Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 31 DICEMBRE 2017
TRASPORTO MARITTIMO
LA VALUTAZIONE DEI RISCHI INFORMATICI DELLA NAVIGAZIONE
MARITTIMA
Se ne sarà certamente sentito parlare prima e
probabilmente se ne avrà avuto abbastanza.
Il prefisso "ciber" è onnipresente.
Tutto iniziò con "Neuromancer" di
William Gibson, sebbene è improbabile che lo si sia letto e
questo poco importa.
Tuttavia, non si sarà in condizione di restare
spensierati per molto tempo ancora, a meno che non si sia deciso di
viaggiare indietro nel tempo per navigare solo a vela.
Tuttavia, se non lo si è fatto, non si può essere
immuni dai rischi informatici della navigazione.
Assieme ai rischi tradizionali della navigazione (i cosiddetti
rischi d'alto mare), oggi gli esercenti e gli assicuratori debbono
preoccuparsi della comparsa di una nuova categoria di rischi che
sorgono dalla navigazione marittima: rischi, questi, che sorgono
dalla sempre maggiore dipendenza dall'uso dei chips di silicio nelle
scatole nere.
I rischi informatici sono intrinsechi all'uso dei computer.
È raro che un battello, in qualche misura, non dipenda
dall'onnipresente tecnologia informatica che trasforma una nave in
un potenziale obiettivo vulnerabile agli attacchi informatici.
Per un verso, gli attacchi potrebbero essere deliberati - un
hacker che tenti di prendere il controllo della nave - oppure,
alternativamente, semplicemente il risultato dell'incompetenza: un
membro dell'equipaggio che scarica un virus sul
computer di bordo per errore.
Più il battello o la sua interfaccia portuale sono
raffinati, specializzati ed interconnessi, più saranno le
opzioni per lo hacker al fine di ottenere l'accesso.
La ciberpatologia può solo intensificarsi ulteriormente
se consideriamo la crescita che prevedibilmente si verificherà
con la navigazione autonoma.
Pertanto, non sorprende che BIMCO, INTERCARGO, INTERTANKO,
OCIMF, IUMI, CLIA, ICS, DSTL, Guardia Costiera degli Stati Uniti ed
IMO abbiano già assunto qualche iniziativa pubblicando guide
ed istruzioni in ordine a come si dovrebbe gestire la sicurezza
informatica marittima.
Alla luce di quanto sopra esposto, in questo articolo lo studio
legale Kennedys si propone di:
identificare i rischi informatici della navigazione;
analizzare brevemente la loro copertura nel mercato delle
assicurazioni marittime;
studiare l'impatto che la sicurezza informatica potrebbe avere
su SOLAS, ISPS e PSC così come i requisiti di idoneità
alla navigazione delle navi ai sensi delle polizze di noleggio.
Identificazione dei rischi informatici della navigazione
Il problema più grosso che si pone quando si devono
identificare i potenziali attacchi informatici su una nave è
rappresentato dal fatto che, con poche eccezioni, gli esercenti sono
riluttanti a renderli pubblici, nascondendo perciò ogni danno
finanziario e - più di tutto - proteggendo la propria
reputazione (per non menzionare l'intenzione di evitare sanzioni per
violazioni della normativa sulla protezione dei dati, quando è
il caso).
Questa "legge di omertà" ha un effetto
deleterio: la comunità del commercio e delle assicurazioni
non ha una tradizione di richieste di risarcimento che possa essere
utilizzata per valutare il livello del rischio che esiste, con la
conseguenza che i rischi informatici vengono esclusi dalle polizze
oppure che i premi aumentano.
Nondimeno, sono state pubblicate alcune informazioni in ordine
ad attacchi cibernetici ai sistemi informatici del settore
marittimo-portuale con base a terra, fra cui:
nel 2014, una società di trasporti ha depositato una
cauzione di 10 milioni di dollari USA pensando che si trattasse del
conto dell'armatore della nave;
a giugno del 2017, la Maersk e la sua partecipata APM hanno
subito perdite sino a 300 milioni di dollari USA a causa del
ransomware NotPetya;
un terminal container del Porto di Anversa ha subito vari
attacchi informatici dal 2011 al 2013 che hanno consentito ai
trafficanti di distribuire sostanze stupefacenti impunemente;
un fornitore di bunker ha subito una truffa da 18 milioni di
dollari USA quando ha risposto ad una falsa ordinazione dell'Agenzia
della Difesa degli Stati Uniti per una petroliera situata in Costa
d'Avorio.
Quale potenziale obiettivo di un attacco informatico, una nave
ha vari punti vulnerabili: i suoi sistemi informatici e la
tecnologia operativa.
Il sistema di tecnologia operativa controlla gli elementi
operativi della nave.
Il sistema informatico o elettro-meccanico del ponte di comando
che controlla, fra gli altri, i sistemi di propulsione,
posizionamento, zavorra e manovra fa parte del sistema di tecnologia
operativa.
L'informatica si riferisce solo alla comunicazione elettronica
dei dati, come l'intranet e la posta elettronica a bordo, senza
conseguenze, in linea di massima, per le macchine operative della
nave.
Il sistema di sicurezza del sistema informatico è noto
come "sicurezza informatica", mentre il sistema di
sicurezza del sistema di tecnologia operativa è noto come
"incolumità informatica", sebbene entrambi
appartengano al concetto di "sicurezza informatica".
Tradizionalmente i sistemi di tecnologia operativa venivano
isolati all'interno della nave senza la possibilità di
accesso online di modo che ogni rischio potesse provenire solo dai
membri dell'equipaggio o da infiltrati non autorizzati che
ottenevano l'accesso diretto all'hardware a bordo.
Tuttavia, la tendenza è cambiata.
Attualmente, è usuale per le navi disporre di sensori
multipli che monitorano e controllano in tempo reale il
funzionamento delle macchine online e trasmettono le informazioni da
remoto per gentile concessione del sistema informatico della nave.
In altre parole, i sistemi di tecnologia operativa e di
informatica della nave stanno diventando sempre più
interconnessi al punto che l'esistenza di una nave senza membri
dell'equipaggio (controllata completamente da remoto) è una
futura realtà.
Naturalmente, quando il sistema di tecnologia operativa e di
informatica è accessibile da internet, il rischio di un
attacco cibernetico si incrementa in modo esponenziale.
Peraltro, per ottenere l'accesso da remoto ai sistemi di
tecnologia operativa e di informatica, lo hacker ha bisogno di
violare le connessioni satellitari, 4G o Wi-Fi della nave.
Sebbene la violazione delle comunicazioni via satellite (ad
esempio, il GPS) sia possibile, non si tratta di un processo
semplice e richiede un attacco informatico ben finanziato,
organizzato e meticoloso, al di là delle possibilità
di un semplice "ciberdelinquente".
Nondimeno, i comuni delinquenti informatici hanno un compito
facile nel piratare la rete 4G o Wi-Fi quando la nave è
attraccata in banchina.
Quali sono i profili di questo delinquente informatico?
Essi spaziano dagli "hacktivisti" che hanno deleteri
motivi economici e commerciali agli "hacker etici" che
cercano di mettere in evidenza la vulnerabilità dei sistemi
tecnologici informatici, dai ricattatori che chiedono un riscatto
per disinfestare la nave dal malware alle spie industriali, militari
o della concorrenza.
Naturalmente, la pirateria informatica avrà una sua
logica economica: nessuno perderà tempo a piratare una rete
satellitare se non si tratta di conseguire un vantaggio economico
proporzionato all'impegno.
Una volta che lo hacker ha ottenuto l'accesso alla rete della
nave, potrebbero essere commessi varie infrazioni alla normativa
sulla protezione dei dati, mettendo allo scoperto le imprese, ad
esempio, delle crociere di linea (rispetto ai dati dei passeggeri e
dei dipendenti) o delle navi mercantili (rivelando i dettagli degli
imbarchi elettronici).
Inoltre, gli hacker potrebbero andare oltre ed accedere agli
elementi più sensibili dei sistemi informatici della nave.
Ci sono stati casi di hacker che sono riusciti ad impedire o
falsificare il segnale GPS di una nave oppure per piratare i sistemi
AIS ed ECIS che potrebbero comportare conseguenze sulla rotta della
nave ed indurre la nave ad aggirarsi in condizioni di scarsa
visibilità.
Infine, sebbene vari firewall possano impedirlo, il delinquente
informatico potrebbe raggiungere il nocciolo duro della nave - i
suoi sistemi di tecnologia operativa - e riuscire a prendere il
controllo del sistema di posizionamento dinamico, della propulsione,
del sistema di zavorra o della manovra della nave.
Gli hacker in precedenza erano riusciti a modificare
l'ubicazione di una piattaforma petrolifera al largo della costa
occidentale africana e, a febbraio del 2017, una portacontainer in
rotta da Cipro a Gibuti è stata hackerata per 10 ore, durante
le quali il comandante aveva perso il controllo del sistema di
manovra.
Oltre alla potenzialmente catastrofica natura di tale situazione
(blocco del porto, collisioni) potrebbero anche verificarsi
conseguenze più modeste per cui gli hacker riescono a far
risultare terminato il periodo di noleggio previsto da una polizza
di noleggio a tempo determinato.
Pertanto, si può constatare che una nave sarà meno
vulnerabile da un attacco informatico se è meno dipendente
dai propri sistemi di informatica o tecnologia operativa.
Copertura dei rischi informatici della navigazione nelle
polizze di assicurazione marittima
Gli armatori, come qualsiasi imprenditore suscettibile di
attacchi informatici, adesso hanno a disposizione una copertura dei
rischi informatici (quale rischio non marittimo).
Restando nello stretto ambito dei rischi informatici marittimi,
è utile distinguere fra i club di P&I (protezione ed
indennità) e le compagnie di assicurazione.
In termini generali, al contrario delle compagnie di
assicurazione che inseriscono la ben nota "Clausola
Istituzionale di Esclusione degli Attacchi Informatici 380" (la
Esclusione 380) nelle proprie polizze per lo scafo, le macchine la
merce, i club di protezione ed indennità (almeno, quelli del
Gruppo Internazionale) non escludono automaticamente la copertura
delle perdite o la responsabilità civile derivante dagli
attacchi informatici.
Infatti, essendo consapevoli dell'applicazione della Esclusione
380 da parte delle compagnie di assicurazione, i club offrono una
specifica copertura per le richieste di risarcimento che normalmente
vengono escluse (ad esempio, la "Ciberclausola 380 di
riacquisto" dello Hull Club norvegese).
I club di protezione ed indennità si aspettano che i
propri membri adottino tutte le misure raccomandate per gestire i
rischi informatici, sia in porto che a bordo delle navi, cosa che
spiega perché molti club facciano riferimento alla conformità
alle linee guida per la sicurezza informatica pubblicate dalla
BIMCO.
Al contrario, le compagnie di assicurazione espressamente
escludono i rischi informatici ai sensi della Esclusione 380 in
relazione alla copertura per lo scafo e le macchine così come
per le merci (sebbene in questo caso vi sia una versione edulcorata
della Esclusione 380 in virtù della quale l'esclusione non si
applica se l'uso di un computer ha contribuito al furto o
all'appropriazione della merce assicurata).
La Esclusione 380 lascia gli armatori senza copertura per i
danni e la perdita di profitto a causa di attacchi informatici.
Ai sensi della Esclusione 380, è sufficiente che il danno
sia stato causato da remoto da un attacco informatico e che
quest'ultimo sia stato utilizzato per causare un danno mediante
l'introduzione di, ad esempio, un codice malevolo od un virus con
l'intenzione di provocare nocumento.
Questo comporta l'obbligo per gli armatori di ottenere una
specifica assicurazione ad hoc.
Attualmente non ci sono tanti specifici prodotti assicurativi
per lo scafo e le macchine contro gli attacchi informatici, sebbene
alcuni assicuratori abbiano indicato di voler abolire la Esclusione
380 se gli armatori volessero riferire gli attacchi informatici
(consentendo perciò agli assicuratori di ottenere
informazioni e quantificare, valutare e graduare il rischio
assicurabile) ed adeguarsi a determinate pratiche ed a controlli
preventivi.
L'impatto giuridico della sicurezza informatica
L'IMO è consapevole del fatto che il settore
marittimo-portuale non può restare ai margini della gestione
dei rischi informatici, sia a bordo che a terra.
Per questa ragione, sono stati pubblicati i seguenti documenti:
un glossario multilingue dei "cibertermini" che serva
da guida generale;
la circolare MSC.FAL.1/Circ. 3 che fornisce le "Linee guida
per la Gestione del Rischio Informatico Marittimo" (che fa
altresì espresso riferimento alle Linee Guida per la
Sicurezza Informatica a Bordo delle Navi della BIMCO).
Nello specifico, l'IMO ha concesso agli armatori una data limite
fino al 1° gennaio 2021 per incorporare la gestione della
sicurezza informatica all'interno del proprio Codice ISM.
A partire da quella data, le navi possono essere trattenute a
fini di ispezione dal PSC (Controllo Statale dei Porti) per non
avere attuato le misure raccomandate dall'IMO per la "incolumità
informatica" (applicabile ai sistemi di tecnologia operativa
delle navi) o per la "sicurezza informatica" (applicabile
ai sistemi telematici della nave).
A causa di questi rischi, è probabile che l'IMO entro
poco tempo richieda misure simili riguardo al Codice ISPS.
Pertanto, una nuova fonte di obblighi è all'orizzonte per
il già saturo armatore: la gestione della sicurezza
informatica, non solo per prevenire gli attacchi informatici (con la
sua correlata e costosa copertura assicurativa) ma anche per evitare
sanzioni e l'arresto della nave.
In conseguenza di quanto sopra esposto, sorge un'altra domanda:
potremmo vedere una nave "ciber-inidonea alla navigazione"?
Ai sensi delle sezioni 3(1) delle Regole dell'Aja Visby e 212
della Legge sulla Navigazione Marittima, un armatore è
obbligato a garantire la navigabilità (nel senso sia di
idoneità alla navigazione sia di idoneità a
trasportare carichi) delle proprie navi, effettuando un'adeguata
verifica per conservare questa condizione di navigabilità in
qualsiasi momento.
Anche le polizze di noleggio richiedono la stessa cosa.
Riassumendo, l'idoneità alla navigazione è una
necessità fondamentale per effettuare operazioni con una nave
ed assicurarla.
Che cosa succede se un armatore non si conforma alle linee guida
per la gestione della sicurezza informatica a bordo come richiesto
dall'IMO e dalla BIMCO?
Potrebbe essere implicito che la non conformità comporti
la "inidoneità al trasporto di carichi" o la
"inidoneità alla navigazione" ai sensi di una
polizza di noleggio o di una locazione a scafo nudo.
Se un armatore omette di adottare misure preventive di sicurezza
informatica e, per tale motivo, uno hacker ottiene l'accesso ai
sistemi di trasporto merci, manovra, zavorra o propulsione della
nave e causa una perdita, la domanda che sorge è se la nave
era davvero navigabile e pronta a ricevere e trasportare merci in
sicurezza.
Allo stesso modo, questa inidoneità alla navigazione a
causa di una carenza di sicurezza informatica potrebbe costituire
una situazione di "fine locazione" ai sensi di una polizza
di noleggio.
Ad esempio, un attacco informatico potrebbe lasciare una nave
senza macchine e zavorra e pertanto renderla non operativa.
Il pericolo può solo aumentare con l'emersione della
navigazione autonoma che sarà più vulnerabile agli
attacchi informatici (e per la quale occorrerà procedere ad
una rivisitazione del concetto di idoneità alla navigazione
poiché si prevede che tali navi viaggino senza equipaggio,
cosa che richiederà una espressa riforma della SOLAS).
Commento
Nessun armatore è immune dai rischi informatici, sebbene
il livello di vulnerabilità sia proporzionato al livello di
automazione ed interconnessione della flotta.
L'IMO ha fissato una scadenza al 1° gennaio 2021 affinché
gli armatori incorporino la gestione della sicurezza informatica nel
Codice ISM; nel caso di non conformità, si prevede di
assistere ai primi casi di blocco per tali ragioni.
È prevedibile che l'IMO incorporerà richieste
simili nell'ISPS.
Non è al di fuori di ogni logica che le emissioni
nell'area della sicurezza informatica possano comportare conseguenze
per il concetto di idoneità alla navigazione di una nave, con
tutte le conseguenze correlate e non solo quelle inerenti alle
autorità competenti - sanzioni ed arresti - ma anche quelle
contrattuali, relative alle polizze assicurative per scafi e
noleggi.
Data la crescente pressione normativa sulla sicurezza
informatica nel settore marittimo e la progressiva automazione ed
interconnessione della tecnologia nautica, sarà inevitabile
che ci sia in futuro la necessità di nuovi prodotti
assicurativi che coprano specificamente i rischi informatici
marittimi e portuali.
Maggiori informazioni
Per informazioni in ordine ai servizi ed alle competenze dello
studio Kennedys e relativi contatti, si può consultare il
sito www.kennedyslaw.com.
(da: hellenicshippingnews.com/kennedyslaw.com, 19 dicembre 2017)
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