FEMAR CONFERENCE
Future Educational Challenges for Maritime Information Society
Il ruolo della formazione e delle tecnologie dell'informazione
per lo sviluppo dell'economia marittima
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COMMISSIONE EUROPEA
REGIONE LIGURIA
MARIS
In collaborazione con
AMRIE e con il Forum MARIS di Genova
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OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
CLAUDIO CARON
Sottosegretario Ministero del Lavoro - Governo Italiano
Vorrei concludere questo convegno facendo un bilancio positivo
dell'evento; dagli interventi dei relatori è infatti scaturito
un quadro di riferimento molto particolareggiato.
Mi pare soprattutto che l'impostazione strategica che propone
Genova quale laboratorio formativo e nucleo propulsore di un innovato
modello formativo, in particolare in relazione alle attività
dell'economia del mare come risulta nei passaggi degli interventi
introduttivi, sia stato un po' il cuore di tutti gli interventi;
tecnicamente si è strutturata questa possibilità
di regolare un'attività generale dei processi formativi
in città e in Liguria ottenendo già un primo dato
molto positivo.
E' soprattutto degno di nota il modo con cui sono stati proposti
modelli, riferimenti, proposizioni generali; a questo proposito
mi hanno soprattutto colpito alcuni passaggi fra cui uno iniziale
di Trentin molto particolare che mi sento, da una parte, di condividere
e, dall'altra, di usare come spunto per sollevare alcune questioni.
Sono d'accordo a questo proposito con il fatto che la formazione
oggi richiede un volume di investimenti enorme proprio perché
deve essere capace di accompagnare le scelte di sviluppo e costituirne
componente essenziale.
Sollevo nel contempo qualche dubbio sul fatto che si motivi con
l'investimento un ragionamento sulla formazione legato agli elementi
di cui si parla molto che vanno genericamente sotto il nome di
"flessibilità".
Su questi elementi mi sento si spendere alcuni momenti di riflessione:
credo che l'evoluzione economica complessiva, in generale, e tecnologica
ed informatica, in particolare, portino a non pensare più
al lavoro come un'unica soluzione che riguardi tutta la vita,
devo dire che nel contempo non confondo questa indicazione concreta
dell'economia con l'aspirazione delle persone, della gioventù
che continua invece ad essere un'altra.
L'80% dei giovani cui viene posto il problema di quale lavoro
intendono fare rispondono che vogliono un lavoro tranquillo, sicuro
e garantito.
Da qui l'idea che in qualche modo i nostri processi di formazione
devono essere capaci davvero di fare quello che diceva Trentin
nella sua relazione, cioè accompagnare le scelte di sviluppo
con la possibilità contemporaneamente di mantenere un livello
di vita accettabile.
Io credo che qui si misura il carattere distintivo di un'esperienza
che abbia i connotati della modernità e della difesa complessiva
delle condizione di welf; ed è su questo che la formazione
deve sempre di più concentrare una propria funzione complessiva
e generale.
Da questo punto di vista io posso dire che ormai la formazione
è una delle tre voci che compone il bilancio del Ministero
del Lavoro insieme a quella della previdenza e agli interventi
a sostegno del reddito e all'ampliamento dell'occupazione.
Approvo con molto piacere questo livello di iniziativa perché,
al contrario, mi sembra molto difficile e inauttuabile un'insieme
di processi di formazione che vengono regolati sul territorio
nazionale in base a schemi del tutto aleatori, frutto di scelte
improvvisate e non legate a progetti organici, qualche volta anche
al di sotto della professionalità necessaria per essere
realizzati.
Questo è un grande problema riguardante la formazione sul
piano nazionale, come adeguare cioè una strumentazione
ai fini che qui venivano descritti con tanta efficacia.
Trentin accennava a questo tema, io l'ho ripreso cercando di ragionarci
su e arrivando alla conclusione che noi abbiamo bisogno che decolli,
sui progetti di formazione che vengono attuati sul piano nazionale,
un'idea generale che li regoli e che li guidi.
Io ho tentato di dare alcuni riferimenti, alcuni margini definiti
a quest'idea; credo che la capacità di rendere la scelta
della formazione una componente essenziale dei meccanismi di sviluppo,
rendendo umanamente perseguibili questi obiettivi in modo degno
dalle persone, sia uno degli elementi più importanti per
lo sviluppo, e non credo che la soluzione del problema sia "attivizzare"
in questa funzione una parte della popolazione anziana.
Sottolineo come ci sia anche questo problema, per cui si vedono
elementi di professionalità acquisita e sviluppata nel
tempo che in qualche modo consentono con maggiore facilità
un approccio anche a nuovi schemi di lavoro, e a nuovi elementi
organizzativi, ed è invece mia opinione come si incontri
molta più difficoltà invece a riconvertire ed adeguare
complessivamente una generazione di trenta-cinquantenni che hanno
alle spalle un processo formativo molte volte inesistente, inadeguato
e una formazione autonoma, professionale, che li mette oggi in
condizione di essere considerati, già a quarant'anni, eccedenti
le possibilità di attivazione per l'impresa.
La seconda grande questione sulla quale voglio svolgere una breve
osservazione è quella che riguarda i temi della sicurezza.
Io credo che anche operare una svolta nella formazione in relazione
ai temi della sicurezza sul lavoro sia ormai elemento fondamentale.
Noi scontiamo, nel campo dell'infortunistica e della mortalità,
una delle differenze con l'Europa più pesanti, e di dimensioni
non più sostenibili quando si parla di lavoro. E' un gap,
questo, che ritengo vada colmato con grande forza e strumenti
innovativi tramite processi di formazione che devono toccare tutti
gli ambiti della preparazione delle persone; nel dire tutti intendo
dalla scuola dell'obbligo, all'obbligo formativo, alla formazione
continua, alla formazione nelle attività interinali, alla
formazione del campo dell'apprendistato, recuperando immediatamente
un terreno di iniziativa che ci consenta di superare in breve
un divario che sta diventando pesantissimo nel rapporto con gli
standard proposti in Europa dal punto di vista della sicurezza
sul lavoro.
E' per far questo che abbiamo fissato un appuntamento che segna
una sorta di continuità, almeno per una parte delle questioni
in agenda, anche con questa approfondita discussione, dando appuntamento
sempre a Genova in questo laboratorio il 3/4 e 5 dicembre 1999,
ad una Conferenza Nazionale sui problemi della sicurezza negli
ambienti di lavoro, con la partecipazione di esperti dei paesi
europei, della massima autorità del Governo nazionale,
la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministro Bindi per
la Sanità, Salvi per il Lavoro, ecc., e una presenza diffusissima
di organizzazioni sociali con le quali abbiamo stabilito la possibilità
di esaminare un possibile accordo che fissi al 2000 una serie
di impegni precisi, dal punto di vista della decisione di compiere
un salto di qualità in tema di sicurezza sul lavoro, organizzati
per grandi questioni a partire proprio da quella della formazione
che viene proposta come elemento fondamentale.
In questo campo l'esperienza di Genova, l'accordo di Genova sulla
pre-formazione e l'ingresso nel lavoro, noi lo proporremo come
possibile accordo nazionale che riguardi i settori più
esposti dal punto di vista della sicurezza sul lavoro. Proprio
da questa esperienza abbiamo mutuato i primi ragionamenti sulla
possibilità di avere nella formazione il passaggio fondamentale
di un possibile accordo che regoli i rapporti fra le parti sociali
conferendo a questi passaggi la dimensione e la vita che sono
proprie di un tessuto nazionale su cui vogliamo riprodurre una
serie di orientamenti e di possibilità che ormai a Genova
trovano piena applicazione e condivisione, non solo in teoria
come si evince dalla molteplicità degli interventi che
ci sono stati questa mattina, ma anche sulla pratica con un radicamento
vero e proprio negli accordi che formulano le forze sociali, in
particolare nelle attività portuali e marittima, che più
in generale diventano patrimonio di un complessivo salto di qualità
necessario.
E rimarco come vi sia ancora un'altra serie di elementi che si
intrecciano con le questioni della sicurezza, vale a dire la possibilità
di avere normative premiali molto forti, di avere una regolazione,
come veniva chiamata in uno degli ultimi interventi, cioè
un coordinamento vero delle politiche ispettive finalizzate ad
incrementare la capacita di prevenzione e nello stesso tempo la
capacità di intervento nelle situazioni concrete.
E' questo il tentativo di estendere sul piano nazionale scelte
politiche che trovano in questo laboratorio, così l'abbiamo
chiamato nel momento in cui abbiamo aperto con il Ministro Salvi
la possibilità di avere a Genova questo appuntamento nazionale,
un elemento di forza e di propulsione.
Avviandomi a concludere, ringrazio per l'estrema precisione, capacità
e forza dei dati che sono stati esposti nonché degli orientamenti
e delle linee di indirizzo e condivido la progettualità
che è stata indicata nei primissimi interventi della mattina
che ho sentito per intero e con molta attenzione.
Sono altresì debitore della richiesta di presentazione
alla Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo Italiano
dell'ipotesi di articolazione su base regionale del "Forum
per la Società dell'informazione" istituito dalla
stessa Presidenza del Consiglio, con la creazione di una sede
decentrata in Liguria. Cercherò di presentare questa proposta
nel più breve tempo possibile; la presenza di Massimo D'Alema
a Genova sarà occasione per riprendere e precisare questi
contenuti.
Penso di poter con molta umiltà e tranquillità prendere
atto che il lavoro compiuto ci mette in condizione di pensare
anche a uno sviluppo di una iniziativa forte e di livello nazionale
come quella che proponiamo per il 3/4 e 5 con il consenso delle
parti che hanno voluto con molta attenzione tornare a sottolineare
in questo convegno i temi dello sviluppo economico e assieme i
temi della formazione e della sicurezza, a nostro avviso elementi
fondamentali per la definizione di un nuovo livello di welfare
che è però condizione per questa parte di Europa
per poter pensare correttamente a un ipotesi di sviluppo futuro
credibile e sostenibile.
With my speech I conclude this Conference assuming that the final
result is highly positive, in particular considering the reference
framework that the speakers have outlined.
Within this framework and concerning all the activities linked
to the maritime economy, Genova has emerged as a formative lab
for an innovative training model, this town has the chance to
became as an headquarters to coordinate the training projects
put into act here and in the whole Regione Liguria.
Discussing about the needing for a guideline, considering the
complexity of the projects, we cannot denied also the huge investments
that training processes require, as they should be able to accompany
the developing projects becoming the essential part of them; on
a national scale we need that a unique plan is established, to
guide the training projects on meeting the requirements of the
society: on the one side the young people which are requesting
(for the 80%) a guaranteed work, and on the other side the workers
with more than 35 years which are needing retraining courses.
Let us now turn the discussion speaking about the other important
theme of this Conference: the problem of safety for people working
in the Italian harbours. Referring to this, our gap with the other
European ports, in particular concerning now the strictly European
standards, is more and more growing; to fill this gap must became
a priority through formative processes, beginning from the basic
education.
In this field the experience of Genova, the agreement reached
to implement training courses as a pre-requisite to work inside
a port, could be proposed as an unquestionable part for all the
future agreements between the social parts, in particular relating
to the maritime and harbour productive activities.
All things considered the themes of training and safety, core
parts of this Conference, are the priority elements for the definitions
of a new level of welfare, conditions in this part of Europe to
assume a believable and sustainable future.
Programma conferenza