FEMAR CONFERENCE
Future Educational Challenges for Maritime Information Society
Il ruolo della formazione e delle tecnologie dell'informazione
per lo sviluppo dell'economia marittima
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COMMISSIONE EUROPEA
REGIONE LIGURIA
MARIS
In collaborazione con
AMRIE e con il Forum MARIS di Genova
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TAVOLA ROTONDA
GIULIANO GALLANTI
Presidente Autorità Portuale di Genova
Nel corso del mio breve intervento farò tre considerazioni
attinenti alla formazione in due specifici settori, uno in cui
l'Autorità Portuale, le organizzazioni sindacali e imprenditoriali
sono in questo momento maggiormente coinvolte nel porto di Genova,
che riguarda il tema della sicurezza, e l'altro, il tema della
formazione professionale, manageriale in relazione alle sfide
che il processo di globalizzazione impone al nostro porto e alla
nostra Autorità Portuale.
Sul primo tema cosa abbiamo fatto e cosa rimane da fare, qual
è il problema che dovremmo presto affrontare? L'AP di Genova
ha sottoscritto, insieme alle organizzazioni sindacali e ai terminalisti,
in data 5 gennaio 1999 un accordo che comprende un capitolo espressamente
dedicato alla formazione che abbiamo chiamato "formazione
di accesso"; tema questo che anticipa il decreto legislativo
del 27 luglio 1999.
L'accordo tratta in sostanza della necessità per chiunque
oggi, soprattutto i giovani, intenda lavorare in porto di seguire
un corso di formazione di accesso della durata di 48 ore, con
dei moduli formativi che abbiamo già stabilito, e con
gli strumenti più moderni che i tecnici hanno concepito
per sensibilizzare i giovani nei confronti delle situazioni di
pericolo a cui vanno incontro nel lavoro portuale.
Le analisi svolte dall'Autorità Portuale e dalla Azienda
Sanitaria Locale hanno infatti messo in luce come gli infortuni
sono spesso causati da una non perfetta consapevolezza delle situazioni
di pericolo che vi sono in porto.
Qui intervengono i corsi obbligatori di formazione. Grazie a un
accordo la Radio e Televisione Italiana ha realizzato un video,
che verrà proiettato non solo ai ragazzi che cominciano
ma anche a tutti coloro che già lavorano in porto, completato
da un manuale che contiene tutta una serie di immagini che sono
più idonee a colpire la sensibilità di chiunque
lavori piuttosto che le parole. Quella del manuale non è
comunque un'iniziativa nuova, visto che ne era già stato
prodotto uno successivamente superato dalla legislazione.
Abbiamo quindi messo in cantiere tutta una serie di iniziative
concrete per quella che abbiamo definito "obbligatoria formazione
d'accesso" per entrare a lavorare in porto.
Credo che questa sia una novità nel panorama italiano anche
se queste iniziative sono già modelli operativi in uso
nei grandi porti del nord, specificatamente Amburgo e Brema.
Brevemente l'altro problema che abbiamo di fronte è quello
di estendere questo tipo di formazione, insieme a quello diretto
ai managers, a una dimensione non si dice mondiale ma quanto meno
europea.
A questo proposito bisogna ricordare che il Libro Verde della
Commissione Europea, contiene un capito specificatamente dedicato
al lavoro portuale che oltre a presentare le varie questioni legate
al monopolio accenna al tema della sicurezza; è nettamente
necessario che venga stabilito un framework che valga per tutta
Europa e non solo per il nostro Paese.
A seguito dell'adozione del decreto legislativo del 27 luglio
ci fu una discussione in Assoporti; l'orientamento di quest'ultima
era che fosse diramata una circolare affinché il decreto
si applicasse in tutti i porti italiani. Questo va fatto anche
per tutti i porti europei, nella misura in cui sono necessarie
delle regole standard comuni a tutti i porti europei.
Su questo tema non pare, a mio giudizio, essere molto presente
l'iniziativa politica.
Sul tema relativo alla formazione manageriale e del personale
qualificato, grazie alla Regione è stato sicuramente svolto
un discreto lavoro. Dal giugno 1998 abbiamo effettuato una serie
di corsi ad alto livello confrontando le esperienze italiane con
quelle straniere; questi confronti sono stati fatti soprattutto
con managers provenienti dai grandi porti del nord. È stata
un'esperienza di altissimo livello che ha consentito il risultato
di avere il 100% di placement fra coloro che hanno partecipato
ai corsi.
Questa è la sfida più difficile che avremo di fronte
nei prossimi anni. C'è un buon lavoro avviato insieme alla
Regione Liguria, le Regioni Venezia Giulia e Emilia Romagna, e
le Autorità Portuali liguri in tema di formazione lavorano
molto insieme, anche adesso si stanno svolgendo corsi di formazione
in partnership perché ci si rende conto che questo è
un capitolo delicatissimo su cui si gioca il successo di un sistema
portuale o di un altro.
Sono tre i fattori che decideranno del futuro dei sistemi portuali:
le infrastrutture, cioè il sistema logistico portuale e
dell'indotto, l'informatizzazione (nella quale scontiamo un certo
ritardo rispetto a quello che accade negli altri sistemi portuali
del nord Europa), la formazione.
Su questi punti c'è molto da lavorare; per restare solo
al tema della formazione, non essendo necessari molti investimenti
come negli altri due si potranno certo fare molte più cose.
Bisogna cercare di coinvolgere l'Università e altri Istituti
ma anche di avere scambi di esperienze con altri paesi, ottenendo
qualche risultato di ritorno positivo. Da tempo siamo infatti
coinvolti in alcune esperienze che stanno avvenendo in paesi dell'America
Latina e dell'Africa (fra gli altri Mauritania, Brasile, Cuba),
che chiedono una forma di consulenza su questo tipo di formazione
manageriale.
Per concludere si può dire che la formazione non è
solo un'esigenza sentita, sul versante della formazione professionale
e della sicurezza, per vincere la concorrenza in un'economia globalizzata,
ma è anche una risorsa. Credo che se sapremo cogliere questa
opportunità, essa diventerà una risorsa esportabile
non solo sull'altra sponda del Mediterraneo ma anche nei paesi
in via di sviluppo rispetto a noi.
Mr. Gallanti addressed his speech in discussing about the favourable
impact of training courses, experiences that satisfy the need
for more trained staff; a more and more globalised world and the
injuries that ever happen on the working place stress the importance
of this request.
Regarding, in particular, the domain of safety rules, the Port
Authority of Genova has signed, together with trade unions and
terminal companies, on 5th January 1999 an agreement about the
obligation, for everyone intends to work in a harbour, of a previous
training course, in order to minimised the accidents; researches
in this sense have, in fact, underlined that the lack of knowledge
about dangerous situations is one of the first causes of injury.
A video (shoot by the Radio Televisione Italiana) and a guide
book will be useful for this initiative and other proposals are
forthcoming, following the example of the big harbours in Northern
Europe, signally Hamburg and Bremen.
A subsequently problem is to wide this training, as well as the
one dedicated to managers, into a European dimension, not forgetting
that the Green Book of the Commission empathised the need of common
and standard safety rules.
Turning the discussion into the theme related to management and
qualified courses, the Port Autorithy of Genova together with
the Regione Liguria has satisfied this need exploiting a series
of high level training courses with guest managers coming from
the most important harbours of Northern Europe, making this experience
a global one, underlining that investment in training is, with
the one dedicated to infrastructures and to information technologies,
an important factor of growth; a multilevel approach, that involves
Universities, Research Institutes and foreign countries, is however
necessary to make training not only a need but on the contrary
a resource, stressing its importance to win the challenges that
the global economy will pose.
Programma conferenza