- Ieri con 335 voti favorevoli, due contrari e 72 astenuti la Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge n. 2722, già approvato dal Senato l'11 novembre 2014, di delega al governo per la riforma del codice della nautica da diporto. Il disegno di legge si compone di un unico articolo che delega l'esecutivo ad adottare decreti legislativi di revisione ed integrazione dell'attuale codice della nautica da diporto, il decreto legislativo n. 171 del 18 luglio 2005 che ha attuato la direttiva 2003/44/CE.
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- La delega prevede innanzitutto la revisione del regime amministrativo e di navigazione di tutte le unità da diporto, quindi sia dei cosiddetti natanti (unità di lunghezza inferiore a 10 metri) che delle imbarcazioni da diporto (unità con scafo tra 10 e 24 metri), che delle navi da diporto (di lunghezza superiore a 24 metri comunque di stazza lorda non superiore alle 1.000 tonnellate, adibite in navigazione internazionale esclusivamente al noleggio per finalità turistiche). In particolare si prevede il coordinamento e armonizzazione della normativa in materia di nautica da diporto e di iscrizione delle unità da diporto, al fine di semplificare gli adempimenti formali posti a carico dell'utenza, nonché la semplificazione del regime amministrativo e degli adempimenti relativi alla navigazione da diporto, anche ai fini commerciali.
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- Si prevede poi di intervenire sulle attività di controllo in materia di sicurezza della navigazione da diporto e di prevenzione degli incidenti in prossimità della costa con l'obiettivo della salvaguardia della vita umana in mare e nelle acque interne (con particolare attenzione all'attività subacquea). Altri principi prevedono l'inserimento della cultura del mare e dell'insegnamento dell'educazione marinara nei piani formativi scolastici, l'istituzione della giornata del mare nelle scuole e l'istituzione della figura professionale dell'istruttore di vela. Altre materie oggetto della delega sono la revisione della disciplina sanzionatoria, sulla base della gravità delle violazioni del codice, prevedendo sanzioni più severe a carico di coloro che conducono unità da diporto in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti, l'aggiornamento dei requisiti psicofisici, con particolare riferimento a quelli visivi e uditivi, necessari per il conseguimento della patente nautica, le procedure per l'approvazione e l'installazione di sistemi di alimentazione con GPL (gas di petrolio liquefatto), metano e elettrici sulle unità da diporto di nuova costruzione o già immesse sul mercato.
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- Manifestando soddisfazione per l'approvazione definitiva della delega per la riforma del codice della nautica, la presidente di UCINA Confindustria nautica, Carla Demaria, ha evidenziato la duplice necessità del varo del provvedimento: «da un lato - ha spiegato - si trattava di colmare le lacune della stesura originaria del 2005. Spiace doverlo ricordare oggi - ha specificato - ma gli allora vertici di UCINA si lasciarono sfuggire anche la possibilità di correggere il testo, lasciando scadere la finestra normativa prevista dalla delega, ma da esercitarsi l'anno successivo a quello di emanazione. D'altro canto oggi si provvede anche a un aggiornamento necessario e conseguente allo sviluppo di questi dieci anni di nautica, a cominciare dalle normative di sicurezza».
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- UCINA ha ricordato che dal codice vigente non sono adeguatamente normati i superyacht, il noleggio e anche la locazione di piccoli natanti e che ci sono complicazioni per il cambio di bandiera e la dichiarazione d'esportazione, anche se alcune di queste criticità sono state almeno parzialmente risolte dagli interventi legislativi e regolamentari ottenuti da UCINA nell'ultimo biennio. L'associazione dei cantieri nautici italiani ha poi evidenziato che il codice vigente contiene «delle vere e proprie aberrazioni, come - ha precisato UCINA - il visus richiesto per il rilascio della patente, che non era come quello necessario per la patente automobilistica, ma piuttosto assimilabile a quello dei piloti d'aereo».
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- Sottolineando che «la legge delega è il frutto di due intensi anni di lavoro che hanno visto UCINA quale unico interlocutore delle istituzioni», l'associazione ha rilevato che «ora, per rilanciare concretamente il mercato, sono stati previsti la semplificazione degli adempimenti a carico dei diportisti, la destinazione d'uso per la piccola nautica delle strutture demaniali che presentino caratteristiche idonee per essere utilizzate quale ricovero a secco di piccole unità, la regolamentazione dell'attività di locazione dei natanti - oggi rimessa a una moltitudine di ordinanze locali - e la verifica delle procedure di Port State Control, attualmente penalizzanti per l'incoming estero. I piani formativi scolastici si schiudono alla cultura del mare e all'educazione marinara».
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- «Sono doppiamente soddisfatta - ha concluso Demaria - per il successo di UCINA e perché è un successo a beneficio di tutta la filiera, anche di chi è o si ritiene molto distante da noi».
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