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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 15 APRILE 2017
STUDI E RICERCHE
LA FLOTTA MONDIALE DI TRASPORTO MARITTIMO SI PREPARA AL CAOS
PROVOCATO DALLO SHOCK DEI 60 MILIARDI DI DOLLARI PER IL CARBURANTE
Adesso c'è un titolo di Bloomberg, attraverso
gCaptain, che dovrebbe mettere all'erta.
Alcuni anni fa l'Unione Europea ha introdotto la propria SECA
(area di controllo delle emissioni solforose) che ha sensibilmente
ridotto il quantitativo del contenuto di zolfo nel carburante delle
navi.
L'IMO ha adottato regole simili per il trasporto marittimo
globale: nel 2020 tutte le navi dovranno consumare carburante con un
contenuto massimo di zolfo dello 0,5% rispetto alla percentuale
odierna del 3,5%, per quanto esse possano continuare ad utilizzare
il carburante ad elevato contenuto di zolfo nel caso che si servano
delle cosiddette "torri di lavaggio" che ripuliscono i
fumi esausti.
Ma il costo delle torri di lavaggio è attualmente
proibitivo mentre allo stesso tempo è improbabile che il
quantitativo di carburante raffinato che soddisfa la regola del meno
dello 0,5% di zolfo basti a rispettare i requisiti per la flotta
globale.
Tutto sommato, la cosa va a costare un sacco di soldi!
* * *
Fra poco più di due anni e mezzo a partire da ora, la
flotta globale delle navi mercantili dovrà ridurre
drasticamente il quantitativo di zolfo che i loro motori eruttano
nell'atmosfera.
Anche se ciò comporterà buone cose - come la
diminuzione della minaccia di piogge acide ed il giovamento ai
sofferenti di asma - c'è una brutta sorpresa da 60 miliardi
di dollari USA.
Questa è la cifra massima che le navi marittime potranno
essere costrette a spendere ogni anno in carburante ad elevata
qualità per conformarsi alle nuove regole sulle emissioni a
partire dal 2020, stima la ditta di consulenza Wood Mackenzie Ltd.
Per un settore che trasporta di tutto, dal petrolio all'acciaio
al carbone, i costi operativi più alti andranno a complicare
i problemi finanziari degli armatori che sono già a corto di
liquidi, le cui navi guadagnano una media del 70% in meno rispetto a
quanto facevano poco prima della recessione del 2008-2009.
Le conseguenze potranno andare al di là della flotta
mercantile composta da 90.000 navi, che movimenta circa il 90% dei
traffici mondiali.
Secondo la BIMCO, un gruppo che rappresenta gli armatori e gli
operatori di circa 130 paesi, la possibile confusione in ordine a
quali vettori si conformeranno alle nuove regole potrebbe comportare
la conseguenza che ad alcune navi sarà impedito di effettuare
consegne, cosa che indurrebbe disservizi nelle spedizioni.
I raffinatori di petrolio non hanno ancora abbastanza capacità
per fornire tutto il carburante che sarebbe necessario ed alcune
navi hanno intrapreso costosi aggiornamenti.
"Ci sarà un caos assoluto" afferma Lars Robert
Pedersen, vice segretario generale della BIMCO con sede in
Danimarca.
"Stiamo parlando di circa 2,5-4 milioni di barili al giorno
di olio combustibile da tramutare sostanzialmente in un prodotto
diverso".
Alle navi mercantili di tutto il mondo si richiede di ridurre il
quantitativo di zolfo emesso ai sensi delle regole approvate ad
ottobre dall'IMO (International Maritime Organization), l'agenzia
dell'ONU che stabilisce gli standard del settore per l'incolumità
personale, la sicurezza e l'ambiente.
Oltre a contribuire alle piogge acide, lo zolfo, secondo
l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente degli Stati Uniti,
combinato con l'ossigeno, può formare particelle sottili di
solfato che possono essere inalate dagli esseri umani e causare
bronchiti asmatiche.
Esistono due modi principali per conformarsi: i motori della
nave vengono equipaggiati con torri di lavaggio che eliminano
l'agente inquinante, ovvero i raffinatori di petrolio devono
produrre carburanti a basse emissioni.
Il limite del contenuto di zolfo calerà dal 3,5% allo
0,5%.
Non abbastanza
Secondo Ian Mowat, analista di primo livello della Wood
Mackenzie, finora né l'industria della raffinazione né
il trasporto marittimo stanno facendo ovunque abbastanza affinché
gli armatori possano conformarsi nel 2020.
"Gli armatori sono riluttanti ad installare torri di
lavaggio per continuare ad usare lo stesso gasolio a causa di
incertezze e mancanza di finanziamenti" afferma Mowat.
"E la maggior parte delle raffinerie non faranno
investimenti per convertire l'olio pesante che costerebbero più
di 1 miliardo di dollari USA e richiederebbero circa cinque anni per
portare a termine l'iniziativa".
Appena il 2,2% della flotta avrà installato torri di
lavaggio entro il 2020 che le consentirebbero di continuare ad
utilizzare gli attuali carburanti, stima la International Energy
Agency di Parigi, consulente per 29 paesi.
"Le opzioni tecniche per conformarsi sono ancora molto
immature ed è difficile per noi considerarle come una vera
opzione per la conformità per la nostra flotta" afferma
Aslak Ross, responsabile degli standard marittimi della Maersk Line,
la maggiore compagnia di navigazione containerizzata mondiale.
A suo dire, per la sola Maersk, il costo aggiuntivo del
carburante ammonterà a vari miliardi di dollari all'anno.
4 milioni di dollari per ogni motore
Secondo Jan Christensen, responsabile delle operazioni globali
del bunker alla Bomin Bunker Holding, un fornitore di bunker con
sede ad Amburgo in Germania, la maggior parte della navi si
convertirà all'uso di olio combustibile a basso contenuto di
zolfo o di più costosi distillati intermedi.
La tecnologia delle torri di lavaggio potrebbe costare qualcosa
come 4 milioni di dollari USA per ogni motore, a seconda delle sue
dimensioni, afferma Nick Confuorto, presidente e responsabile
operativo del fornitore di torri di lavaggio CR Ocean Engineering.
Potrebbe valere la pena di adeguare i motori, possibilmente
ripartendo il pagamento in due anni, perché il prezzo dl
carburante conforme probabilmente potrebbe essere tre volte più
alto di quello che le navi consumano attualmente, afferma Confuorto.
Mentre i maggiori armatori mondiali stanno già riservando
spazio agli aggiornamenti, gli operatori minori hanno adottato un
approccio del tipo "aspettiamo e stiamo a vedere",
dichiara Neil Carmichael, amministratore delegato alla Pacific Green
Technologies.
La Wood Mackenzie stima una conformità a livello globale
del 70% circa entro il 2020 ed una piena conformità entro il
2025 dopo un periodo di transizione.
Mercati difficili
Le navi mercantili hanno guadagnato una media di circa 9.800
dollari USA al giorno quest'anno, secondo i dati della Clarkson
Research Services Ltd., appartenente al più grande broker
marittimo mondiale.
Dieci anni fa, esse guadagnavano circa 34.000 dollari USA.
Nei tre principali mercati del settore - trasporto marittimo
containerizzato, trasporto di carichi di rinfuse secche e petroliere
- negli ultimi anni si è avuta l'evidenza dell'eccesso di
capacità e di tariffe depresse.
Quei mercati complessi stanno rendendo più difficile per
gli armatori assicurarsi gli investimenti ed i finanziamenti di cui
hanno bisogno per conformarsi, il che significa che l'IMO ed i suoi
stati associati probabilmente permetteranno un qualche tipo di
periodo di transizione quando entreranno in vigore le regole del
2020, ha dichiarato nel corso di un'intervista telefonica Simon
Bennett, direttore politiche e relazioni esterne presso la
International Chamber of Shipping.
"Se il 1° gennaio non ci fosse flessibilità e
gli armatori non ottenessero il carburante, allora ci sarebbe un
impatto sui traffici mondiali" afferma Bennett.
In ogni caso, "questo comporterà un profondo impatto
sull'economia del trasporto marittimo".
(da: theloadstar.com/bloomberg.com/gcaptain.com,6 aprile 2017)
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