L'European Shippers' Council (ESC) ha dichiarato di essere «deluso, ma non sorpreso» dalla decisione assunta giovedì scorso dal Parlamento europeo di rigettare la proposta della Commissione Europea che prevede l'abolizione delle esenzioni antitrust di cui godono le conference marittime.
Secondo ESC, la relazione sulla proposta del greco Rodi Kratsa «ha dato messaggi confusi e contraddittori in quanto sembra sostenere alcuni casi nei quali il sistema della conference dovrebbe continuare ad esistere per proteggere le compagnie di navigazione oceaniche di piccola e media taglia senza l'adozione di noli fissi, ma con una sorta di tariffe di riferimento o di un indice dei noli, in accordo con la giurisprudenza della Corte di Giustizia europea. Inoltre la relazione suggerisce che non ci sarebbero vantaggi nel cambiare l'attuale sistema delle conference».
In particolare il Parlamento UE ha sottolineato infatti come un generale cambiamento del sistema delle conference produrrebbe conseguenze negative «non tanto per le grandi compagnie marittime di trasporto merci, quanto principalmente per quelle di dimensioni medie e piccole», ha rilevato come «non esistano dati che inducano a concludere che l'eventuale soppressione delle conferenze marittime determinerebbe un crollo dei prezzi» ed ha osservato come «il regolamento (CEE) n. 4056/86 (relativo all'applicazione delle norme sulla concorrenza ai trasporti marittimi, ndr), pur approvando il sistema delle conferenze chiuse, autorizzi anche le transazioni libere, il che significa che fondamentalmente la concorrenza di terzi è assicurata e che le conferenze marittime non sono autorizzate a praticare altre restrizioni alla concorrenza».
Inoltre il Parlamento europeo ha invitato la Commissione «a prendere in seria considerazione le ricadute di un eventuale sistema alternativo sull'insieme del settore dei trasporti marittimi, vale a dire di quanti fanno parte o meno delle conferenze marittime, come pure dei loro concorrenti (enti indipendenti), dei loro clienti spedizionieri e dei consumatori finali». Inoltre gli europarlamentari hanno sollecitato la commissione «a tener conto, in caso di revisione del regolamento (CEE) n. 4056/86, dei sistemi giuridici e di funzionamento in vigore in altri paesi (USA, Australia, Giappone, Canada), in quanto un allineamento scorretto del sistema europeo in relazione a questi sistemi potrebbe scatenare tendenze destabilizzatrici di carattere socioeconomico su scala mondiale e tradursi in misure protezionistiche».
Il Parlamento ha quindi esortato la Commissione a «procedere alla revisione - e non all'abrogazione - del regolamento (CEE) n. 4056/86, onde provvedere alla sua compatibilità con le regole di concorrenza, in particolare escludendo la possibilità della fissazione diretta dei noli, autorizzando invece la fissazione di un tasso di riferimento tramite conferenze o di un indice dei prezzi nel contesto di un sistema di sostituzione, in conformità della giurisprudenza della Corte di giustizia, nonché provvedendo a che i diritti accessori del nolo e le spese connesse siano calcolati in modo trasparente e in seguito a dialogo con gli spedizionieri» ed ha sottolineato come «qualsiasi revisione debba garantire la stabilità dei noli, l'elevata qualità dei servizi e la sana concorrenza per le imprese di ogni dimensione».
«In effetti - ha osservato il segretario generale di ESC, Nicolette van der Jagt - il Parlamento ha invitato la Commissione a regolare le tariffe del trasporto marittimo di linea. Non riteniamo che questo sia il loro compito. È il mercato a determinarle».
«Tuttavia - ha rilevato Nicolette van der Jagt - siamo incoraggiati dall'eccellente intervento del commissario europeo Charlie McCreevy nel corso della sessione plenaria del Parlamento, che ha detto che la compatibilità con le normative sulla concorrenza continua ad essere il riferimento della revisione della 4056/86. La libera concorrenza è la regola per quasi tutte le attività nel mondo. Perché non anche per i trasporto marittimi di linea?»