Continua il processo di studio del piano regolatore portuale avviato alla fine dello scorso anno. In una conferenza-presentazione tenutasi oggi a Palazzo San Giorgio a Genova - a cui ha partecipato il ministro dei Trasporti Burlando - i dirigenti del porto, i responsabili dell'ufficio progettuale creato per la stesura del piano portuale e gli architetti di fama internazionale a cui è stata richiesta una specifica collaborazione al progetto hanno esposto i primi risultati del lavoro.
Sia il presidente dell'autorità portuale Gallanti che il segretario generale Capocaccia hanno sottolineato l'importanza del nuovo strumento urbanistico, elaborato a oltre trent'anni di distanza dall'ultimo piano portuale del 1964. Importante e di difficile gestazione, visto lo stretto rapporto fisico - singolare e per molti aspetti unico - che caratterizza la città genovese e il suo porto. Proprio per affrontare adeguatamente queste difficoltà si è ritenuto indispensabile creare un apposito "Ufficio del Piano" e coinvolgere professionisti di livello internazionale per disporre di un'utile confronto con altre esperienze progettuali.
Gli architetti Bona e Boeri, dell'ufficio del piano, e i progettisti Rem Koolhaas, Manuel De Solà Morales, Bernardo Secchi hanno esposto i risultati raggiunti fino a questo momento e le difficoltà ancora da affrontare.
Sarà incrementata innanzitutto l'apertura della città verso il porto vecchio, già iniziata con il recupero dell'area dell'Expo'. Un processo destinato a svilupparsi con la progettata riqualificazione di ponte Parodi e con il potenziamento delle strutture destinate al traffico crocieristico e a quello legato ai traghetti.
Differente l'approccio con la porzione di area portuale compresa tra San Benigno e la Fiumara. In questa zona, caratterizzata dalla disposizione "a pettine" delle banchine, convivono strutture terminalistiche che operano sia con i contenitori che con le merci varie. Si tratterà, nell'impossibilità di trovare nuovi spazi, di ottimizzare le risorse infrastrutturali e sfruttare al meglio le aree disponibili: l'asse portante di questa zona sarà costituito sia dalla struttura viaria sopraelevata collocata all'interno del porto che dalla parallela linea ferroviaria.
In quest'ambito diventano ancor più nevralgici i nodi di San Benigno e della Fiumara. Il primo come primo punto interno della città accessibile dalla rete autostradale, la cosiddetta "camionale", l'altro - per cui Koolhaas ha suggerito anche destinazioni residenziali e universitarie - decisivo per il collegamento del porto con la città e l'area di recupero industriale della valle del Polcevera. Una zona che il ministro Burlando considera strategica per riqualificare la struttura viaria genovese, aprendo una nuova direttrice verso l'entroterra necessaria per decongestionare una rete autostradale sicuramente non adeguata alle esigenze dei traffici portuali attuali e futuri.
Il ministro ha inoltre portato l'attenzione sull'area di Cornigliano, studiata dall'architetto Smets, non presente alla presentazione, che giudica vitale per il futuro industriale della città. E' necessario infatti secondo Burlando, nonostante le difficoltà in cui versa il comparto industriale cittadino, che la città non rinunci ad avere una vocazione produttiva. Il porto d'altronde non potrà essere il toccasana per l'economia genovese. Il rilancio dell'industria mercantile infatti, legato alla movimentazione dei contenitori, non crea livelli occupazionali proporzionali alla crescita dei traffici, soprattutto se la merce dei contenitori non viene poi "manipolata" o assemblata nel retroterra portuale. E questa possibilità per Genova rimane, come Burlando ha sottolineato anche in altre occasioni, solo nelle zone di Cornigliano e di Campi.
L'area più orientale del porto, compresa tra l'Expo' e la Foce, è stata invece oggetto delle proposte dell'architetto Morales che ha confermato l'importanza di rinforzare la presenza delle società impegnate nelle riparazioni navali e di accentuare le caratteristiche di richiamo proprie della Fiera Internazionale. Il rapporto della città con questa zona, attualmente segnato dal confine posto dalla strada sopraelevata e dalle mura di Sarzano e di Carignano, potrebbe essere recuperato proprio accentuando la linea di passaggio viario con un nuovo livello, inferiore rispetto sia alla strada sopra le mura sia alla sopraelevata, che permetta la creazione di una passeggiata e di un'arteria stradale a traffico lento. Una strada che serva inoltre da "copertura" ai magazzini e alle strutture industriali dedicate alle riparazioni navali.
In conclusione il piano, ideato e disegnato in stretto contatto con le amministrazioni locali, ha il difficile compito - è opinione comune degli oratori - di coniugare due esigenze apparentemente inconciliabili. Deve essere uno strumento utile a preparare la città ad un possibile e auspicato ulteriore incremento dei traffici portuali che, ha ricordato Capocaccia, riguarderà sia i contenitori, che le merci varie e il traffico passeggeri, con calo negli oli minerali. D'altro canto deve consentire di riaprire, dopo decenni di netta separazione, il confine che ha separato la città dal porto.
Bruno Bellio
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