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Il Consiglio dell'UE ha adottato la propria posizione sui servizi portuali
Movimentazione delle merci e servizi ai passeggeri soggetti alle regole di trasparenza finanziaria, ma esentati dalle disposizioni di accesso al mercato. Gli Stati possono decidere di non applicare le norme al pilotaggio
8 ottobre 2014
Oggi a Lussemburgo il Consiglio dei ministri dei Trasporti dell'Unione Europea, sotto la presidenza italiana del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha adottato una propria posizione sul regolamento per l'accesso al mercato dei servizi portuali e la trasparenza finanziaria dei porti che prevede che le norme vengano applicate a tutti i porti marittimi elencati negli orientamenti dell'UE per lo sviluppo la rete transeuropea dei trasporto TEN-T, includendo nella lista sia gli scali portuali che fanno parte del “core network” sia quelli che figurano nel “comprehensive network” ( del 19 ottobre 2011). Tuttavia gli Stati membri, nell'ambito di determinate condizioni, potranno decidere di non applicare le norme ai piccoli porti che fanno parte della rete globale e potranno anche essere liberi di decidere se applicare il regolamento ad altri porti non inclusi in tali elenchi.
In merito alle differenti categorie di servizi portuali, i ministri hanno stabilito che la movimentazione delle merci e i servizi ai passeggeri saranno soggetti alle regole di trasparenza finanziaria, ma verranno esentati dalle disposizioni di accesso al mercato, come inizialmente proposto dalla Commissione ( del 23 maggio 2013). I ministri hanno concordato che gli Stati membri avranno la possibilità di decidere sulle regole di accesso al mercato per questi servizi, in accordo con la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'UE.
La posizione del Consiglio dell'UE prevede che gli Stati membri possano decidere di non applicare le regole sull'accesso al mercato ai servizi di pilotaggio svolti entro e fuori dai porti, mentre saranno applicabili tutte le altre parti della proposta legislativa, incluse le disposizioni in materia di trasparenza finanziaria.
Inoltre l'attività di dragaggio sarà coperta solo dalle norme che impongono una contabilità separata per le attività finanziate con fondi pubblici e queste regole verrebbero applicate solamente quando l'organo di gestione del porto che riceve finanziamenti pubblici effettua attività di dragaggio all'interno dell'area portuale sotto la sua giurisdizione.
Il Consiglio dell'Unione Europea ha adottato altre modifiche alla proposta della Commissione Europea con l'obiettivo di rendere più flessibili alcune disposizioni ed evitare di caricare i piccoli porti di oneri amministrativi sproporzionati e per tenere conto anche delle differenziazioni che caratterizzano il settore portuale in Europa così come di circostanze particolari degli Stati membri. È stata ad esempio ampliata la possibilità di limitare il numero di fornitori di servizi, per includere i casi in cui il volume di traffico non renda economicamente conveniente la presenza di diversi fornitori di servizi. Inoltre, sulla base di considerazioni di sicurezza, la sicurezza e la sostenibilità ambientale sono stati inclusi come motivi per limitare il numero di fornitori e per l'imposizione di obblighi di servizio pubblico. Sono state adottate anche disposizioni transitorie al fine di non interferire con i contratti in atto o sottoscritti prima dell'adozione del regolamento.
La posizione adottata dai ministri dei Trasporti dell'UE prevede che il principio della libera prestazione dei servizi si applichi ai servizi portuali a determinate condizioni. In particolare, agli Stati membri e alle amministrazioni dei porti sarà consentito di imporre requisiti minimi per la fornitura di servizi portuali e, se necessario, di limitare il numero di fornitori di servizi. Inoltre, qualora un'amministrazione portuale riceva finanziamenti pubblici, dovrà essere tenuta una contabilità separata per dimostrare come sono stati utilizzati questi fondi. Sono previste anche nuove regole per rendere più trasparenti le tariffe dei servizi portuali e per l'uso delle infrastrutture portuali.
«Non era facile, ma c'è l'abbiamo fatta», ha commentato il ministro Maurizio Lupi. «Il risultato raggiunto infatti - ha rilevato - è di grande spessore strategico nella gestione della portualità europea. I paesi dell'Unione hanno trovato un accordo su una tematica che, sin dall'istituzione della Comunità, era stato sempre oggetto di difficile condivisione». Evidenziando che i porti europei, per la loro ubicazione geografica, le forme gestionali, l'integrazione con i retroporti, hanno caratteristiche diverse da nazione a nazione e spesso di difficile armonizzazione, con i Paesi dell'area del Baltico e del Nord Europa che ad esempio hanno in questo campo esigenze completamente diverse rispetto a quelli dell'area mediterranea, Lupi ha sottolineato che «questa presidenza è riuscita a trovare un comune denominatore e produrre così un regolamento che, finalmente, diventa un pilastro in particolare per i punti del pilotaggio, del dragaggio e della trasparenza finanziaria. L'atto di oggi - ha concluso - diventa un riferimento portante per il nostro Paese proprio nel momento in cui il governo italiano si appresta a redigere, entro novanta giorni dal decreto Sblocca Italia, un piano della portualità e della logistica».
Il regolamento dovrà ora passare al vaglio del Parlamento europeo prima dell'approvazione finale.
Oggi intanto, a margine del Consiglio dei Trasporti dell'Unione Europea, i ministri omologhi di Belgio, Germania, Paesi Bassi e Svizzera hanno siglato con il ministro Lupi l'accordo che formalizza il cambio di denominazione del Corridoio Rotterdam-Genova in Corridoio ferroviario merci Rhine-Alpine e ne istituisce il comitato esecutivo. L'accordo rende operativo il regolamento europeo istitutivo dei Corridoi ferroviari merci, così come modificato dal Parlamento UE. Il regolamento prevede infatti che i Corridoi ferroviari, dove si concentrano i traffici merci internazionali, siano dotati di un comitato esecutivo per la supervisione e il controllo e di un comitato di gestione per il funzionamento operativo. Il comitato esecutivo (Executive Board) sarà composto dai rappresentanti dei ministeri dei Trasporti dei Paesi interessati al transito della linea, mentre il comitato di gestione (Management Board) sarà composto dai rappresentanti dei gestori ferroviari dell'infrastruttura. Con lo strumento dei comitati l'Europa intende monitorare e coordinare lo sviluppo dei Corridoi ferroviari merci sia in termini di prestazioni, capacità ed offerta per cogliere al meglio le esigenze del mercato e degli operatori, sia per individuare le azioni necessarie a migliorare i livelli qualitativi e quantitativi dei servizi ferroviari merci. L'accordo impegna inoltre gli Stati attraversati dal Corridoio Rhine-Alpine ad assicurare un maggior coordinamento nella pianificazione finanziaria delle tratte interessate e ribadisce l'interesse allo sviluppo di azioni coordinate sull'implementazione dei sistemi europei di segnalamento (ERTMS/ETCS) e di altre future azioni comuni, quali quelle volte alla mitigazione della rumorosità dei carri ferroviari merci.
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