ASSOCIAZIONE AGENTI RACCOMANDATARI MEDIATORI MARITTIMI AGENTI AEREI - GENOVA
Assemblea del 21 maggio 2008
Relazione del Presidente
Filippo Gallo
- Autorità, Illustri Ospiti, Amici e Colleghi,
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- benvenuti alla 63ma Assemblea annuale della nostra Associazione.
Ci ritroviamo, nuovamente, a Palazzo San Giorgio, in Autorità
Portuale e ringrazio, pertanto, per l'ospitalità il
Presidente Merlo.
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- Nella convinzione che in simili occasioni si possa sviluppare un
confronto costruttivo sulle tematiche e le problematiche del nostro
settore, anche quest'anno ho preferito limitare questa mia
relazione, per quanto possibile, per lasciare maggior spazio alla
discussione che mi auguro seguirà il mio intervento.
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- Abbiamo infatti cercato di dare una veste ed un significato
leggermente diverso rispetto al passato a questa nostra Assemblea,
predisponendo, infatti, una scaletta degli interventi pre-costituita
ed assegnando al padrone di casa, al Presidente Gigi Merlo appunto,
il compito di trarre le conclusioni di questa mattinata di lavori.
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- Anche la struttura di questa relazione, pertanto, dopo un breve
cenno su alcuni dei settori che rappresentiamo, risulterà
come un insieme di brevi argomenti con le nostre opinioni sulle
principali questioni della portualità e del suo sviluppo
nella nostra città.
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- Traffici di Linea
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- Il primo dato che ritengo possa essere di rilevante interesse e
che, soprattutto risulta in controtendenza, rispetto al passato, è
quello rappresentato dal fatto che nel 2007, per la prima volta
nella storia, i volumi di traffico tra Asia ed Europa/Mediterraneo,
hanno superato quello che, storicamente, è sempre stato il
primo mercato mondiale, cioè quello Transpacifico tra Asia e
America.
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Questo è un dato che, se da un lato testimonia la crisi
dell'economia americana, al tempo stesso ci fa capire come la tanto
vituperata e vecchia Europa sia in grado di stare al passo dei tempi
della globalizzazione dei mercati.-
- Le previsioni per il 2008 vedono ancora un segno positivo nel
traffico mondiale di contenitori, con un ulteriore incremento
dell'8% e di ciò abbiamo conferma anche dall'incremento del
18% registrato dai soli porti cinesi nel primo trimestre dell'anno.
- A questo fenomeno, costante negli ultimi dieci anni circa, le
principali compagnie di navigazione faranno fronte con un ulteriore
aumento della capacità di trasporto stimata per i prossimi
anni intorno al 15%, equivalente a circa 1,63 milioni di teus. Tra
le protagoniste di questa crescita troviamo navi dalle più
svariate dimensioni, ma certamente la parte del leone la faranno le
navi oltre i l2mila Teus.
- Le sole prime tre compagnie di navigazione a livello mondiale
risulta, infatti, che ne abbiano in ordine ben 140, tutte ditali
portate.
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- Il mercato dei noli
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- Il settore delle rinfuse secche ha continuato la sua
ascesa con livelli sempre alti, registrando continui record.
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Le Cape Size (da 120 a 180mila tonnellate di portata) nel 2007
per noleggi della durata di un anno hanno mantenuto una media di
circa 105.000 Usd al giorno, salita nel 2008 a Usd 136.000 (a fine
aprile 150.000).-
- Stesso fenomeno ha riguardato le Panamax (da 60 a 80mila) per un
anno di time charter la media del 2007 è stata di Usd 53.000,
passata poi nel 2008 a 68.000 Usd (oggi circa 73.000).
Naturalmente
anche le navi di portata inferiore, dalle Supramax (da 40 a 60mila)
alle Handy (da 30 a 40mila), hanno mantenuto ottimi livelli con un
incremento che va dal 20 al 3O% rispetto all'anno precedente.-
Il motivo di questa costante ascesa è dato sia dalla
continua richiesta di tonnellaggio da parte di Cina e India (i primi
hanno tolto dal mercato gran parte delle loro navi per usarle sul
cabotaggio), sia dalla spinta speculativa che va avanti da alcuni
anni sia sul fisico, sia sulla carta (ffa). Ad oggi il quantitativo
fisico trasportato delle navi Panamax è superato di quattro
volte dal movimento sui derivati. Può essere interessante
notare che sui prodotti petroliferi il rapporto è oggi di
oltre 1 a 12 volte.-
- Il mercato dei noli delle cisterne durante il 2007 ha
sofferto una battuta d'arresto. In estate ed in autunno, ad esempio,
l'indice Biffex per lo sporco era scivolato sotto al livello
psicologico di 1.000 punti. L'equivalente time charter per una VLCC
(da 200 a 300mila tonnellate di portata) era intorno ai 30.000 Usd
al giorno, insufficiente a coprire i costi di una nave moderna.
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A novembre, grazie anche al ritorno della stagione fredda, i
noli hanno ripreso a salire e poi, grazie all'effetto psicologico
dell'inquinamento della Hebei Spirit, che ha messo in crisi le
cisterne a scafo singolo, a metà dicembre il Biffex Dirty
Index ha toccato il livello di 2.279, raddoppiando in appena due
settimane.
- All'inizio del 2008 abbiamo assistito ad un andamento
altalenante che, tra febbraio ed oggi, ha fatto oscillare gli indici
con salti anche oltre il 40%, attestandosi ad inizio maggio sui
1.818 punti. Tradotto in valori time charter, le VLCC stanno poco
sotto ai 100.000 Usd al giorno, le Suezmax stanno meglio delle
sorelle più grandi, poco sopra ai 100.000, e le Aframax (da
circa 80mila) stanno sui 65.000 Usd al giorno.
- Mancando questa volta un chiaro motivo dell'ultima ripresa
registrata, non resta che ripetere quello che diversi analisti vanno
dicendo, cioè che il mercato cisterne rimane un mercato assai
nervoso, con un imprevedibile futuro.
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- Per quanto riguarda, invece, la compravendita durante la
seconda parte del 2007 ed i primi 5 mesi dei 2008 si è
assistito ad un ulteriore incremento dei prezzi soprattutto riferito
al carico secco sospinto dagli ottimi noli che, nonostante qualche
fase di assestamento, sono stati comunque tendenti al rialzo nel
medio-lungo periodo.
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- Mediamente il valore di navi bulker Handies, Panamax e Capes è
salito negli ultimi 12 mesi di circa il 50%, una Panamax bulker di 5
anni che valeva lo scorso anno 55 milioni di Usd oggi ne vale
mediamente 83 milioni.
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- L'attività di compravendita, nonostante il giro di vite
di qualche banca finanziatrice, rimane molto attiva con compratori
pronti ad acquistare sia tonnellaggio moderno, sia overaged.
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- Anche nel settore roro container si sono registrati prezzi e
noli con rialzi intorno al 15/20% rispetto allo scorso anno.
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- Il mercato delle nuove costruzioni è invece sempre
estremamente attivo con prezzi mediamente in salita di 10% per ogni
tipo di nave dovuto principalmente alla crescita del prezzo
dell'acciaio e dei principali componenti (motori, etc.).
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- I principali cantieri sono saturi per i prossimi tre anni e la
rincorsa verso quelli di nuovi paesi (Vietnam, Indonesia, India)
continua.
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- Il mercato delle Crociere
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- Per quanto certamente ancora penalizzato dalla apparentemente
irreversibile defezione di Costa Crociere, il Porto di Genova sta
faticosamente recuperando, migliorando anno dopo anno, sulla scia
del successo di MSC Crociere che risulta ormai ben radicata nel
locale terminal.
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- Il quadro della cruise industry, del cui progresso generale
certo Genova beneficia, mostra, anche quest'anno, un trend in ascesa
senza incertezze.
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- Tutte le maggiori compagnie del cluster crocieristico stanno
portando avanti ambizioni politiche di espansione con un ricco
portafoglio d'ordini, per quasi al 50% nelle mani di Fincantieri.
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- In questo quadro, il nostro Porto, pur non figurando tra i
maggiori beneficiari della crescita generale, partecipa al periodo
favorevole che, al momento, non pare risentire né della
recessione USA, né della debolezza del dollaro.
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- Lo scalo genovese continua, peraltro, ad essere visto come hub
per le operazioni di imbarco e sbarco passeggeri, faticando ad
accreditarsi come destinazione di transito, fatto, questo, che, come
noto, è legato all'appeal del territorio.
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- L'immagine turistica di Genova cresce, seppur lentamente, di
stagione in stagione, restando legata principalmente al “passa
parola”, più che all'attuazione di politiche di
marketing di vasto respiro ripetutamente promesse, ma scarsamente
attuate.
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- In un contesto più circoscritto si inquadra la
realizzazione del risanamento dell'area di Ponte Parodi/edificio
Hennebique e lo sviluppo dell'itinerario pedonale Terminal Crociere
- Porto Antico.
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- Il tema è stato ripetuto fino alla noia, anche in
occasione di passate assemblee della nostra Associazione, in
articoli sulla stampa locale, in interventi di esperti più o
meno tali: in un contesto quasi completamente risanato, incombe la
desolata mole dell'ex silos che, con la sua smisurata presenza,
attesta l'intrinseca inerzia delle cose rispetto alla scontata
evidenza dei cambiamenti necessari.
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- In un momento di decrescente reperibilità di ormeggi nei
principali porti italiani e mediterranei, di fronte ad una crisi di
spazi/banchina che si aggrava di anno in anno per l'entrata in linea
di nuove grandi unità, poter presentare un waterfront
continuo dal Doria a Molo Vecchio potrebbe essere la carta vincente
per agganciare compagnie sempre alla ricerca di nuove destinazioni.
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- In questo quadro si impone un poco edificante (per noi)
confronto su quanto si è realizzato e si sta facendo a Savona
dove, in questi anni, un'Autorità Portuale efficiente e
lungimirante ha saputo creare, dal nulla, un polo crocieristico di
primordine.
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- I fatti di “casa” nostra
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- Sono freschi di un paio di settimane i risultati del primo
trimestre 2008 del nostro scalo; nel settore dei contenitori abbiamo
incassato un segno negativo del 12,8% conseguente, in gran parte, ai
problemi operativi che hanno caratterizzato l'inizio dell'anno al
Vte (-28,2% nello stesso periodo).
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- Senza entrare nel merito delle, seppur ovvie, responsabilità
per quanto accaduto sulle banchine di Voltri, perlomeno in questa
sede, ritengo sia d'obbligo far rilevare il livello di maturità
dimostrato dagli operatori in questa vicenda.
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- Perché è proprio grazie alla nostra disponibilità
ed all'impegno messo in campo nel cercare di affrontare le
incredibili difficoltà operative del Terminal e le
conseguenti richieste sempre più restrittive che venivano
presentate dai suoi vertici, che si è riusciti ad evitare il
peggio e cioè la chiusura totale del terminal.
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- Addirittura la decisione “estrema” di alcune
compagnie di spostare in altri porti le proprie navi, anche se
temporaneamente, è risultata purtroppo essere necessaria ed
imprescindibile per consentire una lenta e graduale ripresa
dell'attività operativa che risulta oggi essere tornata su
livelli di sufficienza ma che, certamente, è ancora lontana
da quelle performance di qualità che il Porto di Genova deve
poter garantire alla propria clientela.
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- Diciamolo chiaramente: non riteniamo consono il livello di
attenzione nei confronti di Genova dimostrato da PSA nell'occasione,
onestamente da uno dei colossi mondiali della portualità ci
aspettavamo una reattività diversa, ben maggiore, soluzioni
immediate e non palliativi o, addirittura, i sacrifici che sono
stati richiesti a più riprese alle linee, alla merce ed a
tutti gli operatori.
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- Ed altrettanto chiaramente, su mandato delle compagnie
rappresentate dalle nostre associate, ci stiamo opponendo alle
ulteriori restrizioni ed introduzioni di penali che in queste ultime
settimane ci sono state anticipate dai vertici del Vte. Così
come porremo la nostra attenzione anche sulle novità
operative che stanno ventilando altri terminal.
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- Riteniamo infatti che prima di introdurre nuove regole, più
restrittive ed onerose, questo terminal debba almeno recuperare un
minimo di produttività e, soprattutto, di credibilità.
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- In tal senso e per questi motivi abbiamo molto apprezzato la
presa di posizione forte ed autorevole per la quale ha optato il
Presidente Merlo nei suoi primi giorni di insediamento; lo riteniamo
un atto dovuto da parte dell'Autorità Portuale nel quadro più
generale del compito di controllo che deve svolgere.
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- Mi trovo perfettamente d'accordo con il Presidente anche per
quanto riportato sul POT, nel capitolo relativo alla pianificazione,
dove recita che “Il soggetto che governa il porto è
chiamato ad operare una svolta sul piano culturale”.
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- Vorrei fare mia questa frase per ampliarne i destinatari: da noi
operatori a tutti coloro che lavorano e vivono di Porto. In
particolare, vorrei qui fare un cenno ai lavoratori della Compagnia
ed al mondo sindacale.
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- Proprio perché ho avuto l'opportunità di
apprezzare il lavoro dei rappresentanti seduti al tavolo dei
Comitato Portuale, ho però la sensazione, a livello più
generale, che ci siano ancora diverse difficoltà a sostenere
quel cambio di marcia necessario a portare il nostro Porto a più
elevati livelli di traffico.
-
- Nonostante riconosca la complessità del loro lavoro e le
difficoltà che comporta il confronto costante con la base,
ritengo tuttavia utile sottolineare in questa sede la necessità
di una trasformazione profonda, che può solo giovare ad un
serio e concreto sviluppo.
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- Ripeto, in pieno spirito costruttivo e senza la minima vena
polemica, non ho notato questa nuova volontà nel superare
alcuni ostacoli che ci siamo recentemente trovati sulla strada.
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- Auspico, pertanto, una svolta verso una maggiore apertura e
modernizzazione di tutte le parti e categorie coinvolte, confermando
fin d'ora il nostro impegno per attuare questa virata che ritengo,
in ultima analisi, anche estremamente importante in chiave di futuri
tavoli di confronto sul tema strategico del lavoro portuale.
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- Le ferrovie
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- Questo ritengo sia uno dei nodi più difficoltosi da
sciogliere ma imprescindibile se vogliamo far crescere i nostri
traffici.
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- Le difficoltà stanno nel fatto che se da un lato le
infrastrutture sono carenti, la trazione interna al Porto e la
gestione di Trenitalia sul merci sono forse peggio.
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- Partendo dal dato della quota di merci che sfruttano la modalità
ferroviaria notiamo che l'Italia ha fatto registrare nell'ultimo
anno una percentuale del 9% sul totale, rispetto alla media europea
che si aggira sul 17%.
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- In particolare per quanto riguarda Genova, è interessante
prendere in esame il periodo 1997-2007, per notare che a fronte di
un numero di carri mediamente costante di l46mila anno, il traffico
contenitori è salito da 1.l80mila teus del 1997 a 1.855mila
del 2007, quindi un aumento di oltre il 57% dei traffici al quale la
modalità ferroviaria non è stata in grado, né
ha voluto, far fronte.
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- Infatti, come detto, la sola carenza infrastrutturale non può
essere ritenuta responsabile in toto di questo disallineamento, le
cause risiedono in larga parte anche nella politica tariffaria
sbagliata e nell'inaffidabilità del servizio. Elementi
negativi che verosimilmente si stanno perpetrando da circa dieci
anni.
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- Parrebbe logico, infatti, che per incrementare il trasporto via
treno si debba incentivarlo, ma inspiegabilmente le tariffe per il
servizio di manovra ferroviaria applicate nel Porto di Genova si
sono sempre contraddistinte per la loro onerosità ed hanno
recentemente subito un'impennata fuori dal comune.
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- Sarà, quindi, inevitabile un ulteriore decremento del
trasporto su ferro a favore di quello camionistico, le cui
conseguenze sono banalmente immaginabili: più traffico e più
smog nella nostra città, ma non solo.
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- Questo tipo di politica si teme, infatti, possa anche far
perdere consistenti quote di traffico, e mi riferisco a quelle merci
da e per regioni come l'Emilia Romagna ed il Veneto, ad esempio, che
non cambieranno modalità di trasporto, ma molto più
semplicemente cambieranno porto.
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- Secondo alcuni operatori l'aumento delle tariffe verrà
vanificato dalla perdita dei traffici; come dire, una politica miope
che non porterà i risultati ipotizzati, anzi, come abbiamo
visto, potrebbe addirittura rivelarsi dannosa per il nostro Porto e
per la nostra città.
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- Che non sia proprio questa la vera finalità delle
nostre Ferrovie dello Stato?
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- Per far sì che “il trasporto ferroviario sia
prioritario nel servire i previsti aumenti del traffico portuale”
(POT), si dovrà concertare una completa ristrutturazione del
servizio che tenda ad eliminare la rottura del carico rappresentata
dalle manovre ferroviarie portuali, e quindi il vettore ferroviario
dovrà arrivare a consegnare i convogli direttamente ai
terminal, in banchina.
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- Il retroporto
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- Dopo il lavoro dell'apposita Commissione istituita dall'Autorità
Portuale, la scelta è caduta su Alessandria, il protocollo di
intesa è stato firmato e l'avvio operativo previsto è
per il 2011.
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- Al riguardo desidero in questa sede ribadire un paio di
considerazioni, forse scontate, ma importanti.
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- Il retroporto nasce dal concetto che, in mancanza di spazi
attigui alla banchina dove avvengono le operazioni di imbarco e
sbarco, possa costituire un vero e proprio ampliamento del terminal.
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- Pertanto su questo territorio devono governare le stesse
identiche condizioni che esistono all'interno di un terminal, due di
queste in particolare:
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- l'ambito doganale deve essere lo stesso e, quindi, rientrare
sotto la giurisdizione dell'Agenzia delle Dogane di Genova;
- la movimentazione e quindi la gestione del retroporto deve
essere affidata agli stessi terminalisti portuali ai quali le aree
del retroporto sono dedicate.
- Sul primo punto si dovrà certamente lavorare
congiuntamente per ottenere le idonee autorizzazioni a livello
romano ma, tuttavia, ritengo che sia un obiettivo abbastanza logico
e, pertanto, auspico raggiungibile.
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- Sulla seconda questione, invece, credo sia meglio fare chiarezza
al più presto, nel senso che ognuno dei firmatari del
protocollo di intesa deve fare la sua parte.
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- Le ferrovie dovranno, quindi, garantire al meglio i
collegamenti, mentre gli altri mestieri, per così dire, li
devono poter svolgere direttamente coloro che ne hanno le
competenze: chi sbarca o imbarca la merce da una nave si deve anche
far carico della responsabilità di ritirarla o riconsegnarla
da o a chi risulta titolato dal contratto di trasporto, non altri.
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- Questa, si badi bene, non è un'opinione, ma l'espressione
diretta delle compagnie di navigazione, che non intendono veder
frazionata la responsabilità del trasporto dei loro
contenitori.
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- Finanziamenti e federalismo
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- Genova è notoriamente riconosciuto come porto leader a
livello nazionale non solo nelle statistiche dei traffici ma, molto
spesso, anche come la piazza dove si concretizzano e si fanno più
aspre le rivendicazioni e le agitazioni delle categorie che, non
solo a Genova, soffrono per disservizi, problemi operativi, vertenze
sindacali e problematiche legate, ad esempio, alta più che
giusta sicurezza sul lavoro.
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- Questo ruolo di epicentro di sfogo del malumore ritengo che
Genova sia in grado di poterlo ben sopportare, come peraltro, non
senza sacrifici, abbiamo già anche recentemente dimostrato di
saper fare, ma vorremmo che la stessa leadership ci venisse
riconosciuta anche dalla politica.
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- Il nostro Governo dovrebbe, infatti, a mio avviso, elevare il
livello di considerazione del Porto di Genova quando si parla di
finanziamenti per infrastrutture e per quel che riguarda eventuali
interventi legislativi specifici sulla portualità.
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- Proprio sulla questione dei finanziamenti ritengo sia opportuno
fare una riflessione, perché potrebbe risultare utile cercare
di fare maggior chiarezza per capire realmente quale può
essere l'entità dei fondi a disposizione, cosa che ad oggi,
con la frammentazione delle fonti, credo risulti comprensibile solo
a pochi tecnici.
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- Crediamo nella bontà dell'azione caparbiamente portata
avanti dal Presidente della nostra Regione per quel che riguarda
l'extragettito e lo esortiamo a perseguirla, nonostante qualche
autorevole parere contrario. Abbiamo ora però la necessità
di una previsione oggettiva di quanto esso potrà valere.
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- Così come sarebbe opportuno poter capire meglio quali e
quanti altri possibili finanziamenti sono previsti nelle pieghe
della Legge Finanziaria (375 milioni di Euro?) e da altri specifici
Decreti Ministeriali.
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- Ancora una volta vorrei a tale titolo porre il paragone con
quanto avviene in Spagna, dove il Governo ha destinato alla
portualità per il 2008 una cifra di 1723 milioni di Euro,
dettagliando quanto andrà ad ogni porto ed, in parte, anche a
quale scopo. Questa si chiama chiarezza e credo che da noi se ne
senta il bisogno per impostare una corretta programmazione.
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- Inoltre, sempre in tema di fondi a disposizione della
portualità, vorrei oggi qui lanciare una provocazione. Visto
il risultato elettorale ottenuto dalla Lega nella nostra città
e, più in generale, nella nostra regione, perché non
spingere verso un vero federalismo fiscale del settore, per far sì
che i porti possano reinvestire direttamente quanto essi generano?
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- Se ciò si potesse concretizzare, si potrebbe anche
pensare ad una gestione regionale di questi fondi ed ad una regia
comune e condivisa dei tre porti liguri, unica condizione, a mio
parere, per andare incontro a quel famoso disegno già
prospettato dal Presidente della Regione e dall'ex Assessore ai
Trasporti dello stesso Ente.
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- A questo punto, infatti, ribadendo che come operatori locali non
riteniamo percorribile la via della spartizione merceologica fra i
tre porti, penso invece si possa aprire un dibattito per una
programmazione regionale strategica su cui confrontarsi.
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- Ritengo, infatti, che pur mantenendo la posizione di contrarietà
verso ogni forma di monopolio, un percorso di questo tipo potrebbe
far sì che non si sviluppino più in futuro forme di
concorrenza commerciale sfrenata tali da poter essere individuate
come una delle concause delle gravi crisi operative come quella di
recente vissuta a Voltri.
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- Il Piano Operativo Triennale
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- Questo importante documento ha ricevuto l'avallo del Comitato
Portuale nel corso della seduta del 28 aprile scorso, entro i
termini previsti dalla Legge 84/94 a seguito dell'insediamento del
nuovo Presidente.
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- Pur essendo, quindi, un passaggio obbligato, nell'occasione ne
abbiamo potuto apprezzare la chiarezza e la completezza
dell'analisi, nonché la concretezza nella ricerca di
soluzioni per tutti gli aspetti trattati.
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- È un documento corposo e ben dettagliato al quale il
Presidente ha voluto dare anche un significato politico, definendolo
“il programma di mandato” sul quale ha richiamato
l'intera comunità portuale a confrontarsi; su alcuni
argomenti il traguardo non sarà certamente semplice da
raggiungere, ma certamente le basi di concertazione su cui il
documento si sviluppa sono solide, positive e, soprattutto, auspico
anche utili ad evitare un'altra stagione della magistratura in
porto.
-
- Oltre a condividere la chiara volontà di pianificazione
che si sviluppa su tre cardini principali (uso degli spazi
esistenti, realizzazione delle opere del PRP e nuovi strumenti di
pianificazione), vi sono alcuni punti, più pratici,
operativi, sui quali vorrei richiamare l'attenzione; il primo
riguarda i dragaggi, direi senza distinzione di merceologia o di
terminal. Se nel comparto dei container, infatti, sarebbero
propedeutici ad accogliere navi di maggiori dimensioni, in altri
settori, quello delle crociere e, soprattutto, quello delle rinfuse
solide, hanno un elevato carattere di urgenza.
-
- Un secondo, importante, aspetto è invece quello delle
Dogane, nello specifico per quanto riguarda le verifiche.
-
- Pur apprezzando la disponibilità e la competenza dei
vertici genovesi dell'Agenzia delle Dogane, infatti, deve essere
trovato il giusto equilibrio tra numero delle verifiche e numero dei
funzionari addetti, oltre a dover proseguire sulla strada dello
“sportello unico” per tutti gli altri tipi di controllo
di istituto.
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- Potrà sembrare banale, ma ne parliamo da anni, se da un
lato, sappiamo che i servizi di verifica sono svolti nell'interesse
e per la sicurezza generale, dall'altro non si può pensare
che questo tipo di attività ed il loro mancato coordinamento,
possano rappresentare un freno allo sviluppo.
-
- In ultimo, come già anticipato al Presidente Merlo nel
corso di una sua recente partecipazione ad una seduta del Consiglio
della nostra Associazione, vorrei ribadire la necessità di un
nuovo piano di promozione del Porto nella sua globalità, con
una collaborazione tra Autorità Portuale ed imprenditori che
li veda uniti nel proporre i servizi e le peculiarità del
nostro scalo.
-
- Tra le altre cose, mi piacerebbe immaginare che ai nostri viaggi
di lavoro, durante i quali andiamo a visitare gli armatori, ogni
tanto potessero partecipare i vertici dell'Autorità Portuale,
per dare un segno inequivocabile della compattezza tra Istituzioni
ed operatori portuali, per presentarsi uniti di fronte alle sfide
del mercato globale.
-
- La formazione
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- Nonostante l'arretratezza del sistema scolastico italiano di
base e la sempre annunciata riforma dell'Università che mai
arriva, sono convinto che Genova, attraverso le iniziative formative
sviluppate negli ultimi anni, sia una delle poche città in
grado di fornire le adeguate professionalità al nostro
settore.
-
- La nostra Associazione da anni è impegnata ad erogare
risorse ed energie in quantità in questo settore, con la
finalità di elevare il livello di qualità delle
aziende attraverso un personale adeguatamente qualificato.
-
- Lungo questo percorso siamo arrivati ad avere un ottimo livello
di collaborazione con l'Università di Genova, con la quale
abbiamo istituito un corso Integrativo sugli Ausiliari del Traffico
Marittimo per gli studenti della Facoltà di Economia
Marittima dei Trasporti che quest'anno si ripeterà per la
terza volta.
-
- Parimenti, attraverso il rapporto sviluppato in qualità
di Soci dell'Accademia della Marina Mercantile, abbiamo potuto
apprezzare il forte ruolo trainante che svolge la Provincia nel
settore della formazione ed in particolare in quella marittima.
Attendiamo gli sviluppi del progetto su cui sta attualmente
lavorando il Presidente per ricollocare a Genova una delle tre sedi
mondiali dell'I.M.A. (International Maritime Academy), la scuola
dell'I.M.O. (International Maritime Organization) che organizza
corsi post universitari di alto livello e che potrebbe rappresentare
un altro fiore all'occhiello per l'Accademia e dare prestigio alla
nostra città.
-
- Siamo a conoscenza anche di quanto esiste e si sta sviluppando
nella formazione degli addetti più operativi del settore, i
lavoratori delle Compagnie Portuali e dei terminal e lo consideriamo
di estrema importanza per quanto riguarda anche l'implementazione
della sicurezza sul lavoro.
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- Elevare la professionalità di questi lavoratori già
impiegati o preparare adeguatamente i giovani che entrano in
questo mondo inoltre, porterà, col tempo, anche benefici
all'intero sistema portuale, ne siamo conviti ed auspichiamo,
pertanto, che in questa direzione possano essere indirizzate le
giuste risorse.
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- Conclusioni
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- Giunto al termine del secondo mandato biennale e concludendo,
quindi, i miei quattro inni di Presidenza dell'Assagenti, vorrei
fare un breve bilancio su questa esperienza; sono stati, infatti,
anni duri, particolarmente intensi, nel corso dei quali ci siamo
trovati ad affrontare problemi anche molto spinosi, cercando sempre
e comunque di far valere le nostre idee e di portare il contributo
delle categorie che rappresentiamo ogni qualvolta ci è stato
richiesto.
-
- Ritengo che la nostra Associazione abbia in questo periodo
dimostrato compattezza e maturità, a riprova di ciò
sta il fatto che nonostante tutti i problemi del Porto, siamo
comunque riusciti non solo a mantenere le navi a Genova, ma ad
incrementarne il numero ed a far aumentare il volume dei traffici.
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- La nostra Associazione, che conta 143 imprese aderenti con oltre
3.500 addetti diretti, sta cercando di governare la trasformazione
in corso piuttosto che subirla. Numerose delle nostre associate nel
settore della linea, infatti, attraverso acquisizioni,
trasformazioni e cessioni di rami d'azienda, sono passate dallo
status di rappresentanti indipendenti di compagnie di navigazione, a
quello di partners degli armatori o ad uffici amatoriali, dando vita
anche ad aziende con centinaia di dipendenti, con problematiche e
necessità totalmente differenti rispetto al passato.
-
- Attraverso questo processo siamo venuti in contatto e possiamo
meglio comprendere ed, a volte, incidere sui processi pianificatori
e strategici delle grandi compagnie.
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- È pertanto con orgoglio che rivendico il ruolo e la
centralità della nostra Associazione, auspicando al mio
successore, al prossimo Presidente, di poter condividere con le
Istituzioni cittadine, questo stesso orgoglio che, mischiato ad un
pizzico di presunzione, ci porti, una volta per tutte, a far grande
questo nostro Porto.
-
- Grazie a tutti per l'attenzione.
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