Terminal Mediterranei e Terminal Settentrionali:
come sta andando la competizione?
di Manlio Trotta - MARCONSULT
Nelle dichiarazioni di operatori portuali (mediterranei) e sulla
stampa accade spesso di rilevare come si ritiene diffusamente
che in questi ultimi anni nei terminal per contenitori dei porti
mediterranei si siano realizzati miglioramenti di tale entità
da innescare un recupero di traffico marittimo dai terminal del
Northern Range al Mediterraneo.
La parola "recupero" non ci piace. Per parlare di recupero
bisogna supporre che vi sia stato in precedenza un indebito dirottamento
di traffico dal Mediterraneo al Nord, rispetto ad una situazione
ipotetica di corretta ripartizione. Ma un corretta ripartizione
non esiste. La definizione di area territoriale di pertinenza
di un terminal non è possibile, fin da quando sono stati
abbandonati i criteri di definizione basati sulla distanza geografica,
sull'equivalenza dei costi del trasporto terrestre, o altri simili.
Il terminal stesso, con la sua offerta di servizi e con la sua
capacità di inserimento in una catena logistica, è
in grado di contribuire a stabilire i confini del suo territorio
di pertinenza, che risultano quindi non determinabili e, comunque,
flessibili.
Tuttavia è evidente che tra i terminal del Northern
Range ed i terminal mediterranei esiste una competizione,
in quanto costituiscono due sistemi diversi di ingresso dei traffici
transoceanici al cuore economico ed industriale dell'Europa. Per
valutare i risultati di questa competizione bisognerebbe confrontare
i traffici transoceanici che sono diretti ai porti del Nord con
quelli che invece utilizzano i porti mediterranei: ma l'isolamento
dei traffici transoceanici dagli tutti gli altri è realizzabile
solo con uno studio di dettaglio, non disponibile al momento.
È però possibile effettuare dei confronti globali,
che comunque, pur approssimati, consentono valutazioni di un certo
interesse.
Prendendo in esame i terminal contenitori dei porti della costa
settentrionale continentale europea (Francia, Belgio, Olanda,
Germania, Polonia) e confrontando le loro movimentazioni complessive
con quelle dei terminal del Mediterraneo occidentale e dell'Adriatico
(Spagna, Francia, Italia, Slovenia, Croazia, Grecia, isole), si
hanno i dati riportati in tabella, con riferimento agli ultimi
tre anni (in migliaia di TEU):
| 1997 | 1999
| Incremento
movimentaz. |
Terminal settentrionali | 17.710
| 20.397 | 2.687 |
Terminal mediterranei | 12.201
| 15.474 | 3.273 |
Totale movimentazioni | 29.911
| 35.871 | 5.960 |
Dai dati risulta che i terminal mediterranei, che nel 1997 detenevano
una quota del 41% delle movimentazioni complessive, hanno contribuito
per il 55% all'incremento totale delle movimentazioni, avendo
portato la loro quota di partecipazione al 43% del totale.
Questi sono i risultati che probabilmente inducono alcuni a sostenere
che i terminal mediterranei stanno guadagnando terreno nella competizione
con i terminal settentrionali. Ma purtroppo ad un'analisi più
approfondita tale affermazione appare non giustificata.
È necessario premettere alcune riflessioni sulle incertezze
della determinazione del traffico e sulla differenza con le movimentazioni
portuali.
È noto che il volume delle movimentazioni portuali è
calcolato sulla base delle operazioni in banchina. Ogni contenitore,
che costituisce una unità di traffico, quando viene sbarcato
(od imbarcato) viene conteggiato come una unità movimentata.
Vi è quindi esatta corrispondenza tra traffico e movimentazioni.
Se però nel terminal vengono effettuati trasbordi, il contenitore
che viene trasbordato, e che rappresenta sempre una unità
di traffico, viene conteggiato come due movimentazioni. Nel caso
di trasbordi quindi si viene a perdere la corrispondenza tra traffico
e movimentazioni, e la somma delle movimentazioni risulta superiore
al traffico reale. Se la percentuale di trasbordi che viene effettuata
in un terminal non è molto alta ed è sufficientemente
costante, l'errore che si commette confondendo traffico e movimentazioni
può essere accettabile, in quanto sistematico e marginale.
Se invece si analizza un sistema di terminal in cui siano presenti
sia gli hub terminal sia i terminal di feederaggio,
un contenitore (che rappresenta sempre una unità di traffico)
viene conteggiato come due movimentazioni nel terminal hub ed
una al terminal finale, cioè come tre movimentazioni complessive.
La differenza tra movimentazioni e traffico diventa importante.
In ogni caso non è lecito confondere il traffico marittimo
con la somma delle movimentazioni di un sistema portuale.
Nel confronto tra terminal europei del Nord e del Sud, tra i due
sistemi esistono diversità fondamentali.
Il sistema dei terminal settentrionali è caratterizzato
da terminal di grande dimensione, concentrati in pochi porti,
e da terminal satelliti, in buona parte alimentati con linee di
feederaggio dai primi. La percentuale di trasbordi che
viene effettuata nei grandi terminal è abbastanza costante
e varia dal 10 al 30% nella maggioranza dei casi.
Il Mediterraneo, invece, è caratterizzato dalla recente
nascita e sviluppo di grandi terminal dedicati esclusivamente
al trasbordo (quali Algeciras, Gioia Tauro, Malta) e da terminal
tradizionali con percentuali di trasbordi non diversa dai terminal
settentrionali. È evidente che i terminal dedicati esclusivamente
al trasbordo operano un traffico che, se destinato in Europa,
è già conteggiato nei terminal finali di feederaggio
o, se con destinazione extra-europea, non interessa la competizione
portuale intra-europea. Non è corretto quindi considerare
i terminal di trasbordo come terminal concorrenti ai terminal
del Nord. Inoltre molti terminal mediterranei non rappresentano,
di fatto, una potenziale porta di ingresso al centro Europa e,
quindi, non partecipano alla competizione in esame (ad esempio,
i terminal greci o dell'Italia meridionale).
Per effettuare un confronto valido sembra quindi opportuno considerare
solamente i grandi terminal del Nord da un lato, ed i terminal
della costa mediterranea nord occidentale e dell'Alto Adriatico
dall'altro. Operando in tale modo non solo si considerano solo
i terminal che effettivamente concorrono, ma si riducono anche
le approssimazioni (rendendo i volumi delle movimentazioni considerate
più prossimi ai volumi del traffico marittimo).
I terminal settentrionali selezionati sono quelli appartenenti
ai porti di Le Havre, Antwerp, Hamburg, Rotterdam, Bremen/Bremerhaven,
Zeebrugge, i cui volumi costituiscono circa l'88% delle movimentazioni
dell'intero arco di costa preso originariamente in esame e che,
quindi, sono ben rappresentativi del traffico settentrionale.
I terminal mediterranei selezionati sono quelli dei porti di Valencia,
Barcelona, Marseille, Genova, La Spezia, Livorno, Venezia, Trieste,
Koper.
Nella tabella che segue sono riportati i dati (in migliaia di
TEU) per i porti selezionati.
| 1997 | 1999
| Incremento
movimentaz. |
Selezione di Terminal settentrionali | 15.341
| 17.960 | 2.619 |
Selezione di Terminal mediterranei | 5.192
| 6.019 | 827 |
Totale movimentazioni | 20.533
| 23.980 | 3.446 |
Dall'esame dei dati risulta che i terminal mediterranei selezionati,
che avevano una partecipazione alle movimentazioni complessive
del 25% circa, hanno contribuito all'incremento dal 1997 al 1999
per il 24%, restando praticamente inalterata la loro quota alle
movimentazioni totali.
Naturalmente all'interno di ciascun sistema sussistono differenze
tra i vari terminal: alcuni migliorano, altri sono stabili, altri,
anche per ragioni esterne, peggiorano. Ma in ogni caso, pur con
la cautela necessaria per le approssimazioni inevitabilmente introdotte,
non si può sostenere che i terminal mediterranei stiano
vincendo la competizione con i terminal settentrionali, ma solo
che, grazie al miglioramento della loro efficienza e contrariamente
al passato, riescono a difendere le quote percentuali di traffico
acquisite.
Questa conclusione porta anche a rivedere il ruolo che, in tempi
recenti, viene assumendo il Mediterraneo nei confronti con l'Europa.
Mentre comunemente si afferma che il Mediterraneo si sostituisce
gradualmente ai porti settentrionali come via di ingresso in Europa
dall'Estremo Oriente, in realtà, come visto, ciò
non sta accadendo.
È viceversa in atto nel Mediterraneo, grazie ai terminal
di trasbordo, una modifica importante del sistema distributivo
marittimo che vede le linee dirette (e, di conseguenza, i grandi
porti capolinea) parzialmente sostituite da reti di collegamento
(grandi porti hub, linee di feederaggio, reti di
porti regionali). Naturalmente il nuovo sistema non sostituirà
interamente il precedente (così come le grandi fullcontainer
non sostituiranno interamente l'esistente naviglio transoceanico),
ma i due sistemi probabilmente conviveranno per lungo tempo senza
che la nuova situazione determini sostanziali "deviazioni"
dei flussi di traffico.
La competizione tra porti del Nord e del Mediterraneo probabilmente
si combatterà sulla terraferma, e sarà basata sull'efficienza
e la competitività dei sistemi logistici terrestri di introduzione
in Europa. Su tale terreno il meridione d'Europa deve assolutamente
migliorare.
Genova, Giugno 2000