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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 15 NOVEMBRE 2017
REEFER
LA RICERCATRICE CHE HA VIAGGIATO PER IL MONDO DENTRO AD UN
CONTENITORE MARITTIMO PER STUDIARE IL MAGAZZINAGGIO REFRIGERATO
Poco dopo essersi laureata alla Cornell University, Barbara
Pratt è stata assunta nel 1977 dalla compagnia di navigazione
Sea-Land (ora Maersk) allo scopo di realizzare un laboratorio
all'interno di un contenitore marittimo standard.
Per anni la Pratt ha viaggiato in tutto il mondo al suo interno,
per rendersi conto di come far sì nel migliore dei modi che
le merci deperibili rimanessero fresche nei viaggi lunghi.
Oggi, la Pratt dirige i servizi tecnici refrigerati per la
Maersk North America.
Quanto segue è stato sintetizzato e modificato per
ragioni di chiarezza.
"Il laboratorio che abbiamo realizzato era costituito da
tre diversi compartimenti: disponeva di quello che chiamavano la
sala macchine dove c'erano un serbatoio di carburante diesel, un
generatore diesel per l'alimentazione, un serbatoio dell'acqua, uno
scalda acqua… Avevamo una sezione del laboratorio nel mezzo
in cui si trovava l'equipaggiamento tradizionale ma anche altre cose
come un gascromatografo, un computer, una cappa e un microscopio:
quel genere di cose.
E poi avevamo una sezione ufficio che conteneva letti a castello
ed un paio di scrivanie ed armadi, un microonde ed un frigorifero.
Una volta completato il laboratorio, il nostro primo progetto è
stato quello di provare a migliorare l'afflusso dei semi di cacao in
viaggio dalla Repubblica Dominicana agli Stati Uniti.
Gli stessi semi finivano per fare la muffa, essendoci muffa su
di loro quando giungevano a destinazione o venivano posti nel
magazzino.
Quello che accade tipicamente è che quando il sole sorge
la temperatura aumenta dentro un contenitore per carichi secchi,
cosa che genera un mini forno e che riduce l'umidità dei
semi… e quello che succede quando il sole tramonta alla fine
del giorno è che l'acqua si condensa perché la
temperatura dell'aria cambia.
Quindi si trasforma in goccioline d'acqua sui sacchi di semi di
cacao e quando c'è un eccesso di umidità aumenta la
muffa.
Abbiamo effettuato un certo numero di test ed il risultato
finale è stato che è saltato fuori un nuovo modello
progettuale di container che alla fine è stato brevettato, il
quale assicurava in qualche modo la ventilazione e contribuiva a
migliorare la resa dei semi.
Nel corso degli anni successivi abbiamo lavorato su varie
diverse derrate, quasi tutte quelle che oggi vengono movimentate:
sugli ananas, sulle angurie, sui pomodori, sui peperoni, sulle
banane, su tutti i tipi di deperibili, cercando di vedere se
potessimo estendere il periodo di validità di quei prodotti e
di trasportarli, poniamo, per un viaggio di due settimane anziché
una.
In parte la ragione per cui anni fa siamo dovuti stare dentro al
contenitore consisteva nella ignota affidabilità dei computer
con cui lavoravamo a quel tempo.
Oggi, allo stato dell'industria e con i microprocessori che
esistono al momento attuale, è possibile monitorare da
lontano che cosa succede, mentre io sono dovuta stare nei
contenitori per monitorare che cosa succedeva dentro di loro quando
erano a solo una decina di metri di distanza: adesso si può
farlo da remoto.
L'uso dei microprocessori e dei computer ci dà la
possibilità di analizzare e renderci conto di che cosa
succede con molto più potere di quanto di solito avessimo.
In futuro, penso che continuerà ad esserci attenzione
alla qualità, a voler sapere se c'è un problema per
qualcosa, ad essere in grado di reagire più rapidamente, ad
essere in grado di sapere che cosa fare.
Ad esempio, se si stava programmando di entrare in un mercato e
di tenervi il prodotto per quattro mesi, se si fosse saputo che
c'era un problema con il prodotto, forse si sarebbe entrati nel
mercato più rapidamente e lo si sarebbe venduto nel primo
mese anziché quattro mesi dopo.
Non penso che ciò sia vero per tutte le derrate e non
penso che lo sia per ogni singolo caricatore.
Alcuni degli articoli dal costo più alto come i farmaci
sono stati movimentati per via aerea, mentre ora possono essere in
qualche caso movimentati via mare perché si possono
monitorare da lontano; esistono regolamenti inerenti agli alimentari
e c'è l'evoluzione dell'intelligenza artificiale.
Per quanto riguarda il consumatore, può darsi che gli
vada bene di mangiare uva per sei mesi all'anno, ma io penso che il
consumatore nel corso degli ultimi 20 anni si sia abituato ad andare
in negozio per acquistare qualcosa di più che sottaceti,
patate e carne secca.
I consumatori si sono abituati alla frutta e verdura - perché
le vogliono - e le loro economie sono tali da potersi permettere la
frutta e la verdura.
Ci sono alcune economie che vogliono più proteine e per
quei mercati occorrerà trovare un equilibrio con il costo che
ci vuole per portare i prodotti nel mercato.
Forse il 98% delle derrate che movimentiamo oggi lo fanno senza
richieste di risarcimento per danni.
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