel
settore dello shipping descrivono una valanga di scenari da "giorno
del giudizio" in ordine all'attuazione della Convenzione sul
Trattamento delle Acque di Zavorra, in seguito alla indignazione per
la regolamentazione inerente alla SOx 2020.
Ora si tratta della decisione dell'Unione Europea di
"intimidire" preventivamente l'IMO per il 2023.
Negli ultimi due casi, l'indignazione e lo stress sono spesso
sbagliati o miopi, che venga fatto di proposito o no.
Nel caso del Trattamento delle Acque di Zavorra, la tempistica
non piace a causa dello stato prevalente del mercato dei noli nella
maggior parte dei settori, ma questo verrà analizzato un po'
più avanti.
Un sacco di soggetti attivi nel settore immaginano che le
raffinerie ed i fornitori di bunker non saranno pronti in tempo per
il 2020 e pensano che un cambiamento globale improvviso il 1°
gennaio 2020 sarà davvero uno shock.
Coloro che dicono così ignorano il fatto che anche se la
data fosse prevista nel 2050 le raffinerie si starebbero solo
preoccupando di non far nulla sino a poco prima.
Allo stesso modo, la maggior parte degli armatori comincerebbe
ad esaminare le proprie opzioni solo all'ultimo minuto, non importa
quale sia la data prescelta.
Nel Trattamento delle Acque di Zavorra gli armatori avrebbero
qualche scusa in ragione del fatto che la Guardia Costiera degli
Stati Uniti non ha approvato nessun sistema, ma questo non sarebbe
il caso delle torri di lavaggio e del gas naturale liquefatto, che
sono già in uso nelle Aree di Controllo delle Emissioni, e le
cui incognite tecniche vengono sistemate col tempo.
Riguardo al fattore "scioccante" di un limite alle
emissioni istituito da un giorno all'altro, sembra che tutti abbiano
dimenticato il punto davvero importante della tolleranza concessa
agli armatori sin dal 2005, quando venne istituita la prima Area di
Controllo delle Emissioni Solforose nel Nord Europa.
I fornitori di bunker non erano pronti e gli armatori non erano
sicuri di che cosa aspettarsi, persino di più di quanto
accadrà nel 2020.
Allo stesso modo, le preoccupazioni in vista del cambiamento del
1° gennaio 2015 si sono rivelate del tutto infondate.
Per i primi mesi del 2005, nel caso un operatore potesse provare
di aver cercato di reperire le classi appropriate di carburante,
nell'ambito di costi e tempi ragionevoli, le autorità
avrebbero offerto esenzioni e consentito alle navi di entrare nelle
aree designate.
Ovviamente gli armatori che avevano abusato di tale tolleranza
avevano fatto alzare bandiere rosse di cui ci si era rapidamente
occupato.
Generalmente ai fornitori di bunker era stato dato il tempo di
adeguarsi alle richieste senza penalizzare gli armatori.
Senza dubbio, si assisterà alla stessa tolleranza nel
2020, non diversamente dalle possibilità di rinvio che gli
armatori hanno ricevuto per il Trattamento delle Acque di Zavorra a
causa della lacuna provocata dalla Guardia Costiera degli Stati
Uniti.
Le nuove regole spesso non sono perfette, ma coloro che sono
incaricati di renderle esecutive lo capiscono anche e mostreranno
un'appropriata tolleranza fino a quando le cose non si sistemeranno
col tempo.
E quanto a quelli che sono preoccupati per il fatto che non ci
saranno regole uguali per tutti, una regolamentazione dello zolfo a
livello mondiale sarà molto più facile da controllare
rispetto a quella di un'Area di Controllo delle Emissioni.
Se non si dispone di una torre di lavaggio o di altre
alternative accettabili, allora se si ha carburante ad elevato
contenuto di zolfo nel serbatoio si è in difetto, oppure lo
sono i fornitori.
Qualcuno cercherà di aggirare il problema, ma questo
accade con qualsiasi regolamentazione.
Questo non giustifica chiunque altro ad oltrepassare il livello
di quelle eccezioni.
Alcuni armatori cercano scuse per gettare la colpa sugli altri.
Una valida scusa è la mancanza di finanziamenti, quale
conseguenza del brutto clima di mercato.
Peraltro, i finanziamenti per l'aggiornamento sono disponibili
presso varie fonti, come la Ursus che offre finanziamenti basati sui
risparmi, ovvero presso le agenzie di credito per le esportazioni,
in entrambi i casi minimizzando gli esborsi monetari.
Inoltre, quegli armatori che non possono permettersi un
Trattamento delle Acque di Zavorra finiscono solo per aiutare la
ripresa del mercato attraverso l'accelerazione delle rottamazioni.
Ovvero, dato che non sono troppi i nuovi fondi esterni che
decidono di buttarsi nel mercato estremamente depresso, comperando
vecchie unità e riducendo lo slancio delle rottamazioni.
L'ultima irragionevole indignazione è quella nei
confronti del voto dell'Unione Europea il 15 febbraio scorso.
È difficile comprendere le reazioni a quest'ultimo.
L'IMO continua a tergiversare sulla regolamentazione delle
emissioni di gas serra e si è decisa ad agire solo in seguito
alle pressioni successive a Parigi.
In occasione della MEPC 70, si è avuta la sensazione che
l'IMO controvoglia abbia rimandato la questione sino al 2023, come
se per allora dovessero raccogliere tutti i dati atti a realizzare
le misure perfette per il futuro.
Persino per quanto attiene la raccolta dei dati, se non fosse
stato per la spinta del regolamento MRV (monitoraggio, relazione,
verifica) dell'Unione Europea, l'intero concetto del conseguimento e
dell'analisi dei dati relativi alle emissioni non sarebbe mai stato
messo sul tavolo della MEPC.
E adesso è la stessa cosa.
L'Unione Europea è evidentemente stufa e sta usando il
proprio potere per dare una spinta all'IMO affinché si dia da
fare.
L'Unione Europea non vorrebbe promulgare queste regole che come
sa svantaggerebbero i traffici europei.
Essa in effetti vorrebbe che l'IMO facesse ciò che
dovrebbe avere già fatto di per sé e certamente questo
non verrà rinviato ulteriormente.
Se l'IMO non dovesse agire rapidamente, altri seguirebbero
l'Unione Europea e ci si troverebbe sfortunatamente a confrontarsi
con regole locali, portando allo stesso disastro visto con la
Convenzione per la Gestione delle Acque di Zavorra.
Questa opinione è condivisa da Esben Poulsson, presidente
della International Chamber of Shipping.
I regolamenti ambientali nel trasporto marittimo tendono ad
essere molto conservatori, spesso solo in seguito a pressioni
esterne o ad altri eventi catastrofici.
Quando ciò accade, i regolamenti raramente hanno la
possibilità di essere considerati a sufficienza.
Se lo shipping vuole leggi che siano più favorevoli ai
suoi portatori d'interessi, occorre imparare ad essere capaci di
prevenire.
Si guardi al concetto del doppio scafo, che non era il modello
progettuale ideale.
Il modello Colombi Egg era di gran lunga migliore dal punto di
vista ambientale, ma data l'urgente necessità di azione
derivante dall'indignazione popolare l'IMO ha posto in attuazione
qualsiasi cosa desse la migliore "sensazione" di
sicurezza.
Alla fine, persino i doppi scafi si sono dimostrati migliori di
una ulteriore inazione.
Non è possibile perfezionare un regolamento a priori
senza disporre di dati pratici.
Come si dice nella comunità tecnologica, "pubblicare
rapidamente e ripetere spesso".
Un cambiamento prematuro anche se non perfetto è sempre
meglio di un'azione in ritardo, dal momento che i legislatori sono
consapevoli di doverli ripetere nel corso del tempo.
Partendo dal presupposto che le manchevolezze non sono quelle
nel campo delle questioni di sicurezza non valutate a sufficienza,
allora la protesta è infondata ed i vantaggi pesano
notevolmente di più dei rischi o dei costi.
Forse se l'IMO avesse agito di propria iniziativa ed avesse
attuato la regolamentazione delle emissioni al di là delle
sole nuove costruzioni ed EEDI, allora tutte le banche del trasporto
marittimo non si sarebbero aggrappate per così lungo tempo
alle loro invecchiate, inattive ed inefficienti flotte (cioè
alle "immobilizzazioni"), sperando in una ripresa solo per
ritrovarsi in acque ancora più profonde.
Invece, a causa della falsità dei costi sommersi, queste
banche così come molti armatori si sono tenute queste navi e
hanno tirato su artificialmente i prezzi delle unità di
seconda mano, facendo sì che i prezzi delle nuove costruzioni
sembrino in rapporto come investimenti molto più allettanti
per i nuovi fondi che non vedono l'ora di entrare nel mercato.
Tutti quanti conoscono i risultati di tale situazione.
Anche i cantieri navali che cercavano di guadagnarci sono adesso
vivi solamente grazie ai sussidi.
Alla luce di queste recenti importanti regole, è ovvio
che i portatori di interessi nel trasporto marittimo e l'IMO hanno
spesso la necessità di ricevere questa spintarella per
ricavare qualcosa.
Che si tratti di anticipare la data sullo zolfo o di non
rinviare ulteriormente l'attuazione del Trattamento delle Acque di
Zavorra e di far spingere l'IMO da parte dell'Unione Europea, la
pressione esterna sembra essere il modo consueto per questo settore.
Questo è il motivo per cui la navi da crociera sono le
più efficienti, data la loro maggiore esposizione al
pubblico.
Le cose saranno inevitabilmente problematiche in prima battuta,
ma, come è sempre successo nel corso della storia moderna
dello shipping, si troverà il modo di far sì che tutto
quanto funzioni in modo efficiente per tutti malgrado le
manchevolezze normative.
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