FEMAR CONFERENCE
Future Educational Challenges for Maritime Information Society
Il ruolo della formazione e delle tecnologie dell'informazione
per lo sviluppo dell'economia marittima
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COMMISSIONE EUROPEA
REGIONE LIGURIA
MARIS
In collaborazione con
AMRIE e con il Forum MARIS di Genova
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L'IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE E DELLE TECNOLOGIE
NEL SETTORE MARITTIMO
BRUNO TRENTIN
Parlamento Europeo
Nel mio intervento insisterò su alcuni aspetti che attengono
al ruolo delle esperienze formative, nel settore cruciale dell'economia
marittima e in una realtà come quella italiana.
Infatti, nel quadro delle esperienze di formazione sul posto di
lavoro, i progetti FEMAR, MARSK e ADAPT rappresentano dei casi
incoraggianti che possono costituire un punto di riferimento per
altri settori dell'economia e diventare quindi l'elemento di orientamento
per la sperimentazione di nuovi metodi di formazione di competenze
nell'uso delle nuove tecnologie, nella sicurezza e nella tutela
del patrimonio ambientale.
Ciò attraverso quei contratti di programma o quei patti
ambientali che stiamo tentando di sperimentare in varie parti
d'Italia e che possono innestare nuovi rapporti di partenariato
tali da coinvolgere imprese e istituti scolastici, e non solo
quelli della formazione professionale.
La sperimentazione sistematica di stages nei luoghi di lavoro,
stages per allievi ma anche per formatori, è un'esperienza
decisiva per superare il gap che tuttora sussiste e che, qualche
volta, tende ad allargarsi fra la formazione scolastica e l'acquisizione
di competenze basate su nuovi saperi che maturano sui luoghi di
lavoro con l'utilizzazione e il mutamento incessante delle nuove
tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni. Qui sta infatti,
a mio avviso, una delle cause strutturali della disoccupazione
giovanile e delle difficoltà che incontrano tanti giovani
ad inserirsi rapidamente nel mondo del lavoro in condizioni corrispondenti
alle loro aspettative e alla loro formazione scolastica.
Vorrei comunque insistere, soprattutto, sull'importanza di uno
sforzo particolare da compiere nell'estendere la sperimentazione
del progetto ADAPT; in questo contesto non si tratta soltanto
di consentire l'adattamento delle competenze al mutamento delle
tecnologie (ed è già una sfida immane di fronte
alla tentazione di tante imprese di risolvere il problema con
un turnover accelerato della manodopera soprattutto per le qualifiche
medio basse, disperdendo un capitale umano che potrebbe essere
valorizzato), ma si tratta di impedire che il mantenimento di
una parte rilevante di lavoratori in una situazione professionale
precaria e magari fortemente disagiata in termini di condizioni
di lavoro costituisca, magari al raggiungimento di una certa età,
la ragione o il pretesto per la sua espulsione dal mercato del
lavoro quando, per esempio, superati i cinquant'anni è
quasi troppo tardi per un investimento nella riqualificazione
del personale; investimento che diventa in ogni caso, a quel punto,
molto costoso.
Lo stesso ragionamento si potrebbe fare per i tanti lavori usuranti
e pericolosi che non mancano nel settore del trasporto marittimo,
della cantieristica e quant'altro, i quali dovrebbero costituire
una fase della vita lavorativa, qualora non fossero rimosse anche
le cause della pericolosità o della gravosità, ma
non la causa di una emarginazione dal mercato del lavoro sopraggiunta
una certa età.
A questo proposito noi facciamo i conti con il dato più
inquietante che riguarda la realtà italiana anche confrontato
con quelle degli altri paesi dell'Europa comunitaria: un invecchiamento
accelerato della popolazione, un allungamento (e questo è
un dato positivo) delle aspettative di vita, l'impossibilità,
anche per ragioni finanziarie, di proseguire con la pratica dei
prepensionamenti, delle pensioni di anzianità, o dei regimi
speciali.
Questo apre però uno scenario sul quale ci si sofferma
ancora troppo poco quando si discute di questi problemi: oggi
il 50% della popolazione sopra i cinquant'anni è attualmente
occupata, e se andiamo a cinquantacinque anni ci accorgiamo che,
in Italia, meno del 36% della popolazione attiva è occupato;
questa situazione è particolarmente seria in un paese in
cui già la popolazione attiva è fra le più
basse dei paesi europei: siamo al 60% rispetto alla popolazione
totale.
Ora, di fronte all'invecchiamento della popolazione e all'allungamento
delle aspettative di vita, la situazione non può essere,
io credo, la decurtazione delle pensioni di vecchiaia per quanti
già percepiscono dei redditi medio bassi. Tanto meno se
si pensa al destino di quel 65% di persone sopra i cinquantacinque
anni che devono aspettare dieci anni per percepire la pensione,
e una pensione decurtata di dieci anni di contributi.
Giustamente l'ultimo rapporto della Commissione europea sulle
linee di un coordinamento, di una armonizzazione delle politiche
di protezione sociale indica invece la strada, attraverso il termine
un po' bizzarro dell'invecchiamento attivo, del prolungamento
della vita lavorativa sia in occupazione diverse, sia con modalità
diverse, a part-time, nell'impresa in cui esse sono occupate,
oppure anche in altre attività, consentendo ai lavoratori
più anziani di svolgere attività di monitoraggio
per i più giovani verso la fine della corriera lavorativa.
Questa è la grande sfida che attende la formazione permanente
e la riqualificazione la quale comporta, per i lavoratori in età
matura, in molti casi, anche il recupero di una formazione di
base come condizione per poter acquisire la padronanza di nuove
tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni.
ADAPT può aprire la strada ad una politica di riqualificazione
dei lavoratori in età matura contribuendo a recuperare
e a superare il ritardo enorme che pesa in Europa e nel nostro
paese; pensate che in Europa sopra i cinquant'anni solo il 10%
della manodopera è interessata ad un'esperienza di formazione
permanente. In Italia siamo all'1,5%.
D'altra parte, non voglio nascondere che una strada di questa
natura comporta uno sforzo finanziario rilevante; la formazione
permanente non è uno scherzo e non può essere soprattutto,
quando si tratta di impadronirsi dell'uso di nuove tecnologie
in continuo cambiamento, un'infarinatura. Comporta degli investimenti
seri nel personale docente, nel tirocinio, e degli investimenti
che per loro natura producono dei risultati nel medio termine,
e non sempre (ed è questo il caso della ricerca) con la
certezza del risultato.
Probabilmente le risorse di ADAPT e della rete delle Regioni coinvolte
nei progetti di formazione possono non essere sufficienti, quindi
a partire da quei progetti è necessario mettere in campo
nuovi protagonisti: naturalmente lo Stato nazionale, le stesse
imprese in prima persona e io aggiungo, come reduce da una lunga
attività sindacale, anche i lavoratori.
La formazione permanente deve diventare l'oggetto, forse il primo,
della contrattazione collettiva nei luoghi di lavoro, e non vi
è niente di scandaloso nel considerare l'acquisizione di
un programma formativo come un investimento sul futuro, e quindi
come un salario in natura che si contribuisce a finanziare anche
con la propria retribuzione; ciò per acquisire quella impiegabilità
sul mercato del lavoro e nella stessa impresa in cui si opera
che è garanzia di quel minimo di sicurezza che è
decisiva, a sua volta, per poter affrontare le sfide della competizione
mondiale.
È una sfida rilevante, gravosa, ma è troppo decisiva
per non essere affrontata e le esperienze accumulate con la sperimentazione
dei progetti FEMAR, MARSK e ADAPT possono indicare una strada
che altri devono percorrere, contribuendo così ad una nuova
fase di ripresa dell'economia ligure, e ad un nuovo capitolo della
storia economica e sociale di Genova.
Mr. Bruno Trentin, member of the European Parliament, has focused
his speech in presenting some aspects concerning the role of the
training experiences in the maritime sector in Italy.
Referring to this the projects FEMAR, MARSK and ADAPT could represent
an important example also in other sectors of the economy, becoming
a guide line to experience new kinds of training methods, in order
to be qualified to work with the new technologies, in observance
of safety regulations for workers and protective measures for
the environment.
With a particular interest in the growing gap between school training
and work experiences, new technologies and retraining of workers,
and without forget the impact on the whole welfare society of
the ageing of the active population and the problem of retraining
concerning people carrying out dangerous works (dilemma often
solved by dismissing workers too age), Mr. Trentin has illustrated
the solutions suggested by the European Commission: co-ordination
and harmonisation of welfare policies. It cannot be denied in
fact, that permanent training and retraining of workers will be
the only possibilities admitted, if we exclude the cut of the
old-age pensions.
The relevant financial effort necessary for this programme must
be found not only in the funds granted by the ADAPT Programme
or in the network of Regions involved in training projects but
more and more in the resources appropriated by countries, companies
and workers too, and it goes without saying that the permanent
training must become the topic subject-matter of collective contracts,
considering the formative programmes as investments on one's future.
Even if the challenge is hard, Mr. Trentin has underlined, finally,
the decisive importance to win it, in order to meet the requirements
posed by the future international competitiveness and to contribute
in recovering the Regione Liguria economy.
Programma conferenza