FEMAR CONFERENCE
Future Educational Challenges for Maritime Information Society
Il ruolo della formazione e delle tecnologie dell'informazione
per lo sviluppo dell'economia marittima
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COMMISSIONE EUROPEA
REGIONE LIGURIA
MARIS
In collaborazione con
AMRIE e con il Forum MARIS di Genova
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PROPOSTA DEL MODELLO FEMAR PER UN APPROCCIO METODOLOGICO INTEGRATO
ALLA FORMAZIONE NELL'ECONOMIA MARITTIMA
MARIO CARMINATI
ILRES, Istituto Ligure di Ricerche Economiche e Sociali
Coordinatore dell'Ufficio AMRIE e del Forum MARIS di Genova per il Mediterraneo
Il campo dell'economia marino-marittima, intesa in senso ampio,
é particolarmente complesso, articolato e presenta caratteristiche
del tutto peculiari. Mi riferisco, innanzitutto, alle strette
relazioni esistenti tra i vari settori che lo compongono (costruzione
e riparazione navale, navigazione marittima, attività portuali
e logistica, pesca, ecc.). Ma penso anche all'elevato grado di
rischio e alla incidentalità presente nei diversi settori,
così come all'importanza sia del fattore umano, sia dello
sviluppo tecnologico, sia alla combinazione dei due elementi.
E quindi al rilievo dei processi di istruzione e formazione continua
delle risorse umane, intesa nel senso della "education"
per i quali FEMAR intende fornire un contributo significativo
(e, forse, potrà rappresentare anche un caso pilota esportabile
in altri settori).
Tecnologie dell'informazione e formazione si prestano ad una "doppia"
chiave di lettura e costituiscono le "due facce" di
una stessa medaglia.
Infatti le tecnologie dell'informazione ricoprono un ruolo importante
sia rispetto alla qualificazione delle risorse umane (e viceversa),
sia rispetto allo sviluppo economico e alla crescita dell'occupazione.
Inoltre, con la proposta FEMAR si intende, da un lato, fornire
una risposta alle esigenze (quelle attualmente esistenti, quelle
tendenziali e quelle prospettiche) e, dall'altro, anticipare gli
effetti dell'evoluzione tecnologica sul fattore risorse umane
(o andare il più possibile in parallelo)
Nella mia relazione, dunque, cercherò di illustrare i principali
elementi costitutivi e la struttura essenziale della "Proposta
del modello FEMAR", cioè di una "metodologia
omogenea per la progettazione degli interventi nella formazione
marino-marittima".
Questo documento costituisce una sorta di "schema generale
di riferimento" per la impostazione delle singole iniziative
progettuali che possono essere sviluppate nell'ambito di FEMAR.
Si tratta, cioè, delle linee-guida di un percorso che é
finalizzato a omogeneizzare le modalità di base necessarie
per elaborare i progetti formativi. Quindi: una serie di fasi
e di moduli di lavoro che devono stare "a monte" dei
progetti specifici.
La proposta, di AMRIE (l'Alleanza degli Interessi Regionali Marittimi
in Europa), é frutto dell'elaborazione di un Gruppo di
Lavoro che é stato costituito presso la sede decentrata
AMRIE per il Mediterraneo ed é formato da operatori delle
Istituzioni pubbliche, Autorità Portuali, Registri Navali,
Imprese, Centri di Ricerca, Università. Il Gruppo é
stato animato dal Cap. Giorgio Sedda che devo ringraziare anche
per l'apporto che ha fornito, assieme ad Adriana Rossato dell'ILRES,
per la preparazione di questa relazione.
L'obiettivo principale che la proposta FEMAR intende perseguire
é quello di diminuire il divario esistente tra sviluppo
tecnologico dei processi produttivi del lavoro marino-marittimo
e la preparazione delle risorse umane che sono destinate ad operare
nei settori coinvolti dall'innovazione tecnologica.
Con una avvertenza in ordine alla definizione del "campo
di analisi e intervento" per il quale é necessario
un approccio intersettoriale e multidisciplinare.
Il concetto di "lavoro marino-marittimo", infatti, va
inteso in senso ampio, con le sue singole articolazioni settoriali
(costruzione e trasformazione navale, lavoro marittimo, lavoro
portuale, riparazioni e manutenzioni navali, pesca e acquacoltura,
ecc.) e la sua estensione, almeno parziale, alle altre problematiche
connesse al trasporto intermodale e alla logistica.
In particolare si intende far riferimento ai possibili effetti
applicativi sulla sicurezza e sull'intera economia marittima,
derivanti dallo sviluppo di MARIS. Infatti MARIS sta sostenendo
il cambiamento delle tecnologie esistenti ed é quindi necessario
che il personale sia preparato a far fronte ai mutamenti in atto
e a quelli in divenire, pena la inefficacia delle risposte alle
sfide che le imprese hanno di fronte.
Perciò FEMAR ha posto un'enfasi particolare nei confronti
dell'utilizzo delle innovazioni tecnologiche negli processi formativi,
rispetto ai quali, in sintesi, la tecnologia rappresenta un fine
e un mezzo.
Ciò, beninteso, presuppone che i processi formativi si
avvalgano sempre più delle applicazioni delle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione (formazione a distanza,
video conferenze, simulatori, ecc.) senza, tuttavia, penalizzare
l'acquisizione di esperienza diretta, "sul campo" che,
nei settori produttivi legati al mare, é di fondamentale
importanza. La drammaticità e l'intensità degli
eventi cui l'operatore marittimo si trova a far fronte vanno spesso
ben oltre la percezione che lo stesso individuo può aver
avuto attraverso una simulazione o uno scambio di esperienza.
Di conseguenza la rapidità e la lucidità di reazione
che sono richiesti vanno, spesso, ben oltre i confini della "realtà
virtuale". Con conseguenze che in mare assumo connotati spesso
drammatici.
Lo schema proposto ha assunto, come dato iniziale, quello che
nel linguaggio comunitario é riconducibile alle "buone
pratiche". In altri termini si é partiti dalla considerazione
delle molte e articolate esperienze positive esistenti in Europa
per delineare una sorta di quadro metodologico ottimale.
Il termine "proposta" sottolinea il fatto che il documento,
per quanto già organico, é aperto alla discussione
e all'arricchimento.
Vorrei anche ricordare che, sulla formulazione della proposta,
l'Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR e la Direzione
Generale Istruzione e Formazione della Commissione europea hanno
espresso una positiva valutazione.
In particolare la DG Formazione ha sottolineato il fatto che,
cito letteralmente, "a livello di iniziative comunitarie
é costante la ricerca di un approccio coerente e metodologico
ai problemi della formazione, come indicato anche nel Libro Bianco
"Insegnare e apprendere". Inoltre, "il settore
marino-marittimo può rivelarsi un campo d'applicazione
particolarmente opportuno".
Dunque, FEMAR é un programma di formazione che introduce
nuovi elementi per mettere in condizione gli operatori dei diversi
settori coinvolti nei processi produttivi marittimi di lavorare
sinergicamente sulle stesse metodologie e con gli stessi principi
di base e di etica professionale.
La sfida è quella di anticipare le tendenze al mutamento
delle tecnologie e al cambiamento dei profili professionali, superando
l'approccio dell'adeguamento "ex-post".
L'applicazione della metodologia FEMAR dovrà consentire
agli operatori del comparto marino-marittimo di soddisfare, allo
stesso tempo, criteri di redditività e di sicurezza sempre
più elevati.
Il punto iniziale deve essere quello di assicurare che i contenuti
della formazione del personale consentano di sviluppare, in modo
bilanciato: confidenza, competenza e comunicazione.
Tale processo può essere illustrato mediante uno schema
a blocchi articolato in tre moduli.
Nel primo modulo verticale viene fatta una sorta di "ricognizione
dello stato dell'arte".
Innanzitutto (fase 1), é necessario elaborare un'analisi
del settore per il quale occorre progettare un intervento di formazione.
Nel fare questa analisi occorre tenere conto anche della situazione
degli altri settori collegati (per esempio, le relazioni tra il
trasporto marittimo e la costruzione navale).
Successivamente (fase 2) occorre compiere un'analisi della rispondenza
delle risorse umane rispetto alle necessità operative del
settore per il quale dovrà essere progettato l'intervento
formativo. Questa fase richiede, da parte dei progettisti, un
confronto con gli operatori (associazioni di categoria, imprese,
sindacati) per la valutazione delle esigenze di risorse umane
e dei riscontri sul mercato del lavoro. Ciò consentirà
di definire la quantità di risorse umane necessarie a coprire
le esigenze della domanda.
In seguito (fase 3) si dovranno svolgere delle attività
finalizzate a mettere in evidenza le carenze di risorse umane
(rilevate nel corso delle analisi svolte nelle fasi precedenti),
con particolare riferimento al loro profilo qualitativo. Anche
in questo caso, e, forse, ancor più che nella fase precedente,
i progettisti dovranno confrontarsi con le imprese con riferimento
alla gestione ottimale delle tecnologie impiegate nei processi
produttivi. (In questo caso, anzi, sarà utile il confronto
che vada più a monte e che coinvolga anche i fornitori
di tecnologia).
Occorre, poi, verificare (fase 4) se le eventuali carenze rilevate
in precedenza nella formazione delle risorse umane sono correlabili
a carenze del processo formativo di base; in questo caso, occorre
chiedersi perché la trasmissione della conoscenza ai discenti
non abbia prodotto i risultati attesi. Le cause potrebbero essere
riscontrate, per esempio, nella struttura didattica, nella metodologia
applicata o nel sistema comunicativo adottato.
A questo punto (fase 5) si dovrà fare l'analisi costi/benefici
tra gli investimenti tecnologici nel settore della formazione
e il grado di utilizzo dell'innovazione tecnologica da parte delle
risorse umane formate per operare nel settore osservato (cioè:
la qualità della formazione raggiunta).
Le prime quattro caselle del secondo modulo ("proiezione
dello sviluppo") si sviluppano secondo uno schema del tutto
parallelo a quello delineato nella ricognizione dello "stato
dell'arte".
Pertanto, tenendo conto dell'analisi di settore già effettuata,
il primo passo (fase 1A) comporta l'analisi e la valutazione delle
tendenze evolutive e delle prospettive di crescita attese per
il settore che richiede interventi formativi nel medio periodo
(5-10 anni). Questo passaggio é fondamentale perché
dalla affidabilità di questa analisi dipende il grado di
aleatorietà dei risultati del progetto formativo che si
intende realizzare e il grado rispondenza della figura professionale
alle esigenze del mercato. Diventa, perciò, di massima
importanza la cooperazione e l'interscambio tra Imprese, Università,
Centri di Ricerca e Sviluppo, ecc.
A seguire (fase 2A) si dovrà definire la figura professionale
corrispondente ai bisogni delle imprese, cioè: le caratteristiche
che definiscono il bagaglio professionale richiesto per l'espletamento
della mansione o della funzione, ivi compresi aspetti e valori
come l'etica della professione, lo spirito d'impresa, il senso
di responsabilità, ecc.
Poi (fase 3A) occorre definire la base culturale e il contesto
motivazionale che devono caratterizzare la risorsa umana da formare,
perché essa possa rispondere ai canoni della figura professionale
definita con l'attività precedente (evitando, per quanto
possibile, di evitare la discrepanza tra preparazione culturale,
formazione professionale e tipo di lavoro svolto che si verifica
in una situazione di forte disoccupazione giovanile quale quella
attuale in Europa, con potenziali diseconomie derivanti per le
imprese).
A questo punto é possibile (fase 4A) definire i contenuti
didattici che sono necessari per poter realizzare la base culturale
richiesta. Anche in questo caso va sottolineata l'esigenza di
uno stretto collegamento tra i diversi attori coinvolti: imprese,
centri di ricerca, università, centri di eccellenza formativa,
ecc.
A seguire (fase 4A1) si avrà la definizione della docenza
e, quindi, delle caratteristiche dei formatori.
Mentre in parallelo con i contenuti didattici, dovranno essere
definite le caratteristiche delle infrastrutture didattiche da
impiegare: simulatori, audiovisivi, ambienti virtuali di lavoro,
ecc. (casella 5A). Su questo punto é il caso di sottolineare
che, poiché lo schema FEMAR cerca di "anticipare"
le tendenze e le esigenze, le infrastrutture da impiegare nei
processi formativi dovranno essere sufficientemente flessibili
per poter simulare scenari futuri e adattarsi al cambiamento (basti
pensare alla "rivoluzione" indotta dallo sviluppo delle
fast ships).
Il successivo sviluppo (fase 5A1) comporta la valutazione dei
costi infrastrutturali.
In relazione ai contenuti e alle infrastrutture didattiche potranno
essere definite le caratteristiche degli addestrandi (fase 6A)
con particolare riferimento all'interfaccia uomo-macchina. Da
questo punto di vista occorre ricordare che il lavoro marino-marittimo,
specie in alcuni settori (si pensi al off-shore) é uno
dei più logoranti dal punto di vista psico-fisico e, quindi,
soggetto a elevato turn-over degli addetti. E', pertanto, evidente
anche il rischio di diseconomie qualora l'investimento in formazione
non sia sufficientemente mirato.
L'insieme delle attività svolte nei passi precedenti consente,
a questo punto, al progettista di elaborare la proposta formativa
vera e propria.
Deve innanzitutto essere definita la strutturazione del progetto
(fase 1B); in particolare: il "quadro giuridico di riferimento"
in cui esso si inscrive (adempimenti derivanti dall'applicazione
di convenzioni internazionali, ad esempio) e le "motivazioni
politiche di fondo" della proposta. E' il caso di ricordare
che l'obiettivo principale indicato dalla Commissione europea
per le proposte presentate nell'ambito del Quinto Programma Quadro
Ricerca Sviluppo é quello della diminuzione della disoccupazione,
da conseguirsi soprattutto attraverso la creazione delle condizioni
per la cosiddetta "occupabilità" delle persone.
Infine, il progetto deve includere l' Analisi costi/benefici e
la valutazione finanziaria (fase 2B). Si tratta di una fase molto
importante in quanto l'entità degli investimenti in infrastrutture
didattiche innovative é molto sensibile e, quindi, i maggiori
costi dei progetti formativi potranno essere giustificati solo
in relazione ad un notevole aumento della qualità dei risultati
conseguibili.
In breve, l'applicazione della proposta dovrà consentire
di:
- dotare le risorse umane dei principi necessari per sostenere
lo sviluppo dell'economia marittima, in armonia con il benessere
sociale e la protezione ela salvaguardia dell'ambiente;
- migliorare le facoltà intellettuali ed etiche, l'esperienza
e le abilità delle persone coinvolte nei processi produttivi
marino-marittimi;
- sostenere lo sviluppo tecnologico e i conseguenti mutamenti
nel mondo del lavoro, migliorando la competitività di questo
importante settore dell'economia europea;
- anticipare il cambiamento delle metodologie e delle conoscenze
nel mondo del lavoro indotte dallo sviluppo della Società
dell'Informazione.
Nonostante la sintesi, o, forse, in virtù della sintesi,
spero di essere riuscito ad esprimere il significato essenziale
della proposta e che questo contributo sia utile per stimolare
i necessari approfondimenti e sviluppi, a livello delle istituzioni
comunitarie, nazionali e locali coinvolte nei processi di definizione
delle politiche e pianificazione degli strumenti e degli interventi.
Prima di concludere, come responsabile della preparazione e della
realizzazione di questa Conferenza, mi sia permesso ringraziare
il Sig. Schmitt von Sydow per l'attenzione che, da almeno 3 anni
ormai, ha manifestato nei confronti della nostra attività,
gli amici Ronald Vopel e Albert Huechtker con i quali condivido
il lavoro, la Sig.ra Angela Pollitzer, che si é resa disponibile
ad intervenire con poco tempo di preavviso, i relatori tutti,
in particolare quelli che ci hanno raggiunto dagli altri Paesi
europei e, non ultimo, i colleghi e i collaboratori dell'ILRES
che hanno contribuito a far sì che l'esito dell'iniziativa
fosse, credo che si possa dire sin d'ora, largamente positivo.
Nota
La relazione é stata redatta in collaborazione con il Cap.
Giorgio Sedda e la Dott.ssa Adriana Rossato.
Il "Modello di approccio metodologico per la formazione marittima",
citato nella relazione, é frutto dell'elaborazione effettuata
da un Gruppo di Lavoro operante nell'ambito dell'Ufficio AMRIE
per il Mediterraneo e costituito, oltre al sottoscritto, da Carmine
Biancardi (IUN), Rossella D'Acqui (Assessore Provincia di Genova),
Mario Dogliani (RINA), Adriana Rossato (ILRES) Giorgio Sedda (SINDEL),
Giovanni Siffredi (Direttore CETENA). L'Istituto per le tecnologie
didattiche del CNR e la DG XXII della Commissione europea hanno
già espresso una positiva valutazione della proposta.
Mario Carminati, responsible for the organisation
of the FEMAR Conference on behalf of the ILRES and co-ordinator
of the Genoa MARIS Office, has presented the main characters and
the essential structure of the "FEMAR Proposition",
that is a "homogeneous methodology to project the interventions
in the maritime economy".
As the core target that the FEMAR proposition intends to reach
is to reduce the existing gap between the technological development
of maritime economy productive processes and the skills of workers,
the challenge is to anticipate the change, getting over the adjustment
"ex-post", as a consequence the training projects must
develop, in the workers using new technologies, competence and
communication; the aim is to introduce new elements to experienced
the operators.
As regard to this, this document illustrates a general scheme
to set out the guide lines finalised in making homogeneous the
basic strategies necessary to elaborate training projects. The
schema comprises three modules; the first one is a recognition
of the state of the play, divided in five phases:
- Analysis of the sector where the educational intervention
must be projected;
- Evaluation of the human resources exigencies and verification
of the corresponding offers on the labour market;
- Evaluation of the skills required;
- Verification if the surviving lacks, eventually found, could
be correlate to lacks in the basic training process, and the core
causes of this;
- Analysis about the quality of training developed.
The second module follows a parallel course and, based on the
previous recognition, it is worked out in four phases:
- Analysis and evaluation of the expected trends for the sector
requesting some training interventions on a medium period (5-10
years), through co-operation and exchange of information among
Enterprises, Universities, Centres of research
.;
- Definition of the competencies requested by the enterprises;
- Definition of the cultural base and motivational context that
must characterise the human resource to train;
- Definition of the didactical contents necessary to realised
the cultural base requested; so definition of the trainers characteristics
and of the didactical infrastructures to use. This phase is followed
by the evaluation of the infrastructure costs and, eventually,
by the definition of the level of the people to train.
The whole activities developed are suddenly useful to drawn the
educational project.
It must be finally underlined that implementing this project
would mean to:
- experience the human resources in supporting the growth of
the maritime economy, matching welfare and environmental conservation;
- improve the skills of maritime workers;
- support the technological development and improve consequently
the competitiveness of the maritime economic sector;
- anticipate the change induced by the development of the Information
Society.
Programma conferenza