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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 30 GIUGNO 2019
STUDI E RICERCHE
NUOVE ROTTE COMMERCIALI DESTINATE A CONTRIBUIRE A FAR FRONTE
ALLA DOMANDA A LUNGO TERMINE DI TRASPORTO MERCI
Secondo un importante nuovo rapporto, lo sviluppo di nuove rotte
commerciali contribuirà a soddisfare la crescita prevista
della domanda di trasporto merci nei decenni a venire.
Come riportato da Lloyd's Loading List il mese scorso, lo
ITF Transport Outlook 2019, prodotto per conto dell'OCSE
dall'ITF (International Transport Forum), un gruppo di esperti
intergovernativo, prevede che la domanda di trasporto merci globale
si triplicherà fra il 2015 ed il 2050 sulla base degli
attuali tassi di crescita della domanda.
Lo ITF sostiene che le nuove rotte di trasporto marittimo,
fluviale e ferroviario contribuiranno a venire incontro a tale
crescita della domanda, trasformando i flussi di traffici e le
strategie logistiche nel frattempo.
"Queste variazioni potrebbero risultare da nuove e migliori
reti di trasporto merci in Eurasia ed Africa e da nuove rotte
marittime in corso di apertura nelle acque dell'Artico" si
afferma.
"L'uso della rotta del Mare del Nord per i trasporti
marittimi di merci fra il Nord Europa ed il Giappone potrebbe
ridurre le distanze di viaggio del 37% rispetto all'instradamento
attraverso il Canale di Suez" aggiunge.
"La distanza dai porti nordeuropei alla Corea si ridurrebbe
del 31%, alla Cina del 23% ed a Taiwan del 17%.
L'uso regolare del Passaggio a Nord-Ovest potrebbe ridurre la
distanza di viaggio fra il Nord America ed i grandi porti situati
nel Nord-Est asiatico sino al 20%.
I nuovi canali potrebbero inoltre assicurare rotte marittime
alternative che accorcerebbero le attuali rotte commerciali".
Il rapporto afferma che i piani finalizzati alla realizzazione
del Canale di Kra attraverso la penisola malese ridurrebbero la
distanza per il petrolio ed altre spedizioni dal Medio Oriente alla
Cina ed al Giappone di 1.200 km, l'equivalente di due o tre giorni
di tempo di viaggio attraverso lo Stretto di Malacca.
Allo stesso modo, il proposto Canale del Nicaragua attraverso
l'istmo dell'America Centrale potrebbe teoricamente assicurare
un'alternativa al Canale di Panama che sarebbe così meglio in
grado di accogliere le navi più grandi.
L'ammodernamento delle infrastrutture ed il miglioramento
dell'efficienza dei processi doganali presso gli attraversamenti
transfrontalieri nelle direttrici terrestri euroasiatiche presentano
il potenziale per accorciare i tempi di viaggio da quattro a sette
giorni, contribuendo a facilitare i flussi ferroviari nei tre
principali corridoi fra Cina, Asia Centrale, Europa, Sud-Est
asiatico ed Asia meridionale.
"Fra questi corridoi, la rotta settentrionale - utilizzando
le ferrovie transiberiane o il sistema ferroviario del Kazakhistan -
è attualmente la sola direttrice con servizi di trasporto
stabili ed affidabili nell'ambito dell'iniziativa inerente alle
infrastrutture di trasporto intermodale est-ovest".
Il rapporto afferma che l'idea economica di trasporto
ferroviario dall'Asia all'Europa è chiara e che in Cina
adesso esiste una notevole volontà politica di incrementare
la capacità di rete.
"Sebbene il trasporto per ferrovia sia cinque volte più
costoso del trasporto via mare, è circa 1,7 volte più
veloce" afferma l'ITF.
"Questo fa della ferrovia una modalità attraente per
il trasporto di merci assai sensibili ai tempi, come gli articoli di
moda, l'elettronica, le parti di auto ed i deperibili compresi gli
alimentari".
In Africa, il rapporto ha constatato che gli investimenti
relativi ai progetti infrastrutturali stanno accelerando rapidamente
e che un certo numero di piani ed iniziative potrebbero favorire
l'integrazione del continente e dare impulso ai traffici.
La realizzazione del corridoio Mombasa-Kampala fra il Kenya e
l'Uganda, ad esempio, ha ridotto i tempi di viaggio da quindici a
cinque giorni, mentre in Namibia e nello Zambia il gruppo per il
Corridoio della Baia di Walvis ha ridotto i tempi di sdoganamento da
quarantotto e due ore.
"Ci si aspetta che entro il 2030 venga sviluppata una
maggiore connettività fra l'Africa meridionale e quella
orientale, e fra l'Africa orientale e quella occidentale entro il
2040" aggiunge il rapporto.
"In Africa, le opzioni di trasporto merci transcontinentale
potrebbero indurre l'incremento dei traffici interafricani e
potrebbero anche abbreviare le direttrici di traffico internazionale
entro il 2050, se i progetti attuali e programmati di infrastrutture
di transito in Africa continueranno a mietere vantaggi in termini di
risparmio di costi e di tempi".
Tuttavia, il rapporto avverte altresì che anche se la
decimazione ambientale dell'Artico potrebbe significare che la rotta
del Mare del Nord possa essere libera dai ghiacci su base stagionale
in un momento situato fra il 2040 ed il 2050, gli operatori
dovrebbero affrontare costi elevati.
"Oltre alle condizioni meteorologiche ed alle accresciute
preoccupazioni inerenti alla sicurezza nelle acque artiche, gli
operatori si trovano di fronte a barriere logistiche dovute alla
scarsità delle infrastrutture, ai severi requisiti di
certificazione ed alla rigorosa normativa ambientale"
sottolinea il rapporto.
"Il Codice Polare stabilisce standard rigorosi fra cui
quelli relativi alla progettazione navale, alla formazione degli
equipaggi, alle caratteristiche dei serbatoi di carburante o allo
scarico delle acque di scolo.
Regole ambientali ancor più rigide potrebbero applicarsi
al trasporto marittimo nell'Artico in futuro, per esempio riguardo
all'uso dell'olio combustibile pesante, già vietato
nell'Antartico.
Conformarsi a queste regole riduce il guadagno economico netto
dei tempi di viaggio più brevi".
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